Catanzaro, è sfortunata la prima di Pancaro in panchina

Catanzaro – Trapani 1-2

CATANZARO (4-3-3): Nordi; Zanini (1’st Spighi), Gambaretti (34′ st Sabato), Nicoletti (26′ st Corado), Riggio; Onescu, Maita, Marin; Puntoriere (1′ st Letizia 38′ st Valotti), Infantino, Falcone. In panchina: Marcantognini, Cason, Van Ransbeeck, Cunzi, Di Nunzio, Badje, Sepe. All. Pancaro

TRAPANI: Furlan; Fazio, Drudi, Silvestri; Marras (43′ st Visconti), Scarsella, Corapi (36′ st Steffè), Palumbo, Rizzo; Evacuo, Polidori (34′ st Murano). In panchina: Pacini, Ferrara, Pagliarulo,, Dambros, Canino, Girasole, Minelli, Aloi All. Calori

Arbitro: Meraviglia di Pistoia

Note: Ammoniti: Marin (C), Gambaretti (C), Scarsella (T). Espulso Evacuo (T). Recupero 1′ pt, 5′ st

Marcatori: 40′ pt Polidori (T), 5′ st Infantino (C), 12′ st Evacuo (T)

CATANZARO – Si apre con una sconfitta immeritata il ciclo di Pippo Pancaro sulla panchina giallorossa. Nonostante una partita sotto tono e chiusa in inferiorità numerica, il Trapani sfrutta la superiorità tecnica della propria rosa e torna in Sicilia con tre preziosissimi punti. I padroni di casa dal canto loro possono recriminare per la poca lucidità sotto porta. La squadra finalmente è riuscita a costruire occasioni con continuità.

Sblocca Polidori a fine primo tempo

Già nei primi minuti le aquile provano a svoltare la partita, prima con un tiro impreciso dal limite di Falcone, poi con una conclusione in area di Infantino respinta dalla difesa ospite. Al 23′ la prima vera occasione: Infantino col solito magistrale lavoro spalle alla porta crea lo spazio per l’inserimento di Puntoriere. L’ala reggina riceve sulla corsa e mette il pallone rasoterra all’altezza del dischetto. Nicoletti giunge sulla sfera ma la sua conclusione termina alta. La tifoseria sembra soddisfatta, il Catanzaro riesce a dare continuità alla manovra. Al 34′ altra ghiotta occasione, con Furlan che dopo una smanacciata imprecisa riesce a negare la gioia del gol a Puntoriere con uno straordinario colpo di reni. Dovrebbe essere il preludio del gol, ma contro una squadra come il Trapani basta una minima distrazione per vanificare tutto quanto. Così al 40′ basta un angolo battuto verso il secondo palo per colpire la difesa calabrese. Polidori si muove alle spalle degli avversari e di sinistro al volo trafigge Nordi.

Decisivo Evacuo

Potrebbe essere il colpo del K.O: il gol subito a fine primo tempo dopo aver dominato è uno degli eventi più frustranti in una partita. Eppure il Catanzaro non si demoralizza e già a inizio ripresa riprende a macinare calcio. Al 50′ la pressione offensiva da i suoi risultati. Silvestri stende Onescu in area e l’arbitro assegna il penalty. Dal dischetto Infantino apre il piattone e spiazza Furlan per l’1-1. Tutto sembra volgere per il meglio: il gol è una notevole iniezione di fiducia. Ma, come detto, giocare col Trapani significa misurarsi con giocatori quasi fuori categoria, capaci di svegliarsi da un momento all’altro. Come Evacuo ad esempio, che al 57′ conquista palla al limite dell’area e sfonda gli argini avversari. La conclusione di punta anticipa Nordi e regala al Trapani il definitivo 2-1. Ma le emozioni per l’attaccante campano non finiscono qui: passano tre minuti e un colpo a gioco fermo su Gambaretti gli costa il cartellino rosso. Il Catanzaro non può fare altro che attaccare. Al 62′ Puntoriere raccoglie sul secondo palo un traversone di Letizia ma la conclusione supera la traversa. Il Trapani si chiude e concede poco. Difatti l’ultima grande occasione per i giallorossi nasce all’84’, con un tiro di Falcone dal limite che anche stavolta termina alto. Non basta neanche la conclusione in mischia di Valotti a recupero inoltrato.

Questione di centimetri

Il Trapani impone la propria superiore caratura tecnica e impedisce al Catanzaro di uscire dalla crisi. Si sono intravisti comunque buoni spunti e con più precisione il risultato avrebbe detto altro. I centimetri, come insegnava l’Al Pacino di Ogni maledetta domenica, fanno la differenza tra la vita e la morte. Oggi il Catanzaro l’ha imparato sulla sua pelle.

Emanuele Mongiardo

 

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