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Brochure con Himmler: la lettera del sindaco Occhiuto a Stella

COSENZA – Mario Occhiuto ha scritto una lettera a Gian Antonio Stella in merito alla brochure con l’immagine di Himmler:

“Gentile Gian Antonio Stella,

so che le sta a cuore l’immagine di Cosenza, città che in molte occasioni ha avuto modo di visitare per la presentazione dei suoi libri, e che questo ha smosso il suo sdegno per la vicenda legata alla brochure di Alarico. Ma proprio per questo, prima di lanciarsi in ipotesi fantasiose sulla volontà dell’amministrazione di “citare con leggerezza” il criminale che più di chiunque altro ha portato avanti lo sterminio degli ebrei, sarebbe stato opportuno informarsi su quello che è realmente accaduto. Parto da un punto fermo: Himmler è uno dei peggiori criminali della storia dell’Umanità e noi non abbiamo niente a che vedere con questo crudele assassino. Fatta questa essenziale premessa, vado ai fatti: nella brochure, a tiratura limitata, realizzata dall’amministrazione comunale e riferita al Mito di Alarico, è stata inserita una foto, in riferimento al testo, che racconta una storia realmente avvenuta. Questo non vuol dire certamente accostare la figura di un criminale nazista alla città. Nel testo è infatti citata la ricerca che Himmler fece a Cosenza, proprio sulle tracce di quel tesoro e i curatori della brochure, con una scelta di sicuro infelice, tra le immagini utilizzate per le illustrazioni hanno scelto anche quella del nazista. Per una serie concatenata di problemi e ritardi, la brochure è andata in stampa senza che io controllassi la resa finale e solo ora ho avuto modo di vederla. Questo non mi rende certo incolpevole. E per questo mi sono pubblicamente scusato e ho provveduto a far eliminare la foto dalle future ristampe dell’opuscolo. Ma da qui ad accostare Cosenza alla figura di uno sterminatore nazista, ce ne passa. E chi ha voluto strumentalizzare la vicenda, facendo diventare una colpevole svista un caso nazionale, lui sì ha poco a cuore l’immagine della città di Cosenza. Persino il Times of Israel, avvisato del polverone, ha inteso scrivere un articolo, ma invitandomi, correttamente, a spiegare quello che era successo, senza limitarsi a scrivere un facile commento senza approfondire prima i fatti. E i fatti spiegano anche la città di Cosenza è una città aperta e multiculturale, una città che negli ultimi anni ha anche rinsaldato fortemente il suo legame con il mondo ebraico. Solo per fare un esempio, lo scorso dicembre proprio a Cosenza abbiamo lanciato per il secondo anno un messaggio di pace e speranza in occasione della Festa della luce, con la partecipazione della comunità ebraica di Napoli, sezione Calabria. Iniziativa che, insieme alla nostra scelta di inserire fra le illuminazioni artistiche natalizie anche il simbolo della Menorah, ha molto colpito la comunità ebraica che si è complimentata con l’amministrazione comunale. Altro che inneggiare ad Himmler. Riguardo il progetto, poi, di fare di Alarico un motivo di attrazione turistica per Cosenza, l’idea originaria risale addirittura a Giacomo Mancini, sindaco stimato dalla città, statista di sinistra che certo non ha dato colore politico alla figura del re dei Goti. La nostra idea non è certo quella di esaltare la sua figura di invasore, ma di creare un’attrattiva turistica legata a una leggenda, quella del tesoro sepolto insieme ad Alarico a Cosenza, un po’ come succede in molte altre città del mondo che hanno basato la loro fortuna turistica intorno a un personaggio leggendario o storico. Un progetto che ha attirato anche persone di alto profilo internazionale, come lo stratega militare, economista e saggista Edward Luttwak che già è stato a Cosenza, interessato dal progetto di ricerca e che tornerà tra qualche settimana per passare ad una fase operativa. Detto questo, l’immagine della città non si costruisce solo attraverso la valorizzazione di un mito o di una leggenda. Si costruisce soprattutto attraverso la realizzazione di nuove importanti opere pubbliche contemporanee e di qualità con attività innovative e attrattive che noi stiamo faticosamente cercando di mettere in atto. Per questo, caro Gian Antonio Stella, trovo ingeneroso il suo ritratto pubblicato sul Corriere della Sera e colgo l’occasione per invitarla a Cosenza per organizzare insieme un dibattito che serva ad approfondire la discussione su Alarico e sulla sua leggendaria sepoltura.”

Latorre VS Stella: “Il suo articolo è becero e antimeridionalista”

“Un articolo provocatorio, attraversato da un antimeridionalismo becero e viziato da un chiaro pregiudizio”. Così esordisce Giovanni Latorre, rettore uscente dell’Università della Calabria, quando attacca senza mezzi termini Gian Antonio Stella, giornalista del Corriere della Sera, quando firma l’articolo dal titolo “L’obiettivo sbagliato degli studenti calabresi”.  E l’obiettivo Stella lo punta contro quei manifestanti che hanno protestato due giorni fa all’arrivo del ministro dell’istruzione Maria Chiara Carrozza, durante la cerimonia inaugurale del complesso residenziale studentesco San Gennaro nei pressi del polifunzionale. I motivi della protesta tra cui “la questione dei trasporti e il contrasto alla metropolitana leggera; le migliaia di lavoratori precari e cassa integrati della nostra regione; il mondo del precariato della scuola e dell’università” a  parere del giornalista non centrano il bersaglio. “E’ sbalorditivo – scrive Stella –  che fra i temi posti dai ragazzi  ci sia tutto tranne le condizioni penose in cui versa il loro ateneo sotto il profilo che a loro dovrebbe interessare di più e invece ignorano: la capacità di preparare laureati in grado di gettarsi tra i flutti di un mondo del lavoro sempre più difficile, ostile e competitivo, senza affogare dopo due bracciate”.

Toni duri quelli di Gian Antonio Stella nei confronti degli studenti calabresi. Gli studenti dovrebbero indignarsi per ben altro, secondo il guru del Corriere, come lo scandalo degli esami falsi. E poi continua: “Perché non si battono per pretendere corsi , laboratori, seminari, docenti di eccellenza?. Cosa se ne fanno di una laurea che vale il 2 di coppe rispetto agli atenei più selettivi, più esigenti, più duri se il potenziale datore di lavoro può avere perfino il dubbio che qualche esame è stato ‘aggiustato’? Insomma perché continuano con le loro proteste a sbagliare mira?”

” ‘L’obiettivo degli studenti’ – afferma il rettore uscente alla stampa – è un concentrato di violenza verbale e di arbitrarie elucubrazioni indirizzate contro un’istituzione accademica, l’Università della Calabria, che ha prestigio e dignità da vendere”. Con carte e statistiche alle mani, espone i dati Alma Laurea e fa sapere che l’accesso al mondo del lavoro dei laureati Unical a distanza di 1, 3, 5 anni dal conseguimento del titolo è quasi in linea con i dati nazionali. Inadeguatezze scientifiche quelle di Stella, secondo il rettore, riguardo la posizione a livello nazionale europeo  e mondiale sulla posizione dell’Ateneo mente il giornalista “omette volutamente i dati Anvur, secondo i quali il nostro Campus risulta al 25° posto tra le università italiane al top”.

Ad uno scontro verbale tramite mezzo stampa, pare che seguirà anche quello legale. Giovanni Latorre, alla della fine conferenza tenutasi nella Sala stampa dell’UniCal, sembra determinato: “contro questo signore, se ce ne sarà modo, agirò per vie legali”

 

Sonia Miceli