Graziano: “A Cosenza 200 km per prenotare una visita”

COSENZA – Domenica, 12 Luglio 2015 – 200km lungo le strade meno sicure d’Europa. Un viaggio della speranza a tappe, pieno di peripezie e tutto calabrese, durato giorni, per rincorrere la burocrazia sanitaria in tre ospedali della Provincia di Cosenza. Il tutto solo per prenotare una visita! Purtroppo è tutto vero. Ed è la disavventura in cui, di recente, è incorso un cittadino, rimpallato dall’Asp per vedersi riconosciuto un diritto sacrosanto: l’accesso al servizio sanitario pubblico e per di più anche a pagamento. Ed il Centro unico per le prenotazioni, che dovrebbe gestire in rete le prestazioni mediche, che fine ha fatto? Che funzioni hanno i diversi Cup sparsi sul territorio regionale, finanche nelle farmacie, se poi il risultato delle loro prestazioni è quello di rendere ancora più complesso il sistema di erogazione dei servizi? Quali sono le iniziative messe in campo dal Governo regionale per rilanciare la sanità calabrese?

 A chiederselo è il segretario questore del Consiglio regionale, Giuseppe Graziano, che, continuando a farsi portavoce delle istanze e delle giuste preoccupazioni dei cittadini, nei giorni scorsi, sullasconcertante vicenda che ha visto protagonista un cittadino di San Marco Argentano, ha chiesto lumi al Presidente Oliverio e alla Giunta regionale.download (4)

 Purtroppo siamo difronte ad un caso di malaburocrazia sanitaria che trova la sua genesi in anni di gestione fallimentare del settore, a cui il nuovo management sta cercando di trovare soluzione. Tant’è che anche un servizio essenziale come il Cup, nato per agevolare l’accesso alle prestazioni sanitarie pubbliche, oggi sembra essersi impantanato insieme all’intera macchina amministrativa regionale. Su segnalazione di un cittadino, sono state riscontrate anomalie ed imperizie nella prenotazione di esami medici.

Questi i fatti. Lo scorso 10 giugno un utente si reca presso il Centro unico di prenotazione di San Marco Argentano per prenotare tre prestazioni. L’operatore del Cup lo invita a rivolgersi al centro di Cosenza per prenotare due delle tre prestazioni, in quanto l’addetto era impossibilitato a procedere con la prenotazione delle stesse. Una volta giunto al Cup di Cosenza, l’utente, dopo essere riuscito a prenotare solo una delle due prestazioni rimaste, viene sollecitato, questa volta dagli operatori della struttura del capoluogo bruzio, a recarsi al Cup di Castrovillari per poter effettuare la prenotazione della terza prestazione sanitaria. Insomma, una trafila di 200 chilometri, su e giù per la provincia, per prenotare tre diverse visite. Un’operazione che, in un sistema di prenotazione informatico normalmente efficiente, si sarebbe dovuta concludere con tre click sulla tastiera di un computer.

Eppure in Calabria le cose semplici diventano farraginose e caotiche, a causa anche di una classe politica regionale che non riesce a garantire efficienza. Nemmeno ai servizi primari. Perché ingessata in un inspiegabile immobilismo e praticamente incapace di tramutare i programmi in azione.

La disavventura capitata al cittadino di San Marco Argentano è una delle tante chiavi di lettura dello stato comatoso in cui vive al momento il Governo regionale. Dal quale bisogna uscire subito. La speranza è che Oliverio, anche alla luce di situazioni al limite del grottesco come quella in cui è costretto il servizio Cup, si desti e dia maggiore vigore ed i giusti input all’apparato amministrativo regionale che, in ambito sanitario, attraverso le nuove figure dirigenziali, ha intrapreso un difficile e coraggioso lavoro di riorganizzazione che necessita però del pieno sostegno della politica.

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