La normalità di un compleanno speciale

COSENZA – Compleanni e anniversari sono occasioni speciali per fare festa. Si radunano amici e parenti, si prepara qualcosa di buono da mangiare, ci si diverte e si trascorre del tempo in allegria. Le ricorrenze sono sempre associate a sorrisi, musica, colori, regali, brindisi di felicità. Per chi festeggia il momento acquista un sapore del tutto particolare: diventa per un giorno protagonista.

Entrando in casa c’è un invitante profumo di manicaretti appena cucinati. Nella sala, allestita per l’occasione, la tavola è elegantemente apparecchiata: sulla destra sono impilati i piatti e i tovaglioli di tonalità viola – molto alla moda – mentre al centro fanno bella mostra di sé numerosi vassoi con invitanti e variegate specialità culinarie. Dalla cucina è incessante il via vai di nuove leccornie, mentre dall’ingresso sembra inarrestabile il flusso di persone invitate.

È una festa di compleanno in piena regola, con tanto di fiori e palloncini. È una festa organizzata in casa come tante, se non fosse che la festeggiata l’ha organizzata senza muoversi dal letto della sua stanza. Nadia Mondera compie 50 anni e da 10 convive e combatte con la Sla (Sclerosi Laterale Amiotrofica), una malattia neurodegenerativa che sta piano piano consumando il suo corpo. Una malattia che lentamente l’ha privata di ogni possibilità di movimento, ma che non è riuscita ad intaccare il suo spirito vigoroso e battagliero. E questa festa è la dimostrazione tangibile della vitalità che la contraddistingue. Sembra quasi paradossale la precisione con cui ha dato disposizioni rispetto al menù della cena se si considera che la sua alimentazione avviene per via artificiale con una sacca.

La festeggiata si fa attendere. Aspetta che gli invitati siano arrivati e si siano ambientati. Al suo ingresso nella stanza l’attenzione di tutti è rivolta a lei. È lei la protagonista e l’artefice della festa.

Sulla sedia su cui è stata adagiata per l’occasione sembra una regina e dispensa a ciascuno il proprio sorriso luminoso. È impeccabile con i capelli ben pettinati e il viso truccato, elegante e raffinata. Con lo sguardo cerca di afferrare ogni cosa, ogni volto, ogni particolare. Non vuole farsi sfuggire nulla. Dietro di lei quelli che sono diventati indispensabili compagni di vita, il respiratore e il comunicatore vocale. Nella confusione è difficile sentire il suono metallico del computer che trasmette ciò che Nadia scrive con gli occhi e a volte si ricorre alla più “artigianale” lavagnetta con le lettere, maneggiata da chi quotidianamente le sta accanto. Da buona padrona di casa ringrazia tutti, anche se non si trattiene dal rimproverare qualcuno che va a farle visita troppo di rado. La gravità della malattia rischia di fare terra bruciata intorno e la solitudine si aggiunge alle difficoltà da affrontare ogni giorno. Riceve carezze e abbracci ed è curiosa di vedere i regali che sono stati disposti con ordine sul mobile in fondo alla sala.

Ma in fin dei conti è lei che quasi inconsapevolmente elargisce a tutti il prezioso dono della serenità. Un invito a non perdere la speranza e una massiccia dose di coraggio sono i regali per chi incrocia la sua storia e il suo sorriso. La scelta di affrontare con forza un’esperienza così drammatica e la determinazione di credere comunque nella vita.

Mariacristiana Guglielmelli

 

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