Fai Cisl: “Emergenza lingua blu e cinghiali, la Regione deve intervenire immediatamente”

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CATANZARO – Un intervento immediato e risolutivo della Regione guidata dal presidente Oliverio, per affrontare efficacemente le due emergenze del momento per il comparto agricolo e la sicurezza dei cittadini, messi a dura prova da lingua blu e pericolo cinghiali. La Fai Cisl di Catanzaro Crotone e Vibo, con il segretario territoriale Daniele Gualtieri, chiede l’intervento di tutte le istituzioni locali e regionali, attuando  misure urgenti e concrete, auspicando che al più presto sulle due problematiche si possa “trovare la soluzione adeguata al fine di evitare ancora più gravi ripercussioni per il comparto agricolo e per la salute e sicurezza dei cittadini” . La Fai Cisl già nell’iniziativa della Confagricoltura di Catanzaro che si è tenuta a Torre Ruggiero ha ribadito “il sostegno e la vicinanza a tutti gli imprenditori agricoli che hanno subito gravi danni. È attraverso la tutela delle aziende sane del territorio e di tutti quegli imprenditori agricoli che quotidianamente si trovano ad affrontare difficoltà ma che scelgono ancora di rimanere in questa terra splendida ma martoriata, che  tuteliamo il lavoro, lo sviluppo e l’occupazione. La Regione pertanto – chiede Gualtieri – dovrà intervenire urgentemente”. Due problematiche diverse, certo, ma che hanno in comune la impellente necessità di trovare soluzioni immediate ed efficace. Pena, un gravissimo danno economico ed ambientale per tutto il comparto agricolo locale e regionale che potrebbe invero rappresentare il traino di sviluppo per tutta la Regione. Non si possono, infatti, attendere provvedimenti burocratici da parte degli uffici regionali se intanto l’epidemia della lingua blu falcidia il numero dei capi ovino-caprini della Calabria, e se il numero abnorme di cinghiali devasta raccolti di ogni tipo. Insomma, “chiediamo interventi immediati – dichiara Gualtieri  – per due emergenze che rappresentano ormai per gli imprenditori e gli agricoltori calabresi, una vera e propria calamità”.

 

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