COSENZA – “Non c’è compatibilità tra il dna del liquido seminale prelevato sul terriccio e quello di Sansone e Carbone”. Lo hanno detto i carabinieri del Ris al processo per l’omicidio di Roberta Lanzino, violentata ed uccisa nel 1988. Sansone, per l’accusa, avrebbe ucciso la giovane con Carbone, salvo poi assassinare quest’ultimo facendone sparire il corpo. Per la parte civile “il dna potrebbe non appartenere all’autore perché il delitto potrebbe essere stato commesso da un’altra parte”.