Sindacati in piazza, Petrassi: “Il lavoro ha bisogno di fatti, non di propaganda”

CATANZARO – «Sebbene il tema del lavoro sia spesso evocato come una delle priorità principali per la politica, la questione occupazionale non è affrontata per quella che è: una vera emergenza che diventa ogni giorno socialmente più insostenibile». E’ questa la dura presa di posizione di Gianvincenzo Petrassi, Segretario Generale UIL Temp Calabria – “Ad ogni annuncio da parte della politica circa l’imminente fine della congiuntura economica negativa, puntualmente, le statistiche ci ricordano che la crisi economica sta ancora picchiando duro, specie dove il tessuto socio-economico è storicamente più fragile”. In Calabria, la regione quasi sempre all’ultimo posto dei vari indicatori economici, l’emorragia occupazionale ha spazzato via aziende piccole e grandi, lasciando per strada un esercito di disoccupati che ogni giorno aumenta di numero. Tutti gli strumenti di sostegno al reddito risultano sempre insufficienti, tanto che soltanto lo scorso agosto sono state erogate le 2 mensilità che avrebbero dovuto essere pagate a settembre del 2013. Per non parlare del pasticcio burocratico che ha escluso dall’erogazione di queste 2 mensilità quei lavoratori la cui mobilità è stata decretata nel 2013 che quindi aspettano addirittura da maggio 2013. Finanche i rimborsi dei tirocini formativi presso vari Enti pubblici, tutte attività che i lavoratori già in difficoltà prestano a favore della collettività, vengono erogati con mesi e mesi di ritardo. Una carenza di risorse per cui a farne le spese sono solo i lavoratori, che nel frattempo sono costretti a tirare avanti chiedendo soldi in prestito a qualche familiare.

«In tutto questo – continua il sindacalista – il governo centrale ha emanato un decreto con criteri restrittivi su cassa integrazione e mobilità in deroga, strumenti sicuramente con molte lacune, ma che fino ad oggi hanno permesso di non far scivolare nella miseria decine di migliaia di famiglie che non hanno altri redditi. E’ per questo che, più di prima – rimarca Petrassi – è tempo di prendere coscienza che i Calabresi non vogliono assistenzialismo, ma lavorare. In questo senso non mancano le proposte avanzate dalle organizzazioni sindacali su alternative praticabili per riattivare il mercato del lavoro, attraverso investimenti e politiche attive mirate alla ricollocazione di chi ha perso il posto di lavoro e dei disoccupati che un lavoro non l’hanno mai avuto».

C’è poi la partita del precariato storico con lsu – lpu, lavoratori ex art. 7, legge 28 e legge 15. Anche in questo caso, nonostante i risultati ottenuti grazie alle grandi mobilitazioni sindacali lo scorso anno, che hanno condotto all’inserimento nella Legge di Stabilità di articoli volti alla loro stabilizzazione ed altre misure per lo svuotamento del bacino, i 25 milioni già stanziati ancora non sono stati messi a disposizione dalla Giunta Regionale ai vari enti per consentire l’erogazione delle retribuzioni, mentre i Ministeri competenti tardano ad emettere i decreti attuativi che, dopo ben 10 mesi, rimangono ancora fermi su qualche scrivania. «Non è una situazione che può ancora essere tollerata – ribadisce Petrassi – il governo nazionale non può voltarsi dall’altra parte, specie dopo che lo stesso Presidente del Consiglio Matteo Renzi, a Reggio Calabria, ha promesso il massimo impegno nel recuperare i ritardi e, soprattutto, le risorse finanziarie. Tantomeno può stringersi nelle spalle la classe politica calabrese, rappresentata dalla Presidente Antonella Stasi e dall’Assessore Regionale al Lavoro, Nazzareno Salerno che devono evidentemente rivendicare con maggiore determinazione l’esistenza di un caso Calabria e l’attivazione di quella famosa Cabina di Regia in cui si possa tracciare un piano di rilancio in termini di investimenti e di politica industriale che dia risposte vere e concrete ad una terra che ha sete di riscatto». In questo senso la UIL Temp Calabria, che vive da vicino la drammatica condizione degli atipici, dei precari, dei disoccupati e dei mobilitati calabresi, vuole intendere la grande mobilitazione unitaria prevista per il 1° Ottobre prossimo, articolata con presidi davanti all’assessorato al Lavoro a Catanzaro, la sede Rai di Cosenza e la Prefettura di Reggio Calabria: ossia l’occasione affinché, risolte le difficoltà per l’immediata sopravvivenza dei lavoratori, nella discussione politico-istituzionale si ponga la centralità sul tema del lavoro, finalmente.

«In questa battaglia – conclude Petrassi – il Sindacato fa la sua parta, ma non può restare solo: Parlamentari, Regione, Comuni, associazioni datoriali, devono trovare una sinergia poiché ne va del futuro di migliaia di persone e dei nostri giovani, della Calabria».

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