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Maliconico Primo Maggio

COSENZA – Quella di oggi sarà una festa dei lavoratori dalle fisionomie infelici e amareggiate e mentre si discute di riforma del lavoro, di ammortizzatori sociali, di modifica dell’articolo 18, in Italia sono 2,3 milioni le persone che non hanno un lavoro, sono 362 le persone che nel 2011 si sono tolti la vita perché strangolati dall’oppressione della crisi, sono 3 milioni gli invisibili lavoratori in nero che senza alcuna garanzia arrivano a produrre 100 miliardi di Pil irregolare e sono in media 3 al giorno gli incidenti sul lavoro.
Numeri, semplici numeri che messi tutti insieme riescono precisamente a delineare il risultato di una funesta combinazione, l’elevata disoccupazione, la continua inattività e il lavoro sempre più precario.
Non è propriamente un bel momento per festeggiare, non è un buon momento per lasciarsi illudere da quella scontata e popolare retorica che ogni anno ritorna sulle sorti dei lavoratori ma non è nemmeno arrivato il momento di abbandonare il campo di battaglia.
Ora più che mai è necessario rimanere uniti, continuare a reagire contro la stagnazione, sostenere obiettivi comuni ma soprattutto agire con la consapevolezza che un rivolgimento radicale è necessario e può avvenire solo garantendo un lavoro che sia libero e non sfruttato, facendo in modo che ogni singolo lavoratore venga rivestito di tutti quei diritti umani dai quali è stato denudato.
Senza rischiare di risultare anacronistici, diventa indispensabile cercare di ripartire da una diversa idea di lavoro che sia la sintesi reale tra la flessibilità, principio portante del nuovo mercato, e la garanzia sociale, ma diventa altrettanto obbligatorio difendere con le unghie e con i denti il privilegio più grande che ci hanno lasciato in eredità i nostri padri costituenti ovvero il diritto al lavoro, l’unico mezzo attraverso cui l’uomo realizza la sua vera identità personale.
Non è questo il momento di abbandonare il campo di battaglia, perchè da questo Primo Maggio dobbiamo tutti impegnarci affinchè questo diritto si concretizzi realmente e nel frattempo quest’oggi i pensieri più nobili sono rivolti ai disoccupati, agli inoccupati, ai precari, ai cassaintegrati, alle morti bianche, ai poveri, ai lavoratori in mobilità.
Buon Primo Maggio a Tutti.

Gaia Santolla

Caso Marlane, presentato il libro all’Università della Calabria

COSENZA – «I medici mi avevano mandato a casa, ero finito…», non riesce a parlare Luigi Pacchiano. Poi riprende: «ma in quel momento ho avuto la forza di lottare non solo per me, ma per gli altri, per i morti. Questo fatto ci deve insegnare a lottare, a non farsi calpestare». Luigi Pacchiano è l’operaio della Marlane che nel 1996 ha denunciato lo stabilimento tessile di Praia a Mare per danno biologico. Insieme a lui, Francesco Cirillo e Giulia Zanfina hanno presentato il loro libro sulla vicenda, Marlane: la fabbrica dei veleni, all’Università della Calabria. L’iniziativa è stata promossa dal Partito dei Comunisti Italiani, «per riprendere le lotte e ripartire dal basso», chiarisce il segretario provinciale, Giovanni Guzzo. Sono intervenute, inoltre, Rossella Morrone e Laura Corradi.

 

Il processo alla Marlane

Nel libro si legge che Luigi Pacchiano «ha creato i presupposti per le indagini» sullo stabilimento tessile dei Marzotto. L’inchiesta è stata avviata più di dieci anni fa dal pm Antonella Lauri della Procura di Paola. Si è conclusa con la richiesta di rinvio a giudizio per tredici ex responsabili e dirigenti accusati, a vario titolo, di omicidio colposo plurimo, lesioni colpose e disastro ambientale, per la morte di decine di operai e le patologie tumorali di altri ex lavoratori – che sarebbero state causate dai vapori della tintoria – e lo smaltimento illecito di rifiuti tossici.

Il processo è iniziato il 19 aprile 2011, ma il dibattimento non è mai cominciato: in un anno si sono susseguiti sei rinvii. Nell’ultima udienza è stata battaglia per l’ammissione delle parti civili. «Gli avvocati della difesa, tra cui Ghedini, – afferma Cirillo – cercano sempre cavilli per far scattare la prescrizione».

Intanto, nel 2004, la fabbrica di Praia a Mare ha chiuso: produzione delocalizzata.

 

Da Rivetti ad oggi: la ricostruzione di Francesco Cirillo

Francesco Cirillo parte dagli anni ’50 quando il Conte Rivetti – «con soldi dello Stato» – costruisce due fabbriche tessili, a Maratea prima e a Praia a Mare poi. «Anche un giornalista del calibro di Montanelli – fa sapere Cirillo – scriveva che prima dell’arrivo di Rivetti, in Calabria, vivevano come venti secoli fa». Il mediattivista sottolinea che gli operai lavoravano e producevano tanto.

Negli anni ’80 – «con soldi dello Stato» – subentra il gruppo Marzotto. A questo punto del suo racconto, Francesco Cirillo enumera i punti critici emersi: l’uso di prodotti che hanno causato la morte degli operai – «la Procura ne ha accertati una cinquantina, ma noi pensiamo siano molti di più. E’ molto difficile raccogliere i dati, noi siamo andati casa per casa» – la mancanza di misure protettive per gli operai, i sindacalisti a capo delle piccole imprese dell’indotto, i rifiuti sotterrati sotto la fabbrica o smaltiti illecitamente.

Cirillo, quindi, passa in rassegna i passaggi che hanno portato al processo in corso e le proteste per chiederne l’inizio effettivo. «Nell’ultimo sit-in eravamo in pochi. Alla Thyssen erano in mille, all’Ilva c’erano tutti gli studenti. Purtroppo, in Calabria, non riusciamo a riunirci».

 

Luigi Pacchiano, la memoria storica

Ha lavorato alla Marlane Luigi Pacchiano. «Io posso raccontarvi delle condizioni interne», esordisce. Racconta che, nello stabilimento di Praia a Mare, l’ambiente era unico, non c’erano divisioni tra i reparti, quindi i vapori della tintoria raggiungevano tutti. «C’erano polveri, cattivi odori, vapori, noi dicevamo: ‘c’è nebbia in Val Padana’». D’estate, con 40° di temperatura, ricorda di come dovessero uscire fuori per respirare. «Non ho mai visto un medico – puntualizza – mai una visita ispettiva. Non usavamo né guanti né mascherine né cappelli». Alla domanda sui sospetti degli operai circa la possibile nocività dei vapori, risponde: «ci dicevano che era solo cattivo odore. In più, strappavano le etichette».

Luigi Pacchiano va indietro nel tempo. Al 1973, quando muoiono i primi due operai – «il primo aveva trentacinque anni». Al 1993, quando gli viene diagnosticato un tumore contro cui combatte ancora oggi – «sono stato trentacinque volte sotto anestesia». Allo spostamento di postazione negato. Al riconoscimento della malattia professionale da parte dell’INAIL. Alla sua lettera di licenziamento e alla denuncia dell’azienda per danno biologico. All’impegno per il coinvolgimento degli altri lavoratori nella questione Marlane. Luigi Pacchiano racconta ai presenti la sua storia. Per un attimo non riesce a parlare, mentre rievoca il giorno in cui i medici lo mandarono a casa: «ero finito… ma in quel momento ho avuto la forza di lottare non solo per me, ma per gli altri, per i morti. Questo fatto ci deve insegnare a lottare, a non farsi calpestare».

 

L’appello di Giulia Zanfina

La documentarista fa riferimento all’intervista fatta a Francesco Depalma nel 2010 e trascritta nel libro. L’operaio, ora scomparso per il cancro, aveva rivelato di aver sotterrato «il rimanente del rifiuto del colore» nel terreno della Marlane perché – aveva spiegato – «se non lo facevi tu, lo faceva un altro, in quelle condizioni dovevi farlo per forza».

«Ci aspettavamo che la nostra inchiesta fosse acquisita come prova in quanto Francesco non c’è più – dice Giulia Zanfina – faccio qui questa richiesta».

 

 

Rita Paonessa

Cosenza ri-Adotta il suo canile

COSENZA – Sono circa le 16:00 di un caldo pomeriggio di fine marzo quando l’Assessore Martina Hauser, insieme al Ministro dell’Ambiente Corrado Clini e all’Onorevole Michela Vittoria Brambilla, dà ufficialmente avvio all’inaugurazione del canile sanitario di Donnici, tra gli applausi delle autorità e i fischi dei manifestanti No-Tav.
Canile già esistente dal 2000 ma che dall’estate scorsa, vista la tenacia, la passione e l’impegno dell’Assessorato alla Sostenibilità Ambientale e alle Energie Rinnovabili del Comune di Cosenza è stato sottoposto a radicali interventi di ristrutturazione e rinnovamento, diventando così un nuovo modello operativo per tutto il Mezzogiono e non solo. Ciò è stato possibile grazie alla stretta sinergia tra diverse forze quali il Comune, la Regione, l’Azienda Sanitaria e le organizzazioni no-profit LAV, ENPA e OIPA.
La struttura oggi vanta la presenza di accoglienti box riscaldati per i cuccioli, di spazi isolati per la cura degli animali affetti da malattie infettive ma soprattutto di un impianto solare termico che fanno del canile un perfetto esempio di sostenibilità ambientale.
La riapertura del canile sanitario ha un obiettivo ben preciso che è quello di operare intensamente nelle attività di lotta al randagismo attraverso una serie di interventi mirati non solo al controllo delle nascite ma anche a favorire l’accoglienza e successivamente l’adozione, rispettando i criteri primi e fondamentali per il benessere fisiologico, ecologico ed etologico dei cuccioli ospitati.
In futuro sono previsti ulteriori ampliamenti che rendereanno il canile uno spazio sempre più polifunzionale nel quale sarà possibile realizzare diverse attività educative e riabilitative necessarie alla cura di disabilità psichiche e fisiche.
Ovviamente il fine ultimo di questa struttura e di tutte le iniziative in programma è quello di favorire l’adozione, intervenendo nella dimensione culturale della società civile. Adottare un cane è una scelta importante, significa assumersene la più assoluta responsabilità per tutta la durata della sua vita in termini morali, economici e legali.
Adottare una cane significa prendersi cura di lui, accoglierlo e non abbandonarlo mai per nessuna ragione. Fedele, leale, il solo e unico capace di arricchire la vita dell’uomo con il dono dell’amore incondizionato, resta accanto al proprio padrone sempre e comunque, rischierebbe la propria vita pur di difenderlo, gli bacia la mano anche senza che ci sia un biscotto, gli lecca ogni sua lacrima, veglia sul suo sonno aspettando pazientemente il suo risveglio.
Questo e molto altro significa avere un cane.

Gaia Santolla

Europe direct per rendere l’Europa più vicina

europe directInaugurato alla Comunità Montana Media Valle Crati Serre Cosentine il Punto Europa, sportello informatico della rete Europa direct.

Nella sala Pietro Tenuta della struttura di Mendicino si è svolta la cerimonia di presentazione del nuovo servizio, realizzato in collaborazione con il Comune di Cosenza, a seguito di un’intesa tra le due amministrazioni.

Il Punto Europa è un centro di informazione inserito in una più ampia rete che ha la funzione di avvicinare il cittadino all’Unione Europea, ai suoi programmi e ai suoi progetti, fornendo la necessaria assistenza per l’accesso alle opportunità comunitarie e la consultazione dei documenti.

Questa nuova finestra sull’Europa, o “stazione intermodale” come è stata definita dal responsabile Ufficio Europa della comunità Montana, Carmelo Filice, non si configura dunque solo come spazio virtuale ma è soprattutto sportello di servizio per i cittadini che vogliono allargare i propri orizzonti e ampliare il proprio raggio d’azione oltre i confini territoriali.

Un esempio che arriva direttamente dall’attività svolta ormai da diversi anni nel Comune di Cosenza, nodo focale della rete dei centri di informazione comunitaria. Un’esperienza che viene ampiamente sottolineata dagli interventi dei rappresentati del Comune Maria Rosaria Mossuto dirigente Innovazione tecnologica e fondi comunitari, Leonardo Acri Responsabile Ufficio Europa e Geppino De Rose assessore all’Innovazione e internazionalizzazione. In un momento in cui sembra vacillare l’idea e la validità stessa della Comunità Europea è quanto mai necessario fare leva sull’importanza di un corretto e serio lavoro di informazione, comunicazione e coinvolgimento dei cittadini. Realizzare cioè azioni concrete che rendano tangibile e presente “l’istituzione Europa” anche nelle realtà più piccole. In questo caso è stimolante puntare l’attenzione su Punto Europa nascente che si spera diventi fulcro di iniziative e approfondimento rispetto alle comunità locali del territorio su cui insiste la Comunità Montana Media Valle Crati Serre Cosentine.

Padrone di casa e moderatore dell’incontro il presidente della Comunità Montana, Franco Loris Greco che ha presentato con orgoglio l’iniziativa, soffermandosi ancora una volta sull’importanza che riveste questo servizio come ponte tra l’Europa e i piccoli territori. Uno sguardo che si posa quindi alternativamente sulle istanze locali e sulle direttive comunitarie, senza trascurare le inadempienze politiche e amministrative che portano alla perdita di ingenti risorse.

Alla cerimonia presenti numerosi sindaci dei Comuni che rientrano nell’ambito di intervento della Comunità Montana. Tra gli altri è intervenuto, a nome degli amministratori locali, il primo cittadino di Cerisano che, lodando la pregevole iniziativa, ha sottolineato l’importanza di andare oltre i buoni propositi e le belle parole, per dare concretezza alle opportunità proposte, soprattutto in relazione alle difficoltà e all’isolamento in cui si trovano spesso le piccole comunità rispetto alle decisioni prese dai vertici politici europei.

E della spinosa situazione in cui versano, in questo particolare momento, le Comunità Montane ha parlato Felice Franco Capone, intervenuto in rappresentanza dell’assessore regionale all’agricoltura Michele Trematerra, facendo esplicito riferimento alla riforma dell’Afor attualmente in discussione. L’apertura del Punto Europa e l’attivazione di un nuovo servizio sono quindi iniziative lodevoli e caparbie in un momento di così grande incertezza quale quello attraversato dagli enti locali.

La cerimonia è stata infine allietata dal coro polifonico “San Paolo Apostolo” di Arcavacata che ha intonato l’inno d’Italia e l’inno d’Europa ad apertura e chiusura della serata.

 

Mariacristiana Guglielmelli

 

Mimose non solo per un giorno

COSENZA – Una sola parola è spesso troppo riduttiva per descrivere le infinite sfumature attraverso le quali si declina un concetto, se poi il concetto in questione è la donna allora il discorso si complica ulteriormente.
Musa, sovversiva, puttana, custode della creazione, sovrana nella distruzione, guerriera capace di combattere senza armi su letali campi minati, eroica mai stanca di lottare per la libera autonomia del proprio corpo, indignata davanti a ogni piccola e grande ingiustizia, fiera nell’amare persino quando diventa pericoloso, ma anche più semplicemente figlia, madre, moglie e potrei continuare ancora e ancora.
Oggi giovedì 8 marzo viene celebrata una festa nata da un’idea socialista che ha poco, o meglio ancora, nulla a che fare con la manifestazione a cui siamo abituati da decenni, conosciuta come la “Giornata Internazionale della Donna”.
Certo da festeggiare c’è ben poco, le donne ancora oggi continuano a essere le principali vittime di stupri, di violenze fisiche e psicologiche, le donne continuano a essere sfruttate da ordini sociali patriarcali piuttosto che economici e politici, le donne continuano a essere sessualmente discriminate nel mondo del lavoro e il più delle volte in modo subdolo e sleale.
Eppure la storia ci insegna che l’altra metà del cielo è abilissima nel nutrire, nell’istruire, nel conquistare senza spade e scudi, contribuendo in maniera decisiva nella crescita economica e nello sviluppo sociale se solo avesse la possibilità di sviluppare totalmente il proprio potenziale produttivo.
Quella dell’8 marzo è nata come una giornata di lotta per non dimenticare i tormenti, i maltrattamenti e i soprusi che tutte le donne del mondo sono state costrette a subire e che ancora oggi continuano ad affliggerle, era questa la sola e unica essenza della Festa delle Donne e non quella di ridursi a uno squallido evento commerciale da consumarsi in un locale piuttosto che in una discoteca.
Qui c’entra poco il femminismo, l’orgoglio di essere donna non passa attraverso la necessità di dimostrare a tutti i costi di essere migliori o più capaci degli uomini, piuttosto lo scopo di questa giornata è quello di fermarsi e riflettettere sull’estenuante fatica nella quale ogni donna quotidianamente si imbatte per ottenere gli stessi diritti e le stesse opportunità del genere maschile e fare in modo che non sia più così.
Donne non arrendetevi mai, continuate a stare in trincea, siate sempre intrepide nel varcare l’invisibile, perchè come diceva Friedrich Nietzsche “tutte le cose veramente grandi, a prima vista sembrano impossibili”.
Dimenticavo, auguri oggi e sempre.

Gaia Santolla

Poste, Regione e Sanità siglato il patto

COSENZA – E’ stato sotto lo sguardo solenne di Alfonso Rendano che stamattina martedì 13 dicembre a Cosenza si è suggellato il protocollo d’intesa tra Poste Italiane e Regione Calabria per meglio favorire il diritto alla salute, attraverso l’attuazione di una serie di strategie volte alla facilitazione di tutte le prestazioni sanitarie.

All’incontro erano presenti il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto, che da bravo padrone di casa ha aperto la conferenza ringraziando tutti i presenti e sottolineando la centralità del senatore Antonio Gentile nell’ideazione e nella realizzazione di questo progetto, che ha come scopo ultimo quello di snellire il più possibile le procedure burocratiche, dal momento che il diritto alla salute passa anche attraverso questo aspetto.
E’stata poi la volta poi di Gianfranco Scarpelli, direttore generale dell’Asp di Cosenza, che ha spiegato più nel dettaglio cosa prevederà nel concreto l’applicazione di questa intesa che sarà vigente già da gennaio 2012.
332 uffici postali che operano nel territorio calabrese saranno provvisti di uno “Sportello Amico” attraverso il quale sarà possibile prenotare tutte le visite mediche e pagare i ticket sanitari, inoltre a breve sarà disponibile anche il servizio che prevede l’invio per posta di tutta la documentazione sanitaria, quali referti medici, la consultazione on line del libretto sanitario e la consegna a domicilio dei farmaci. Ha continuato ricordando che la sanità calabrese viene sempre più spesso presa in considerazione per le sue tante anomalie ma è partendo da questa iniziativa che si può ricominciare a sperare, a reagire, realizzando una buona sanità e di valore.
Sulla scia di queste ultime parole di Scarpelli, il Presidente Scopelliti entra nella discussione ricordando i costanti sforzi della Regione per la realizzazione di un “modello sanitario vincente”. “Tra qualche giorno, ha continuato il Presidente, verrà organizzato persino un incontro con tutti i medici della provincia per delineare le strategie che si intendono perseguire al fine di rendere la Calabria migliore, partendo dal soddisfare l’urgente bisogno di azioni concrete che stanno alla base di una sanità fatta per bene”.
In rappresentanza delle Poste Italiane è intervenuto l’amministratore delegato Massimo Sarmi che, riferendosi all’iniziativa ha dato risalto all’aspetto avanguardistico della Regione Calabria rispetto al territorio nazionale. Infatti, ha sottolineato le Poste mettendo a disposizione la propria infrastruttura fisica, logistica e tecnologica agevola il dialogo tra cittadino e burocrazia diventando quasi una sorta di protesi naturale, di estensione della pubblica amministrazione.
L’incontro si è concluso dall’intervento del sen. Antonio Gentile, promotore del progetto, che ha evidenziato come questa sinergia sia la sintesi effettiva di una Calabria inedita, innovativa, costruttiva, una Calabria che si impegna attivamente nella lotta contro la sua faccia peggiore, ovvero quella della malasanità.

Gaia Santolla

La solidarietà illumina il Natale a Cosenza

COSENZA – Da oggi 8 dicembre 2011 e fino al 6 gennaio 2012 avrà ufficialmente inizio un mese ricco di eventi durante i quali Cosenza si trasformerà, cambierà volto, vestendosi di nuove luci, di splendenti colori e di incantevoli suoni .
Una Cosenza che avrà, a differenza degli altri anni, un’infinità di facce ma una sola anima che porta il nome di partecipazione attiva di tutti i cittadini. Sarà un Natale all’insegna della coralità, dell’esperienza della differenza, un ritorno a tutti quei principi e a tutti quei valori che fanno della molteplicità il loro comune denominatore.
A presentare l’iniziativa “Buone feste cosentine” sono stati ieri mattina a Palazzo dei Bruzi il Sindaco Mario Occhiuto e l’Onorevole Jole Santelli, i quali hanno più volte sottolineato che saranno la sobrietà, la partecipazione e la solidarietà i principi assoluti che definiranno il Natale 2011/2012 , per rispettare il momento di profonda incertezza che pervade questa nostra precisa fase storica.
“Sarà un Natale a costo zero, ma ricco di fantasia” dice orgogliosamente il Sindaco, grazie alla collaborazione di numerosi sponsor che non hanno esitato ad aderire al progetto, primo fra tutti la Camera di Commercio.
Non ci sarà più il solo ”concertone” di piazza del 31 dicembre ad animare la città bruzia, ma una serie di manifestazioni quali concerti blues, rock e jazz, spettacoli musicali, mercatini artigianali, fiere enogastronomiche, frutto della collaborazione attiva di Scuole, commercianti, associazioni di volontariato, istituzioni e giovani talenti emergenti che riconsegneranno a Cosenza il titolo di centro propulsore di iniziative e di attività di cooperazione culturale.
Ad ogni modo il concerto della notte di San Silvestro resta ancora un’incognita, del resto sono anni che ci hanno abituato alla condizione del “non è detta mai l’ultima parola”, certo è invece che non ci saranno i consueti fuochi pirotecnici, eccessivamente onerosi e anche piuttosto pericolosi, ma a sostituirli sarà una più affascinante illuminazione artistica dei più importanti monumenti della città.
Cosenza in questi giorni verrà allestita come fosse una grande casa, ogni quartiere diventerà una stanza con il suo albero, i suoi addobbi, i suoi piccoli mercati solidali, perché è proprio la solidarietà che più di ogni altra cosa contraddistingue questo progetto, intesa come il solo e unico orizzonte comune in cui si invera l’universalità della co-appartenenza nell’esistere umano e ora più che mai è necessario scoprirsi appartenenti a una collettività.

Giovedì 8 Dicembre

h.15:00 Inaugurazione
Villaggio della tradizione. Festa del vino
Mostra mercato presepi
Villaggio della tradizione/Lungocrati

h.11:00 Convegno sul vino
Villaggio della tradizione/Lungocrati. Tensostruttura

h.16:00 Sbandieratori Palio Bisignano.
Corteo e spettacolo
Conclusione in Piazza dei Bruzi

h.18:00 Accensione luci albero Cittadino
Piazza dei Bruzi
h.18:00-20:00 Concerto Jazz “Even Trio”
Piazza Kennedy

h. 18:30-20:00 “Walzer in piazza”. Quartetto d’archi.
Piazza XI settembre

Gaia Santolla