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L’altra faccia della Fiera di San Giuseppe

fiera inmensaMarzo è per i cosentini il mese della tradizionale Fiera di San Giuseppe, un appuntamento secolare, che si fa risalire ai tempi di Federico II di Svevia, ma che ha ormai perso le sue caratteristiche storiche, assumendo negli anni il volto variegato dei venditori che da ogni parte d’Italia e del mondo si ritrovano nella città bruzia in questo periodo.

Ed è proprio agli ambulati che si rivolge l’attenzione di Fiera InMensa, un’iniziativa che da oltre 10 anni raccoglie decine di associazioni e liberi cittadini di Cosenza e dell’hinterland intorno ai bisogni e alle necessità di quanti arrivano in città per la Fiera, in particolare migranti. Servizi che nel tempo si sono ampliati e diversificati, arrivando oggi ad offrire la mensa serale, il dormitorio, l’internet social point, l’assistenza medica e legale. Attività che vengono puntualmente affiancate dall’animazione nelle serate dal 14 al 19 marzo con intrattenimento culturali e ricreativi.

Cuore pulsante di questa prodigiosa macchina dell’accoglienza è l’area dei Capannoni delle ex officine della Ferrovia della Calabria, tra Viale Mancini e Via Popilia, zona che quest’anno si trova ulteriormente al centro della scena, dopo la decisione dell’amministrazione comunale di trasferire la sede della Fiera dal tradizionale centro storico al centralissimo Viale Mancini.

Un appuntamento che non è solo accoglienza rispetto alla soddisfazione delle esigenze primarie degli ambulanti, ma che soprattutto si concretizza come momento di scambio e di riflessione su numerose tematiche culturali e politiche. Un incontro che è intreccio e condivisione di esperienze.

Per dare avvio all’XI edizione di Fiera InMensa, è stato organizzato un momento di dibattito sul tema “INVISIBILI. Storie di migranti prima e dopo il viaggio dall’Africa Subsahariana attraverso la Primavera Araba”, una presentazione a più voci, a cui hanno preso parte persone provenienti da diverse zone dell’Africa.

L’introduzione di Flavia Aiello, esperta in lingua e cultura swahili, accompagna il pubblico lungo la storia ricca e tormentata del continente africano, una narrazione che ripercorre tappe dolorose di conquista e colonialismo da parte degli europei, ma anche di slanci verso l’indipendenza. Un filo rosso, quello del viaggio, che viene ripreso da tutti gli interventi: Carlos Ake e Fusseini Kpekpassi provengono dal Togo, Parfait Pmembe dal Congo-Brazzaville, Mohamed Ben Soltan dalla Tunisia, Ahmed Berraou dal Marocco. Ciascuno ha un proprio percorso che lo ha portato al di qua delle acque del Mediterrano. Ciascuno è testimone di una storia che è personale, ma anche emblematica della comunità di appartenenza.

L’immigrazione viene analizzata e sfaccettata da molteplici punti vista, così come diversi sono i motivi che spingono tante persone ad abbandonare la propria terra per cercare altrove qualcosa che garantisca maggiori opportunità. Dai racconti emerge un fenomeno che si discosta totalmente dalle immagini con cui ci bombardano i mezzi di comunicazione: su tutto spicca l’esigenza di modificare il nostro immaginario, rivalutando l’identità e la soggettività dei migranti e l’unicità dei percorsi di migrazione.

Ciascuno ha un viaggio da ricordare e da raccontare, un bagaglio di esperienze e di vita da condividere. Un viaggio che non è solo spostamento da un territorio ad un altro, ma diventa contaminazione ed arricchimento, soprattutto se si permette ai migranti della nostra città di uscire dall’invisibilità e approdare al riconoscimento.

 

 

Mariacristiana Guglielmelli

 

Cittadini liberi contro la ‘ndrangheta

il giorno che non c'èDue marce attraverseranno la Calabria in questi giorni, due cortei di cittadini e associazioni che si ribellano al potere della ‘ndrangheta.

A Lamezia Terme si sfila il 29 febbraio, data appositamente scelta dagli organizzatori per la sua rarità: “Abbiamo pensato che la lotta alla ‘ndrangheta non deve essere una ricorrenza o una celebrazione, ma deve essere costruita e rafforzata attraverso un movimento culturale che riesca a smuovere le coscienze dei cittadini, che convinca la gente per bene, insomma, che la ‘ndrangheta è una grave malattia che va sconfitta facendo così prevalere la libertà e la democrazia. Abbiamo scelto mercoledì 29 febbraio 2012 per affermare la voglia di riscatto di una Città, di una Terra spesso costretta a piegarsi al potere ‘ndranghetista, perché il prossimo anno non esisterà un 29 febbraio, perché così facendo non correremo il rischio che questo evento diventi una ricorrenza da celebrare”. La manifestazione prende il nome de “Il giorno che non c’è”, il giorno in cui ci si può immaginare liberi dalla mafia, il giorno che ci si auspica, ma per il quale ancora bisogna lottare, esporsi, rischiare, far sentire la propria voce e soprattutto il proprio coraggio. Una partita che si gioca ogni giorno non tanto, o non solo, attraverso proclami, ma che si concretizza in scelte quotidiane di legalità e resistenza alla prevaricazione mafiosa.

La manifestazione diventa anche occasione per dimostrare vicinanza alla Comunità Progetto Sud, che proprio nei giorni scorsi è stata vittima dell’ennesimo attentato intimidatorio. Un colpo di pistola infatti è stato esploso contro la finestra della cucina del centro “Dopo di noi”, una delle strutture della Comunità in un edificio confiscato alla cosca Torcasio, in cui sono ospitati disabili per progetti di inserimento sociale e acquisizione di maggiore autonomia.

 

Il 1 marzo invece sono di scena la Locride e il Consorzio Sociale Goel. Un altro pezzo di Calabria fortemente martoriato dallo strapotere mafioso, un altro manipolo di cittadini che non si arrende e non vuole piegare la testa.

L’Alleanza con la Locride e la Calabria è un organismo nato nel 2008 per promuovere ed incentivare “la libertà e la democrazia in Calabria opponendosi alla ‘ndrangheta e alle massonerie deviate tramite la partecipazione attiva e il mutualismo cooperativo ed economico” . Sostenuta da circa 750 enti e più di 3000 persone in tutta Italia, l’Alleanza organizza annualmente la manifestazione del 1 marzo per mantenere viva l’attenzione sui temi della legalità e del contrasto alle mafie.

E dopo Locri, Crotone, Reggio Emilia e Villa San Giovanni, quest’anno la scelta è ricaduta su Caulonia, teatro del recente atto intimidatorio subito dal Gruppo Cooperativo Goel al Ristorante Culturale multietnico in Contrada Carubara, che sarà inaugurato solennemente proprio in questa occasione.

Un filo rosso di onestà e voglia di riscatto, dunque, che ha le mani e il volto di calabresi liberi e coraggiosi. Persone che con il proprio lavoro testimoniano la volontà di rimanere in questa regione e di restituirle la bellezza e la dignità che merita.

 

Mariacristiana Guglielmelli

 

“Taglia le ali alle armi!” contro l’acquisto degli F-35

no f-35“Taglia le ali alle armi!” è una campagna contro l’acquisto dei cacciabombardieri F-35, attiva in Italia dal 2009. La Rete Italiana per il disarmo, insieme al Tavolo della Pace e a Sbilanciamoci!, documenta da anni la scarsa utilità della spesa sostenuta dal governo italiano per questi aerei d’attacco. Un appello che ha raccolto già migliaia di firme sia on line sia tramite banchetti nelle piazze.

Un tema che è tornato alla ribalta delle cronache in seguito alle più recenti dichiarazione del ministro della Difesa, Giampaolo Di Paola, circa la possibile riduzione del numero di esemplari di questi velivoli.

In un periodo di crisi e di richiesta di sacrifici ai cittadini, quale quello che sta attraversando il nostro paese, la spesa prevista da affrontare appare quanto mai eccessiva. Il programma è costato finora 2,7 miliardi di euro e – secondo le stime ufficiali degli organizzatori della campagna – ne costerà almeno altri 10 in caso di acquisto dei 90 velivoli, come dichiarato dallo stesso ministro. Da sottolineare che il prezzo unitario degli elementi si alza proporzionalmente secondo l’azienda produttrice. Senza contare il mantenimento successivo di tali velivoli.

Una scelta che tocca la tasche di tutti i cittadini e quindi richiede una presa di coscienza collettiva ed una mobilitazione decisa. Dal 18 febbraio è possibile raccogliere le firme per sostenere e ribadire questa richiesta anche a Cosenza. Fino ad oggi sono stati più di 200 i cosentini che hanno aderito all’appello, che si sono sentiti toccati in prima persona da questa scelta.

Così l’esperienza si ripete in occasione della giornata di mobilitazione che coinvolge decine di città in tutta la penisola. Due gli appuntamenti che si concentrano sabato 25 febbraio: dalle 10 alle 13 presso i capannoni del Parco Sociale (ex officine ferroviarie FdC) e dalle 17 alle 19 in Piazza XI settembre.

Una campagna che non punta solo il dito verso il governo e le sue scelte ma che, soprattutto, suggerisce alternative. Con la spesa prevista per l’acquisto degli F-35 infatti, secondo gli organizzatori della campagna, si potrebbero realizzare opere di maggiore utilità sociale: la creazione di 4.500 nuovi asili comunali, la messa in sicurezza di 10mila scuole, l’avvio al servizio civile 45mila giovani, la predisposizione di servizi e aiuti a 80mila famiglie che devono assistere disabili o anziani non autosufficienti, la costruzione di 350 nuovi treni. Sono solo esempi che includono le vere emergenze espresse dai cittadini italiani, le reali necessità che essi si trovano ad affrontare quotidianamente.

Una firma che è una richiesta di maggiore attenzione al sociale e agli aspetti della vita di ogni cittadino, un’istanza per una migliore distribuzione delle risorse.

 

 

Mariacristiana Guglielmelli

 

Libera Cosenza presenta Arcangelo Badolati

Arcangelo BadolatiProseguono gli appuntamenti di Libera Cosenza. La rassegna “Per una scandalosa normalità. Pensieri e parole per una Calabria (e un Paese) normale” ha collezionato una serata di interesse letterario. Presso l’AcquarioBistrot, infatti, ieri, 16 febbraio, è stato presentato “Stragi delitti misteri” il nuovo libro di Arcangelo Badolati. Il volume, edito da Pellegrini nella collana “Mafie” diretta da Antonio Nicaso, raccoglie la cronaca e i retroscena di alcune delle vicende più misteriose degli anni ‘70 e ’80.

Caposervizio del quotidiano “Gazzetta del Sud”, Arcangelo Badolati è una delle penne più conosciute ed apprezzate del giornalismo calabrese. Si occupa principalmente di cronaca, in particolare quella legata ai fenomeni mafiosi e alle devianze criminali della nostra regione, seguendo negli ultimi anni i più importanti processi in questo ambito.

Un lavoro appassionato e certosino che si riversa, come in tutti i suoi libri, anche in quest’ultima opera, in cui affronta con tratti chiari e puntuali avvenimenti come la strage di Ustica o il tentato golpe della ‘ndrangheta, in un continuo altalenare tra il generale ed il particolare, tra la normalità e le distorsioni. È, come dice lo stesso autore, un modo per restituire alla Calabria la centralità che le spetta rispetto a fatti storici del nostro paese che ne hanno condizionato la vita politica e sociale. Se infatti la nostra terra appare periferica sul piano dell’innovazione e dello sviluppo, assume un ruolo fondamentale negli intrecci massonici e mafiosi degli anni della prima repubblica.

Non una semplice cronaca degli eventi, ma un delicato scavo tra gli aspetti nascosti e poco chiari. Un’attenzione che Giancarlo Costabile definisce “da giornalista storico”, perché nella narrazione si ritracciano due elementi fondamentali: la cura e la memoria. La cura verso i lettori e l’accompagnamento graduale nei particolari delle vicende esaminate, la memoria di avvenimenti che hanno condizionato la vita dell’intero paese.

È dalla voce dello stesso Badolati che si ascoltano alcuni episodi del libro. Un intervento appassionato e dirompente che non trascura nomi, date, intrecci. Parole dure non solo nei confronti di personaggi, ma soprattutto verso funzionari ed esponenti dello Stato e delle forze d’ordine che hanno giocato sulla pelle di cittadini ignari per loschi e pericolosi scopi. Il tono si fa acceso e commosso nel ricordo della storia della violenza e dell’assassinio di Roberta Lanzino. Una storia straziante, che conclude il libro, apparentemente distante da tutte le altre narrate, eppure che ancora non ha trovato un vero colpevole e una giusta condanna. La battaglia dei genitori, Franco e Matilde, continua ancora oggi, dopo quasi venticinque anni e la vicinanza di Badolati e di Libera Cosenza si fa sentire anche in questa occasione. È la storia di Roberta, tra le altre, che Lindo Nudo sceglie di leggere alla platea commossa.

L’intervento di Giap Parini, moderatore della serata, nonché membro del coordinamento di Libera Cosenza, pone l’accento sulla perfetta combinazione della presentazione del libro all’interno della rassegna. Una scandalosa normalità che può essere intesa secondo diverse chiavi di lettura: da un lato la scarsa consapevolezza di chi vive con normalità episodi e avvenimenti gravi, senza trovare la necessaria volontà o il coraggio per domandarsene ragione, dall’altro invece chi rintraccia lo scandalo nella quotidianità e non si arrende di fronte ai muri di omertà e complicità. Il lavoro di Badolati squarcia un velo ed apre interrogativi che pendono sulle teste di ciascun cittadino: non ci si può giustificare e nascondere dietro la scusa che si tratta di avvenimenti distanti e fuori dalla portata della persona comune, perché purtroppo la vita spezzata di coloro che sono morti nella strage di Ustica o della Freccia del Sud ci riporta prepotentemente in primo piano l’importanza della verità.

Verità che è affidata in parte anche ai mezzi di informazione. Non è un caso che il libro sia stato dedicato a Mauro De Mauro “il migliore di noi”.

 

Mariacristiana Guglielmelli

La Calabria s’illumina di meno?

M'illumino di menoArriva all’ottava edizione la campagna radiofonica “M’Illumino di Meno”, lanciata dal programma Caterpillar su Radio2.

Un’iniziativa che ogni anno, in questo periodo, raccoglie diverse voci sul territorio nazionale intorno al tema del risparmio energetico. L’invito dei conduttori è di concentrare in un’intera giornata tutte le azioni virtuose di razionalizzazione dei consumi. Chiunque può partecipare, come singolo cittadino o come gruppo, sperimentando le buone pratiche che lo stesso programma suggerisce: riduzione degli sprechi, produzione di energia pulita, mobilità sostenibile (bici, car sharing, mezzi pubblici, andare a piedi) e riduzione dei rifiuti (raccolta differenziata, riciclo e riuso, attenzione allo spreco di cibo). I buoni esempi di consumo sostenibile nella vita quotidiana degli ascoltatori vengono raccontanti poi nelle due fasce di programmazione mattutina e pomeridiana. Come nelle precedenti edizioni, anche quest’anno un invito speciale è rivolto ai sindaci, affinché siano amplificatori del messaggio nei confronti delle comunità che amministrano. Un circolo virtuoso che coinvolge i cittadini come ambasciatori presso le amministrazioni e queste ultime come cassa di risonanza delle buone pratiche realizzate.

Dal sito che raccoglie le adesioni per l’iniziativa, su un totale di 2666 partecipanti sul territorio nazionale, in Calabria si registrano appena 22 iscrizioni: 7 per la provincia di Cosenza, 6 per quella di Catanzaro e 9 per Reggio Calabria. Varia la composizione degli aderenti: enti locali, istituzioni, scuole, aziende, associazioni e singoli cittadini che decidono per un giorno di dedicare maggiore attenzione al tema dell’energia.

Il sindaco Speranza ha deciso anche quest’anno di partecipare e il Comune di Lamezia Terme provvederà a spegnere per tutta al giornata l’illuminazione del castello normanno svevo monumento simbolo della città, mentre il sindaco ha inviato una lettera aperta e il decalogo dell’iniziativa a tutte le scuole della città per sensibilizzare i più giovani al risparmio energetico. Similmente il Comune di Gerace spegnerà l’illuminazione pubblica in Piazza del Tocco dalle 18 alle 19 e, per tutta la notte, lungo la passeggiata delle Bombarde, visibile dai paesi della costa jonica lungo circa 60 km. Anche qui il sindaco ha inviato una lettera aperta alle scuole e alla cittadinanza tutta. Su questi esempi si colloca la decisione di altri due comuni reggini, Cittanova e Villa San Giovanni, che sottolineano, in questa occasione, la propensione delle rispettive amministrazioni a proseguire sul cammino intrapreso di raccolta differenziata e riduzione degli sprechi nei propri uffici.

Sul fronte delle organizzazioni private si segnalano invece le lodevoli iniziative della Bcc Mediocrati di Rende, della scuola secondaria di I grado di Scigliano e della scuola primaria di Bianchi, della Inunclick di Palmi, della Meeting service di Lamezia Terme e dell’associazione culturale Speriment di Simeri Crichi. Singolare l’idea della Greenenergy Spa di Caraffa di Catanzaro che spegnerà l’insegna del proprio stabilimento come segnale visibile di partecipazione e l’associazione be equal, idee in movimento di Cosenza che festeggerà al buio il compleanno di una socia.

Una partecipazione che si auspica non si limiti alla giornata di oggi, ma che sia l’avvio di un importante processo culturale nella direzione della sostenibilità ambientale ed energetica, in regione come la nostra ancora poco attenta a questi temi, ma potenzialmente ricca di opportunità sia dal lato della ricerca e dell’innovazione, sia per quanto riguarda lo sfruttamento delle risorse alternative di produzione energetica.

 

Mariacristiana Guglielmelli

La sfida della legalità parte da Cosenza con un gioco da tavolo

Gioco CittadiniUn pomeriggio ludico all’AcquarioBistrot di Cosenza. Ma anche un appuntamento di impegno civile. L’associazione Libera Cosenza, insieme ad Ossidiana (l’Osservatorio per lo studio dei Processi Culturali e della Vita Quotidiana dell’Unical) e al Centro RAT del teatro Acquario, ha presentato un nuovo gioco di società.

L’iniziativa rientra nella rassegna “Per una scandalosa normalità. Pensieri e parole per una Calabria (e un Paese) normale” e nella volontà della sezione di Cosenza di Libera di operare concretamente sul territorio. Le cronache recenti hanno portato alla luce una realtà criminale e mafiosa che sembrava finora sommersa. Le parole legate alla ‘ndrangheta sembravano relegate ad altre zone della Calabria, invece occorre aprire bene gli occhi, prendere coscienza della vera realtà in cui viviamo e agire per cambiarla. “Cosenza non è l’isola felice che hanno voluto farci credere – appella Sabrina Garofalo referente di Libera Cosenza – e l’associazione è in prima linea per dare una scossa alle coscienze dei cosentini”. Un impegno che passa dagli incontri del corso “A scuola di antimafia – Il riutilizzo sociale dei beni confiscati” nelle aule dell’Università della Calabria, dai prodotti di Libera Terra previsti nel menù della serata e da un gioco da tavolo.

“Cittadini. La sfida quotidiana della legalità” è un gioco ideato e realizzato dalla cooperativa sociale Dignità del Lavoro (già Delfino Lavoro) di Cosenza, in collaborazione con Libera, Cereso e Camera di commercio di Reggio Calabria, e con il sostegno della Bcc Mediocrati. Ogni partita è metafora di un anno di vita in una comune città. I giocatori sono dunque cittadini che ogni giorno si trovano davanti alle proprie attività e alle proprie relazioni, alle proprie sfide e alle proprie scelte. Il gioco si snoda lungo tre principali percorsi, economico-finanziario, politico-culturale, etico-solidale che rappresentano altrettante dimensioni della vita. Ogni casella richiede una scelta da compiere, scelta che può determinare la vittoria personale, ma soprattutto la realizzazione di una società più giusta per tutti. “Legalità è il frutto del modo di pensare e delle scelte concrete di ciascuno di noi e della società nel suo insieme – ricorda il procuratore Pignatone nella prefazione – ed ogni nostro comportamento, ogni scelta politica, ogni fatto che accade possono influire sul livello di legalità”.

Legalità che non è quindi solo lotta diretta e frontale alle mafie, ma è strettamente legata al rispetto delle leggi che regolano ogni aspetto della vita. Da qui l’esigenza da cui scaturisce l’idea del gioco: “Siamo convinti – sottolineano gli autori – che la costruzione della legalità e la lotta a tutte le mafie, passi, innanzitutto, per l’educazione della coscienza critica”.

La proposta di un gioco è una modalità nuova e accattivante per veicolare aspetti etici e valoriali importanti. Un gioco quindi che non è solo divertimento ma è soprattutto fonte di apprendimento, se inserito correttamente nel proprio contesto di vita. “Lo scopo di Cittadini è dimostrare che la legalità può e deve essere anche un gioco da ragazzi, – si legge nella prefazione di don Ciotti – qualcosa che tutti, a cominciare dai più giovani, devono costruire giorno per giorno, attraverso scelte consapevoli e comportamenti coerenti”.

Una sfida che hanno colto al volo le persone intervenute all’incontro. Dopo la presentazione, infatti, nella saletta dell’AcquarioBistrot sono stati allestiti quasi dieci tavoli con altrettante scatole del gioco. Grandi e piccini hanno avuto così l’occasione di mettersi subito alla prova e compiere con dadi e pedine la missione assegnata: fare la scelta per costruire legalità.

 

Mariacristiana Guglielmelli

Salute: diritto senza confini

sanitàSi amplia la gamma di servizi offerti a coloro che non ricevono assistenza dal Servizio Sanitario Nazionale. È stato presentato a Cosenza un gabinetto dentistico presso il Centro Polifunzionale dell’Auser, in via Manzoni (quartiere Spirito Santo). L’attività si aggiunge alle altre prestazioni di tipo medico-sanitario che vengono erogate da personale competente e volontario presso l’ambulatorio medico “Senza Confini”.

L’occasione è stata propizia per una più ampia discussione sul tema “Salute: diritto senza confini”, a cui hanno preso parte esponenti della sanità pubblica, nonché del mondo del volontariato e dell’associazionismo.

L’esigenza di dar vita all’ambulatorio nasce circa due anni fa per dare risposta ad un bisogno di tutela dei diritti, lungo la scia delle battaglie intraprese negli anni sia dall’associazione Auser, sia dalla Cgil a livello nazionale e locale. Gli stranieri irregolari, infatti, che non possiedono un permesso di soggiorno, sono solitamente esclusi dalle normali procedure di assistenza sanitaria. Un aspetto affrontato da Emilia Corea dell’associazione La Kasbah, che ha una solida esperienza in questo settore e che nel suo intervento riesce a rendere l’idea delle difficoltà burocratiche cui vanno incontro gli immigrati qui in Italia. Straneri che approdano sulle nostre coste dopo viaggi estenuanti e lunghissimi, portando un carico di sofferenze e di diritti negati in patria e che si scontrano con un vero e proprio vuoto legislativo. Un distacco che contribuisce a creare una profonda distanza dalle esigenze espresse e dalla tutela di bisogni fondamentali, nonché ad acuire le differenze tra persone appartenenti a popolazioni diverse. Caso emblematico è quello dei rom, che non sono più considerati extracomunitari dopo l’ammissione all’Unione Europea di Bulgaria e Romania, ma che continuano ad essere oggetto di discriminazione e pregiudizio da parte della popolazione locale. Un divario che si assesta in percentuali elevate, se pensiamo che ben il 63% di loro non sa a chi rivolgersi in caso di bisogno. Numeri che si ripetono per coloro che non hanno i soldi per accedere alle prestazioni mediche, che hanno paura, che non hanno i mezzi di trasporto per raggiungere i luoghi di cura, che non capiscono le prescrizioni per una mancanza di mediazione tra medico e paziente. Numeri da capogiro, riportati con precisione dalla dottoressa Agata Mollica, presente in rappresentanza dell’Ordine dei Medici di Cosenza, che evidenziano l’urgenza di un cambio di rotta nelle politiche di accoglienza e integrazione. La salute come diritto universale quindi, così come inteso dallo stesso articolo 32 della nostra Costituzione, richiamato da Valerio Formisani, uno dei medici volontari promotori dell’ambulatorio. Salute come bene comune, ovvero come bene pubblico da tutelare, non strettamente legato allo status di cittadino ma prima di tutto garantito alla persona.

Negli interventi emergono più volte i temi chiave del dibattito: l’accoglienza, la garanzia di diritti, la cittadinanza attiva. Quest’ultima è tirata in causa soprattutto dai rappresentanti Auser presenti, Luigi Ferraro presidente della sezione di Cosenza, Antonio Levato presidente regionale e Gigi De Vittorio responsabile nazionale dell’area sussidiarietà, ma anche da Giovanni Donato, segretario generale della Cigl del comprensorio di Cosenza. Cittadinanza attiva che va di pari passo con la sussidiarietà, ovvero cittadini protagonisti che affiancano le istituzioni in una gestione orizzontale e veramente democratica della cosa pubblica. A tale proposito, qualcuno degli intervenuti tra il pubblico fa notare come amministratori e politici locali, assenti alla presentazione di questo nuovo servizio, abbiano perso un’ottima occasione positiva e costruttiva di confronto.

Il plauso per l’ampliamento dei servizi offerti con le cure odontoiatriche è comunque unanime. Gli stessi rappresentanti del settore medico-sanitario auspicano una sincera collaborazione all’iniziativa, anche attraverso la fornitura di risorse, sia in termini di materiale sia di personale.

Nel corso della serata è stata inoltre ricordata la figura di Adolfo Grandinetti, cui l’ambulatorio è dedicato, medico di grande esperienza, prematuramente scomparso, che si è prodigato sempre per il prossimo ed ha fortemente voluto l’attivazione delle prestazioni mediche per coloro a cui sono negate.

 

Mariacristiana Guglielmelli

11-11-11: “Occupy the world” anche in Calabria. Gli studenti scendono in piazza

Manifestazione "Occupy the world"COSENZA, 11 NOV 2011 – Sono alcune centinaia le persone, per lo più studenti, che stamattina si sono ritrovati in Piazza dei Bruzi per manifestare. Hanno costituito una colorata e festosa catena umana che si è snodata per il centro città, gridando lo slogan “Noi la crisi non lo paghiamo”. Hanno protestato contro gli abusi del capitalismo finanziario e la crisi economica, politica e sociale che stiamo attraversando. Hanno marciato per rivendicare il proprio futuro, per riappropriarsi dei propri diritti e della loro dignità di cittadini. Senza bandiere di partiti, di sindacati o di associazioni, cittadini e cittadine, ragazzi e ragazze hanno fatto sentire la propria voce, hanno dimostrato di voler scegliere e di voler cambiare l’attuale sistema.

Un’iniziativa, quella di oggi 11 novembre, che parte dai marciapiedi di New York e che si è diffusa in tutto il mondo. Numerose le manifestazioni nelle principali capitali dei cinque continenti.

E la Calabria non si è tirata indietro. Oltre Cosenza, infatti anche Catanzaro e Lamezia Terme hanno programmato la partecipazione all’“Occupy the world” attraverso comitati che nei giorni scorsi hanno promosso l’iniziativa a livello locale.

 

 Mariacristiana Guglielmelli