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Imparare a fare rete per attivare lo svulippo locale

economia solidaleArriva anche in Calabria il “Corso di facilitatori di reti locali di Economia Solidale”.

Dopo il successo delle precedenti edizioni svoltesi prevalentemente nelle regioni del centro-nord, la RESSUD (Rete di Economia Solidale del Sud) ha deciso di avvicinare anche alle regioni meridionali l’opportunità di creare questa nuova figura. L’animatore o facilitatore di rete è colui che stimola e facilita la partecipazione degli attori coinvolti nello sviluppo di nuovi processi, capace quindi di leggere le esigenze e i bisogni del territorio su cui opera cogliendone le potenzialità e le complessità. Obiettivo del corso è dunque quello di far emergere una figura di mediazione e promozione del cambiamento sociale.

Il corso è articolato in tre moduli ed è stato strutturato in modalità residenziale tra Basilicata, Sicilia e appunto Calabria. Nella nostra regione si svolgerà il modulo finale “Accesso alla terra: come fare un Distretto rurale” e si terrà a Decollatura (Cz) dall’1 al 3 giugno. In particolare saranno affrontati argomenti relativi ai nuovi patti di solidarietà tra consumatori e produttori, alle reti alimentari alternative, ai sistemi di garanzia partecipata.

Le giornate di lavoro forniranno dunque gli strumenti idonei a cogliere opportunità di sviluppo che esulano dall’attuale modello capitalista e di sfruttamento, per dirigere invece lo sguardo verso nuovi sistemi che possano essere sostenibili per un ciclo economico che includa tutti, dai produttori ai consumatori, dai lavoratori ai cittadini, dagli amministratori agli imprenditori. Un appuntamento che coinvolge attivisti di varie esperienze di economia solidale, ma anche produttori agricoli, studenti universitari, ricercatori e docenti che accolgono la sfida di mettere a confronto le proprie competenze e professionalità per il bene comune. Prenderanno parte al corso di Decollatura, tra gli altri, Davide Biolghini, membro del Tavolo RES e del Distretto di Economia Solidale Rurale di Milano, Alessandra Corrado del Centro Studi per lo Sviluppo Rurale dell’Università della Calabria, Domenico Tramontana di EquoSud, Giuseppe Pugliese di Africalabria – SOS Rosarno, Virginia Meo del Laboratorio Beth e Gennaro Ferrillo di Altro Modo Flegreo.

Parte integrante del percorso formativo è il racconto delle esperienze, una fra tutte quella presentata da Roberto Li Calzi sul progetto Sbarchinpiazza, un’iniziativa che coinvolge produttori locali fuori dai consueti mercati di grande distribuzione e gruppi di acquisto solidale in tutta Italia per una vendita di prodotti che sia esempio vivo e vero di un’economia capace di risolvere i problemi creati dalla globalizzazione e dall’esasperazione dei consumi.

Un incontro che non è solo di semplice formazione, ma che è utile ai partecipanti soprattutto come momento di confronto e di scambio di buone prassi, che possano essere da stimolo per una maggiore e meglio organizzata mobilitazione alla creazione di sviluppo per i nostri territori, seguendo logiche che siano rispettose dei territori stessi e delle risorse – materiali, umane e intellettive – che essi producono.

 

Mariacristiana Guglielmelli

 

A Rende Villaggio Europa come laboratorio sociale

agricoltura biologicaUn nuovo battito di vita nel cuore di Villaggio Europa, quartiere rendese di natura residenziale immerso nel verde.

Nel pomeriggio di oggi infatti si è svolto in Piazza Italia un primo incontro organizzativo per la realizzazione di un GAS – Gruppo di Acquisto Solidale – come partenza per un progetto più ampio di sperimentazione su stili di vita alternativi e sostenibili.

L’associazione culturale ricreativa ACRIP, la Casa dei Diritti Sociali – Focus di Cosenza e AIAB (Associazione Italiana Agricoltura Biologica) hanno invitato famiglie e produttori locali ad incontrarsi e a conoscersi. L’intento è di avviare insieme un percorso condiviso di produzione/acquisto che sia compatibile con le esigenze di tutti gli anelli della catena produttiva. Una forma alternativa di consumo che diventa riscoperta di relazioni e rapporti tra persone. “Far parte di un GAS – sostiene uno degli organizzatori – significa acquistare prodotti biologici e naturali, avere rispetto del lavoro altrui e dei lavoratori, preservare l’ambiente e il territorio, educare agli odori e ai sapori della terra, ma anche creare relazioni, acquisire nuove competenze, scambiarsi idee, riscoprire il valore delle cose semplici. Non è un caso che sia stato scelto Villaggio Europa, perché rappresenta un luogo ideale per recuperare una dimensione di comunità che l’individualismo contemporaneo ha ormai disgregato nelle nostre città”.

L’acuirsi della crisi economica accende i riflettori sul fallimento del sistema capitalista e sulla insostenibilità dell’attuale modello di sviluppo. La logica del profitto ad ogni costo non ha portato i risultati sperati. Così sembra allargarsi sempre più la fascia di popolazione che cerca forme alternative di consumo. Se per anni infatti l’economia solidale sembra essere stata un territorio di nicchia o per pochi fanatici, oggi trova consensi sempre più diffusi nelle nostre comunità attraverso esperienze che non investono solo la sfera economica, ma ogni settore della vita individuale e collettiva. E questa esperienza si affianca alle precedenti realizzate a Cosenza presso l’area delle ex officine FdC tra viale Mancini e via Popilia e all’Università.

Da qui l’idea di portare anche a Rende uno spunto di riflessione sul tema, ma soprattutto un esempio concreto di scelta sostenibile di consumo e di vita. E il GAS sembra voler essere solo un punto di partenza per la creazione di un vero e proprio laboratorio sociale dove sperimentare buone prassi per nuovi stili di vita.

Presenti, tra gli altri, il consigliere regionale Mimmo Talarico, promotore della legge regionale n.23/2011 su GAS e GODO, l’assessore al welfare del Comune di Rende Maria Francesca Amendola, il consigliere comunale Massimiliano De Rose che ha fortemente sostenuto l’iniziativa. Ma protagonisti indiscussi sono stati i produttori (Chiappetta, Teresa, Carmine dell’Arcadinoè, ecc.) e le famiglie che hanno animato questo incontro con la curiosità e la voglia di mettersi in gioco per riscoprire, ricostruire e riconquistare uno spazio collettivo di vita quotidiana.

 

Mariacristiana Guglielmelli

 

I diritti umani non conoscono crisi: cineforum di Amnesty International

cinemaRiparte il cineforum organizzato dalla sezione di Cosenza di Amnesty International, che per il secondo anno consecutivo prova ad accendere un faro di luce sulle tante situazioni di diritti umani negati.

Sullo schermo nero del cinema il fascio luminoso del proiettore sembra voler squarciare il muro dell’indifferenza e della cecità. Una metafora simbolica della volontà di aprire gli occhi su tematiche che spesso vengono percepite lontane ed immutabili. La finzione scenica risveglia l’empatia e quindi la vicinanza al disagio e alla sofferenza. Diventa uno strumento capace di scuotere le coscienze per avviare riflessioni profonde e muovere i primi passi verso una rinascita culturale.

Quattro i film in programma che saranno proiettati, nei mesi di maggio e giugno presso il teatro dell’Acquario, in via Galluppi. Si inizia martedì 15 maggio alle ore 21 con il tema dell’omosessualità seguendo le vite e le esperienze narrate ne “Le fate ignoranti”, film di Ferzan Ozpetek del 2001 riconosciuto d’interesse culturale nazionale dalla Direzione generale per il cinema del Ministero per i Beni e le Attività Culturali.

Il 29 maggio seguirà “Persepolis”, film d’animazione del 2007, scritto e diretto da Marjane Satrapi e Vincent Paronnaud, incentrato sulla storia iraniana a cavallo della rivoluzione islamica del 1979 e sulla difesa della dignità femminile.

Due appuntamenti sono in programma poi per il mese di giugno. Il 12 è la volta de “L’ultimo re di Scozia”, film del 2006 di Kevin Macdonald, incentrato sulle drammatiche vicende dell’Uganda sotto il regime del sanguinario Idi Amin Dada. Il 29 la rassegna si conclude con “Rendition – detenzione illegale” del 2007, prima pellicola statunitense del regista sudafricano Gavin Hood, incentrata sulla controversa pratica della CIA extraordinary rendition, ovvero quelle azioni, sostanzialmente illegali di cattura/deportazione/detenzione eseguite nei confronti di soggetti sospettati di terrorismo.

Storie forti ed emblematiche raccontate con cura e professionalità da registi affermati. Pellicole che hanno già riscosso grande di successo di pubblico e di critica in tutto il mondo. Testimonianze che sono state scelte per aprire anche a Cosenza un dibattito serio e costruttivo su tematiche tanto diverse ma tanto importanti.

Questa rassegna fornisce l’opportunità di ampliare la propria visione delle cose al di là del ristretto ambito familiare e lavorativo, di scoprire la diversità con cui vengono affrontati e spesso negati diritti fondamentali dell’esistenza umana. Diventa occasione per la città di vedersi come parte di un mondo più grande e più complesso, ma non per questo più distante.

 

Mariacristiana Guglielmelli

 

In bici a tutte le età

bambini in biciCon l’arrivo delle belle giornate aumenta la voglia di stare all’aria aperta e di fare attività fisica. E prolificano le iniziative volte a sensibilizzare al benessere e al rispetto dell’ambiente.

Una manifestazione che coniuga perfettamente questo binomio salute/ambiente è Bimbimbici, evento organizzato dalla Federazione Italiana Amici della Bicicletta, che si è svolta domenica 13 maggio. Giunto alla quattordicesima edizione, questo appuntamento coinvolge quest’anno quasi 250 città italiane. In Calabria, in particolare, hanno aderito all’iniziativa Rossano, Castrovillari e Tortora per la provincia di Cosenza, Roccella Jonica per la Provincia di Reggio Calabria e Petilia Policastro per la provincia di Crotone. Praia a mare (Cs) e Taurianova (Rc) rimandano invece l’appuntamento rispettivamente al 2 e 3 giugno.

Un’allegra pedalata che permette di riconquistare con le biciclette gli spazi urbani quotidianamente invasi dal traffico dei mezzi a motore. Una giornata che si pone l’obiettivo di sensibilizzare le istituzioni pubbliche affinché si impegnino nella ricerca di soluzioni ottimali per rendere più sostenibile la mobilità urbana. Ma che si rivela anche un’occasione unica per tutti i cittadini, sia da un punto di vista strettamente ambientale, sia da un punto di vista legato alle relazioni. Molteplici sono infatti i benefici che si possono trarre da una semplice pedalata. Lasciare a casa l’automobile significa riscoprire la propria città e quei particolari che sfuggono nel veloce tran tran quotidiano, permette di riappropriarsi di una dimensione che la frenesia moderna tende a schiacciare. Si respira aria più pulita e si trascorre insieme un po’ di tempo. Si insegna ai più piccoli ad apprezzare la bellezza di un modo salutare e divertente di muoversi, inculcando l’idea di poter vivere le città ed esserne protagonisti. Un’iniziativa dunque indirizzata ai bambini ma che coinvolge partecipanti di tutte le età.

L’aspetto educativo è particolarmente curato anche grazie ad una iniziativa parallela, un concorso di disegno rivolto a ragazzi e ragazze delle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di 1° grado. “Una strada tutta mia” è stato pensato infatti come veicolo per far riflettere sull’importanza dell’utilizzo della bicicletta, non solo come mezzo di trasporto ma anche momento di gioco con gli amici.

Bimbimbici 2012 gode del patrocinio di ANCI, ISDE Italia (Medici per l’Ambiente) e Camina. Sponsor ufficiale della manifestazione il consorzio Conad che ha fornito a tutti i Comuni aderenti i propri prodotti per addolcire le pedalate cittadine.

 

 Mariacristiana Guglielmelli

 

 

Il dono e lo scambio: categorie antropologiche e logiche di vita

don Giacomo PanizzaUn pubblico attento ed interessato ha partecipato alla presentazione del libro di Dario Antiseri e Giacomo Panizza “Il dono e lo scambio” edito da Rubbettino nella collana Zonafranca. Una serena giornata primaverile è stata occasione propizia per allestire lo spiazzo antistante la libreria Ubik di Cosenza ad accogliere la conversazione tra Katia Stancato, portavoce regionale del Forum del Terzo settore, e don Giacomo Panizza, fondatore della Comunità Progetto Sud di Lamezia Terme.

“È possibile addivenire a una sintesi tra solidarietà e profitto?” è la domanda che costituisce il tema centrale del libro e dell’incontro, un interrogativo intorno a cui si dipana un intreccio complesso di argomentazioni che spaziano dalla filosofia all’antropologia, dal sociale all’economia. Un quesito che affascina non solo grandi studiosi e letterati, ma che coinvolge direttamente ogni uomo e donna in quanto soggetti parte di una comunità.

La dialettica pacata ed incisiva di Don Giacomo Panizza riesce ad esporre con efficacia il concetto di dono, come elemento antropologico associato indissolubilmente alla reciprocità e alla relazione, in contrapposizione allo scambio come elemento prettamente economico. Esempi semplici e legati alla quotidianità di ciascuno riportano argomentazioni apparentemente astratte a modelli di comportamento che regolano i rapporti delle persone nelle diverse occasioni della vita: sul lavoro, in famiglia, con gli amici, nella società. Ancora una volta le sue esperienze di vita diventano dimostrazioni pratiche di cosa significhi agire, prendersi cura dell’altro, sentirsi realmente cittadini. Dal personale al globale il passo è breve: il racconto degli scioperi in fabbrica negli anni ‘70 e delle lotte con i disabili negli anni ’80 sono pretesti forti per richiamare una più pregnante cittadinanza attiva. Al nord come al sud, sul lavoro come in ambito sanitario i diritti non si chiedono, si prendono.

Il dono e lo scambio come pratiche tra individui diventano quindi perno di economia e Stato. “È possibile fondare una società solo su relazioni di solidarietà, fraternità e dono potendo fare a meno dell’economia e delle relazioni di scambio economico che contraddistinguono fin dall’antichità le società umane? E, viceversa, è possibile immaginare un mondo regolato esclusivamente dalla legge del mercato, dall’interesse dei singoli e dalle relazioni di scambio economico?” sono le domande che lo stesso editore pone in copertina.

Non di meno i concetti di dono e scambio rientrano nella riflessione sul ruolo del Terzo Settore, laddove spesso il volontariato supplisce le carenze pubbliche e l’assistenzialismo diventa una pratica diffusa e considerata inevitabile. Ecco quindi ritornare prepotente il discorso della cittadinanza attiva, l’importanza di prendere consapevolezza della forza della collettività. E a questo proposito diventa inevitabile l’amara constatazione sulla realtà locale, in una regione come la Calabria in cui la mafia da un lato e politica e istituzioni dall’altro costituiscono un freno allo sviluppo di politiche sociali incisive ed efficaci.

La morale dunque non più solo come valore filosofico ma importante anche nella decisione di scelte quotidiane. Scelte di cui non necessariamente si vedono direttamente i frutti, ma che contribuiscono alla realizzazione di una società che abbia la giustizia come motore propulsore. Giustizia che non sempre è sinonimo di legalità.

Mariacristiana Guglielmelli

 

 

Forum dei giovani cosentini

davide brunoMuove i primi passi la costituzione del Forum dei giovani cosentini. Si è tenuto infatti alla Casa della Cultura un momento di incontro tra l’amministrazione comunale e i suoi cittadini.

L’iniziativa è presentata e sostenuta dall’assessore ai giovani e futuro, Davide Bruno. “Il Forum dei giovani cosentini – si legge in una nota – significa: dare voce alle giovani generazioni creando un organismo di rappresentanza per rinsaldare la rete di rapporti tra le associazioni giovanili e promuovere gli interessi giovanili presso il Governo, il Parlamento, le istituzioni sociali ed economiche e la società civile”.

La sala Gullo accoglie numerosi ragazzi e ragazze che seguono con interesse gli interventi che si susseguono. Puntuali e precise le parole di Biagio Faragalli vice segretario Udc, di Gianluca Melillo consigliere Direttivo Forum Nazionale dei Giovani, dell’avvocato Pietro Spizzirri, che mettono la propria esperienza a servizio dei presenti. Giovani che parlano a giovani, dunque, in uno scambio di idee e competenze.

Ampio spazio viene dedicato alle realtà associative giovanili e al Forum.

Il Forum Nazionale dei Giovani è una piattaforma di organizzazioni giovanili riconosciuta con la legge 311/2004, che lavora per portare al centro del dibattito politico e dell’iniziativa sociale il valore dei giovani: “la crescita personale e l’integrazione delle nuove generazioni rappresentano nei fatti le sfide decisive per garantire la qualità sociale e la democrazia nel nostro Paese” cita il manifesto costitutivo. A livello nazionale il Forum è composto da oltre 75 organizzazioni, tra cui associazioni studentesche, giovanili di partito, giovanili di categorie professionali e sindacali, associazioni impegnate nell’educazione non formale, associazioni di diverse fedi religiose, associazioni sportive, ecc. A livello europeo è membro del Forum Europeo della Gioventù che rappresenta gli interessi dei giovani europei presso le istituzioni internazionali.

Uno strumento di rappresentanza ed incidenza politica, dunque, un modo per far sentire la propria voce su scelte che riguardano il futuro di chi, nell’attuale modello, sembra non essere chiamato a scegliere.

L’espressione che maggiormente viene citata è “partecipazione”, declinata nella sua accezione più concreta di impegno e volontà per il raggiungimento di un obiettivo comune. L’aria che si respira contraddice in pieno le voci disfattiste che continuano a presentare le nuove generazioni come soggetti frivoli, apatici e senza aspirazioni. La curiosità si legge negli occhi, così come la voglia di trovare nuovi spazi per far emergere le proprie esigenze.

Proprio per ribadire questo fermento e in contrapposizione alla crisi politica che sta attraversando il paese, Faragalli sottolinea l’importanza di distinguere la politica come impegno per il bene comune dall’attività partitica. Perché dall’esperienza del Forum appare evidente che i giovani sono attivi e propositivi lì dove viene dato loro lo spazio per farlo. E su questa scia si inserisce da un alto l’incisività delle proposte presentate dal Forum alle istituzioni democratiche, dall’altro la capillarità degli interventi a livello locale, lì dove è più semplice che i giovani abbiano accesso alle procedure democratiche.

Le porte sono così aperte a chi ha voglia di mettersi in gioco direttamente. In attesa che si muovano presto i passi successivi per la realizzazione di questo nuovo strumento di reale partecipazione dei giovani alla vita politica.

Mariacristiana Guglielmelli

 

‘Ndrangheta (ex) padrona: storia di mafia e politica

'ndrangheta ex padronaUn pomeriggio di impegno civile e cultura alla Ubik con la presentazione del libro “’Ndrangheta (ex) padrona”, Edizioni AltrePagine, di Fabio Buonofiglio nella doppia veste di autore ed editore.

Filo rosso della vicenda narrata è la storia di Pasqualina Straface, eletta nel 2009 primo sindaco donna della città di Corigliano Calabro (Cs). Un avvenimento che potrebbe sembrare sintomo di emancipazione e felice raggiungimento dell’ambìto traguardo della parità di genere in un ruolo, quale quello di primo cittadino di uno tra i più popolosi comuni della provincia di Cosenza, appannaggio esclusivamente maschile. Un esempio di determinazione e intraprendenza, se non fosse che dopo appena due anni il consiglio comunale viene sciolto con l’accusa di infiltrazioni mafiose.

Una vicenda legata strettamente alla maxioperazione denominata “Santa Tecla”, che ha occupato le pagine dei giornali nei mesi estivi del 2011. E che Buonofiglio, da attento giornalista, aveva già anticipato nei suoi articoli attraverso le pagine del blog d’informazione Sibarinet.it, di cui è direttore.

Un intreccio tra fatti di cronaca e politica raccontati con chiarezza e semplicità, con la precisione e l’accuratezza di chi scrive per informare, per permettere a tutti i lettori di capire. Una scrittura che nasce dall’esigenza di portare alla luce collusioni e commistioni deleterie per la vita stessa di ogni comunità. Buonofiglio è cittadino coriglianese prima di essere giornalista ed è attraverso le parole narrate che esprime l’amore per la propria terra.

Passione ed impegno che lo accomunano ad altri suoi colleghi, presenti alla Ubik, che spendono parole sincere di ammirazione per il libro, ma soprattutto per questa necessità di raccontare storie complesse. Al tavolo dei relatori si alternano al microfono Arcangelo Badolati, caposervizio della Gazzetta del Sud e autore della prefazione del libro, Assunta Scorpiniti, penna de Il Crotonese, e il giornalista Serafino Caruso moderatore della serata. Da tutti gli interventi emerge prepotente la fame di verità, di chi intende il mestiere di giornalista nella forma verace di “watch dog”, di chi non si sente un eroe, ma crede nella legalità come normalità, quotidianità nel proprio lavoro. Più volte si sottolinea con veemenza l’importanza dell’esempio, dell’educazione alla legalità che deve interessare ogni settore della società e attraversare ogni ambiente: la scuola e l’impegno quotidiano della classe insegnante, la correttezza e l’onesta dei magistrati, la serietà e l’incorruttibilità di politici e dirigenti. Rispondendo ad un intervento dal pubblico sulla necessità di riacquisire cittadinanza contro il potere subdolo e ramificato delle mafie, Badolati rivendica la necessità di imparare a dire no: no alle scorciatoie, no alle raccomandazioni, no ai soprusi. Riprendersi il coraggio di essere cittadini liberi, capaci di scegliere senza essere sottomessi.

Mariacristiana Guglielmelli

 

 

La Ghironda compie 15 anni. Un compleanno itinerante

logo La Ghironda cooperativaUn compleanno speciale quello che si è celebrato questo fine settimana nel mondo delle cooperative cosentine. La Ghironda Società Cooperativa Sociale che si occupa di riabilitazione psichiatrica ha infatti festeggiato i suoi 15 anni di attività accanto alle persone portatrici di disagio e di disturbo mentale.

Una ricorrenza che è stata festeggiata attraverso tre principali momenti di confronto con la città.

L’apertura è stata affidata agli ospiti/utenti del Centro Diurno gestito dalla cooperativa che hanno portato nel centro storico la rappresentazione teatrale “Federico II e la Fiera della Maddalena”, riproponendo alcuni momenti della vita dell’”Imperatore Stupor Mundi” in riferimento alla città di Cosenza. Lo spettacolo che ha animato in particolare la piazza del Duomo è stato realizzato in collaborazione al Parco Tommaso Campanella e al suo responsabile William Gatto.

Un “Viaggio itinerante. Tra Ragione ed Emozione” che è proseguito presso la Sala Gullo della Casa delle Culture con un convegno sulla costruzione di reti sociali nella riabilitazione psichiatrica. Il dibattito ha tracciato le fila della storia della cooperativa ed in particolare le condizioni dei soggetti affetti da psicosi e di quelli che interagiscono con loro come operatori o familiari. Un excursus che si è concentrato soprattutto sugli sviluppi sanitari e sulle scelte politiche e amministrative che si sono attuati nel corso del tempo. Se infatti inizialmente il problema principale da risolvere era legato alla gestione dei pazienti che fuoriscivano dai manicomi e quindi al loro reinserimento sociale, con la modifica delle normative per la cura dei malati psichiatrici si assiste oggi un cambiamento delle emergenze da affrontare: si riscontra infatti un aumento trasversale e meno evidente delle malattie mentali in ogni fascia sociale e quindi cresce la necessità di far fronte a patologie quali la depressione, la tossicodipendenza, i disturbi alimentari. Fenomeni che non possono essere più collegati esclusivamente agli aspetti sanitari, ma che devono necessariamente essere messi in relazione anche a quelli sociali, relazionali, economici, familiari, lavorativi, ecc.

Significativi a tal proposito gli interventi di Marcella Infusino, presidente della cooperativa e moderatrice dell’incontro, di Maria Canonico, presidente dell’associazione “Pazza Idea” a tutela della salute mentale, Giuseppe Tropeano, presidente regionale Uisp, di Aristide Filippo, direttore del dipartimento di salute mentale dell’Asp di Cosenza, di Giorgio Liguori, responsabile del CSM dell’Asp.

Elemento ripreso più volte nel corso dell’incontro il “dopo di noi”, ovvero la necessità di creare situazioni che rendano possibile l’autonomia e l’indipendenza – economica ma non solo – a coloro che si trovano costretti a dipendere dal sostegno dei familiari. Un’opportunità questa che rientra pienamente nello spirito de La Ghironda, dei suoi soci e dei suoi operatori. E che trova riscontro anche in altre situazioni, come viene descritto da Alessandro Scazziota, presidente della cooperativa sociale “ArcadiNoè”, altra realtà che prende in carico e lavora per l’inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati. Occorre considerare le persone dietro la malattia, la dignità dell’uomo oltre il disturbo, incentivare l’impegno e investire in responsabilità e consapevolezza di sé.

Un impegno lodato dall’assessore comunale alle politiche sociali, Alessandra De Rosa, e condiviso da Pietro Tarasi, presidente provinciale della Coldiretti, che ha ripercorso le iniziative di collaborazione con la cooperativa, ovvero le borse lavoro istituite presso la sede dell’organizzazione e la bottega del commercio equo e solidale. Un’iniziativa quest’ultima che si collega ad un tema molto importante, ovvero quello della valorizzazione dei prodotti tipici, come veicolo per l’acquisizione di una maggiore consapevolezza di cittadinanza attiva.

Un’apertura al territorio che si concretizza anche attraverso un’altra preziosa collaborazione, quella con l’Università della Calabria. Fiorenza Gonzales, responsabile dell’Ufficio Tirocini per l’orientamento e la formazione della Facoltà di Lettere e Filosofia è infatti intervenuta per sottolineare la qualità dell’esperienza che acquisiscono gli studenti che scelgono di collaborare con La Ghironda. Un’opportunità di crescita che non si limita alle solo competenze professionale ma che arricchisce anche da quello umano.

Dopo il taglio della torta e i brindisi di rito, i festeggiamenti continuano con l’evento sportivo che vede impegnate in una partita di calcio solidale le rappresentative della cooperativa e del CSM di Crotone, nell’ambito del progetto Uisp “Matti per il calcio”.

 

 

Mariacristiana Guglielmelli

 

Tutti i numeri di Fiera InMensa

fiera inmensaSi spengono gli ultimi echi della Fiera di San Giuseppe, rimangono solo i venditori di piante in Piazza Amendola a ricordare il tradizionale appuntamento appena terminato. E la città ritorna alla sua normalità, tirando le somme di questa caratteristica settimana per tutta la cittadinanza e valutando la scelta di spostare nella parte nuova la collocazione degli stand.

Ugualmente riprendono le proprie attività le associazioni e i volontari che hanno partecipato a Fiera InMensa. Un appuntamento parallelo a quello “mercantile”, che sposta l’attenzione dai prodotti alle persone e si prefigge quindi di offrire servizi di prima necessità agli ambulanti, in particolare migranti, ma anche di fungere da ponte di contatto tra culture che si incontrano e si mischiano.

Per il comitato organizzatore è il tempo della quiete dopo la tempesta. “Quella a cavallo di San Giuseppe è una settimana davvero concitata e frenetica ma Fiera InMensa è ormai un appuntamento imperdibile. Non è solo un’occasione importante per chi arriva da fuori, ma è diventata nel tempo un riferimento anche per molti cittadini di Cosenza e dell’hinterland”.

Sono infatti moltissimi i ragazzi che partecipano all’iniziativa buona parte dei quali convogliati tramite le parrocchie della diocesi e le associazioni del territorio. Giovani che mettono a disposizione il proprio tempo e il proprio impegno per far funzionare gli ingranaggi di questa “macchina dell’accoglienza e della solidarietà”. Ma la manifestazione coinvolge anche adulti e intere famiglie che si prodigano per rendere più piacevole il passaggio in città a chi conduce una vita in viaggio.

Questi alcuni numeri dell’XI edizione di Fiera InMensa: 5 serate di servizio, oltre 500 volontari impegnati, circa 750 pasti serviti a sera, 15 associazioni e realtà organizzate coinvolte, 25 parrocchie della diocesi e dell’hinterland, 7 computer con cuffie e microfono, circa 50 connessioni a sera, 4 centesimi al minuto per chiamare in Bangladesh e 27 per il Senegal, circa 100 posti letto predisposti, 5000 punti dati alle mense dell’Unical (quindi 5000 tra merendine, frutta, acqua e succhi di frutta). E ancora 250 kg di riso, più di 2000 pezzi di pollo, circa 700 tra secondi e contorni ogni sera preparati dalle parrocchie, in base ai turni.

Numeri importanti che riescono però a raccontare poco dell’atmosfera che si respira nei capannoni delle ex officine della Ferrovia della Calabria. L’allegria dei colori, dei suoni, della varietà linguistica dei migranti, provenienti principalmente dal continente africano, contagia tutti nonostante la stanchezza delle giornate di lavoro. “La fatica per la preparazione, i problemi organizzativi, le difficoltà logistiche svaniscono subito con una stretta di mano, una pacca sulla spalla, un sorriso, la condivisione di un pasto. Lo scambio di uno sguardo racchiude storie, viaggi, terre lontane, affetti, preoccupazioni e speranze”.

Il servizio internet point offre un’occasione importante per favorire la comunicazione con i paesi d’origine. La navigazione sul web viene offerta gratuitamente, mentre il collegamento telefonico avviene tramite gestori a prezzi agevolati. “Nel corso degli anni abbiamo avuto modo di osservare che i migranti si aggiornano con le tecnologie infatti quest’anno erano dotati di smartphone, quasi tutti avevano il proprio account Skype oppure avevano le sim per telefonare al proprio paese a costi molto più convenienti. Inoltre sono usatissimi i social networks che permettono loro di mantenere contatti con parenti e amici in tempo reale. Vengono consultati i quotidiani e le tv dei paesi di origine e anche i video che riguardano la propria terra. Il desidero è quello di essere aggiornati”.

Uno scambio che non si esaurisce nell’offerta di un singolo servizio, perché Fiera InMensa non è solo mensa o dormitorio, ma coniuga anche elementi culturali e sociali di grande rilievo. Le attività di animazione, i concerti, i dibattiti, gli incontri, le mostre, i libri sono elementi paralleli alle attività di accoglienza. “Sono stato in vari posti in Italia e anche all’estero, ma non ho mai trovato un’accoglienza come questa. Fiera InMensa è come una vacanza, una settimana in cui il giorno lavori e la sera puoi scambiare due chiacchiere, puoi conoscere persone nuove, puoi confrontare punti di vista, hai anche possibilità di contatto con il tuo paese, puoi rilassarti senza la preoccupazione di mangiare, dormire, ecc”.

Un’esperienza quasi unica nel suo genere, quindi, che si muove principalmente grazie al contributo e al sostegno volontario delle persone e delle organizzazioni che partecipano. Un modello da perfezionare ma decisamente vincente, esempio vero di impegno civile e sociale che si manifesta nel prendersi cura dell’altro concretamente. Un appuntamento che i cittadini più attenti aspettano già per il prossimo anno.

 

Mariacristiana Guglielmelli

 

 

L’invito alla preghiera arriva dalla Malesia

giornata mondiale di preghieraIl gruppo SAE (Segretariato Attività Ecumeniche) di Cosenza risponde all’invito lanciato dalle donne della Malesia organizzando anche nella città bruzia la Giornata Mondiale di Preghiera, un importante evento ecumenico nato nel secolo scorso che attualmente viene celebrato contestualmente in 270 Paesi.

Una modalità sicuramente originale per celebrare la giornata internazionale della donna, poiché sono proprio le donne il motore propulsore di questa iniziativa, che ricorre annualmente nei primi giorni del mese di marzo.

Un appuntamento che, attraverso la preghiera comunitaria, permette di riflettere sulla realtà e sulle condizioni sociali del paese organizzatore (ogni anno uno diverso) e condividerne bisogni e aspirazioni.

L’incontro di Cosenza, ormai giunto al nono anno di edizione in città, si è tenuto presso la sede dell’associazione Stella Cometa, in via Popilia, con la partecipazione di donne delle Chiese cristiane presenti sul territorio (la Chiesa Evangelica Valdese, la Chiesa Avventista del 7° Giorno, la Chiesa Cattolica Greco-Bizantina) coadiuvate dal gruppo SAE.

Tema centrale della celebrazione di quest’anno “Possa la giustizia prevalere”, declinato non solo da un punto di vista religioso e teologico, ma soprattutto calato nella vita quotidiana del credente e del cittadino: ogni azione può scalfire anche i sistemi più radicati e potenti perché le tante azioni, insieme, hanno un effetto cumulativo. Ricorre spesso la parola “insieme” come rivelatrice della forza che può avere la condivisione e la partecipazione collettiva, il prendere a cuore l’esistenza altrui e procedere vicini lungo il cammino che si intraprende. “Tante fiammelle sono un faro che illumina nel buio, tante voci formano un coro” osserva una delle organizzatrici, sottolineando il parallelismo con l’unità nella preghiera delle diverse confessioni religiose presenti.

Piccoli gesti che si concretizzano attraverso la partecipazione a progetti sociali. I fondi raccolti durante l’iniziativa del 2011sono stati, infatti, destinati alla ricostruzione di case distrutte dal terremoto in Cile (paese organizzatore della precedente edizione della Giornata Mondiale di Preghiera) e alla realizzazione di corsi di formazione per l’indipendenza economica delle donne. Per il 2012 invece è previsto il sostegno a 20 famiglie bisognose nella comunità di Banting, in Malesia, per le necessità primarie e di 40 bambini per la formazione scolastica.

La giustizia non è dunque solo quella espressa dalla legge, ma afferisce alla sfera della verità e delle eque opportunità per tutti. Per i credenti la giustizia non può essere delegata esclusivamente alla misericordia divina, ma deve essere costruita con pazienza attraverso i gesti e le scelte quotidiane.

È quello che dimostra la storia di Irene Fernandez, assistente sociale, che si occupa delle persone oppresse in Malesia e che ha subito procedimenti giudiziari per la pubblicazione di un memorandum sulle disumane condizioni di vita dei lavoratori immigrati nei centri di detenzione.

Ugualmente è quello che dimostrano l’impegno e la passione delle persone che si occupano dei bambini rom che vivono a Cosenza o degli operatori della comunità Arcadinoè, nella figura di Alessandro Scazziota, che lavorano per offrire l’opportunità di raggiungere l’indipendenza economiche a persone con percorsi di vita più fragili.

 

Mariacristiana Guglielmelli