Il “San Nilo” di Pisano diventa un’opera di Tordo

SAN NILO PISANICROSIA (CS) – Il San Nilo di Stefano Pisani diventa un’opera dell’orafo Domenico Tordo. Il dipinto su tela del 1840, nato dall’ispirazione dell’artista reggino e tutt’ora custodito nella sagrestia del Duomo dell’Achiropita a Rossano, sarà inciso su lastra d’argento, attraverso la tradizionale tecnica dello sbalzo a mano che ha reso celebre il giovane maestro crosiota, e applicato su un supporto di legno a pannello. Dopo le fedeli e apprezzate riproduzioni del Codex, donate a Papa Bergoglio, Tordo, in vista del Giubileo straordinario indetto proprio dal Santo Padre e dedicato alla Divina Misericordia, si appresta a riscoprire, attraverso il suo estro, la vita ascetica dei Santi calabresi. Partendo proprio dalla figura emblematica del Santo patrono di Rossano.

L’opera, originale e assoluta, sarà presentata nel corso del seminario di studi su San Nilo da Rossano – inserito nel più ampio contesto del percorso di riflessione, approfondimento e partecipazione dedicata ai giovani sull’agiografia e l’iconografia dei Santi calabresi, promosso dall’Associazione Le Muse Arte – che si terrà presso la Galleria d’Arte Le Muse, in piazza Santa Teresa a Cosenza, il prossimo Venerdì 27 Marzo 2015, alle ore 17.30. All’evento, promosso con la partnership di Ubi-Banca Carime, interverranno il Direttore dell’Istituto studi storici regionale Mons. Vincenzo Filice, lo storico d’arte Mariapia Polizzo, la poetessa e scrittrice Lucia De Cicco e Myriam Peluso, presidente dell’Associazione Le Muse Arte.

“Ho accettato l’invito – dichiara il maestro Tordo – rivoltomi dalla presidente Peluso, che ringrazio, di prendere parte a questo importante seminario sullo studio dei santi calabresi, attraverso la presentazione di una mia opera unica. Con la riproduzione del San Nilo di Stefano Pisani, che nelle tante raffigurazioni del Patrono di Rossano è quella che mi ha colpito di più nella sua prospettiva di movimento, avvio un nuovo percorso, alla riscoperta dei santi asceti calabresi. Che attraverso il loro esempio ed insegnamento hanno catechizzato ed evangelizzato ponendo davanti a tutto il valore della povertà e della carità. San Nilo da Rossano è, sicuramente, tra i monaci italo-greci radicati nella storia della mia terra, una delle figura più affascinanti alla quale dedicherò i miei prossimi lavori, cercando di valorizzare anche gli aspetti meno conosciuti della vita del Santo. In questa prima opera – aggiunge l’orafo crosiota – ho voluto, inoltre, personalizzare il dipinto del Pisani introducendo al posto della Mitria e del Pastorale, posti sulla sinistra del quadro, l’evangelario purpureo, meglio noto con il nome di Codex Purpureus Rossanensis. L’ho fatto per due motivi. Il primo per rendere omaggio ad un monumento ancora vivente, qual è appunto il Codice, la cui preziosità si sta riscoprendo in questi anni, e secondariamente per dare ancora più simbologia all’opera. Sostituendo, infatti, con il Codex gli elementi che simboleggiano la potestà vescovile, che San Nilo rifiutò nella sua Rossano per rifugiarsi proprio nello spiritualismo ascetico, ho voluto porre un inciso – conclude Tordo – sul valore, a me tanto caro, del ritorno alle origini e quindi al vero fondamento del messaggio evangelico: la povertà”.

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