Peperoncino Jazz Festival: un successo la “Tre giorni” norvegese

Svoltasi da giovedì a sabato scorsi all’interno della ricca programmazione della XIV edizione del Peperoncino Jazz Festival, si è conclusa con un enorme successo di pubblico, l’ormai tradizionale “tre giorni” silana dell’evento musicale più piccante d’Italia ispirata dalle sonorità nordiche.

Ciclisti alla partenza 2
Ciclisti alla partenza 2

Ideata dal direttore artistico del festival Sergio Gimigliano, fortemente voluta dal Direttore dell’Ente Parco Nazionale della Sila Michele Laudati e dal Commissario Straordinario Sonia Ferrari e realizzata con i prestigiosi patrocini istituzionali della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO e della Reale Ambasciata di Norvegia (terra con la quale, ormai da anni, si è inteso realizzare un ideale gemellaggio musicale e culturale), la “tre giorni di grande jazz norvegese in Sila”, giunta alla sua sesta edizione, anche quest’anno è stata caratterizzata dall’esibizione, in esclusiva nazionale, dei migliori musicisti di Oslo e dintorni.

A causa della forte incertezza meteorologica che ha caratterizzato tutto il periodo, i concerti dei giorni scorsi, che, come le due tappe a Bocchigliero e Taverna di inizio settimana e quello del super duo formato da Giovanni Guidi e Dan Kinzelman in programma stasera (domenica 26 luglio) all’Abbazia di San Giovanni in Fiore, avrebbero dovuto portare gli spettatori alla scoperta delle più caratteristiche località del Parco (quali la Riserva Naturale dei “Giganti di Fallistro” e il Lago Arvo a Lorica), per precauzione sono stati ospitati tutti all’interno della suggestiva antica Segheria che sorge nell’attrezzatissimo Centro Visita del Cupone, location che si è rivelata di grandissimo fascino e di forte intimità, oltre che acusticamente perfetta.

Protagonista assoluto della prima giornata (giovedì 23 luglio) è stato Mats Eilertsen, indiscussa stella della musica d’improvvisazione norvegese, che, su espressa commissione del direttore artistico del PJF e in esclusiva nazionale, in solo con il suo contrabbasso e facendo un sapiente uso dell’elettronica, ha dato vita ad un concerto davvero intimo e suggestivo, molto apprezzato dal numeroso pubblico presente, proveniente da ogni parte della Calabria.

Il giorno seguente (venerdì 24 luglio), invece, è stato di scena un “amico” del PJF, innamorato della Calabria e della Sila e molto amato dal pubblico del festival. Stiamo parlando di Trygve Seim, giovane sassofonista di Olso con un bel fardello di esperienze alle sue spalle (due dischi da leader e una decina da co-leader, oltre ad un’inconfondibile presenza come sideman in diverse produzioni che lo hanno visto al fianco, tra gli altri, di Manu Katchè, Iro Haarla, Kenny Wheeler, Motorpsycho), senza dubbio uno dei musicisti più rappresentativi della scuderia della prestigiosa casa discografica ECM.

Continuamente alla ricerca di sonorità misteriose e di atmosfere sempre nuove, suggestive e mai banali, Trygve, “il vichingo dal cuore tenero” già ospite in altre edizioni del festival, per l’occasione è stato a capo del suo nuovissimo quartetto ed ha presentato, in anteprima mondiale e in esclusiva nazionale, il progetto “Helsinki songs” (che sarà pubblicato in autunno per la prestigiosa etichetta tedesca ECM), eseguendo, accompagnato dal talentuoso pianista estone Kristjan Randalu, dal fantasioso batterista finlandese Markku Ounaskari, oltre che dal solido Mats Eilertsen, tutti brani originali a sua firma, come la dolcissima “Ciacconna per Embrik” (dedicata al giovane figlioletto, presente in sala), la energica “Tvi-Twin” e l’applauditissima “En lysting vise”.

Ieri (sabato 25 luglio), in occasione dell’ultima giornata, infine, l’inedito duo Eilertsen/Seim, che si è esibito per la prima volta in assoluto in pubblico, proponendo tutti brani originali e alcuni pezzi a firma di Ketil Bjørnstad, non ha per nulla fatto rimpiangere il noto pianista scandinavo, che avrebbe dovuto esibirsi come da programma, ma che è stato sostituito all’ultim’ora perché fermo all’aeroporto di Fiumicino e impossibilitato a raggiungere la Calabria a causa dello sciopero dell’Alitalia che ha bloccato il nostro Paese.

Dopo questa ricca parentesi silana, il PJF, che, tappa dopo tappa, si sta confermando ancora una volta come uno dei più importanti eventi culturali e turistici dell’estate calabrese – nonché come uno dei festival jazz migliori d’Italia (così considerato a livello nazionale all’esito del prestigioso referendum indetto dalla rivista specializzata JAZZIT – Jazzit Awards – nella categoria relativa ai festival nazionali), il 29 luglio approderà per la prima volta nel centro storico di San Marco A. e lo farà nel segno del tango, e, dopo l’attesissimo concerto dei Doctor 3 in programma giovedì 30 a Castrovillari, venerdì 31 verrà ospitato nel territorio comunale di Rogliano, con il concerto del chitarrista americano David Howard nell’esclusivo locale Arassusia, per poi proseguire, dall’ 1 al 10 agosto, sullo Jonio cosentino (con, tra gli altri, i concerti di Joey Calderazzo, Jojo Mayer, Eric Marienthal e Luca Aquino), dall’11 al 17 nell’area del Parco Nazionale del Pollino (dove saranno protagonisti artisti del calibro di Enrico Rava, Steve Khun, Stevie Biondi, Serena Brancale e Walter Ricci) e dal 18 agosto a fine mese sul Tirreno cosentino (tra gli altri, si segnalano i concerti di Gegè Telesforo, Scannapieco/Deidda Quartet, Eric Daniel e Lorenzo Tucci).

I primi giorni di settembre, poi, le note del PJF faranno un’incursione nelle altre province calabresi, con tappe a Cutro (KR), Pizzo (VV) e Lamezia Terme (CZ), prima di una ricca “cinque giorni” in programma dal 4 all’8 nella località dove il festival è nato quattordici anni fa: Diamante.

 

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