Presentato libro “Le vie del monachesimo”

 PETILIA POLICASTRO (Kr) – Il Parco Nazionale della Sila, considerato un patrimonio naturale e biologico di inestimabile valore, si distingue anche per una ricca storia di eventi e strutture religiose che ne costituiscono un patrimonio da tutelare e valorizzare per poter trarre grande vantaggio in termini di itinerari turistici religiosi, di irradiazione spirituale e benefici economici per le popolazioni residenti e non solo.

Tutto questo scaturisce dal lavoro del prof. Francesco Cosco che ha raccolto nel libro “Le orme del Monachesimo nel territorio del Parco Nazionale della Sila”, edito dall’Ente Parco, una vastità di materiale, documenti, mappe ed immagini fotografiche, che ne costituiscono uno strumento di conoscenza puntuale e minuziosa su una vastità di territorio che aspira a divenire oggi, con la certificazione Unesco, luogo di grande valore ambientale e culturale classificabile quale “Patrimonio dell’umanità”.

 Di questa aspirazione ed impegno si è parlato nella Biblioteca comunale “Nino Cosco” di Petilia Policastro in occasione della presentazione del libro di Francesco Cosco, su iniziativa del Rotary Club di Petilia Policastro, con il supporto del Distretto Rotary 2100 e dello stesso Parco Nazionale della Sila.

Uno spazio culturale e di impegno sociale caratterizzato dalla presenza dello stesso autore del libro e dagli interventi di: Salvatore Vona (Presidente del Rotary Club di Petilia Policastro); Sonia Ferrari  e Michele Laudati, rispettivamente Commissario e Direttore dell’Ente Parco Nazionale della Sila; Luigi Capozza ( cultore di storia meridionale); Mons. Domenico Graziani (Arcivescovo di Crotone); Tatjana Gruebler, (Assistente Governativa del Rotary Distretto 2100).

Dai valori dello spirito allo sviluppo del territorio, tra Basiliani, Benedettini, Cistercensi e Florensi, l’intera area compresa nel territorio del Parco Nazionale della Sila si presenta ancora oggi con sette abbazie e due grandi monasteri come nicchia di grande valore religioso, culturale, sociale ed economico, fortificati dalla propria storia del passato  in cui questi centri, oltre ad essere punto di riferimento nella crescita della spiritualità cristiana, divennero anche aziende economiche dedite ai prodotti della pastorizia, del bosco, della pece, dell’agricoltura montana.

Partendo dall’Abbazia Florense di San Giovanni in Fiore  con le vicende del suo abate Gioacchino, la Sila diventa punto di riferimento religioso e culturale a livello mondiale, cosicché l’Abbazia di Sant’Angelo del Frigillo (Mesoraca), l’Abbazia di Santa Maria della Matina (San Marco Argentano), il monastero di Calabromaria di Altilia, il monastero di S. Maria L’eremitana, oggi S. Spina (Petilia Policastro), l’abbazia di S. Maria del Pathirion (Rossano), i monasteri Greci nella valle del Neto (S. Maria dei tre Fanciulli, Santa Maria di Cardopiano e S. Domenica, S. Demetrio, l’eremo S. Maria delle Grazie, S. Stefano del Vergari), l’eremo di S. Giovanni Paliati (altopiano della Sila – tra la Fossiata ed il Cupone), il monastero di S. Maria di Peseca (Taverna), l’abbazia di Santa Maria della Sambucina (Luzzi), l’abbazia di S. Maria di Corazzo (Carlopoli), il monastero di Acquaviva o Monacaria (Zagarise), diventano dei satelliti dell’Abbazia Florense di San Giovanni in Fiore, cuore dell’altopiano silano per meriti e virtù della figura di maggiore prestigio internazionale, Gioacchino da Fiore, attorno ai quali si può oggi costruire un percorso di riscoperta di valori tradizionali portatori di benefici.

Tutto questo ricordando che gli abati sapevano ben amministrare le grandi tenute e le immense risorse del demanio silano ed assicuravano oltre ai valori dello spirito anche lo sviluppo del territorio sotto l’aspetto economico, garantendo così l’emancipazione sociale e culturale delle popolazioni ed un loro sbocco economico. Se ieri, con l’opera certosina degli abati e dei monaci le popolazioni trovavano nei territori sopra indicati fonti di benessere e benefici, per il presente ed il futuro può  essere individuato nel programma Mab Unesco approvato (decima riserva della biosfera italiana) e nella candidatura Unesco di riconoscimento del Parco Nazionale della Sila quale “patrimonio dell’umanità” (www.parcosila.it), gli strumenti validi da perseguire e condividere tra le diverse popolazioni che ne fanno parte, in modo da avviarsi verso nuovi processi produttivi e di sviluppo con al centro la valorizzazione dei beni ambientali, naturalistici, culturali, archeologici  e religiosi, verso i quali la massima dirigenza del Parco nutre profondo interesse per una maggiore opera di sensibilizzazione e conoscenza del territorio.

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