E-labora, il primo laboratorio sull’Agroalimentare

CATANZARO – “Agroalimentare, la nuova prospettiva per il sud” è il titolo del primo dei tre laboratori che si svolgono nell’ambito della IV edizione del Forum e Labora, promosso dalla Provincia di Catanzaro, dedicati a tematiche fondamentali che condizionano il mercato del lavoro. Il Forum si svolge da stamattina fino a sabato 27 settembre al Parco della Biodiversità.

L’obiettivo dei laboratori è quello di dare informazioni su tre settori individuati come fondamentali per lo sviluppo della Calabria: l’Agroalimentare, la Green economy e l’innovazione, e il turismo culturale.

A raccontare gli “scenari futuri”, visto che “quello che facciamo nel presente influirà sui modi e sui tempi dell’uscita dalla crisi”, è Fabrizio Coccetti di K_Shift, società specializzata in analisi, progettazione e servizi per il mercato del lavoro.

Un ruolo importante in questa direzione spetta alle istituzioni che hanno in mano uno strumento fondamentale: quello della pianificazione. Per pianificare bisogna essere molto informati: lo rimarca Romano Benini, giornalista economico e scrittore al quale è stato affidato il compito di moderare i lavori. Si parla anche di opportunità perché “è solo con le opportunità che si combatte la crisi. L’obiettivo di e LABORA è proprio quello di dare quante più informazioni possibili su queste opportunità”.

“Ci sono due modi per agire nella quotidianità – spiega Coccetti – prendere decisioni all’oscuro, in questo caso i rischi sono tanti perché si naviga a vista, oppure si può fare un esercizio di riflessione sul futuro che sta emergendo”.

Mentre Fabrizio Coccetti rappresenta questi scenari oralmente, Fabrizio De Monaco li tratteggia graficamente. “In provincia di Catanzaro abbiamo oltre 24 mila aziende del sistema agricolo, la superfice viene maggiormente utilizzata per la produzione di ulivi, e quindi per la produzione di olio – spiega ancora – il 24% è di tipo biologico. Ci sono anche coltivazioni di agrumi, legumi, viticultura di qualità ma non di grossa quantità. L’industria alimentare è costituita da 515 aziende con la particolarità che sono quasi tutte individuali. Sono cresciute le esportazioni del sistema alimentare mentre il saldo export-import è negativo: la provincia di Catanzaro importa più di quanto esporta. A fronte di criticità, questa provincia esprime anche dei valori:abbiamo 134 agriturismi, 5 mila aziende vendono direttamente al consumatore, ci sono sette fattorie sociali e 12 didattiche, 74 aziende usano energia rinnovabile. Ma i valori veri sono i riconoscimenti avuti in termini di Dop, Igp e Doc”. Questa è l’economia agroalimentare da cui partire. Coccetti disegna quattro scenari futuri puntando su due variabili: il funzionamento dei mercati (che possono essere globalizzati oppure restringersi), il comportamento deiconsumatori con particolare riguardo alla sensibilità rispetto alle crisi (per la salute pubblica, energetiche o climatiche). A variare è la percezione del rischio – spiega ancora Coccetti – combinando queste variabili vengono fuori i quattro scenari. Il primo viene chiamato “Avanti tutta”, si tratta di uno scenario di continuità rispetto a quello attuale dove si combinano mercatiglobalizzati e bassa sensibilità ai rischi connessi a questo sistema. Mentre il primo offre le migliori condizioni per l’innovazione, il secondo scenario viene denominato “Fermiamoci un attimo” e valuta la realizzazione di crisi di tipo alimentare, che determinano una immediata conseguenza sulla salute pubblica e quindi un immediato ritorno al cibo di tipo tradizionale, con l’acquisto diretto dal produttore locale e l’aumento di misure di sicurezza della filiera. Ma i controlli sul cibo comportano un incremento dei prezzi e in questo scenario convivono cibo di massa e cibo tradizionale. Il terzo scenario è denominato “Avanti dal passato”: tiene conto dell’influenza delle crisi climatiche e delle crisi energetiche, in un quadro in cui si prende coscienza che bisogna spingere su fonti di energia rinnovabile. In questo contesto nascono delle “eco-lobbies” che promuovono il ritorno al cibo regionale, diminuisce la varietà di cibo che invece era prevista negli altri scenari.L’ultimo scenario combina il mercato regionalizzato, non più globalizzato, con bassa sensibilità ai rischi connessi al sistema alimentare: in questa fase c’è una fiducia altissima nel cibo europeo, locale e tradizionale.

“Questi quattro scenari che interessano l’agricoltura implicano un intervento della scuola e del sistema formativo per poter creare competenze adatte a determinare le situazioni future”, specifica Benini prima di passare la parola a Rosetta Alberto, dirigente dell’amministrazione provinciale di Catanzaro. “Partendo dalle possibili ipotesi di sviluppo locale nel territorio di Catanzaro, dobbiamo riconoscere che ci sono stati risultati deludenti nell’agricoltura intensiva. Sono stati fatti degli errori su cui dobbiamo interrogarci, non è stato il tessuto socio-economico a cogliere le sfide e le opportunità – ha detto ancora – questa è una riflessione da cogliere per trasformare quelle variabili che hanno fatto da freno in una opportunità”.

Produttore di farine di grano tenero, Gianluca Candelori, da Teramo porta l’esperienza del consorzio “Agire” una cooperativa sociale nata nel 2010, che oggi vede ben 120 soci, tra i quali anche il produttore di pasta De Cecco. “Se si vuole rimanere sul mercato – afferma Candelori – per forza di cose bisogna stare in rete, la cooperazione porta ad un risultato, man mano che si va avanti”.

Il concetto della necessità di fare rete, soprattutto nella filiera dell’agroalimentare, è stato approfondito da Maria Teresa Russo, della Fondazione Mediterranea Terina, nel racconto dell’esperienza che ha visto mettere insieme 66 aziende del settore alimentare in un polo innovativo: Questo esperimento ci ha insegnato che le imprese hanno bisogno di essere supportate con la formazione e l’informazione”.

“E’ fondamentale in una situazione come quella odierna con delle contingenze di mercato che ci troviamo addosso oggi diventa più che mai importante fare rete tra le imprese e aggregarsi – ha detto il presidente nazionale dei Giovani Agricoltura, Raffaele Maiorano -. Associazioni come Confagricoltura permettono agli imprenditori di ritrovarsi e fare delle pianificazioni congiunte, di riuscire ad entrare nel mercato di riferimento in modo più compatto così da avere delle soddisfazioni non solo economiche ma anche personali. Oggi la chiave è aggregarsi, fare rete, stare insieme”.

Per il presidente di Fincalabra, Luca Mannarino, “e-LABORA è uno strumento di politica attiva che cerca di ridurre il disallineamento tra gli studenti e il mondo del lavoro. L’agricoltura, la trasformazione e la commercializzazione dei prodotti sono i filoni su cui procedere – sostiene ancora –. E nonostante le tante limitazioni, nel settore dell’agricoltura ci sono prospettive per i giovani imprenditori che vogliono mettersi in proprio”.

Allargare e sostenere l’agroalimentare significa prima di tutto difendere la qualità che arriva da questo settore. La qualità è alla base dello sviluppo, proprio perché ormai “il consumatore è educato. La nostra associazione – dice Massimo Magliocchi della Olivicola Cosentina – prosegue nel percorso della qualità che significa anche “sicurezza”, prima di tutto contro la contraffazione”. E serve la vicinanza degli Enti che danno qualità al prodotto, e delle peculiarità della Calabria e del suo olio.

A chiudere i lavori del laboratorio della mattinata, il dirigente generale del settore Agricoltura, Foreste e Forestazione della Regione, Giuseppe Zimbalatti. “Molto spesso le scelte sul proprio futuro sono affrettate, per questo invito i ragazzi ad approfittarne di questa occasione – ha affermato – La Calabria è a tutti gli effetti una regione agricola, proprio per questo c’è bisogno di imprenditori agricoli, formati, ma soprattutto di un ricambio generazionale. Quello agricolo è l’unico settore dell’economia calabrese che registra un segno positivo nel prodotto interno lordo, più del 3 per cento, l’altro settore è la cultura”. Proprio per questo c’è bisogno di un’impresa giovane in agricoltura. “C’è bisogno di professionalità – conclude Zimbalatti – ai ragazzi dobbiamo dare delle idee chiare. Il programma di sviluppo rurale è legato a competitività, sviluppo omogeneo dei territori ed eco-sostenibilità. La Calabria ha un grande bisogno di competenze per rendere le aziende competitive sul mercato”.

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