Ricerca Unical sulle pagine del National Geographic

RENDE (CS) – E’ tra le ricerche scientifiche più suggestive, di maggiore appeal mediatico. Non c’è “bosone” o “materia oscura” che tenga: l’immaginario collettivo, dalla notte dei tempi, viene esaltato dal sogno d’ingannare la morte quanto più è possibile.

Una di queste ricerche “doc” – capace cioè di entrare a pieno titolo nella letteratura scientifica mondiale sulla materia – vede protagonista il team guidato dall’Ordinario di genetica dell’Università della Calabria, Giuseppe Passarino (recentemente incluso nella “Top Italian Scientists”, la lista in cui vengono inseriti gli scienziati italiani con il maggiore impatto scientifico al mondo) ed è stata “certificata” dal National Geographic. Il numero di maggio della edizione italiana della prestigiosa rivista scientifica dedica un ampio reportage, dal titolo “Al di là dei cento”, agli studi sulla longevità effettuati dal prof. Passarino. All’articolo viene addirittura dedicata la copertina del mensile dove, accanto all’immagine di una neonata, campeggia il titolo “Questa bambina vivrà fino a 120 anni”. Certamente un riconoscimento prestigioso per l’UniCal ma anche per l’intera Calabria che si trova in “prima pagina” non per un accadimento tragico, ma per un fatto positivo legato al valore della ricerca scientifica che produce.

La particolarità della ricerca calabrese risiede nell’intuizione, avuta diversi anni fa, d’aver “imbroccato” quello che oggi viene considerato il canale d’indagine più promettente per questa materia: studiare la longevità ricorrendo alla genotica, alla ricerca molecolare e soprattutto all’analisi dei dati raccolti in diverse piccole comunità. Pare infatti questa la “direttiva” scientifica vincente per svelare i segreti di un farmaco che permetterà, magari ai nostri figli, di superare molto agevolmente la soglia dei cento anni. Ricerca, inoltre, che ridimensiona fortemente il valore scientifico di alcune convinzione – come quella della longevità legata ad una dieta ipocalorica – che pure negli anni scorsi grande successo hanno riscosso. Dopo questo lungo “lead”, l’articolo del National Geographic Italia, a firma di Stephen S. Hall, fa una esauriente panoramica sui principali studi internazionali sugli indizi genetici di longevità per concludere nuovamente con la ricerca del prof. Passarino. Viene, infatti, dettagliatamente illustrato il lavoro enorme fatto all’UniCal fin dal 1994, quando si sono iniziati ad esaminare i dati di ben 409 comuni calabresi comparando le storie delle famiglie e i dati fisiologici relativi alla vulnerabilità delle malattie degli individui. I ricercatori dell’Unical hanno dimostrato, dati alla mano, che la longevità dei parenti prossimi dei soggetti più che nonagenari è risultata superiore a quella della media. Ma il dato inatteso è che i fattori genetici chiamati in causa sembrano favorire soprattutto gli uomini. Ma non è tutto. Nei laboratori dell’UniCal è stato scoperto che gli ultra novantenni posseggono un allele (una variante di sequenza di un gene) che svolge un ruolo importante nella digestione e nelle preferenze alimentari ed anche una serie di fattori che influenzano la longevità: la risposta allo stress, il metabolismo dei nutrienti, la gestione e l’utilizzo dell’energia. Una ricerca imponente che sta dando straordinari risultati. Certo siamo ancora lontani dall’ aver trovato il mitico “elisir di lunga vita”, ma in questa direzione, grazie alla ricerca fatta all’UniCal, un importante passo è stato compiuto.

 

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