Occhiuto ad Oliverio: «Calabria allo sfascio». La replica del Governatore: «Parli a vanvera»

COSENZA – Dura presa di posizione del presidente della Provincia e sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto, nei confronti del presidente della Regione Mario Oliverio. «Oliverio sta portando la Calabria allo sfascio, è un governatore che non ha il coraggio delle sue azioni e non può governare la nostra Regione». Secondo Occhiuto, Oliverio non sta dirigendo la sua attività amministrativa verso la risoluzione dei tanti problemi che affliggono i calabresi, ma «passa il suo tempo a ordire congiure e intrallazzi, come è d’uso in una classe politica inetta e furba che ha portato a questo stato un territorio ricco di opportunità e risorse. I calabresi meritano molto di meglio e mi auguro che questa gestione fallimentare della Regione finisca al più presto». Occhiuto entra poi nello specifico: Dietro ogni congiura che riguarda il Comune di Cosenza o la Provincia, c’è sempre lui, il presidente Oliverio, che però non appare mai in prima persona, ma si nasconde per correre meno rischi possibili. E faccio degli esempi concreti: Oliverio ha appaltato la metrotranvia senza le necessarie autorizzazioni e adesso non ha neanche il coraggio di convocarmi, ma preferisce lasciare che sia la ditta appaltatrice a farlo direttamente. Questo per far intendere che lui non c’entra nulla. In effetti, è chiaro a tutti che è proprio lui il vero regista. Per ordire le sue congiure manda avanti i suoi adepti e poi si defila, salvo poi apparire nei condomini, al momento opportuno, per fare campagna elettorale. I cittadini devono sapere – continua Occhiuto – che Mario Oliverio sta bloccando tutti i finanziamenti del Comune di Cosenza, come ad esempio quelli per il completamento di piazza Bilotti o per la realizzazione del Museo di Alarico, senza dimenticare che anche il servizio della circolare veloce, un comodo trasporto pubblico da Cosenza all’Unical, è stato bloccato dalla Regione per favorire gli autotrasportatori locali. Questo modo di agire – continua il presidente e Mario Occhiutosindaco di Cosenza – sta portando al collasso la sanità locale, che – è sotto gli occhi di chi purtroppo è costretto a ricorrere a cure mediche – non ha mai vissuto un periodo così disastroso come quello attuale. In tutto questo, vediamo in corsia medici e infermieri eroici, che fanno turni di lavoro massacranti, cercare di dare la massima assistenza ai pazienti e ai loro familiari che, dal loro canto sono esausti di vivere situazioni da terzo mondo. Possibile che questo modo di agire non gli faccia avvertire nessun senso di responsabilità verso i cittadini, che in questo modo soffriranno di disagi e disservizi?». Occhiuto parla anche dei finanziamenti europei inutilizzati. «In due anni alla guida della Regione, il governatore non ha saputo utilizzare le risorse comunitarie, non avendo ancora programmato un euro della spesa 2014 – 2020. Io, da sindaco del capoluogo, ad esempio, non sono mai stato convocato per contribuire alla programmazione e il rischio concreto è che si perderanno tutte le risorse, mentre quelle poche che saranno intercettate, saranno impiegate in opere completamente inutili, se non addirittura dannose. I personalismi non possono essere usati – continua Occhiuto – come arma per bloccare l’attività di chi ha legittimamente vinto le elezioni, per chi rappresenta i cittadini che hanno liberamente scelto il loro rappresentante. Proprio come sta succedendo alla Provincia, dove si sta vivendo una situazione paradossale. Oliverio, nascondendosi dietro un consigliere provinciale che si sta prestando volentieri al suo gioco, sta solo tentando di impadronirsi dell’ente, non per fare il bene della comunità, ma per continuare a gestire beni pubblici per suo tornaconto, come il Palazzo del Governo o l’Enoteca. Tutto questo facendo leva su rapporti all’interno delle istituzioni e su cavilli giuridici. Ma noi respingeremo ogni attacco con gli strumenti che la legge ci mette a disposizione e denunceremo i responsabili di questi atteggiamenti di chi si arroga il diritto di porsi addirittura al di sopra della legge. Per tutti questi motivi – conclude Occhiuto – invitiamo tutti i calabresi e i sindaci della regione a far di tutto affinché non si perda ulteriore tempo, in quanto due anni di nulla sono più che sufficienti per dimostrare una evidente mancanza di capacità di governare. E la Calabria non ha certo bisogno di perdere ancora tempo. Oliverio ha avuto la sua occasione e ha fallito. La Calabria merita di meglio. Salviamo la Calabria». Pronta la replica del Governatore Mario Oliverio: «E’ proprio il caso di dire che Mario Occhiuto comincia a dare i numeri e parla a vanvera. E’ evidente che alza i toni e punta sulla provocazione, nel chiaro tentativo di rifarsi una verginità. Spera che così facendo possa tirarsi fuori e far dimenticare che egli è stato uno dei protagonisti principali della compagine che con Scopelliti ha condotto la Calabria allo sfascio. Non a caso, in questo primo anno e mezzo il mio impegno dal governo regionale è stato inevitabilmente dedicato prima di tutto a spalare le pesanti e nauseabonde macerie generate dalle loro distruzioni. L’amministrazione della cosa pubblica a Cosenza e in Calabria negli ultimi cinque anni ha conosciuto vere e proprie barbarie e devastazioni. Solo ora potrà aprirsi in Calabria un ciclo virtuoso per realizzare investimenti Oliverio a Reggio Calabriafinalizzati allo sviluppo e alla crescita dell’occupazione e per promuovere iniziative rivolte ad assicurare ai cittadini i diritti primari e costitutivi dello Stato sociale. Solo ora, grazie al lavoro che stiamo svolgendo, si apre la possibilità per una “Calabria normale”, i cui tratti distintivi sono contrassegnati dal principio dell’etica e della legalità. Una Regione siffatta è ovviamente sconosciuta a Mario Occhiuto e ai suoi sodali. Per quanto mi riguarda sono sereno e non sono affatto stupito del nervosismo di Mario Occhiuto. Il suo parlare a vanvera non è l’effetto di un colpo di sole ma è dettato da una sua non celata preoccupazione per il fatto che, alla fin fine, tutti i nodi vengono al pettine. Del resto questo accade quando prevale un uso distorto dell’azione amministrativa ed una concezione privatistica della cosa pubblica».

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