Cosenza, cento di questi anni

Il Cosenza festeggia il suo centenario nel migliore dei modi, battendo l’Aversa Normanna e regalandosi tre punti che accorciano ancora di più le distanze dalla vetta, ora ad una sola lunghezza, allungandole invece dall’ottava posizione, distante ben undici misure dall’armata Cappellacci, che veleggia ormai tranquillamente verso la Lega Pro Unica, coronamento di una stagione contornata da meravigliosi ed indimenticabili momenti.

Le emozioni di una giornata storica partono dai primi minuti successivi all’apertura dei cancelli, con la sfilata delle Vespe storiche appartenenti al club di appassionati del mitico modello Piaggio della città bruzia. Subito dopo queste, fanno il loro ingresso in campo gli sbandieratori di Bisignano, con banda al seguito. Ma è dopo questa kermesse folkloristica che giunge il momento più forte del prepartita: fa il suo ingresso in campo, a sorpresa, la sorella di Denis Bergamini, Donata, la quale, con voce rotta dall’emozione, legge una commovente lettera aperta alla Città di Cosenza: gli scrosci di applausi, i cori per il biondino con il numero otto che tanto fece innamorare i tifosi si sprecano, e Donata ricorda, e ricorda anche Massimiliano Catena e Piero Romeo, uomini legati da un vincolo fortissimo con la città e con la curva di Cosenza. Alle 14, infine, conto alla rovescia e fuochi d’artificio con spettacolo pirotecnico e tanti auguri al nostro amore.

Dalle 14:30 in poi lo spettacolo si sposta in curva ed in campo: prima coreografia ultras meravigliosa, rappresentante il Lupo nella città Vecchia contornato dai colori sociali, poi partita. Cosenza con la maglia del centenario, Aversa in maglia bianca, quella delle vittime sacrificali. I primi minuti sono intensi, ma al dodicesimo lo stadio ammutolisce per qualche secondo prima di esplodere in un boato assordante: Alessandro ruba palla e crossa, Criaco poco prima del limite lascia andare la gamba e fa partire una staffilata al volo che si infila esattamente sotto il sette. I quindicimila del San Vito esplodono con gli occhi sbarrati per il capolavoro del Grillo Parlante, un goal di fattura squisita e di pregio assoluto che non si può non etichettare come assoluto capolavoro.

L’Aversa, benché la mise candida rievochi olocaustiche memorie, non ci sta proprio a fare il vitellino da sgozzare sull’altare e risponde dopo un quarto d’ora con un altro gol spettacolare: azione sulla fascia sinistra, cross in mezzo e rovesciata di Orlando sotto il sette che strappa giusti e sportivi applausi ai presenti, sostituiti immediatamente da bordate di fischi per un’esultanza un tantino esagitata. Ma il Cosenza, ormai si sa, non è mai domo, e rimette la freccia dopo cinque minuti cinque: spettacolare azione offensiva sulla sinistra, Alessandro taglia ed è fermato fallosamente in area, sarebbe rigore ma dalle retrovie come un treno arriva Mannini che scarica una bordata di collo sulla quale l’estremo avversario nulla davvero può. Due ad uno e Cosenza ancora avanti. Prima dell’intervallo c’è tempo per una punizione di Mosciaro che fa vento vicino al montante ed un solare rigore negato ad Alessandro.

Al rientro delle squadre negli spogliatoi, entra in campo l’uomo che più di tutti ha segnato la storia del Cosenza Calcio: Gigi Marulla, 330 presenze e 91 reti segnate in rossoblu. Per fare cifra tonda e festeggiare insieme con la sua società, il bomber di Pescara butta dentro altri nove palloni, arrivando così a quota cento reti per la maglia bruzia. Inutile
descrivere la scontata accoglienza della Curva al suo uomo.


Ricomincia il secondo tempo, ma la partita ha ben poc’altro da dire: il vero spettacolo è il San Vito, che fa partire quattro minuti buoni di ola. In campo c’è tempo solo per un’occasione sprecata da Mosciaro a tu per tu con il portiere avversario e per un gol annullato, sempre ai Lupi, e perso da tutti perché intenti, appunto, nella ola. Al triplice fischio è festa grande, in campo e sugli spalti, con tanto di sfilata di abiti creati dalle ragazze dell’Accademia della Moda e che ripercorrono la storia del Cosenza, esibizione live per “Magico Cosenza” e, soprattutto, taglio della torta per il Presidente Guarascio, tra coriandoli e fuochi d’artificio.

E si conclude così la giornata più bella. Il Capp, uno che bada all’essenziale, forse preferirà il giorno della promozione o, come dice lui, della salvezza. Ma a noi, inguaribili romantici del pallone, questa giornata resterà nel cuore. Il romanticismo, l’amore, sono cose un po’ folli in un mondo che bada al profitto ed al guadagno. Ma in fondo, c’è qualcosa di più folle di rincorrere una sfera di cuoio in mutande per novanta minuti? O, ancora peggio, appassionarsi a chi lo fa? E quindi non prendiamoci sul serio, amiamo questa squadra e diamo dimostrazione di quanto siamo capaci a farlo. Auguri, Cosenza. Cento di questi giorni anni.

Francesco La Luna

COSENZA – AVERSA NORMANNA 2 – 1

MARCATORI: Criaco ’12 pt, Mannini ’31 pt (C); Orlando ’26 pt(A)

COSENZA: Frattali; Mannini, Guidi, Blondett, Palazzi; Asante, Criaco (’27 st Giordano), Corsi; Mosciaro (’33 st Calderini), Alessandro, De Angelis.

AVERSA NORMANNA: Russo; Gennari, Porcaro, Gatto, Balzano; Nocerino (’27 st Djibo), Galizia (‘1 st Di Vicino), Comini; Suarino (’40 st Villanova); Orlando, Vicentin.

AMMONITI: Mosciaro, Asante (C); Gennari (A)

NOTE: 15.000 spettatori.

 

Ph: Andrea Rosito e Gaspare Guzzo.

 

 

ndr: mi scuso, come persona prima che come giornalista, con i tifosi che avrebbero voluto seguire la diretta dell’evento sul nostro giornale. Purtroppo non sono stato in condizione, per disguidi o motivi di altro ordine, di aggiornarvi costantemente, come mi è uso fare ogni domenica, sul risultato. Mi scuso in prima persona per un disservizio del quale non sono io, come detto, la causa. Buon Centenario a tutti, Francesco.

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