Cosenza, finisce a reti bianche l’amichevole con il Rende

Uno scialbo zero a zero, una partita con poche emozioni: sarà anche calcio d’agosto, ma il derby della provincia è l’ipotiposi della noia. Vero è che siamo al 14 di Agosto, vero è che la formazione è sperimentale, vero è che i gradi sono 33, ma la differenza fra le due squadre è davvero ridotta al lumicino: al Capp toccherà ancora lavorare per arrivare preparati alla sfida di Salerno.

Il Cosenza inizia con quella che dovrebbe essere una delle possibili formazioni titolari nell’attesa del ritorno di Cori (ancora affaticamento, fuori da undici giorni), Mosciaro e Zanini, oggi in tribuna: Corsi va a fare il terzino destro, Magli e Blondett al centro, Bertolucci a sinistra, Arrigoni coadiuvato da Criaco e Sassano in mezzo al campo, Tortolano, Calderini ed Alessandro avanti; in porta Saracco.

Partono forte i biancorossi, con due occasioni, benché non nitidissime, nei primi 10 minuti di gioco: prima Adriano Fiore su punizione, poi due colpi di testa in mischia impegnano – ma neanche troppo – il giovane torinista tra i pali, che blocca in tutte e tre le occasioni. Per vedere avanti il Cosenza ci vuole il ventesimo: Tortolano scappa sulla fascia, tiro – cross in mezzo che Mancino deve smanacciare con la mano di richiamo prima che finisca nel sacco. Alla mezz’ora Gigliotti prova a battere Saracco con un pallonetto che finisce di poco alto sulla traversa, mentre il finale arrembante dei rossoblu’ porta in dote un colpo di testa di Calderini che sorvola il legno alto ed una punizione di Criaco ben bloccata dal portiere del Rende.

Il Cosenza inizia la ripresa con Ravaglia e Fornito dentro per Saracco ed Alessandro: benché il clima – meteorologicamente parlando – si rinfreschi, la tensione agonistica nervosa sale, e le squadre, a parte scalciarsi per lunghi tratti della ripresa, combinano ben poco: da segnalare solo le punizioni di Gigliotti – alta – e di Napolano – palo, oltre ad un tiro a giro di Azzinnaro al quale risponde Ravaglia con una parata più plastica che utile.

Si conclude così la prima, vera amichevole degli uomini di Cappellacci: un test più nero che bianco se si guarda la mera realtà, assolutamente normale se si guarda la preparazione, la temperatura ed il calendario: tra due settimane però si fa sul serio, ed all’Arechi (forse) sarà vietato sbagliare.

Francesco La Luna

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