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Cosenza, aggressioni a personale scolastico e sanitari e atti intimidatori: riunione in Prefettura

COSENZA – Ha destato polemica in questi giorni l’aggressione al preside del Liceo Scorza di Cosenza, Aldo Trecroci, da parte del genitore di una studentessa. Il dirigente scoalastico, secondo quanto riferisce, avrebbe ricevuto uno schiaffo dall’uomo mentre stavano colloquiando.

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Cani randagi aggrediscono gli studenti. Caruso, Cimino e Russo: «Comune e Università cestinano ogni proposta»

RENDE (CS) – «Si rincorrono notizie su notizie riguardanti numerose aggressioni da parte di cani randagi ai danni di studenti dell’Università della Calabria nell’area compresa tra il Campus e Quattromiglia. Purtroppo- rendono noto il senatore accademico Nicola Caruso, Mario Russo dell’associazione RDU e il consigliere DISUFerdinando Cimino-  le nostre preoccupazioni dei mesi precedenti hanno trovato conferma nell’aggressione di un branco che pochi giorni fa ha visto ferita una studentessa che ha denunciato anonimamente il misfatto su una pagina Facebook con dovizia di foto e racconto. A lei va la nostra vicinanza e la nostra solidarietà, nonché un augurio di pronta guarigione. Al Comune di Rende e all’Università della Calabria vanno il nostro ringraziamento e il nostro plauso per aver cestinato ancora una volta ogni nostra denuncia o proposta.

Non è la prima volta che, su varie tematiche, anticipiamo i tempi e proviamo a mettere in stato di allerta le Istituzioni prima che sia troppo tardi, ma non è nemmeno la prima volta che ogni nostra iniziativa resta inascoltata.
Già a Marzo 2017 abbiamo proposto l’attivazione di un’oasi canina nel nostro Campus, credendo che un progetto di questo tipo potesse garantire sia un’adeguata sistemazione ai nostri amici a quattro zampe che coinvolgere gli Studenti e le associazioni in un progetto di grande portata sociale.
Un anno dopo, come Consiglio degli Studenti, siamo riusciti ad ottenere una Convenzione con l’ENPA.
Noi Studenti abbiamo fatto la nostra parte, ma le nostre forze evidentemente non possono far fronte a questa emergenza.
La domanda ora è: quando pensano di intervenire le Istituzioni?
La Comunità Accademica non può restare insensibile nè alla richiesta di sicurezza che proviene dagli Studenti, nè al dovere morale e civico di garantire un’esistenza dignitosa ai randagi.
Signor Sindaco, Magnifico Rettore.. se ci siete, battete un colpo!» (Immagine di repertorio)

Minacciava e picchiava violentemente i suoi dipendenti, un arresto ad Acri

ACRI (CS) – Una storia terrificante quella verificatasi nelle campagne di Acri, dal mese di maggio 2017 ai primi di gennaio del 2018.

La storia di tre giovani, due cittadini afghani (in possesso del permesso di soggiorno per motivi umanitari) e un cittadino rumeno, i quali, in stato di indigenza, per 8 mesi hanno dovuto subire le angherie e le minacce del loro “datore di lavoro”, un 52enne di Acri, titolare di un’azienda edile, il quale, approfittando del loro stato di bisogno, li sfruttava quotidianamente facendoli lavorare per 14 ore (7 giorni su 7, dalle 5 del mattino alle 19 di sera, con una sola pausa verso le ore 13 per consumare un frugale pasto adagiati a terra).

Le indagini dopo un’aggressione

Le indagini sono state avviate a seguito dell’aggressione subita da uno dei due ragazzi afghani, un 23enne, il quale, nel pomeriggio del 6 gennaio 2018, si era recato presso l’abitazione del suo datore di lavoro chiedendo la paga spettante. L’uomo, non tollerando la sfrontatezza del ragazzo nell’avanzare la  richiesta, rispondeva con insulti, minacce e, successivamente, all’insistenza del giovane, si armava di badile e lo aggrediva violentemente colpendolo al cranio e lasciandolo esanime in una pozza di sangue.

Il tempestivo intervento dei Carabinieri della Stazione di Acri consentiva di salvare la vita al giovane che, a causa del grave trauma cranico subito, veniva sottoposto a cure intensive dai sanitari dell’Ospedale di Acri prima e di Castrovillari poi.I successivi accertamenti dei militari dell’Arma, coordinati dalla Procura della Repubblica di Cosenza, portavano alla luce la grave situazione che ormai durava da mesi. Secondo quanto ricostruito a seguito delle serrate indagini, il 52enne, titolare di un’impresa individuale, dal mese di maggio 2017, sfruttava, quale manodopera in “nero”, i tre giovani impiegandoli, con orari massacranti e senza giorni di riposo, in lavori edili, nella coltivazione dei campi e nella custodia di animali, il tutto nella più totale assenza di indumenti di lavoro idonei ed apparecchiature mediche in caso di infortunio.

Per tali gravissimi fatti il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Cosenza ha disposto nei confronti del 52enne la misura cautelare degli arresti domiciliari per i reati di “intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro” e “lesioni personali aggravate”.

 

 

 

Rapani: «Aggressione nel carcere di Rossano, il Ministero intervenga»

CORIGLIANO-ROSSANO (CS) – «Nel carcere di Rossano, ancora una volta, si registrano aggressioni agli uomini della polizia penitenziaria. Atti non più tollerabili perché non si può mettere a repentaglio la vita nel servire lo Stato. Ai cinque agenti aggrediti da tre terroristi islamici giunga la solidarietà mia personale e di Fratelli d’Italia».

Lo afferma il coordinatore regionale del partito, Ernesto Rapani, che ricorda come spesso Fdi si sia interessata al tema sicurezza in carcere, soprattutto presso il penitenziario di Rossano, dove troppo spesso si sono verificati episodi del genere.

«Il Ministero della Giustizia intervenga, una volta per tutte, anche perché – prosegue il dirigente nazionale del partito della Meloni – Rossano ospita diversi terroristi internazionali. Si rimpingui la pianta organica della polizia penitenziaria e si metta nelle condizioni gli agenti di poter lavorare in tutta sicurezza. I cinque uomini sono stati aggrediti, e qualcuno di questi è stato curato presso ospedale, perché stavano accompagnando in isolamento quei detenuti che per protesta, qualche momento prima, avevano devastato le loro celle. Rossano ospita 215 detenuti, ben ventidue di questi stanno scontando pene per reati di terrorismo internazionale: lo Stato garantisca un migliore servizio».

Rapani rammenta, infine, come proprio la casa di reclusione di Rossano sia stata oggetto di diverse iniziative sulla sicurezza da parte della sezione locale, ma anche di un’interrogazione parlamentare, sollecitata proprio da Rapani al capogruppo della Camera dei Deputati, Fabio Rampelli, durante la scorsa legislatura, ricevendo «in tutta risposta – conclude il coordinatore regionale di Fdi – che la struttura rossanese è una delle più attrezzate sia come pianta organica della polizia penitenziaria, che per i livelli di sicurezza. Eppure, questi episodi continuano a verificarsi. Mi auguro che chi di dovere intervenga prima che sia troppo tardi».

Giovane aggredisce e minaccia sua madre

PLACANICA (Rc) – Un uomo di ventiquattro anni minaccia la madre e incendia un divano nella propria abitazione. Il giovane, riconosciuto mentalmente infermo, è stato ricoverato in un ospedale psichiatrico-giudiziario. La donna si è vista costretta a trasferirsi insieme al figlio minorenne, dopo le minacce e le aggressioni subite.

Corigliano, continuano le aggressioni

CORIGLIANO CALABRO (COSENZA) – Sei persone sono state arrestate dai carabinieri di Corigliano Calabro per lesioni gravi  per due diverse aggressioni.

Si tratta di Primo Francesco Arcuri, 24 anni, Eugenio Gencarelli (21), David Leo (22), Francesco Bombarola (21), Pacino Mauri Godino (34) e Cosimo Di Novi (32), le indagini continuano per capire i motivi delle aggressioni.

A Corigliano c’e’ stato un drammatico aumento di episodi violenti per i quali gia’ 30 persone sono state arrestate dall’inizio dell’anno.