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Oliverio al convegno Agri&Cultura, «Strategico il ruolo dell’agricoltura»

REGGIO CALABRIA – Il presidente della Regione Mario Oliverio ha partecipato nella tarda serata di ieri ad un interessante convegno promosso da Confagricoltura Calabria ‘presso la Sala Conferenze del Museo Archeologico di Reggio Calabria sul tema: “Agri&Cultura: il cibo è storia, la terra è ricchezza”. All’incontro-dibattito, moderato dal giornalista Paolo Pollichieni  e introdotto dai saluti del Commissario provinciale di Confagricoltura Reggio Calabria Marino Scappucci, sono intervenuti anche il Presidente Nazionale di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, il Direttore del MaRc Carmelo Malacrino, il presidente di Confagricoltura Calabria Alberto Statti e il presidente del Consiglio regionale della Calabria Nicola Irto.

Nel corso del suo intervento Oliverio ha sottolineato il ruolo che, in questi anni ha svolto l’agricoltura in Italia e in Calabria.

«Oggi -ha detto- il made in Italy nel mondo passa attraverso l’enogastronomia e, in particolare, attraverso le produzioni agroalimentari. Rispetto a questo dato, che si esprime attraverso un forte aumento dell’export, la Calabria ha saputo ritagliarsi un ruolo importante grazie al lavoro degli imprenditori del settore e, soprattutto, grazie alla immissione di nuove energie, di una nuova leva di giovani nell’agroalimentare. L’enogastronomia, legata all’identità del territorio, si è fatta spazio e sta crescendo una nuova cultura, un nuovo modo di affrontare i mercati che procede di pari passo con la valorizzazione delle identità e del territorio e, quindi, con la promozione dell’offerta turistica regionale. Gli imprenditori sono diventati più intraprendenti e hanno capito che per essere forti devono cooperare e fare rete. Noi stiamo aiutando molto questo processo. Abbiamo messo in campo con il Psr oltre un miliardo di euro ed abbiamo dato spazio  al settore agroalimentare anche negli altri strumenti della nostra programmazione. Nell’accordo di Programma che abbiamo sottoscritto con Invitalia e Mise, tanto per fare un esempio, per quanto riguarda i Contratti di Sviluppo abbiamo indicato l’agroalimentare e il turismo come i settori prioritari su cui investire. Complessivamente ammontano a 60 milioni di euro le risorse messe a disposizione dalla Regione, a ottanta milioni quelle del Fondo Nazionale a cui si aggiungono i novanta milioni di euro decisi dal Cipe nella riunione del 28 febbraio scorso. La seconda scelta che abbiamo compiuto è quella di agevolare l’inclusione dei giovani in agricoltura attraverso due step con cui abbiamo già immesso nel settore 960 giovani e prossimamente pubblicheremo un ulteriore bando attraverso cui ne immetteremo altri mille.  Stiamo facendo, insomma, la nostra parte, anche se permangono ancora diversi problemi sia in rapporto con l’Europa che con il governo nazionale che, se non risolti, rischiano di rallentare il processo di avanzamento in atto. Uno dei problemi più urgenti è quello dello snellimento delle procedure, a partire dai pagamenti. C’è un meccanismo strano nel nostro Paese: le Regioni hanno la gestione del Psr e delle risorse, ma il pagamento avviene attraverso il SIN. E’ un nodo, quest’ultimo, che deve essere affrontato e risolto al più presto, insieme al problema della ricapitalizzazione delle imprese».

Il presidente della Regione, infine, ha affrontato il problema della trasparenza e della legalità delle procedure anche nel settore agricolo.

«Non ci può essere nessuna crescita -ha aggiunto Oliverio- senza l’affermazione di una cultura della legalità e della riconquista di fiducia da parte di quanti operano in questo settore. Le istituzioni, in questo senso, devono essere un punto di riferimento credibile. Noi, per favorire questo approccio abbiamo adottato, non senza difficoltà, il metodo della digitalizzazione che elimina discrezionalità e distorsioni e assicura oggettività e trasparenza nell’accesso delle risorse. Attraverso questo metodo viene meno la logica di scambio che ha caratterizzato per troppo tempo il rapporto tra pubblica amministrazione e cittadino nella nostra regione».

 

 

 

Eventi calamitosi in provincia di Reggio Calabria, Coldiretti chiede sopralluoghi

REGGIO CALABRIA – Eventi calamitosi avversi caratterizzati da venti forti e precipitazioni temporalesche persistenti per oltre 22 ore nei giorni del 3 e 4 gennaio 2018 hanno interessato le aree della fascia jonica nella provincia di Reggio Calabria. Gli uffici tecnici della Coldiretti hanno già avviato sul territorio i sopralluoghi per la stima dei danni   verificando che gli eventi ventosi si sono fortemente manifestati  nei comuni  di Bianco, Africo, Brancaleone, Palizzi, Bova, Bova Marina, Condofuri, San Lorenzo, Roghudi, Roccaforte, e Montebello Ionico, la maggior parte delle aziende agricole ricadenti in questa area, hanno registrato danni strutturali sulle coperture di capannoni, edifici rurali e civili, ma in modo particolare i danni si sono manifestati sulle piante di  bergamotto con molti casi di sradicamento e rottura della branche principali, ovviamente la produzione è totalmente caduta a terra rendendo i frutti ormai inutilizzabili,  negli uliveti si registrano rottura di rami e branche principali, sradicamenti,  i teli per la raccolta delle ulive sono stati in gran parte strappati e danneggiati ormai inutilizzabili con completa perdita delle ulive ancora non raccolte  per la cascola causata dal forte vento. Ingenti danni si sono verificati sulle strutture serricole nei  comuni di san Lorenzo, Condofuri, Palizzi e Brancaleone dedicate alla produzione di colture orticole ad alto reddito come pomodori e altre, con strutture completamente divelte dal vento comprese coltivazioni in pieno campo sulle quali persino le strutture pacciamanti sono state smantellate. Danni su impianti fotovoltaici in diverse aziende, nonché alle strutture di copertura per ricovero bestiame e attrezzi diffuse su tutto il territorio.

La richiesta di Coldiretti Calabria

La Coldiretti di Reggio Calabria chiede al Dipartimento Agricoltura della Regione Calabria di avviare le procedure di ispezione e controllo al fine di stimare i danni reali alle imprese agricole danneggiate al fine di dichiarare lo stato di calamità naturale. «Dal 2012  – annota Molinaro Presidente di Coldiretti Calabria – diverse sono state  le calamità naturali decretate che hanno riguardato l’agricoltura calabrese con diversi milioni di euro già stanziati e fermi nelle casse della Regione.  Chiediamo al Presidente Oliverio un impegno particolare su questo fronte per ristorare gli agricoltori».