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Tragedia di Buonvicino, ancora gravi le condizioni di Romina Maiolino. Il sindaco proclama il lutto cittadino

Romina MaiolinoCOSENZA – Sono gravi ma stazionarie le condizioni di Romina Maiolino, la donna di 36 anni, madre della piccola Gaia Piccaro di sei anni, deceduta a Buonvicino, sul Tirreno cosentino, probabilmente per le esalazioni da monossido di carbonio, emesse dall’impianto di riscaldamento. La piccola è stata rinvenuta senza vita sul letto accanto alla madre, che adesso è ricoverata in prognosi riservata nel reparto di Rianimazione dell’ospedale di Cosenza. La donna è sedata. Secondo quanto si è appreso i medici nelle prossime ore proveranno a svegliarla La prognosi però rimane riservata. Intanto, proseguono le indagini – coordinate dal procuratore capo di Paola Bruno Giordano e dal sostituto Maria Camodeca – per cercare di chiarire l’accaduto. In particolare, sono all’opera i tecnici dei vigili del fuoco che stanno cercando di accertare la causa del malfunzionamento dell’impianto di riscaldamento, allacciato a un bombolone Gpl esterno all’abitazione. Nel corso della giornata sono state condotte una serie di perizie tecniche e di sopralluoghi nello stabile in cui Romina Maiolino abita. Il corpo della piccola Gaia sarà sottoposto all’esame autoptico per stabilire con certezza le cause del decesso. Ricostruiti anche i drammatici momenti della tragica scoperta. Il cognato della donna, non ricevendo alcuna risposta dalla camera da letto dove dormivano Romina Maiolino e la piccola Gaia, è entrato nella stanza e, verificata la gravità della situazione, ha allertato i soccorsi che sono stati immediati. Purtroppo la bambina era già morta mentre la mamma era ancora in vita ma fortemente intossicata. Per questo si è reso necessario l’intervento dell’ambulanza per il trasferimento all’Annunziata. L’ipotesi del monossido di carbonio ha cominciato a prendere corpo quando la sostanza tossica è stata rilevata dalle analisi del sangue della donna. Il riscaldamento dell’abitazione comporta l’utilizzo di termoconvettori alimentati a gas ed è probabile che uno dei bruciatori abbia cominciato a liberare il gas tossico. A breve arriveranno a questa tesi le conferme, o le smentite, ufficiali.

Rimane il dolore di una intera comunità, espressa dal sindaco di Buonvicino, Ciriaco Biondi: “Siamo tutti colpiti da questa tragedia – ha detto – La morte di una bambina di sei anni non può essere facilmente accettata. Siamo tutti in lutto per la scomparsa della piccola e siamo in trepidazione per le sorti della madre. Certamente proclameremo il lutto cittadino non appena sarà stabilita la data dei funerali della piccola. Come segno tangibile di affetto per la famiglia, invito la comunità a non far esplodere botti nella notte di Capodanno».

Tragedia a Buonvicino, bimba muore intossicata dalla stufa difettosa

Romina MaiolinoBUONVICINO (CS) – Sarebbe deceduta per intossicazione da ossido di carbonio la bimba di sei anni morta questa mattina mentre dormiva nel lettone dei genitori accanto alla madre a Buonvicino, centro montano del Tirreno cosentino. A compiere la terribile scoperta è stato il cognato della donna che ha subito allertato il 118. I sanitari giunti sul posto non hanno potuto far altro che accertare il decesso della bambina, mentre la madre, Romina Maiolina, 36 anni, è stata trasferita all’ospedale dell’Annunziata di Cosenza in stato di semincoscienza, in condizioni critiche con l’elisoccorso. Nell’abitazione dove si è consumato il dramma, oltre alla piccola e sua madre, si trovavano il cognato e i nonni paterni e materni. Sul posto si sono recati i carabinieri della stazione di Diamante e il pm di turno Maria Camodeca che assieme al procuratore capo del tribunale di Paola, Bruno Giordano, stanno coordinando le indagini. Dalle prime analisi compiute dal medico legale sul corpicino della piccola non emergerebbe alcun segno di violenza mentre sarebbero visibili gli effetti dell’intossicazione da esalazioni di ossido di carbonio. Per questo gli inquirenti propendono come causa di morte l’incidente domestico legato appunto all’impianto di riscaldamento. Prima di disporre l’autospia gli investigatori attendono che la madre riprenda coscienza per comprendere l’esatta dinamica dell’incidente. In corso sull’impianto di riscaldamento anche le verifiche tecniche da parte dei vigili del fuoco del distaccamento di Scalea. Secondo le prime ipotesi, a provocare il dramma sarebbe stato il malfunzionamento dell’impianto stesso che serve tutto il palazzo dove vivono anche gli altri parenti della donna. L’impianto è allacciato ad un bombolone di Gpl esterno all’abitazione. 

Processo sul caso Marino: Tutti Assolti

la legge è uguale per tuttiAssolti perché il fatto non sussiste. E’ quanto sostiene il giudice Manuela Gallo, chiamata a valutare, a quasi quattro anni dal suo inizio, uno dei processi più sofferti tra quelli mai passati dal Tribunale di Cosenza, quello legato al decesso, per sindrome da attivazione macrofagica, di un giovanissimo adolescente, Romano Marino, tredici anni al momento della morte.

Romano Marino è deceduto per una malattia tanto rara quanto difficile da individuare e nei suoi riguardi sono state somministrate da parte del personale medico coinvolto, tutte le cure necessarie secondo il protocollo. Perché se è vero che bisogna rispettare i dettami di quest’ultimo, è altrettanto vero che ciascun caso è oggetto di gestione a se’ ‘”. Questo quanto voluto dimostrare e quanto dichiarato dagli Avvocati della difesa, ieri presso il Tribunale della cittadina, in una requisitoria oltremodo longeva volta a stabilire l’innocenza del Dott. Sperlì e dell’ equipe medica che, all’epoca dei fatti, ebbe in cura l’adolescente. Nessuna omissione, nessun errore, nessuna indampienza, dunque, da parte del  primario dell’ Annunziata di Cosenza e di Rosanna Camodeca, Vittoria Greco, Rosaria De Marco, Marianna Neri e Clementina Rossi,rei, unicamente, di aver fatto quanto in loro potere per salvare lo “sfortunato” ragazzo.

Tra i motivi, addotti dalla difesa, la difficile identificazione di una malattia che in Italia si manifesta in un rapporto 1/2000, quale la sindrome di Mas, e che non presenta una sintomatologia chiara ed evidente, la mancata individuazione di quella che avrebbe dovuto essere la condotta da sostenere da parte del personale medico nonché l’applicazione corretta, a dire della difesa, della terapia prevista dal protocollo in presenza di tale sintomatologia. Un verdetto spiazzante per la parte civile e per i familiari del piccolo Romano che dichiarano di non trovare alcuna giustizia di fronte a questa decisione.

 

Lia Giannini

 

La solidarietà dell’Assessore Bozzo verso i medici dell’Annunziata colti da malore

COSENZA – L’Assessore alla qualità della vita e alla Sanità Massimo Bozzo dichiara: “Esprimo tutta la solidarietà dell’Amministrazione comunale, anche a nome del Sindaco Mario Occhiuto, ai tre medici dell’Ospedale di Cosenza che nei giorni scorsi, probabilmente a causa dello stress accumulato a causa dei turni massacranti cui sono stati costretti dalla insostenibile situazione che sta vivendo il presidio ospedaliero dell’Annunziata, sono stati colti da grave malore nell’esercizio del loro dovere. Di questo passo, l’Ospedale dell’Annunziata non sarà più nelle condizioni di assicurare quelle prestazioni sanitarie in grado di tutelare adeguatamente il diritto alla salute dei cittadini. Non è possibile che si sfiori la tragedia e che si richieda uno sforzo sovrumano a chi, con encomiabile sacrificio e manifestando grande spirito di servizio, continua a garantire le prestazioni, mettendo a repentaglio la propria vita. Noi come Amministrazione comunale non arretreremo di un millimetro e proseguiremo la battaglia intrapresa per contribuire a risolvere la situazione di emergenza della sanità cosentina, con particolare riferimento al Pronto Soccorso dell’Ospedale. È necessario  far fronte alla carenza di personale con tutte le soluzioni praticabili per superare l’attuale fase di grave difficoltà in cui versano l’Ospedale cittadino e il suo  Pronto soccorso, afflitto da un’inaccettabile carenza di personale che impedisce di fatto la copertura dei turni richiesta dal servizio e che riversa, su poche unità, carichi di lavoro ai quali si riesce a far fronte solo sottoponendosi ad usuranti tour de force. Il quadro è ormai notevolmente compromesso, anche perché ci risulta che non vengano rispettate le linee guida della Società Italiana di Emergenza-Urgenza. Non c’è più tempo per attendere. Bisogna, senza ulteriore indugio, ripristinare quelle condizioni di civiltà, di dignità del lavoro e dei livelli di assistenza che devono essere primariamente assicurati se veramente si vuole tornare a parlare di sanità, in termini seri”.

Situazioni di stress per i medici dell’Annunziata per i tagli al personale: due colti da infarto e uno da ictus

Il sindacato dei medici italiani denuncia il fatto che all’Annunziata di Cosenza dove i camici bianchi lavorano “in situazioni di continuo stress”, due medici sono stati colti da infarto ed un terzo da ictus. Infatti, in una nota, il vicepresidente nazionale  del sindacato, Cosmo De Matteis, interviene  sulle criticità del nosocomio bruzio:  “I medici lavorano in condizioni gravissime con carichi enormi a causa dei tagli al personale. Così sono a rischio tanto la salute dei professionisti quanto quella dei cittadini: non vorremmo che anche nella nostra realtà si registrassero casi tragici come quello avvenuto in Sicilia in queste ore. Poche risorse, riduzione dei medici e dei posti letto e, a diversi mesi dalle elezioni regionali, nessuna decisione su chi deve guidare la sanità calabrese, che va verso il caos. È ora di intervenire, così i medici non possono dare un servizio adeguato ai pazienti. Non è solo una drammatica casualità che in pochi giorni due colleghi sul posto di lavoro siano stati colpiti da infarto, per fortuna senza un triste epilogo. Chiediamo intanto che si decidano i nuovi vertici politici della sanità, quindi che si chiuda l’era dell’austerità e dello smantellamento dei nostri servizi ospedalieri e del territorio. La sanità è un investimento non una semplice voce di spesa, è un parametro importante di misurazione della qualità del nostro welfare.”