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L’appello per salvare la cooperazione bibliotecaria in Calabria

VIBO VALENTIA – Di seguito riportiamo la lettera trasmessa al Presidente della Giunta Regionale della Calabria, Mario Oliverio, dall’Associazione Italiana Biblioteche – Sezione Calabria, dal Sistema Bibliotecario vibonese, lametino, jonico, della Valle dell’Esaro e di San Giovanni in Fiore:

«Gentile Presidente,

mi rivolgo a lei, consapevole della sua attenzione per i numerosi problemi della Calabria per segnalarle la strana dicotomia di atteggiamenti e comportamenti sul tema biblioteche e cooperazione bibliotecaria in Calabria.

 Da una parte si manifesta una forte richiesta di biblioteche moderne da parte di molti enti locali che vogliono qualificare civilmente e culturalmente le loro città grandi e piccole. Potrei citare nell’ultima settimana le richieste che a questo Sistema Bibliotecario sono pervenute da Ricadi, Parghelia, Dasà, Ionadi, Locri e Marina di Gioiosa Ionica.

Dall’altro, pur nel mutare delle amministrazioni e degli orientamenti politici, si continua a registrare una sottovalutazione complessiva del valore delle biblioteche pubbliche e una conseguente inerzia a sostenerle e indirizzarle.

Casi rappresentativi ma non esaustivi di questo atteggiamento sono l’incerta sorte della civica di Cosenza, con tutto quello che essa significa in termini di tradizione e di patrimonio e, ugualmente grave, il de-finanziamento della cooperazione bibliotecaria prevista dalla legge regionale 17/85.

Una decisione questa che risale al 2008, al punto più alto della crisi finanziaria degli enti locali e delle regioni. Una scelta negativa è inutile che la maggior parte delle regioni e degli enti locali si è ormai lasciata alle spalle.

Attualmente in molte regioni si assiste a un ritorno del sostegno alle reti bibliotecarie; lo stesso Mibac, il quale, pur avendo delegato da decenni le competenze in materia di biblioteche pubbliche alle Regioni, ha, nella recente legge di bilancio, istituito un piccolo capitolo di spesa in favore delle reti bibliotecarie locali, anche per supplire al ruolo che avevano le province in materia prima della riforma Del Rio.

Ovunque, ma non in Calabria, dove la cooperazione bibliotecaria è abbandonata a se stessa, essendo ancora disapplicata la legge regionale 17/85 che prevedeva il sostegno della Regione ai sistemi bibliotecari territoriali.

Ora, volendo, e senza provocare disastri finanziari, si potrebbe ripristinare un piccolo fondo di bilancio a favore dei sistemi bibliotecari, sarebbe una somma modesta se si tiene conto che quelli operativi sono 3 o 4 e che 50.000 euro anno sarebbero sufficienti. Non più di 200.000 euro nell’immediato, che potrebbero arrivare a 500.000 se volessimo estendere le reti di cooperazione a tutta la regione, arrivando a 11 sistemi: 4 nella provincia di Cosenza, 2 in quella di Catanzaro, 1 a Vibo Valentia e 1 a Crotone e 3 in provincia di Reggio.

A questa forma di sostegno potrebbe essere unita anche la possibilità di assegnare ai sistemi alcune unità di personale regionale, da attuare con una semplice modifica alla già richiamata legge in materia di biblioteche, la 17/85.

Una piccola riforma che renderebbe più civile la nostra regione attraverso la creazione nel tempo di una grande rete di moderne biblioteche centri culturali.  Gli esempi cui fare riferimento non mancano, in particolare il Sistema Bibliotecario Vibonese, il primo a essere costituito, che è diventato un’eccellenza a livello nazionale per i servizi di lettura e culturali che offre ai cittadini della provincia di Vibo Valentia, per la sua capacità di organizzare e gestire biblioteche e attività culturali, ma che non potrà sopravvivere contando solo sull’adesione incerta dei piccoli comuni del Vibonese.

Spero quindi che quest’appello non cada nel vuoto e che la Calabria e le sue istituzioni trovino presto, così come già stanno facendo altre regioni, il modo per sostenere la cooperazione bibliotecaria.

Sarebbe una decisione politica nell’interesse dei calabresi e della loro crescita culturale, significherebbe dotare le città della regione – come ha autorevolmente scritto Antonella Agnoli neo assessore alla cultura della città di Lecce – di efficaci piazze del sapere e della cittadinanza; di luoghi collegati con le scuole e le associazioni, dove leggere, studiare, sperimentare, fare cultura insieme per persone di ogni età.

Tutto questo credo sia alla nostra portata, sarebbe un segnale importante che la società calabrese vuole veramente crescere, e che la politica non è sorda ai richiami della società civile».

 

 

 

 

 

Candelise ( RSU Regione Calabria) a Carlo Tansi: “basta sotterfugi, vogliamo certezze”

Catanzaro ( Cz) – “Quando il dott. Tanzi fu incaricato di assumere la direzione della Protezione Civile della Regione Calabria, – ha dichiarato Candelise membro RSU Regione Calabria- tutti, dipendenti e cittadini comuni, lo accogliemmo quasi come un santo guaritore in cui confidare per la risoluzione dei molteplici problemi che esistevano nel settore di Protezione Civile e portatore idee innovative e risolutive nella gestione delle mille criticità che il territorio calabrese non si è mai fatto mancare. Amaro, molto amaro, è stato lo scontro con la dura realtà, laddove ci siamo dovuti nostro malgrado arrendere all’evidenza dei fatti ossia che il dott. Tanzi ha come suo unico fine quello di apparire il più possibile sui media a scapito del buon funzionamento del Settore di Protezione Civile”. “Tali affermazioni – ha proseguito sempre Candelise – sono purtroppo suffragati da atti amministrativi e dichiarazioni oramai di pubblico dominio quotidiano. Ultimo l’episodio clamoroso  che ci ha fatto letteralmente saltare dalla sedia è il DDG n. 1513 del 25 febbraio 2016 proposto dal dott. Tansi con cui, pur mantenendo aperti gli uffici di Crotone e Vibo Valentia, li relega di fatto ad un ruolo veramente minimalee di scarsa utilità ai rispettivi territori di competenza dimenticandosene, con assoluto dimenticanza del passato, che sono da sempre stati primo tassello nel mosaico della gestione delle emergenze”. “A tale circostanza – ha aggiunto  ancora Candelise – che ha oramai creato uno stato incancrenito di malessere ed agitazione in noi lavoratori diciamo basta. Basta davvero. Questa mortificazione, così tremenda, la sentiamo sulle nostre spalle e rappresenta, per certi versi, la sconfitta di noi tutti. Occorre, oggi più che mai, che il dott. Tansi faccia chiarezza subito, basta sotterfugi. I lavoratori di Crotone e Vibo Valentia hanno il pieno diritto di sapere quale sarà il loro futuro. Tale stato di cose, che sta rapidamente giungendo al culmine di tolleranza, ove non si dovesse riscontrare una immediata e tangibile inversione di rotta nell’operato del dott. Tanzi, tra cui l’urgente rettifica del DDG 1513/2016, vedrà questa RSU obbligata a farsi portavoce delle rimostranze dei lavoratori i quali non ci limiteremo a indignarci, ma intendiamo darci da fare e per realizzarlo siamo pronti a mobilitarci anche attraverso forme di manifestazione collettiva e di protesta. La mia straordinaria esperienza come lavoratore della Protezione Civile  non può rischiare di dare più spazio alle vergogne e alle reiterate nefandezze consumate in questi giorni dal dott. Tansi cui rivolgo un accorato appello affinché, attraverso un forte senso di responsabilità, possa porre fine a questo stato di confusione e incertezza ormai consolidate”

Graziano prossimo alla decadenza, ma l’esponente di Forza Italia ha pronto il piano B: candidarsi a sindaco di Rossano

Rossano una vedutaCATANZARO – Volge al termine l’esperienza di Giuseppe Graziano tra i banchi di Palazzo Campanella. A breve infatti, la Corte d’Appello di Catanzaro pronuncerà la propria sentenza in merito al ricorso presentato da Gianluca Gallo, primo dei non eletti della lista Casa delle Libertà per la circoscrizione di Cosenza. A meno di clamorosi stravolgimenti, i giudici dovrebbero confermare il dispositivo di primo grado: Graziano non ha rispettato i termini e i tempi per mettersi in aspettativa dalle sue funzioni esercitate nel Corpo Forestale dello Stato e per questo, era ineleggibile. E mentre Gallo scalda i motori per tornare ad occupare l’ambito scranno in Consiglio Regionale, Graziano ha già pronto un piano B. Non è un mistero che dietro la decadenza del sindaco di Rossano Giuseppe Antoniotti, ci sia la longa manus proprio di Graziano; il coordinatore provinciale di Forza Italia avrebbe convinto alcuni consiglieri comunali della città bizantina, fino a ieri strenui sostenitori del primo cittadino in carica, a sottoscrivere le dimissioni insieme ai membri dell’opposizione. L’obiettivo: sottrarre ad Antoniotti, che coltivava ambizioni di ricandidatura, la macchina amministrativa negli ultimi mesi di un mandato che era comunque destinato a terminare con le elezioni della prossima primavera. L’addio di Antoniotti ha il sapore di un passaggio di consegne per quanto concerne la leadership azzurra a Rossano e, più in generale, lungo la fascia jonica cosentina. Dal predominio di Giuseppe Caputo, che aveva anche piazzato il figlio Guglielmo nell’esecutivo guidato da Antoniotti, si passa all’asse Graziano-Rapani. Ernesto Rapani è infatti il candidato a sindaco in pectore del centrodestra, anche se la prossima decadenza di Giuseppe Graziano da consigliere regionale, potrebbe modificare i programmi.

Giuseppe Graziano
Giuseppe Graziano

Non è escluso infatti che l’ex comandante regionale del Corpo Forestale dello Stato decida di tornare subito in pista e di candidarsi in prima persona alla carica di sindaco di Rossano. Intanto Antoniotti, dopo che questa mattina le dimissioni di 13 consiglieri su 24 sono state formalizzate davanti ad un notaio, ha rilasciato una dichiarazione al vetriolo attraverso il suo profilo facebook, che qui riportiamo integralmente.

“Care amiche e cari amici, come sempre vi scrivo con il cuore e senza peli sulla lingua. Ho letto le centinaia di attestati di stima, di vicinanza e sincero affetto che in queste ore mi avete espresso, sia in privato che pubblicamente. Ed è proprio vero, come diceva qualcuno, che probabilmente il 17 Novembre 2015 passerà alla storia della Città come la giornata dell’infamia. Nella quale 13 cittadini, rappresentanti del popolo, hanno sottoscritto un patto notarile per sfiduciare il Sindaco. Un atto, questo, che non può non prestarsi a riflessioni e

Giuseppe Antoniotti
Giuseppe Antoniotti

considerazioni. Innanzitutto, per chiarire i perché di questa scelta, di questa decisione. Perché sfiduciare un Sindaco dal notaio rinunciando al confronto politico pubblico, in Consiglio comunale, durante il quale si sarebbero potute dare a tutti i rossanesi ampie e motivate giustificazioni del gesto? Perché, ancora, sfiduciare un Sindaco a pochi mesi dalle elezioni e per di più all’indomani che lo stesso aveva annunciato la sua intenzione di volersi ricandidare? Questo dopo 4 anni e mezzo di governo della Città e dei problemi del territorio ampiamente condiviso con la maggioranza e la squadra amministrativa, durante i quali, nel limite democratico dei ruoli e delle linee di mandato, ognuno è stato libero di promuovere le proprie idee. Ognuno, nessuno escluso. E tutti sono stati co-protagonisti dei risultati, sia di quelli raggiunti sia di quelli che ancora dobbiamo raggiungere. E non mi riferisco a tutti quei problemi di fronte ai quali un Sindaco o un qualsiasi amministratore locale non avrebbe potuto far nulla se non trasmettere e far capire la sua indignazione. Lo ripeto con vanto: abbiamo governato con il cuore questa Città ed oggi questa sfiducia rimane incomprensibile, prima di tutto all’opinione pubblica. Ma non mi intimorisce. Anzi, mi da ancora più coraggio e “fiducia” di andare avanti e percorrere la strada intrapresa nel 2011. Sono consapevole dell’impegno che ho messo a disposizione della mia Città e sicuramente non mi tiro indietro. La mia forza sono i cittadini rossanesi, che conoscono la mia storia politica e personale. Andrò avanti, con il supporto della mia gente. Torno a casa a testa alta sicuro di aver servito la Città di Rossano, la Città del Codex, con tutto me stesso e senza mai risparmiarmi”. Adesso a Rossano arriverà un commissario prefettizio, probabilmente sarà nelle condizioni di insediarsi già lunedì prossimo.

Appello di Lucio Presta e Klaus Davi: Calabria in ginocchio, Roma non dimentichi

Twet Presta DaviROMA – Calabria in ginocchio, Roma non dimentichi. Lucio Presta e Klaus Davi insieme per sensibilizzare le istituzioni ad intervenire a sostegno delle popolazioni colpite dal maltempo di questi giorni. “Con l’amico Lucio Presta rivolgiamo un appello a ministri, senatori, parlamentari e intellettuali, affinché laCalabria non sparisca tra tre giorni dall’agenda politica e non sia dimenticata da Roma. La ferita che sta subendo in questi giorni è profondissima. Nelle prossime ore sarò giù per stare vicino ai cittadini calabresi e documentare il disastro avvenuto” scrive Klaus Davi. Immediato il retweet dell’agente delle star e candidato alla poltrona di sindaco di Cosenza Lucio Presta: “Sia io che il mio movimento Amo Cosenza siamo pronti a fare. I calabresi stanno sempre a testa alta”.

Farsa in scena al D’Ippolito, la Beretti ci mette la faccia

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Vigor Lamezia “improvvisata” alla prima in casa, l’agonia continua.

Probabilmente, anche a Palmi, Domenica, succederà qualcosa di simile: Beretti sul rettangolo di gioco, a prendere l’imbarcata, a metterci la faccia (oltre che il cuore, senza dubbio, motivo per cui va un enorme plauso a dei ragazzini buttati nella mischia da una società silente e assente), a farsi carico, sul campo, (perchè non sembrerebbe, di questi tempi, ma il campo ancora conta qualcosa) di responsabilità che gravano, in realtà, su spalle altrui.

Oggi probabilmente la Vigor Lamezia ha toccato il fondo, magari lo ha anche raschiato, perdendo malamente e senza segnare contro lo Scordia una partita che all’ora di pranzo si sperava potesse essere ancora rinviata, nell’attesa che il Coni si pronunciasse definitivamente sul ricorso alla sentenza di secondo grado della giustizia sportiva che ha ammesso il Messina in D e catapultato la società di Torcasio e Butera nell’inferno della D.

5 reti per gli ospiti guidati dal “mito” Giorgio Corona contro una Vigor scesa in campo da vittima sacrificale. Cronaca di poco conto, dunque, relativamente a quanto riguarda un match che, anche se con un risultato differente, ha fatto ricordare la clamorosa sconfitta che i giovani biancoverdi hanno dovuto subire con l’Akragas in Coppa, ancora prima della sentenza di primo grado che aveva “graziato” la Vigor Lamezia.

Nel frattempo il Coni prenderà una decisione definitiva sull’eventuale riammissione della società di Via Marconi in Lega Pro il prossimo 23 Settembre.

Prima, però, ci sarà la partita contro la Palmese. La società continuerà a far silenzio e a buttare in campo la Beretti o proverà a riabilitarsi in quanto a dignità, uscendo dall’imbarazzante tunnel dell’apatia che la caratterizza? Non che Lega e istituzioni sportive stiano facendo bella figura, sia chiaro, ma una società così assente è una pugnalata ben più dolorosa di una sconfitta casalinga contro il “Città di Scordia”. E il che, con tutto il rispetto per i siciliani, è tutto dire.

In un modo o nell’altro, il 23 Settembre l’agonia finirà.

MORELLI GIACINTO