COSENZA – Con la partenza di ieri mattina alle 7.45, dalla sede cosentina del Coni, è iniziata la giornata promossa dall’Associazione Libera (Associazioni Nomi e numeri contro le mafie) dal nome “Il giro della luce”. Nove ciclisti si sono recati a Roseto Capo Spulico con le proprie bici nel punto dove Denis Bergamini perse la vita nel lontano 1989, portando la propria manifestazione di vicinanza nei confronti del calciatore cosentino tragicamente scomparso, in circostanze dalle dinamiche non chiare. I ciclisti hanno trascorso a Roseto alcune ore, facendo rientro verso le ore 17.00 in città. Al ritorno, la Rappresentante dell’Associazione Libera della città di Cosenza, Sabrina Garofalo, ha dichiarato: “Siamo da vent’anni che lottiamo per arrivare alla verità della morte di Denis e di tutte le persone uccise dalla mafia”.
Sono infatti molteplici le persone che chiedono verità e giustizia per i propri cari scomparsi: entrambe in Italia – continua – sono un vero e proprio impegno politico. La parola è poi passata al Presidente del Cosenza, Eugenio Guarascio, il quale ha elogiato l’opera dell’Associazione Libera, portando nella sede del Coni la Coppa Italia della Lega Pro vinta nel mese di maggio dalla compagine cosentina. Questo è un movimento fondamentale per poter rappresentare il mondo calcistico nella maniera giusta: da qui parte un messaggio della Calabria pulita e sana. Successivamente è stata la volta di Donata Bergamini, sorella di Denis: “ringrazio l’amministrazione comunale di Roseto Capo Spulico per la partecipazione alla manifestazione della mattinata e tutti i presenti, ma soprattutto, coloro i quali hanno percorso oggi la strada della morte del 1989, nella convinzione di riportare alla luce la verità: Denis amava lo sport e il calcio pulito”.
In questi giorni, Donata ha affermato di “essere rimasta attaccata alla televisione nella speranza di non vedere invischiato il Cosenza nello scandalo del calcioscommesse: Denis in caso contrario – afferma
Donata – non sarebbe stato per niente felice. In ogni situazione – continua – bisogna denunciare, senza paura e timore”. Nel ringraziare anche il Vespa Club per la partecipazione all’evento, è poi seguito un rinfresco per far rifocillare i ciclisti dopo la lunga pedalata: tutto naturalmente nel nome di Denis Bergamini e delle vittime di mafia, uniti in solo slogan assordante ma necessario: VERITÀ !!
Alessandro Artuso