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La fiction su Riace non andrà in onda. L’annuncio di Salini

ROMA – La Rai non manderà in onda la fiction su Riace. Ad annunciarlo l’ad Rai, Fabrizio Salini, in occasione della presentazione dei palinsesti a Milano.

«Non è prevista una collocazione in palinsesto», ha detto Salini.

“Tutto il mondo è paese”, nella quale Beppe Fiorello avrebbe indossato i panni dell’ex sindaco Mimmo Lucano, era incentrata sul mondo di accoglienza dei migranti nel paese calabrese.

La fiction, già interamente girata, aveva subito un primo stop a seguito delle vicende giudiziarie che hanno coinvolto l’ex primo cittadino, provocando le sue proteste, oltre a quelle dello stesso Fiorello.

Fiction su Riace, la Rai precisa «E’ stata sospesa, non bloccata»

ROMA – «Nessun blocco della messa in onda della fiction “Tutto il mondo è paese”, con Beppe Fiorello, ispirata alla figura del sindaco di Riace, Mimmo Lucano». Lo precisa la Rai in merito alla denuncia su Twitter dell’attore, convinto che la serie sia stata stoppata «perché narra la realtà e nessuno/a dei miei colleghi si fa sentire».

Il messaggio Twitter di Beppe Fiorello

« La fiction –  dice Viale Mazzini, è stata semplicemente sospesa in attesa delle decisioni della magistratura sulla vicenda di Lucano, indagato dalla Procura di Locri per presunti reati collegati alla gestione del sistema di accoglienza. Non appena la magistratura comunicherà le sue decisioni finali in merito all’indagine, il servizio pubblico adotterà i provvedimenti conseguenti».

Sulla vicenda interviene anche Mimmo Lucano

Sulla mancata messa in onda della fiction interviene anche lo stesso Lucano. «Rispetto le decisioni – dice – che saranno prese dalla magistratura, così come rispetto quelle della Rai. Non riesco però a capire quale sia il collegamento tra il programma e l’esito dell’inchiesta a mio carico».

Beppe Fiorello e Domenico Modugno: al teatro Rendano ritorna “il sogno”

13Fiorello, suo padre e Domenico Modugno. La capacità di affrontare un viaggio in tre pur essendo guidati solo e sempre da uno, all’interno di una narrazione, intrisa di ricordi, che ha i contorni e la magia del sogno. La stessa che accomuna tre anime del Sud Italia, diverse tra loro, ma tutte coraggiosamente unite dalla capacità di “volare”. E’ questo il filo conduttore di Penso che un sogno così..Omaggio a Domenico Modugno, di scena al teatro Rendano il 9 e il 10 gennaio. Una serata che, forse per la prima volta dall’inizio della nuova stagione, fa davvero registrare un tutto esaurito. Non a parole, ma nei fatti. Inizialmente sommesso, a tratti persino incomprensibile, lo spettacolo spiega ben presto le ali, condotto abilmente dal talento minore(solo anagraficamente) di casa Fiorello che, grazie alla figura di Mimì, può raccontare di sé, del suo picciriddu, così silenzioso, così sognatore, così diverso dal resto della famiglia e dell’amato padre.

Sul palco, momenti di vita familiare si alternano ai grandi inni che hanno reso celebre Domenico Modugno, La donna riccia, La Lontananza, Tu si ‘na cosa grande, Meraviglioso, con lo stesso garbo, la stessa eleganza, la stessa capacità visionaria che accompagnava il grande artista. Fiorello non esagera mai, non esce mai fuori dalle righe. Anche quando sbaglia, quando si confonde, quando si aspetta un applauso che, impaurito, tarda ad arrivare. La misura e l’emozione che lo accompagna durante lo spettacolo e che trasmette allo spettatore è ciò che ne consacra il successo a fine serata, eleggendolo vincitore. La sua bravura è una pozione segreta che mescola abilità tecniche e cuore, in un alternarsi continuo di immagini, suoni e colori, dove non è solo la nostalgia, spesso scanzonata, a farla da padrone, ma  il racconto di ciò che fu, a livello civile, il Sud Italia rispetto ad oggi. La storia personale e familiare di Fiorello diventa, così, una scusa per raccontare i cambiamenti che avvenivano all’epoca in Sicilia e in tutto il Mezzogiorno, l’avvento dell’ industria che  cancellò per sempre  “la natura”, la nascita del primo bordello legalizzato grazie a personaggi poco “raccomandabili” come “Joe Conforte”, e nel contempo, l’incapacità di riconoscere a quei sognatori come lui e Modugno, un valore che nel tempo li avrebbe aiutati a cambiare le sorti del mondo. La stessa ad unire il destino dell’attore e dei suoi due grandi punti di riferimento.

Il teatro è estasiato, nel pubblico ci sono anche giovanissimi che, per ragioni cronologiche, il vero Modugno non  l’hanno mai conosciuto ma che grazie all’ attore, possono non rimpiangerlo. Quel “Ciao” a pugno chiuso, quell’entusiasmo che si traduce in un paio di braccia aperte a mo’ di ali,  quella giacca color carta da zucchero indossata al festival di Sanremo, fanno di Beppe Fiorello davvero il “meraviglioso” erede di Modugno. Ad aiutarlo, nella resa identificativa, scenografie e pannelli che si integrano perfettamente nella narrazione, evitando buchi e pause forzate. Il risultato finale è strabiliante,al punto tale da consentire all’attore di sciogliere la tensione con qualche battuta sull’eterna inimicizia tra Cosenza e Catanzaro e l’invito, all’amministrazione comunale, a concentrare maggiore l’attenzione su un centro storico, quello cosentino, degno di nota e lasciato un po’ andare. Beppe alias Domenico saluta il pubblico promettendo di tornare, non prima di aver fatto suonare, solo per Cosenza, quei mille violini  che fanno “Volare”.

 

Ph. Fabio Santojanni

 

Lia Giannini

 

 

 

 

 

Catanzaro, B. Fiorello fa rivivere Modugno. Da domani spettacolo a Cosenza

CATANZARO – Applausi a scena aperta per Beppe Fiorello e il “suo” Mimmo Modugno in scena ieri sera al Teatro Politeama di Catanzaro. L’autore di “Volare” è diventato ormai per l’attore siciliano più che un modello artistico grazie allo spettacolo “Penso che un sogno .. Omaggio a Domenico Modugno”, vera e propria dimostrazione dell’identificazione con cui Fiorello, si è accostato a Modugno. Sul palco, tra canzoni (da “Meraviglioso” a “Lu minaturi”, da “Vecchio frac” a “La lontananza” fino a “U pisci spada” e “Volare” in un lungo viaggio fra i ricordi) eseguite alla chitarra da Daniele Bonaviri e Fabrizio Palma, anche racconti e monologhi. Fiorello, bravissimo, non interpreta Modugno ma molto di più, per una simbiosi convincente e straordinaria. PENSO-CHE-UN-SOGNO-COSì-1

Il binomio vincente Fiorello – Modugno stasera replica a Catanzaro mentre domani e domenica sera (9 e 10 gennaio) sarà a Cosenza per il terzo appuntamento della stagione di prosa del Teatro A. Rendano. L’evento è patrocinato dall’amministrazione comunale di Cosenza e organizzato da un gruppo di operatori del mondo dello spettacolo locale: Enzo Noce, Giuseppe Citrigno e Gianluigi Fabiano. Sul palco del Teatro A. Rendano 12 appuntamenti all’insegna del divertimento e del puro spettacolo. Prosa, commedie e tanta musica questi gli ingredienti del cartellone ideato da “L’AltroTeatro”.

Orario spettacoli: Domani sera, ore 20.30, e domenica 10 gennaio, ore 18.

Teatro Rendano.Beppe Fiorello rende omaggio a Domenico Modugno

PENSO-CHE-UN-SOGNO-COSì-1COSENZA(CS)-Primo  appuntamento del 2016 per la “Stagione Teatrale” dello storico A. Rendano. In programma, Sabato 9 gennaio e domenica 10 gennaio, “Penso che un sogno- Omaggio a Domenico Modugno” scritto e interpretato Beppe Fiorello.Un omaggio a Domenico Modugno quello che Giuseppe Fiorello porta in scena. Nello spettacolo, coprodotto da Nuovo Teatro e Ibla Film e scritto dall’attore insieme a Vittorio Moroni, Fiorello fa rivivere la storia del padre della canzone italiana. Un testo autobiografico, dunque, come lo stesso attore siciliano ha dichiarato: “Modugno per me non è stato solo una storia da raccontare o un personaggio da interpretare, ma la possibilità di ritrovare un tempo lontano rimasto sempre dentro di me”.Lo spettacolo è dedicato al  cantante e attore Domenico Modugno, ma anche al padre di Beppe, Nicola Fiorello, scomparso a 58 anni. Beppe Fiorello per la sua intensa interpretazione ha ricevuto la candidatura alla V edizione del Premio per le maschere del teatro italiano nella sezione “miglior interprete di monologo”.La regia dello spettacolo è a cura di Giampiero Solari, le musiche sono eseguite, tutto rigorosamente dal vivo, da Daniele Bonaviri e Fabrizio Palma. Usando l’immaginazione Beppe Fiorello salirà a bordo del deltaplano delle canzoni di Domenico Modugno e sorvolerà tutta la sua infanzia, la Sicilia, l’Italia di quegli anni. Nello spettacolo Fiorello si sdoppia: racconta suo padre ma anche Domenico Modugno, e le molte somiglianze, il padre di Modugno era capo della Municipale, quello di Fiorello appuntato della Guardia di Finanza, e poi interpreta se stesso, la sua passione per il cinema. E soprattutto canta, canta le canzoni di “Mimmo” quasi con la sua stessa voce: da “Meraviglioso” a “Lu minaturi”, da “Vecchio frac” a “La lontananza” fino a “U pisci spada” e “Volare”in un lungo viaggio fra i ricordi.