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Calabria e turismo, caccia aperta ai peracottari denunciati da Selvaggia Lucarelli

CATANZARO – Gli errori ed il pessimo confezionamento dell’inserzione di promozione turistica finanziata dalla Regione Calabria e pubblicata sulla rivista distribuita sui voli della Ryanair, segnalati da Selvaggia Lucarelli con un post sulla sua pagina facebook, hanno fatto in breve il giro della rete ed hanno sollevato un vero polverone. Il caso è giunto alle orecchie del presidente della Regione Calabria Mario Oliverio che ha immediatamente disposto un controllo presso gli uffici competenti, sposando le valutazioni negative della nota blogger. «Ha ragione Selvaggia Lucarelli, la ringrazio per aver segnalato una vicenda che non può in alcun modo trovare giustificazioni. Di fronte a questa ennesima porcheria – aggiunge Oliverio – frutto di una burocrazia sciatta ed indolente disporrò immediatamente una indagine conoscitiva per accertare ogni responsabilità La Calabria merita altro». Il Presidente della Regione ha disposto inoltre un’indagine conoscitiva presieduta dal Segretario generale e composta dal Dirigente generale del Dipartimento Bilancio e dal Dirigente del Nucleo di Valutazione degli investimenti pubblici. La Commissione dovrà riferire, con la massima sollecitudine, sull’esito di quanto verrà accertato. La Lucarelli nella sua recensione era stata impietosa: «Sulla rivista di bordo di Ryanair c’è la pubblicità della regione Selvaggia LucarelliCalabria (che farà il giro dell’Europa) con tanto di loghi che indicano la sponsorizzazione della regione e non solo. Ora, la sciatteria e il degrado di un paese le capisci anche da queste cose. Non so chi sia il grafico/pubblicitario/copy che s’è occupato di questa pagina ma immagino sia un bambino di otto anni o un alcolista o il nipote del cugino del fratello di un qualche assessore del turismo calabrese ma ditemi voi se è possibile che: a) il titolo sia un mesto arial bianco che si vede malissimo e non è manco centrato; b) velo pietoso sui puntini di sospensione in un titolo, con la minuscola dopo; c) nella scritta in fondo “sistema aeroportuale” sia scritto “sistema aeroportualeR”. Peracottari tutti. Chi ha incaricato dei peracottari, chi non ha visto gli errori dei peracottari e chi paga dei peracottari per lavorare con tutti i grafici/pubblicitari/copy bravi che fanno la fame. L’altro Paradiso non è la Calabria. E’ il posto in cui per questa mediocrità non c’è spazio. (la Calabria è una regione bellissima, merita di più. Ribellatevi amici calabresi» Adesso è caccia aperta ai peracottari, per parafrasare la Lucarelli, i cui nomi non tarderanno a venire fuori. Intanto anche il Codacons ha espresso il proprio biasimo per la pessima pubblicità, annunciando un esposto alla Corte dei Conti. Di forte imbarazzo parla Jole Santelli: «Chi ha verificato quella pubblicità – dice l’esponente forzista – prima di farla uscire? Chi l’ha controllata, chi ha redatto i testi, chi ha concorso a dare un’immagine beota e ignorante di una regione ricchissima di cultura umanistica? Esiste un ufficio stampa, esistono strutture deputate alla comunicazione che, per legge, dovrebbero compiere azioni di controllo preventivo. Sono domande a cui Oliverio non può sfuggire, né può pensare che il tafazismo che lo pervade venga sottovalutato dai calabresi. Selvaggia Lucarelli ha scoperto un nervo doloroso. Il dato drammatico è che quell’inserto – prosegue Santelli – è veicolato su diversi aerei in tutto il mondo suscitando l’ilarità di potenziali turisti e, probabilmente, la decisione subliminale di non venire ad estivare in Calabria. La regione di Campanella e Telesio, di Gioacchino e Parrasio, delle prime Accademie culturali italiane oggi viene esposta al pubblico ludibrio da una Regione il cui Presidente si permette finanche di assumere un ruolo censorio, come se egli stesse in carica solo per dileggiarsi dinanzi al mappamondo medievale che è posto sulla sua stanza, degna scena di un film di Kubrick». Di fatto gravissimo parla il senatore Morra. «Con otto giornalisti strapagati e illegittimi, la Calabria si fa, giustamente, sputtanare da Selvaggia Lucarelli per gli strafalcioni commessi su una ricca pubblicità istituzionale apparsa sulle riviste Rynair. Errori di ortografia e di grammatica, grafica pedestre che compongono un mosaico vergognoso. Tutto ciò squalifica agli occhi del mondo la nostra regione. Mario Oliverio aggiunge un altro record alla sua tragica legislatura, dimostrando come regni l’approssimazione a Germaneto».

Fashion Blogger: la Camera nazionale Giovani Fashion Designer premia Mariano Di Vaio

Di vaio 3Che la moda fosse mutata a favore di giovani generazioni e nuove tecnologie, lo sapevamo già da tempo. Che i più ricercati del momento fossero loro, i fashion blogger, noi di www.ottoetrenta.it lo abbiamo fatto notare più volte. Che anche Cosenza, potesse beneficiare di tale “lusso” fino a fare da cornice alla premiazione di uno tra i più famosi di questi ultimi, forse non ce lo saremmo aspettato. Eppure è accaduto. Ieri, sabato 18 aprile, la Camera Nazionale Giovani Fashion Designer, in collaborazione con Supparclub S.A.S. e Digital Max, ha conferito a Mariano Di Vaio, il fashion blogger più famoso del momento nel panorama internazionale, il titolo di “Special Ambassador“, per il supporto che contribuisce a dare, ogni giorno, attraverso i social e l’indiscutibile fama che ha travolto il suo blog, tra i più seguiti nel mondo. Al modello, oggi anche designer di una linea di gioielli, l’ente riconosce unicità e professionalità commista ad una dedizione tutt’altro che ordinaria che fa di lui un’icona di tendenza in tutto il panorama europeo.

Di Vaio 2Di Vaio interpreta con classe e creatività ogni capo che indossa. Le aziende lo rincorrono, ultima quella del celebre Gerardo Sacco che ha voluto donare, per l’occasione, un omaggio “prezioso” al giovane ospite. Mariano, estremamente disponibile a foto ed interviste, si è dichiarato orgoglioso ed entusiasta di tale riconoscimento, manifestando il desiderio che l’Italia punti più spesso a valorizzare le giovani risorse del suo Paese, al pari di altri Stati Europei e Internazionali. La cerimonia di premiazione, conclusasi con la serata Fashion Night presso il Palagarden di Rende, ha visto coinvolti Mario  Calabria, Direttore dell’ Ariha Hotel, la struttura dove si è svolto la l’evento nel pomeriggio, il presidente della Camera Nazionale Giovani Fashion Designer Giuseppe Fata, il Direttore Generale della Camera Nazionale Giovani Fashion Designer Alessandra Giulivo e Massimiliano Mazzei, Imprenditore e Dj Professionista titolare Agenzia Supparclub S.A.S

Ad accompagnare la presenza di Di Vaio, una serie di ospiti legati al mondo della moda e dello spettacolo, tra i quali abbiamo ritrovato la giovane attrice cosentina Larissa Volpentesta. Per l’occasione abbiamo chiesto anche a lei cosa pensa della moda e che rapporto intrattiene con questa “nuova categoria” così estremamente seguita anche dal pubblico maschile. ” Posso dire di avere un rapporto quasi nullo con la moda. Se potessi andrei in giro vestita come una campagnola tutti i giorni (ride) . Mi piacciono i capi comodi e non sono per niente fissata con le nuove tendenze e/o le mode del momento. Se presto attenzione, è perché devo. Conosco Di Vaio e credo che se ha tanti follower è perché un talento in qualche modo gli appartiene. Tuttavia, appartengo alle vecchie generazioni che quando parlano di “carriera” intendono una gavetta, dei sacrifici, delle capacità che occorre dimostrare ogni giorno con fatica e dedizione”.

Di VaioChe Di Vaio appartenga alla categoria dei più fortunati, questo ci appare ovvio. Ma che alla sua indiscussa fortuna si unisca grande classe e un talento al di fuori dell’ordinario nell’ emergere dalla massa, rappresentando le nuove tendenze di stile e i nuovi trend del momento, è altrettanto scontato.  Di certo rimane l’evoluzione di una città come Cosenza, un tempo assolutamente lontana da eventi legati al panorama del Fashion, oggi sempre più propensa a dare risalto e lustro ad uno dei più importanti motori economici rimasti al nostro Paese. Sintomo di una superficialità in stato di avanzamento o della presa di coscienza che ambiti come la moda possano rappresentare, anche al Sud, la spinta per emergere dal profondo stato di disoccupazione e crisi che affligge l’Italia?

 

Lia Giannini

 

 

 

Professione blogger: Federica ci racconta la sua passione

Un tempo la pubblicità prometteva miracoli e solo a prodotto acquistato si facevano i conti con l’amara realtà.Oggi con un click riusciamo a verificare il responso di tantissime “women tester” che recensiscono sul web attraverso canali YouTube o blog personali sia acquisti personali che merce che viene spedita loro da aziende con lo scopo di farsi conoscere. Di conseguenza se siamo indecise sull’acquisto di una crema anti-aging che promette risultati al di fuori dell’umana potenza, spendendo cifre non indifferenti, basta semplicemente ascoltare l’oracolo del web: se le recensioni positive superano quelle negative saremo più propense all’acquisto e viceversa. Consapevoli del fatto che stiamo sempre leggendo mere opinioni, e che alla fine è l’impatto personale nei confronti del prodotto stesso che saprà dirci la verità che stavamo cercando.

Sta di fatto però che anche se si tratta  di semplici punti di vista, in questi casi è la legge della maggioranza a far riflettere il potenziale acquirente, e se i commenti negativi superano di gran lunga quelli in cui si esalta la merce, evidentemente qualche vocina interiore ci porta a riflettere, facendoci rinunciare alla spesa, soprattutto nei casi in cui il nostro budget è limitato.

8@30 style ha deciso di lasciare la parola a chi vive in prima persona l’esperienza della beauty blogger, intervistando Federica Biella, sul web conosciuta come Fashion and Home recensioni per voi 

 Quando hai deciso di aprire un blog? 

Ho deciso di aprire un blog circa 3 mesi fa. Ho avuto l’ispirazione quando sulla home del mio profilo personale sono cominciate ad apparire recensioni di make up e di prodotti per la casa molto carine, allora ho detto: ” perchè non provare?”. Così è nato questo blog.

   Ci racconteresti la tua esperienza?

Amo scrivere e raccontare dei prodotti che le aziende gentilmente mi inviano,  ma anche collaborare con le creatrici hand made. Penso che sia bello riuscire a creare da sé piccoli oggetti da rivendere. Credo che sarà un tipo di business in continuo aumento, perciò mi piace mettere in mostra queste creazioni nella mia pagina!

Con quali criteri scegli le tue collaborazioni?

In genere per le collaborazioni  prediligo soprattutto prodotti artigianali,  li preferisco per l’originalità e la passione dell’artista, se qualcosa non mi piace sarei falsa ad esaltarlo e risulterei allo stesso tempo poco credibile. Per quanto riguarda la collaborazione con le aziende a dire il vero non c’è una scelta ben precisa, mi piace provare tutto! di conseguenza sono disponibile a testare qualsiasi prodotto mi venga inviato. Naturalmente qualora  non apprezzassi ahimè, non potrei stendere elogi!

Molte blogger forniscono recensioni di prodotti che testano direttamente sulla loro pelle, dando naturalmente la propria impressione personale, ma se questa coincide con il parere di migliaia di altre ragazze, vi potremmo considerare come dei veri “critici”, visto che determinate il successo o la stroncatura di prodotti. Siete la penna della verità dunque?

Sì, credo proprio di sì. Finora non c’è ancora stata una ditta che mi abbia delusa, ma ho ancora molte cose da recensire e da testare. Ovviamente non posso scrivere venti recensioni al giorno, è una cosa che non tollero. Secondo me bisogna piuttosto farne poche ma bene,specificare le cose, essere chiare,pubblicare una foto su Facebook e dire: “questa azienda mi ha spedito questo prodotto”, sicuramente non può assolutamente dare un’indicazione chiara ad un’aspirante cliente!

La difficoltà di trovare occupazioni “reali” induce a far lavorare di fantasia e creatività. Le professioni YouTubers e bloggers rientrano certamente in questa categoria. Con che spirito vivi il tuo mestiere di blogger?

Lo vivo assolutamente come un hobby piacevole e di svago. In realtà tra poco mi dovrei laureare in Infermieristica, e quando non studio, scrivere recensioni e provare prodotti mi rallegra la giornata. E’ una cosa che amo e che faccio col cuore .

Prima di concludere vorrei porre io una domanda rivolta alle aziende: “Perché a volte quando noi bloggers inviamo richieste per ricevere i vostri prodotti da testare invece di rispondere con un semplice no,vi limitate a leggere e basta”? Ormai tutti possiamo renderci conto  dietro lo schermo se un messaggio sia stato visualizzato o meno. Credo sia segno di maleducazione nei confronti di persone che impiegano ore come me nel cercare  aziende e scrivere richieste, quindi vi prego siate schietti e cominciate a dare risposte chiare alle persone!

Alessandra Pappaterra 

 

 

 

 

Workshop “Trame di Carta2” : gli esperti a confronto parlano di editoria e web 2.0

LAMEZIA TERME (CZ) – La smaterializzazione è uno degli aspetti maggiormente pervasivi che negli ultimi anni stanno attraversando l’evoluzione del lavoro editoriale; cambiano i prodotti – vedi l’ebook – cambiano i modi di interazione con le utenze – vedi la comunicazione sociale e il “due-punto-zero” – e di conseguenza cambiano le professionalità, si delineano nuovi linguaggi e nuove strategie che ruotano attorno al content managment e al rumore dei social network, Facebook e Twitter in capo.

E allora fan page e cinguettii sparsi, foto e contest che richiamano l’attenzione dell’utente, per un attimo lo rendono protagonista e parte di una grande comunità ove vige la logica dell’interazione e soprattutto dell’immediato. E in questo grande mare, nulla va lasciato al caso, neppure il lancio in etere del ‘semplice’ tweet, o la pubblicazione di un innocente post.

Entro quest’ottica allora, l’idea degli organizzatori di Trame 3  il “Festival dei libri sulle mafie”  – che si terrà a Lamezia Terme dal 19 al 23 giugno prossimi –  hanno deciso di dedicare ai giovani neolaureati del Sud Italia il workshop “Trame di carta – Comunicare social. Librai ed editori ai tempi di Twitter, Facebook, Blog & co.”. Sono previste tre giornate di incontri (dal 19 al 22 giugno) finalizzato ad indirizzare i giovani verso percorsi di studio più funzionali al loro futuro impegno lavorativo nel mondo del libro, affrontando trasversalmente l’interessante tema de “editore e libraio vs social network”. Perché, come dicevamo, la rivoluzione digitale sta cambiando prima di tutto le professionalità del settore.

A raccontarci i perché di questo workshop con qualche riflessione sulle attese evoluzioni di questa commistione editoria/comunicazione sociale, due dei docenti che cureranno gli incontri: Antonio Cavallaro, responsabile ufficio stampa della casa editrice Rubbettino e Luca Conticonsulente formatore per il social media marketing.

Quali sono le caratteristiche dell’editore e quali quelle del libraio al tempo del web 2.0?

Antonio Cavallaro. Man mano che si procede con la smaterializzazione del libro i due ruoli finiscono inevitabilmente per confondersi. L’alto costo della produzione di libri stampati diminuisce sensibilmente per cui l’esigenza di fare un’attenta valutazione iniziale che tenga conto sia dell’esattezza dei contenuti (per evitare di dover poi ristampare) che dell’appeal del libro pubblicato viene a mancare o comunque a ridursi notevolmente. Ciò fa sì che i librai digitali (pensiamo ad Amazon) diventino editori e che gli editori digitali non avendo più il problema di raggiungere con i libri fisici le città e i lettori comincino a vendere direttamente on line. 

Luca Conti. L’editore non è più l’unico filtro alla pubblicazione del sapere. Ciò significa che il suo ruolo di selezione dei contenuti e proposta editoriale diventa sempre più rilevante, se svolto nel modo giusto, consapevole della presenza dei social network e della transizione verso il digitale e gli ebook. Il libraio può svolgere lo stesso ruolo di consiglio e consulenza, offrendo un servizio che i negozi online non possono offrire.

  
E i lettori, quanto sono ricettivi alla comunicazione che passa per il web?
 

A. Cavallaro. Il web oramai è la forma privilegiata di comunicazione per cui l’attenzione è certamente molto alta. Credo tuttavia che la forma stampata del libro mantenga (almeno in Italia) un certo prestigio che conferisce anche una maggiore credibilità e fiducia.

L.Conti. I lettori di libri usano molto internet, certamente più di quanto facciano in media editori o librai. Credo quindi ci sia un terreno molto fertile per promuovere un nuovo tipo di relazione tra questi soggetti, sulla piazza del social web di oggi.

 Il workshop promosso dall’AIE in occasione del festival “Trame” è dedicato ai giovani, di certo avvezzi all’uso dei social network, ma con finalità diverse e legate alla sfera personale. Credi che ci saranno difficoltà nell’introdurli a questo “nuovo utilizzo” di strumenti che già conoscono?
 

 A. Cavallaro. Non penso. Si tratta in fondo solo di far vedere che vi sono finalità diverse nell’utilizzo di ambienti nei quali si muovono già con grande familiarità (certamente con maggiore familiarità di quanto alcuni si muovano in una grande biblioteca o in una grande libreria).

L. Conti. La difficoltà principale sta nella consapevolezza che l’uso personale influenza l’uso professionale e che le due sfere, non più separabili nel mondo moderno, possono rafforzarsi a vicenda. Pensare di poter gestire la comunicazione social di una azienda, semplicemente applicando le stesse regole relative all’uso personale degli stessi strumenti, è un mito da sfatare e il workshop dedicherà spazio anche a questo aspetto per nulla secondario.

Fino a qualche anno fa era impensabile il livello di penetrazione che il linguaggio dei social ha oggi nelle strategie di comunicazione e marketing. Sulla base della tua esperienza, quali altre sorprese ci riserba il futuro della comunicazione in digitale? 
 

 A. Cavallaro. Al momento i social media rappresentano la magna pars del web. Persone che finora erano sprovviste di computer ne hanno acquistato uno in vista di un account su Facebook. Pertanto ritengo che i social media possano essere molto utili ai fini della comunicazione editoriale. Certo al momento l’utilizzo che se ne fa non segue le logiche “sociale” e molti editori continuano a usare i s.m. come un canale unidirezionale mediante il quale dare informazioni (o pubblicità) ai follower perdendo così di vista la dimensione di community che i social si portano dietro. I social network come uno strumento dalle incredibili potenzialità ma che debbono essere usati nella maniera corretta.

L. Conti. Riemergeranno i curatori di contenuti di qualità, al servizio del lettore e dell’utente, con una valorizzazione economica per nulla marginale. Oggi sembra utopico, ma le macchine non possono tutto e l’uomo ha molto da aggiungere, sempre che sia al passo con i tempi e padrone degli strumenti.

 

Alle prese con il 2.0 il lavoro editoriale vede l’editore e il libraio come due figure complementari e quasi interscambiabili che devono maneggiare con attenzione i contenuti che intendono trasmettere ai lettori, al fine di acquisire la loro fiducia e fidelizzarli al massimo grado.
Sono necessarie, pertanto, figure specializzate, che sappiano maneggiare queste armi professionalmente, puntando su contenuti di qualità che si distinguano nell’anarchico vociare del web; laddove, probabilmente, questo è solo l’inizio di una lunga evoluzione che metterà sempre di più al centro delle strategie le relazioni e le interazioni in uno scambio continuo tra addetti al settore e utenze.

Riprendendo Luca Conti in un commento all’intervista: “l’editoria deve reinventarsi. Prima lo comprende, prima abbraccia il cambiamento, più probabilità ha di trarne giovamento”.

 

Giovanna M. Russo