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Dissequestrata la galleria del Santomarco, dal 6 maggio tornano i treni tra Cosenza e Paola

PAOLA (CS) – Revocato il sequestro della galleria del Santomarco. La decisione assunta dal procuratore di Paola Pierpaolo Bruni è giunta dopo il sopralluogo dei periti nominati dal magistrato che hanno accertato la correttezza dei lavori di ripristino dell’infrastruttura effettuati da Rfi. La circolazione all’interno del tunnel era sospesa dallo scorso 6 dicembre, data nella quale si verificò il deragliamento di un treno regionale, per fortuna senza danni per le persone. Adesso che sono stati tolti i sigilli i treni riprenderanno a viaggiare tra Cosenza e Paola, e i pendolari potranno tirare un sospiro di sollievo. Il traffico riprenderà domenica 6 maggio.

“Sistema Rende”, Sandro Principe rinviato a giudizio

CATANZARO -Sono quattro le condanne, quattro i rinvii a giudizio e due le assoluzioni nell’inchiesta “Sistema Rende”, condotta dall’allora pm di Catanzaro Pierpaolo Bruni, oggi procuratore di Paola. Sandro Principe, ex assessore regionale e già sindaco di Rende, è stato rinviato a giudizio per concorso esterno in associazione mafiosa e corruzione aggravata dalle modalità mafiose. Stessa decisione anche per un altro ex sindaco di Rende, Umberto Bernaudo, e per l’ex consigliere provinciale di Cosenza Pietro Ruffolo. Per tutti e tre è stato disposto il non luogo a procedere per un capo di imputazione relativo a episodi di corruzione elettorale.A processo, inoltre, Giuseppe Gagliardi, ex assessore comunale di Rende, che dovrà rispondere di corruzione elettorale aggravata dalle modalità mafiose. Non luogo a procedere invece, sempre per Gagliardi, per l’accusa di corruzione. Per loro il processo inizierà il prossimo 12 giugno.

A Paola c’è un nuovo procuratore, si è insediato Pierpaolo Bruni

PAOLA (CS) – «Impegno massimo nella ricerca della verità, nella ricostruzione dei fatti, nell’accertamento della verità, nella corrispondenza della verità reale con quella processuale». Lo ha detto il nuovo procuratore di Paola Pierpaolo Bruni nel corso della cerimonia di insediamento ospitata nel tribunale tirrenico. Bruni, reduce dalla lunga esperienza con la Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, è stato nominato all’unanimità dal Consiglio Superiore della Magistratura. Alla cerimonia di insediamento, introdotta dal presidente del Tribunale Paola Del Giudice, sono intervenuti il presidente della Corte d’Appello Domenico Introcaso, il procuratore generale Raffaele Mazzotta, numerosi magistrati, l’arcivescovo di Cosenza-Bisignano Francesco Nolè, diversi rappresentanti delle forze dell’ordine.

Csm, Pierpaolo Bruni nuovo Procuratore della Repubblica di Paola

CATANZARO – Il plenum del Csm ha deliberato la nomina di Pierpaolo Bruni, attuale sostituto procuratore a Catanzaro, a procuratore della Repubblica di Paola (Cosenza). Bruni subentra a Paola a Bruno Giordano, da poco insediatosi come Procuratore della Repubblica a Vibo Valentia. Pierpaolo Bruni si è occupato per la Dda di Catanzaro di numerose inchieste sulla ‘ndrangheta. Nel corso della stessa seduta il plenum del Csm ha nominato Beniamino Calabrese, attuale Procuratore della Repubblica dei minorenni di Catanzaro, Avvocato generale dello Stato, sempre nel capoluogo calabrese.

Sentenza Rango-zingari, inflitte 33 condanne

COSENZA – 33 condanne, di cui una all’ergastolo, e due assoluzioni. E’ questa la sentenza emessa dal Gup distrettuale di Catanzaro, Carlo Saverio Ferraro, a conclusione del processo con rito abbreviato, denominato “Nuova famiglia”, a carico della cosca cosiddetta “degli zingari” di Cosenza. Accogliendo la richiesta del pm della Dda di Catanzaro, Pierpaolo Bruni, il gup ha condannato all’ergastolo Maurizio Rango, considerato il capo dell’organizzazione criminale, accusato di associazione mafiosa e dell’omicidio e dell’occultamento del cadavere di Luca Bruni, scomparso nel gennaio del 2012, il cui scheletro venne trovato in un casolare nei pressi di Castrolibero. Rango è considerato al vertice della cosca Rango-Abbruzzese frutto dell’alleanza con la criminalità organizzata nomade. Il nuovo gruppo criminale scaturito dall’alleanza sarebbe riuscito in poco tempo ad assumere il controllo, in tutto il territorio di Cosenza, degli affari legati alle estorsioni, al traffico di droga e degli appalti pubblici, gestendo anche l’occupazione abusiva di alloggi popolari che venivano poi rivenduti.

Cosenza, estorsione da mille euro ai danni di un commerciante

COSENZA – La Squadra mobile di Cosenza ha arrestato Antonio Marotta, 37 anni, con l’accusa di estorsione ai danni di un imprenditore. L’uomo, ritenuto dagli investigatori vicino al clan degli zingari, si sarebbe fatto consegnare, dietro minacce, la somma di 1000 euro in contanti dal titolare dell’esercizio commerciale. I poliziotti, che pedinavano Marotta da giorni, lo hanno fermato all’uscita del negozio. Sono state altresì acquisite le immagini di videosorveglianza del locale che avrebbero registrato il passaggio del denaro. Sono in corso ulteriori indagini, coordinate dal sostituto procuratore della Dda di Catanzaro Pierpaolo Bruni.

Collusione politica ‘ndrangheta. Arrestati tra gli altri Sandro Principe e Rosario Mirabelli. Intervista esclusiva a Giovanni Bombardieri (AUDIO)

Bombardieri e lubertoCATANZARO – Sandro Principe, Rosario Mirabelli, Pietro Ruffolo, Giuseppe Gagliardi, Umberto Bernaudo. Sono i politici coinvolti nell’inchiesta condotta dai procuratori della Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, Giovanni Bombardieri, Vincenzo Luberto e Pierpaolo Bruni. I cinque esponenti della politica del Campagnano sono finiti agli arresti domiciliari. Notificata un’ordinanza di custodia cautelare in carcere invece ad altre cinque persone, tutte esponenti del clan Lanzino-Ruà. Le indagini sono state svolte dal nucleo investigativo del comando provinciale di Cosenza ed hanno delineato un intreccio politico/mafioso che ha consentito a candidati alle varie tornate elettorali per il rinnovo del consiglio comunale di Rende, tenutesi a partire dal 1999 e fino al 2011, nonché per il rinnovo del consiglio provinciale di Cosenza el 2009 e del consiglio regionale della Calabria del 2010, di ottenere l’appoggio elettorale da parte di personaggi di rilievo della cosca di ‘ndrangheta Lanzino-Ruà, già tutti definitivamente condannati per associazione mafiosa, in cambio di condotte procedimentali amministrative di favore contrarie ai doveri d’ufficio.

I particolari sono stati resi noti dal procuratore Giovanni Bormbardieri nell’intervista rilasciata a Salvatore Bruno

Cosenza, scacco matto al clan Perna. Diciannove provvedimenti di fermo

carabinieri-3COSENZA – Diciannove provvedimenti di fermo emessi nei confronti di altrettanti esponenti della cosca di ‘ndrangheta dei Perna sono stati eseguiti dai carabinieri di Cosenza nel corso di un’operazione condotta dai carabinieri del comando provinciale di Cosenza e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro. Secondo l’accusa, il clan dei Perna sarebbe a capo di un ampio traffico di sostanze stupefacenti articolato su una fitta rete di spaccio in grado di rifornire l’area urbana cosentina e gli altri comuni ad essa limitrofi. Tra i fermati spicca il nome di Marco Perna, di 41 anni, figlio del capo della cosca Franco, attualmente detenuto in regime di 41 bis. Dalle indagini è emerso il ruolo di leader che era stato assunto nel gruppo criminale da Marco Perna, che aveva di fatto assunto la guida della cosca dopo l’arresto del padre e che poteva contare anche sulla disponibilità di un deposito di armi, scoperto dai militari dell’Arma. All’interno di tale deposito, ubicato a Cosenza nel quartiere di Serraspiga, erano custoditi, tra l’altro, anche due revolver di grosso calibro. Per imporre il loro potere sul territorio, gli uomini della cosca, secondo quanto riferito dai carabinieri, si avvalevano di modalità tipicamente mafiose, specificamente contestate nel provvedimento di cattura. Secondo quanto si è appreso, l’attività di monitoraggio e controllo dei principali indagati da parte dei carabinieri ha riguardato un periodo di circa un anno, a partire dal mese di settembre del 2014. Le indagini sono state coordinate dal procuratore aggiunto della Dda di Catanzaro, Giovanni Bombardieri e dal sostituto Pierpaolo Bruni e condotte dai carabinieri del reparto operativo del comando provinciale di Cosenza in collaborazione con i militari della compagnia.

Magistrati ricevuti in Commissione Antimafia: “Siamo sotto organico”

Vincenzo Antonio LombardoCOSENZA – “La sola provincia di Cosenza conta oltre settecentomila abitanti. Vi è una criminalità stabilmente insediata sul territorio e questa criminalità compie tutte le azioni che ogni ‘ndrina e ogni cosca di ‘ndrangheta compie nel resto della Calabria, nonostante non abbia le caratteristiche di quelle del reggino”. Lo ha detto il procuratore distrettuale di Catanzaro Vincenzo Lombardo, al termine dell’audizione davanti alla Commissione parlamentare antimafia svoltasi a Cosenza. Lombardo era accompagnato dagli aggiunti Giovanni Bombardieri e Vincenzo Luberto e dal sostituto Pierpaolo Bruni. “Abbiamo fatto un’esposizione delle dinamiche criminali, degli assetti associativi della provincia di Cosenza, nelle aree della città capoluogo e del suo hinterland, di Paola, di Cetraro, della Sibaritide e del Pollino con un’ampia illustrazione degli attuali assetti criminali, evidenziando le criticità nell’affrontare queste dinamiche in rapporto al fatto che erano anche presenti fisicamente due soli magistrati che la procura distrettuale può destinare a una provincia come quella di Cosenza. Sappiamo – ha sostenuto ancora Lombardo – che c’è un’attività molto intensa nelle estorsioni. Ci siamo soffermati sulle singole cosche e sui procedimenti e attività investigative in corso”.Bombardieri e luberto

Giovanni Bombardieri ha rimarcato le “difficoltà legate agli organici e all’impossibilità di dare continuità alle indagini. Peraltro in quest’area – ha spiegato – ci sono i tribunali di Castrovillari, Paola e Cosenza che sono distanti dalla sede della distrettuale. Abbiamo percepito che la commissione è molto attenta a questa situazione. Ci hanno assicurato che queste difficoltà saranno rappresentate anche al ministro. Sotto il profilo dell’aumento dell’organico non ci sono immediate novità, il ministro ci disse che sarebbe passato tutto attraverso la riorganizzazione degli uffici circondariali, speriamo che in quella sede, tra qualche mese, si tenga conto delle carenze di organico della Dda, dell’ufficio gip, del Tribunale e di tutte quelle strutture che servono a contrastare la criminalità organizzata”.

Il dibattito dei Sindaci e Consiglieri per l’approvazione del Bilancio

CATANZARO (CZ) L’assemblea dei sindaci è stata caratterizzata da un articolato e acceso dibattito seguito alla relazione del presidente della Provincia Enzo Bruno, non senza connotazione politica, dovuta in particolar modo alla decisione dei maggiori Comuni rappresentati – Catanzaro e Lamezia Terme – di esprimersi in maniera contraria. Confronto animato già alla vigilia sulla stampa. Il presidente del consiglio comunale di Catanzaro, Ivan Cardamone e il vice sindaco di Lamezia Terme, Francesco Caglioti, hanno parlato di una “bocciatura tecnica” di un bilancio che “rappresenta un libro dei sogni”, assumendo una ferma posizione che secondo molti consiglieri provinciali, come Marco Polimeni, Nicola Ventura, Marziale Battaglia e Pino Celi, aveva “piuttosto una chiara estrazione politica, perché non ha tenuto conto proprio delle spiegazioni tecniche come quelle relative al fatto che tutte la maggior parte delle opere previste sono finanziate e che le due città godono di decine di finanziamenti per strade e scuole. E soprattutto dell’appello alla responsabilità che implica una collaborazione istituzionale”. Secondo il vice presidente Marziale Battaglia, “il fatto che esiste un documento di 18 consiglieri comunali di Catanzaro che smentiscono Cardamone significa che è stato messo in minoranza. Vorremmo sapere dal sindaco Abramo il presidente ha rispettato il mandato che gli ha dato delegandolo. Credo che il voto espresso sia proprio politico”. Alla fine, insomma, viene fuori un parere negativo che secondo Emilio Verrengia è conferma come la Delrio sia una legge obrobrio perché il 97% dei sindaci di fatto ha espresso parere favorevole, è il mandato andare avanti e risolvere insieme le problematiche”.

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Si dice perplesso della posizione del Comune di Catanzaro, il sindaco di Sellia Marina Mauro. “Non siamo appiattiti sulla posizione di Bruno ma animati dal senso di responsabilità che caratterizza la fase di costruzione della nuova rea vasta che va oltre l’asse Catanzaro-Lamezia, cerchiamo sempre di fare sintesi anche quando non siamo d’accordo segno. Anche il sindaco di Sellia, Zicchinella, ritiene che l’asse Catanzaro-Lamezia sia superato.
Il consiglio provinciale ha, quindi, approvato dieci degli undici punti all’ordine del giorno all’unanimità dei presenti, oltre allo schema di bilancio: nove debiti fuori bilancio, e prima la rinnovazione delle commissioni e sottocommissioni elettorali circondariali. Il presidente Bruno ha comunicato che è pronto a dare battaglia alla Regione in seguito al mancato rispetto degli accordi sulla firma dei protocolli d’intesa che trasferivano risorse e funzioni per il mantenimento del personale regionale in Provincia, e quindi ha anticipato che giovedì 8 ottobre alle 10 si terrà in prefettura il tavolo tecnico sulla Sp 25, dopo la decisione del Cipe di rimodulare i fondi dirottando i dieci milioni di euro previsti per la realizzazione.