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Centrale a biomasse di Sorbo San Basile, a luglio la nuova udienza davanti al TAR

Sit-in davanti al TAR

CATANZARO – Fissata per luglio 2013 la prossima udienza davanti al T.A.R. della Calabria  in merito alla costruzione di una centrale a biomasse nel comune di Sorbo San Basile, nella Presila catanzarese. Il ricorso contro l’impianto era stato presentato a dicembre dal Comitato ‘No alla centrale a biomasse di Sorbo San Basile’.Questa mattina, davanti al Tribunale Regionale Amministrativo, sit-in dello stesso Comitato. Presenti anche gruppi e cittadini di Catanzaro e provincia.

«Siamo fiduciosi – ha dichiarato Gioconda Chiarella, presidente del Comitato per il no – se hanno preso questi mesi di tempo, significa che veramente quanto abbiamo scritto nel ricorso è importante, va realmente valutato e studiato bene ». Il presidente del comitato ha ringraziato gli avvocati Marcello Nardi e Angelo Calzone per aver redatto il ricorso e quanti si stanno interessando alla vicenda. «Un plauso va al WWF Calabria che ha patrocinato il ricorso al TAR», ha aggiunto Gioconda Chiarella.

A luglio, probabilmente, la sentenza sulla questione. La data precisa dell’udienza sarà comunicata successivamente. Nei prossimi mesi il Comitato promuoverà altre iniziative.

 

 

Centrale a biomasse di Sorbo San Basile (Cz), presentato il ricorso

CATANZARO – Depositato presso il TAR della Regione Calabria il ricorso contro la l’Autorizzazione Unica concessa, dalla Regione Calabria, per la costruzione di una centrale a biomassa (4, 236 MW di potenza) nel comune di Sorbo San Basile. I promotori del ricorso, WWF Calabria, Forum Ambientalista e Comitato ‘No Biomassa a Sorbo San Basile’, lo hanno presentato alla stampa presso la sala concerti del Comune di Catanzaro. Rispetto della salute e della biodiversità le motivazioni di fondo della contestazione: «vanno rispettate sempre e integralmente, a dispetto di limiti e prescrizioni». Alla conferenza stampa  gli avvocati  Marcello Nardi e Francesco Calzone e i membri del direttivo del comitato, Marco Gentile, Eugenio Occhini, Gioconda Chiarella, Angela Campi. Nei prossimi giorni, volantini saranno distribuiti nel capoluogo e nei comuni della Presila.

Alcuni vincoli di tutela, secondo i promotori del ricorso, sarebbero stati «ignorati in sede autorizzativa». Si tratta della presenza, nelle prossimità dell’area destinata alla realizzazione dell’impianto, di una IGP (patata della Sila), di una DOP (Caciocavallo Silano) e di zone SIC, Siti di Interesse Comunitario protetti (se costruita, la centrale sarà vicina al Parco Nazionale della Sila). Viene chiesta, perciò, «una valutazione di incidenza che, in sede istruttoria, diversamente da quanto prescritto dalla Direttiva Habitat [direttiva europea per la conservazione della biodiversità, ndr],  non è stato espletata dalla Regione Calabria».

Viene contestata anche parte del Piano di approvvigionamento forestale di legname: «dal computo mancano circa 7000 tonnellate di legname». Detto altrimenti: per il funzionamento della centrale sarebbe necessario più legname di quello presente sul territorio.

Ma è stata la salute il centro delle obiezioni: «anche se la centrale viene autorizzata in base a precise osservanze della legge in materia di emissioni, la nostra preoccupazione si fonda sul concetto che a volte negli anni la legge ritocca al ribasso tali inquinanti nei livelli massimi ammessi, quindi spesso arriva tardi rispetto alle prescrizioni di riduzione che vengono diramate dalle comunità scientifiche».

 

Rita Paonessa

I sindacati mediano per il consenso alla riapertura della centrale del Mercure

ROSSANO (CS) – A seguito della richiesta del sindacato, si e’ tenuto l’incontro tra le parti sociali, l’Amministrazione comunale della Citta’ di Rossano e rappresentanti nazionali di Enel SpA.

Il sindacato ha ribadito la strategicità della centrale di Rossano per lo sviluppo del territorio, per la salvaguardia dell’occupazione ed anche per costruire le condizioni di nuova occupazione nel territorio. Si e’ chiesto con forza ad Enel di proporre alla comunità rossanese il proprio progetto di rilancio del sito ed allo stesso tempo alla politica di sedersi e ragionare su quel progetto con l’obiettivo di migliorarlo, studiarlo, condividerlo e solo dopo una discussione seria esprimersi nel merito, abbandonando la strada del ”no a prescindere”.

Centrale a biomasse di Sorbo San Basile, la protesta di chi non ci sta

TAVERNA (CZ) –  Era maggio, era il 2011. Il comitato ‘no alla centrale a biomasse di Sorbo San Basile’ cominciava ad organizzare la protesta. Ieri, a Taverna, ha chiamato a raccolta associazioni e cittadini. Perché la centrale a biomasse si è materializzata: sul BURC (Bollettino Ufficiale della Regione Calabria) del 15 ottobre 2012 è stato pubblicato il decreto che autorizza la ANZ – Power a costruire una centrale a biomasse a Sorbo San Basile, in provincia di Catanzaro. Località Piano di Moggio. A due passi dall’aria più pulita d’Europa, quella della Sila. Amministratori locali tra i progettisti. Potenza complessiva di 4,3 MW. Migliaia di tonnellate di legname da bruciare: più di quello presente sul territorio, ci spiegano alcuni esponenti del comitato. «Coinvolgeremo tutti i soggetti sensibili – hanno dichiarato – per produrre, entro il 14 dicembre, il ricorso al TAR e, se necessario, al Consiglio di Stato». Alla manifestazione è stato presente anche Salvatore Scalzo. Il consigliere del Comune di Catanzaro in quota PD si è impegnato a portare il caso in consiglio.

Quest’ estate il Ministero dell’Ambiente aveva dato parere negativo alla costruzione della centrale per vincoli dovuti a coltivazioni di prodotti con marchio Dop e Pat (Prodotti Agricoli Tradizionali). Nei giorni scorsi sono scattati gli avvisi di garanzia per presunte irregolarità nella pratica presentata per ottenere le autorizzazioni necessarie. Le indagini sono state condotte dalla Procura di Catanzaro.

Il comitato ‘no alla centrale a biomasse’ è contrario alla costruzione dell’impianto per i danni alla salute. Un esponente chiarisce un aspetto della normativa sulle biomasse e sulla classificazione dei rifiuti rispetto a cosa è possibile bruciare. «Spulciando la legge – spiega – si parla di imballaggi e rifiuti da imballaggio, legno, carta, cartone, vestiti (anche sintetici, quindi pure nylon e plastica), pannolini,assorbenti, altri prodotti tessili, oli e grassi animali commestibili, rifiuti biodegradabili – perché lo riscrivono?». Ma c’è chi dice sì alla centrale: per i posti di lavoro (qualche unità) e perché di rischi per la salute non ce ne sarebbero.

 

 

 

Rita Paonessa

r.paonessa@ottoetrenta.it