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#RestiamoVive per aiutare i Centri antiviolenza

COSENZA – Un viaggio per avere contezza delle difficoltà nelle quali versano i Centri antiviolenza, un viaggio per conoscere le donne che con impegno e devozione continuano ad operare nella prevenzione e nell’intervento, un viaggio che diventa un’assoluta assunzione di responsabilità questo è #RestiamoVive, il tour della deputata di Sinistra, Ecologia e Libertà Celeste Costantino partito ieri dal Centro antiviolenza Roberta Lanzino di Cosenza.

E’ nella sede del Centro che si è tenuta la conferenza stampa di presentazione che ha assunto sempre più le sembianze di una piccola assemblea, dibattiti accesi quando si è parlato delle difficoltà che incontra un luogo così importante dal punto di vista sociale, culturale e politico quando si relaziona con le istituzioni, prima fra tutte i finanziamenti regionali che tardano ad arrivare ma anche le promesse fatte dal Comune di una nuova sede che ancora oggi non ha avuto alcun riscontro.

La parlamentare Costantino ammette una certa superficialità istituzionale sulla questione e ribadisce che lo scopo di #RestiamoVive è proprio quello di impegnarsi a preservare il più possibile questi luoghi di tutela e non è un caso che abbia scelto il Centro Lanzino come punto di partenza aldilà delle sue origini calabresi, infatti ricorda che fin dai tempi dell’Università il Centro era una certezza, le donne non si sentivano sole e sapere di averlo in città era comunque un’iniezione di coraggio.

Da Nord a Sud, da Pordenone a Catania il tour si snoderà attraverso altri sette presidi antiviolenza, la parlamentare Costantino analizzerà caso per caso le problematicità, toccherà con mano le emergenze dei singoli centri perché ciò che vuole è cercare di curare le ferite che ancora aperte ne minacciano ogni giorno la sopravvivenza mettendo a disposizione il suo operato istituzionale.

La lotta contro il femminicidio intrapresa da Sel va oltre questa iniziativa concretizzandosi in una proposta di legge che potrebbe essere sintetizzata in tre punti fondamentali che sono l’introduzione obbligatoria nelle scuole dell’educazione sentimentale, da non confondere con quella sessuale che si concentra sul corpo ignorando la dimensione affettiva, la costituzione di un osservatorio capace di controllare e monitorare le immagini trasmesse dai mass media e dai nuovi media che riducono la donna a merce e la garanzia di un reale aiuto finanziario a sostegno di chi lavora con le donne vittime di violenze.

C’è bisogno di un sostegno reciproco, sottolinea la parlamentare, di uno scambio fatto di ascolto e di supporto attraverso la creazione di un forte legame con il territorio. Quello di ieri è stato solo l’inizio, perché poi ci sarà un viaggio di ritorno per fare un bilancio, per verificare che almeno questa volta tutte le promesse vengano rispettate, una cosa è certa l’impegno da parte di Celeste Costantino c’è e questa sua prima tappa ci ha rese tutte un po’ più vive.

Gaia Santolla

Al Centro Lanzino l’On. Celeste Costantino inaugura il tour #RESTIAMOVIVE

COSENZA – Oggi lunedì 13 maggio alle ore 16,30 presso il Centro contro la violenza sulle donne “Roberta Lanzino”, si terrà un conferenza stampa in occasione della visita dell’onorevole deputata Celeste Costantino che inaugurerà il tour #RESTIAMOVIVE.
Iniziativa che vuole essere un viaggio di conoscenza diretta delle strutture che da anni svolgono azioni di prevenzione e contrasto alla violenza di genere, per raccogliere i bisogni delle donne che lavorano nei centri antiviolenza al fine di formulare a livello istituzionale le giuste misure legislative e a capire le differenze che intercorrono tra una regione e l’altra.

La Ciranda vince la pioggia

COSENZA – La pioggia diventa solo un dettaglio fastidioso ma irrilevante quando il desiderio di creare quell’unione che trascende ogni singolarità diventa l’espressione più alta di tutte le anime che incarnate in corpi pensanti hanno deciso di muoversi al pulsare di un unico grande cuore.

Questo è successo ieri in una traversa di Piazza 11 settembre, sotto il gazebo di un locale, in occasione della giornata dell’8 marzo in un’iniziativa promossa dal centro antiviolenza Roberta Lanzino che per celebrare la donna ha organizzato un grande ballo collettivo, la Ciranda.

Una danza sacra brasiliana, in italiano significa girotondo, che rimanda al cerchio e conduce al superamento di ogni frammentazione per diventare parte del ritmo che governa l’universo, per riconoscersi uguali, nei respiri, negli sguardi che restitituiscono speranza.

A coreografare  tutti coloro che temerari hanno sfidato le avverse condizioni metereologiche, è stata una collaboratrice del centro, Lindara NobreCosta una giovane donna brasiliana che ha spiegato il significato profondo di una danza che inizia tenendosi per mano e prosegue battendo i piedi, muovendosi in modo circolare, una forma di ringraziamento, di celebrazione che segna una fase di passaggio e quindi di nuova vita, di rinascita, ma diventa anche un ballo di protesta in difesa dei diritti delle donne, contro il femminicidio, contro la sottovalutazione di un’emergenza drammatica da parte delle istituzioni che invece di sostenere i presidi di accoglienza preferiscono abbandonarli a un destino di solitaria disperazione.

Non è quindi un festeggiare, ma un’occasione per mostrare ancora una volta la solidarietà nei confronti delle donne uccise, delle donne che ancora non hanno trovato la forza di liberarsi, delle donne che stanno riscaldando la voce per non tacere più.

Alla fine del girotondo viene ricordato Fabrizio Pioli, il giovane elettrauto di Gioia Tauro vittima di un delitto d’onore, sotterrato nelle campagne di Rosarno solo per essersi innamorato di una donna già sposata, perché in questa terra è consuetudine ancora assai diffusa quella di essere uccisi per un amore sbagliato.

Nella lotta contro la violenza l’unico modo per salvarsi è recuperare il vero senso della parola insieme e ieri nell’assaporare l’esistenza dell’altro tutto è diventato parola, ascolto e battito.

Gaia Santolla

Presentate alla Provincia le iniziative dell’8 marzo

COSENZA – Questa mattina l’Assessore alla Cultura e alle Politiche Giovanili Maria Francesca Corigliano nella Sala degli Stemmi del palazzo della Provincia di Cosenza ha presieduto la conferenza stampa di presentazione di tutte le iniziative che, in occasione dell’8 marzo, celebreranno la donna non solo nella giornata di domani.

La Provincia seguendo la direzione delle politiche femminili ha stilato un programma di eventi che mira alla conoscenza di un pericolo sociale, tanto allarmante quanto ancora troppo ignorato, che è quello relativo alla violenza sulle donne, una sorta di sfida educativa e formativa che possa condurre a un reale cambiamento culturale, aprire gli occhi e abbattare quell’omertà simile a quella mafiosa tipica di chi finge di non sapere.

La prima iniziativa riguarda la nuova edizione del Premio giornalistio Maria Rosaria Sessa, in collaborazione con il Circolo della Stampa, rivolto agli studenti delle scuole secondarie che quest’anno saranno chiamati a realizzare un prodotto audiovisivo, un spot di 30 secondi circa, che affronti il problema della violenza di genere e in particolare dello stalking attraverso il linguaggio simbolico delle immagini. A breve è prevista l’uscita del bando che illustrerà nel dettaglio tutte le modalità di partecipazione e i migliori video verranno poi trasmessi dalle emittenti locali.

Dal 13 marzo in poi in alcune scuole delle provincia andrà in scena Donne mie, un recital di denuncia su storie autobiografice, su violenze realmente vissute per far capire ai giovani l’emergenza di questo problema attraverso lo strumento della poesia e della musica e verrà inoltre consegnato loro del materiale informativo fornito dalla Fondazione e dal Centro Roberta Lanzino.

Il 9 marzo saranno coinvolte le scuole di Lungro con un evento che segna la conclusione del progetto culturale Passi affrettati, uno spettacolo di Dacia Maraini tradotto interamente il lingua arbëreshë, che racconta di donne vittime di violenza familiare ma anche multiculturale.

Infine il 12 marzo lo stesso Assessore Corigliano presso la Biblioteca provinciale di Cosenza incontrerà le donne, ma anche tutte le persone interessate, per un’iniziativa di invito alla lettura, per far conoscere le opere letterarie che raccontano la figura femminile, per fornire tutte le informazioni relative alla modalità di acquisizione e consultazione gratuita dei testi ma soprattutto per evidenziare quanto sia necessario leggere per capire la realtà e per addestrarsi ad affrontarla meglio.

L’Assessore termina la conferenza dedicando questo 8 marzo a chi si trova sempre dalla parte sbagliata, alle bimbe rom, piccole donne dal destino già segnato e a tutte augura di essere sempre felici.

Gaia Santolla

L’8 marzo tutte mano nella mano

 COSENZA – L’8 marzo il Centro contro la violenza alle donne “Roberta Lanzino” invita tutte le donne della città e della provincia a partecipare a una grande “Ciranda”in Piazza XI Settembre alle ore 18.30.
Tutte insieme, mano nella mano, disposte in cerchio, andremo a sincronizzare i battiti dei nostri cuori per riprodurli attraverso il battito di mani e piedi e diffonderli intorno a noi.
Un grande cerchio di energie congiunte per darci forza e valore, un grande girotondo di donne contro una cultura che ci mortifica e che nella sua estrema espressione ci uccide.
È importante essere presenti in tante e soprattutto puntuali per dare inizio ad uno straordinario rituale collettivo della “Ciranda” .

Centro Lanzino, qualcosa si muove

COSENZA – Come si è già detto più e più volte il Centro Antiviolenza Roberta Lanzino versa in drammatiche condizioni a causa dei consueti problemi legati alla mancanza di fondi e rischia seriamente, nel giro di poco tempo, di interrompere tutti i servizi a sostegno delle donne in difficoltà ma da ieri mattina sembra che il vento abbia cambiato leggermente rotta.

Infatti la dott.ssa Alessandra Celi dirigente del Dipartimento Lavoro, Formazione e Politiche Sociali della Regione Calabria insieme alla responsabile del procedimento la dott.ssa Annamaria Ciaccio e all’avv. Barone Elisa di Calabria Etica ha convocato a Catanzaro, presso la sede della Fondazione Calabria Etica, un incontro con un gruppo di rappresentanti del Centro per discutere di una prima rendicontazione progettuale per poi arrivare alla questione relativa alla mancata erogazione dei fondi regionali.

Dall’incontro ne è venuto fuori che la copertura finanziaria della regione per la promozione e il sostegno dei centri antiviolenza c’è, la somma, che si aggira intorno ai 40 mila euro, è disponibile ma è ferma negli uffici della ragioneria regionale per qualche motivo ancora non molto chiaro.

Ad ogni modo la rappresentanza regionale si è impegnata personalmente a cercare al più presto una soluzione che sia il più possibile definitiva per lo sblocco degli stanziamenti, indispensabili per la sopravvivenza stessa del Centro e fondamentale per mantenere la convezione stipulata con l’Istituto Santa Rita da Cascia di Montalto Uffugo che offre ospitalità e accoglienza alle donne che ne hanno bisogno.

La Regione dunque si è dimostrata partecipe e pronta a collaborare tanto da avanzare una rischiesta alle donne operative del Centro, in maniera quasi ufficiale, ovvero quella di avviare della attività di formazione nelle altre associazioni attive sul territorio e di promuovere degli interventi di prevenzione attraverso delle azioni mirate di divulgazione nelle scuole.

Insomma qualcosa si muove e la problematicità del Centro sembra, dopo ripetuti solleciti, aver  finalmente attirato l’attenzione delle istituzioni ma ancora non è tempo per cantare vittoria ma neanche per piangere sconfitta bisogna solo sperare di non ricadere più in un dialogo fra sordi e che siano solo il senso di responsabilità e il giudizio a prevalere in questo momento.

Gaia Santolla

Il Centro Lanzino non deve chiudere

COSENZA – Dopo la casa rifugio adesso anche la sede del Centro Antiviolenza Roberta Lanzino, dopo 20 anni di attività ed esperienza attiva sul campo, rischia la chiusura perché soffocato dai debiti e per la mancata erogazione dei fondi regionali relativi al bando attuativo della legge 20/2007 (Disposizioni per la promozione e il sostegno dei centri antiviolenza e delle case di accoglienza per donne in difficoltà).

Nonostante le donne continuino a essere stuprate, perseguitate e uccise la violenza di genere rimane ancora una questione fin troppo marginale tanto da non suscitare un reale interesse da parte delle istituzioni locali che continuano a sottrarsi alle responsabilità di questa emergenza.

Essere donna non è facile ed è proprio per questo motivo che la presenza di strutture come il Centro sul territorio è vitale, nascere donne significa vivere con la certezza di essere sempre in guerra, in lotta continua per dimostrare di non essere inferiore agli uomini, pronte a battersi contro un destino che le vuole sottomesse all’osservanza remissiva e rispettosa, contro chi le vuole vittime silenziose di stupri e violenze, contro chi non le considera mai abbastanza belle e certamente mai troppo brave, contro chi considera la maternità ancora un dovere e non una libera scelta.

E’ vero la libertà non è mai un atto dovuto, va conquistata giorno per giorno ma per le donne questo concetto diventa ancora più drammaticamente reale, perché la disubbedienza nei confronti di chi le vuole domare non è contemplata e la capacità di reagire alle offese, al ricatto, alle provocazioni viene spesso punita o fatta coincidere con l’espressione “avere i coglioni” per meglio definire il coraggio di ribellarsi, dote che secondo più di qualcuno parrebbe non appartenere al sesso femminile, ecco allora che le donne si ritrovano a essere vittime anche di erronee accezioni semantiche come se possedere le ovaie non fosse abbastanza eroico.

Il Centro Lanzino non può e non deve chiudere, diventa fondamentale soprattutto in una terra come la nostra ancora troppo radicalizzata nei contrasti, offre alle donne un’alternativa, da loro il coraggio di affrontare la sofferenza per non continuare a credere al “non lo faccio più”, aiuta a slegarsi dell’inganno del bisogno, a trovare la forza per superare la solitudine, ad autodeterminarsi ma soprattutto perché opera sulla prevenzione tentando di sovvertire gli ordini culturali che si fondano sulla discriminazione sessuale, mettendo le donne in guardia anche dai loro padri, fratelli, cugini perché neanche lo stesso sangue deve diventare un’attenuante, educa alla bellezza dell’amore quello in grado di resistere alle prove della vita perché fatto di rispetto, di ascolto, quell’amore per cui qualunque cosa accada non si smette mai di parlare la stessa lingua.

Gaia Santolla

Voci che squarciano il silenzio

COSENZA – “Sono rimasta muta perché non ho saputo riconoscere la differenza fra amore e possesso” ed è proprio dall’urgenza di rompere questo silenzio che nasce l’idea di portare in scena Voci di Desdemona, uno spettacolo teatrale che fa parte del progetto “RAVONA – Rete Antiviolenza Nazionale” AVON Foundation for Women.

Ieri sera grazie alla volontà del Centro Antiviolenza Roberta Lanzino Voci di Desdemona è arrivato anche al cinema Teatro Italia di Cosenza. Scritto e diretto da Paola Coppi, con Elena Fazio, Angela Sajeva e Roberta Montisci ha richiamato una notevole platea.

Lo spettacolo teatrale è un continuo work in progress dal momento che prende di volta in volta una forma differente proprio perché si basa sulla rielaborazione delle testimonianze raccolte in diversi centri antiviolenza della nostra penisola, ma il tema ricorrente resta sempre quello dell’inferno vissuto dalle donne vittime di maltrattamenti e di violenza tra le mura domestiche.

Lo spettacolo nel dare voce ai silenzi contraddittori delle donne denota una matrice di intenti, non ha come unico scopo quello di portare in scena una problematica circoscritta ma l’azione teatrale si fa portavoce di un messaggio che vuole toccare la sensibilità di tutti andando nella direzione di un racconto d’insieme.

Assume al tempo stesso una valenza sociale e formativa intesa proprio come esperienza educativa, il teatro diventa lo strumento pedagogico per potenziare quel processo di consapevolezza che si spera porti come risultato finale alla totale assunzione di responsabilità collettiva.

La violenza sulle donne trae la sua forza maggiore dall’indifferenza e dal silenzio di un popolo che continua a ignorare la gravità di un problema che non è più solo privato ma è sociale, politico.

L’amore non può vincere sugli schiaffi, sui pugni ed è da questa consapevolezza che bisogna partire per abbattere quella cultura che si radica nel possesso per fondarne una nuova basata sul rispetto.

Voci di Desdemona parla alle donne ma si avvicina a tutti, smuove gli animi quando le frasi di implorazione appena sussurrate si trasformano in urla strazianti ed è allora che il coraggio ingoia lo sconforto e finalmente arriva la rabbia che costringe a muoverti, perché per condurre questa battaglia serve l’impegno di tutti.

Gaia Santolla

“RAVONA” presenta voci di Desdemona

Cosenza – Voci di Desdemona farà parte del progetto “RAVONA – Rete Antiviolenza Nazionale” AVON Foundation for Women. Grazie al Centro contro la violenza alle donne “Roberta Lanzino” lo spettacolo sarà in scena a Cosenza al Cinema Teatro Italia giorno 11 dicembre alle ore 20.00.

Gli eventi di  RAVONA: Un percorso itinerante di reading, teatro, mostre, concorsi, dibattiti, concerti, performance, formazioni per contrastare la violenza maschile sulle donne; 11 eventi in 11 città.

La violenza contro le donne riguarda tutti e tutte. Sostenere i centri antiviolenza significa rafforzare le donne.

L’Associazione nazionale “D.i.Re” (Donne in Rete contro la Violenza) è una fondazione di 60 associazioni di donne che gestiscono i centri antiviolenza per dare voce a pratiche, saperi e studi sul tema della violenza alle donne, supportando migliaia di donne insieme ai/alle propri/e figli/e nella riconquista della loro libertà.

Con il progetto “RAVONA – Rete Antiviolenza Nazionale” AVON Foundation for Women contribuisce a far conoscere il problema della violenza di genere per sconfiggere la violenza maschile contro le donne.

Le donne…le stelle della notte

COSENZA – Ieri oltre 60 centri antiviolenza sparsi su tutto il territorio nazionale hanno partecipato all’evento “Nessun(a) dorma” davanti alla violenza sulle donne, promosso dall’associazione Donne in rete contro la violenza D.i.Re., una lunga notte bianca durante la quale tutte le sedi dall’imbrunire all’alba hanno aperto le loro porte alla società civile per ricordare il ruolo e l’importanza di questi luoghi di accoglienza e di aiuto e l’assoluta necessità di difenderli a tutti costi.
Daniela Ceci responsabile della formazione del Centro contro la violenza Roberta Lanzino di Cosenza ha illustrato i dati degli ultimi 2 anni e i numeri sono ancora assai allarmanti. Nel 2011 sono 273 le donne che hanno chiesto aiuto al centro, di cui 260 italiane e le restanti 13 straniere, di queste 273, 193 sono vittime delle violenze del partner, 77 dall’ex partner, 3 dai familiari, 5 da conoscenti e 2 da sconosciuti. Ancora di queste 273 donne, 110 hanno subito violenza fisica, 123 violenza psicologica, 12 violenza sessuale e 13 violenza economica. Dal 2012 a oggi sono 62 le donne che si sono rivolte al centro, di cui 26 seguite dalle psicologhe e 40 dalle legali del centro stesso. 2 donne e 1 minore in questo momento si trovano in una casa rifugio, lontani dalla relazione violenta per ricostruirsi un futuro.
Il Centro contro la violenza alle donne Roberta Lanzino è una vera e propria boccata di ossigeno per la città di Cosenza, nasce nel 1989 senza alcun scopo di lucro per offrire sostegno a tutte le donne vittime di abusi, maltrattamenti e violenza fisica e psicologica, fornendo loro ascolto e accoglienza, sostegno psicologico, consulenza legale e assistenziale gratuita. Daniela Ceci ci dice che il numero delle donne vittime di violenza è in continua crescita ma sono anche molte le donne che decidono di spaccare il silenzio chiedendo aiuto, il cammino non è facile, ci vuole molto tempo ma sono tanti i casi che si risolvono con un finale positivo, altre donne decidono di non portare a termine il percorso, di ritornare alla realtà, ma ci assicura anche che il ritorno alla quotidianità le vede comunque cambiate, in viaggio verso una nuova vita con una consapevolezza diversa.
Il Centro ovviamente si autofinanzia attraverso progetti con la Provincia, con l’Azienda sanitaria, attività culturali, seminari che spiegano cos’è la violenza ma soprattutto come riconoscerla e trova la sua concretizzazione nel volontariato, il vero punto di forza che permette di mandare avanti queste associazioni e di cui c’è sempre bisogno, ma una maggiore e sempre crescente attenzione si richiede soprattutto da parte delle istituzioni locali.
Il tema della violenza sulle donne è una questione profonda, arcana perché affonda le sue radici nelle convinzioni culturali, tutti dobbiamo imparare a fare qualcosa per fermare questa inammissibile strage delle innocenti, cominciando con l’educare i nostri figli al rispetto dell’altro ma soprattutto smettendo di fare sempre il medesimo errore ovvero quello di circoscrivere il problema esclusivamente alla vittima e al carnefice, al contrario bisogna farlo diventare un problema di ognuno.
Gaia Santolla