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Coldiretti, Filiera Suinicola Calabrese certificata “Antibiotic Free”

Gli elevati standard volontari di benessere animale ed allevamenti a conduzione familiare hanno permesso alla Filiera Suinicola Calabrese di essere certificata “Antibiotic Free”.

Carni e salumi provenienti da suini allevati senza utilizzo di antibiotici.

Le carni ed i Salumi di Calabria DOP derivanti dai suini nati ed allevati in Calabria dai soci dell’Associazione Regionale Suinicoltori sono stati certificati e garantiti come “Salumi del Benessere”. Lo rende noto Pietro Molinaro presidente di Coldiretti Calabria, che aggiunge: «siamo i primi nel sud Italia».

Il progetto di certificazione della filiera 100 % Calabrese con suini allevati con un disciplinare che garantisce livelli alti di benessere animale e senza l’utilizzo di antibiotici è stato affidato all’Ente di Certificazione DQA con sede in Roma ed accreditato dal Ministero Politiche Agricole Alimentari , Forestali e Turismo (MIPAAFT). Un impegno degli Allevatori Calabresi, riuniti attorno ai valori comuni dell’identità territoriale,che con la Coop. COZAC di Figline Vegliaturo (CS) garantiscono ai consumatori la soppressata, salsiccia, capocollo e pancetta di Calabria DOP come ” Salumi del Benessere” e carne fresca come ” Carne Amica”.

Logo-i-Salumi-del-Benessere

«Una soluzione concreta – aggiunge Molinaro –  che valorizza il lavoro degli agricoltori che puntano alla qualità delle produzioni nell’ottica della trasparenza e della sostenibilità, in una logica di consumo consapevole. Il problema della resistenza agli antibiotici per l’Organizzazione Mondiale della Salute e l’Unione Europea negli ultimi anni è diventata una priorità con l’adozione di un sistema di sorveglianza. Questo risultato  – conclude – non solo qualifica i salumi e le carni di suino 100% Calabresi della Filiera COZAC ma esalta l’attenzione degli allevatori verso i consumatori che sono garantiti sulla salubrita’ dei prodotti che acquistano e mangiano. Certamente una raccomandazione è d’obbligo:

controllare le etichette dei salumi e della carne per consumare i Salumi Calabresi DOP certificati come “Salumi del Benessere”.»

Danni nubifragio, Coldiretti: «100 milioni di euro la prima stima»

COSENZA – «Fin dalle prime ore e dal monitoraggio abbiamo riferito di notevoli danni all’agricoltura. Ora  – dichiara Molinaro, presidente di Coldiretti Calabria – questo trova purtroppo e drammaticamente ulteriore dimostrazione!  La prima stima ammonta a circa 100milioni di €uro. Ingentissimi sono i danni alle colture, alle strutture aziendali e infrastrutture rurali che necessariamente devono essere ripristinate per ripartire con i cicli produttivi ed evitare peraltro il licenziamento dei lavoratori. Coldiretti chiede al Presidente Oliverio di garantire l’immediato pagamento dell’anticipo Pac e Psr che può arrivare fino all’85% dell’importo spettante nel 2018 per fare avere una prima liquidità agli agricoltori.  Ed ancora – chiede  -di  attivare, oggi e non domani, un bando sulla misura 5 del PSR per consentire immediatamente la raccolta delle domande di chi ha subito danni strutturali ed eseguire l’istruttoria.  Coldiretti chiede ancora al Presidente Oliverio, che questa emergenza non venga affrontata con la stessa infelice tempistica di come avvenuto per l’alluvione di agosto 2015 a Corigliano e Rossano, i cui danni all’agricoltura ancora non hanno avuto il ristoro dovuto e le ferite al territorio non sono state ancora rimarginate. In particolare nel lametino i maggiori danni si sono verificati in prossimità dei quattro fiumi (Sant’Ippolito, Amato, Turrina, Cantagalli) esondati per mancanza di pulizia e manutenzione ormai da diversi anni». 

«Le aree agricole- lametino, crotonese, pre-aspromonte tirrenico, pre sila catanzarese maggiormente colpite, da quest’ultimo nubifragio, sono tra le più produttive e significative della Calabria – accentua Coldiretti – e il ristoro dei danni non può essere legato solo ai trasferimenti nazionali che hanno tempi biblici e sono irrisori».

«Anche in questa occasione  rivolgo  – afferma Molinaro – un grazie ai Consorzi di Bonifica per il quotidiano lavoro di manutenzione dei fossi di scolo di loro competenza e per il pronto intervento nella fase emergenziale che li vede tutt’ora impegnati. Per le non politiche che hanno determinato l’assenza di un Piano di difesa idrogeologico nella nostra regione, comprese le attività di manutenzione ordinarie per le quali la spesa è stata quasi annullata – conclude Molinaro – ancora una volta esprimiamo rammarico e delusione».

Coldiretti: «Occorre far volare le api della Calabria»

CATANZARO- Il comparto apistico regionale con oltre 400 imprese apistiche, circa 78.000 alveari censiti una produzione di più di 2.500.000 Kg di miele, genera un valore alla produzione di 15 milioni di Euro. E’ inestimabile poi il contributo economico che le api danno alle coltivazioni agrarie e dell’ecosistema per il servizio d’impollinazione e quindi all’equilibrio naturale, con effetti anche sulla salute e l’alimentazione. «Il mese di agosto, appena trascorso- rileva Coldiretti –  è stato uno dei mesi più preoccupanti per gli apicoltori calabresi nel garantire il benessere delle api e la salvaguardia del patrimonio apistico regionale; in un periodo durante il quale notoriamente le api rallentano la loro attenzione alla bottinatura sui fiori per una drastica riduzione degli stessi a causa del caldo o di fenomeni siccitosi. Gli anomali andamenti climatici, caldo-umido dovuto ai frequenti brevi temporali,  – continua – hanno favorito uno inconsueto proliferare di afidi ed altri parassiti sulle piante, che aggrediti emettono una sostanza zuccherina molto prelibata per le api diventando una fonte quasi esclusiva di bottinatura ed alimentazione. Tale condizione però espone  le api ad avvelenamenti anomali per la presenza di residui chimici in eccesso e ciò  – rimarca Coldiretti – crea veri e propri disastri ambientali: in poche parole la moria delle api. In ragione di ciò, diventa fondamentale l’uso consapevole e professionale dei fitofarmaci da utilizzare in difesa delle piante e questo comporta la contestuale salvaguardia dell’ambiente. Agricoltori non ci si improvvisa e il “fai da te” è sempre un pericolo in agguato poiché, si bypassano gli obblighi e si ignorano i rischi. E’ certamente importante il contributo tecnologico e della ricerca ma degna di attenzione  – consiglia Coldiretti – deve essere la conoscenza professionale che tutti devono avere nell’esercizio dell’attività agricola». «Occorre far volare le api- avverte Molinaro Presidente di Coldiretti Calabria – e quindi serve intensificare i controlli sulla corretta tenuta del quaderno di campagna, sull’osservanza delle norme di commercializzazione dei prodotti fitosanitari e sulle corrette procedure di utilizzo». Coldiretti chiede pertanto alla Regione di intensificare e potenziare il sistema dei controlli tramite la rete fitopatologica, all’ ARSAC mediante i servizi tecnici e di divulgazione ma anche le ASP, i N.O.E. e i N.A.S. possono svolgere un ruolo positivo e propositivo. La Calabria è regione green con una forte e diffusa biodiversità e sulla difesa ambientale e la salubrità delle produzioni agricole, che sono autentici punti di forza, deve caratterizzarsi per tolleranza zero.

 

 

 

 

Agricoltura danneggiata dalla pioggia, Coldiretti: «La Regione verifichi»

CATANZARO- Negli ultimi giorni eccesso di pioggia e autentiche bombe d’acqua, in particolare nei Comuni di Nicotera e Joppolo nel Vibonese e nel reggino nei Comuni di Scilla, Bagnara Calabra e Reggio Calabria, hanno prodotto danni all’agricoltura e smottamenti ed allagamenti con difficoltà alla viabilità esta salendo la conta. «Sempre di più  – denuncia il Presidente di Coldiretti Calabria Pietro Molinaro –  si è costretti a rilevare danni ai cittadini ed agricoltori per effetto di un costante abbandono delle aree interne, la scarsissima manutenzione e messa in sicurezza dei territori. Non investire nella prevenzione – continua –  oltre ad accrescere il rischio di dissesto idrogeologico fa lievitare, puntualmente, la spesa pubblica negli interventi post eventi in un rapporto uno a sette. L’andamento anomalo di questo periodo  conferma purtroppo i cambiamenti climatici in atto che si manifestano – sottolinea la Coldiretti – con la più elevata frequenza di eventi estremi con sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo». Auspicando che ci possa essere una maggiore consapevolezza da parte delle Istituzioni sul contrasto di questi fenomeni di rischio, la Coldiretti chiede al Dipartimento Regionale Agricoltura di effettuare velocemente la verifica dei danni e dello stato delle colture e valutare la situazione che certamente non è buona e se necessario predisporre gli atti per la richiesta di calamità naturale.

 

Laghi silani sfruttati, Molinaro ad Oliverio: «È giunto il momento di soluzioni stabili»

CATANZARO – «Sicuramente faremo anche quest’anno i conti con la mancanza di acqua ed è già allarme nel crotonese. Le prime serie avvisaglie, come accade ormai da anni, – dichiara Pietro Moinaro, presidente di Coldiretti Calabria – si registrano infatti in questo territorio  dove ritorna di attualità   l’irrigazione della coltura dei finocchi che, vengono piantumati all’incirca  dalla metà di settembre. Una  circostanza  – scrive Coldiretti al Presidente Oliverio, al Prefetto di Crotone, al comune di Isola C.R. e dirigenti dei Dipartimenti interessati della Regione  – che si verifica poiché finiscono i volumi d’acqua (33 milioni di mc) erogati, dal 1° maggio al 30 settembre,  dall’attuale  “dominus”, l’A2A, la multiutility specializzata nel settore dell’energia, previsti nelle  convenzione che risalgono al 1968. Convenzioni  ormai datate,  – scrive Coldiretti – perché di 50anni fa e succedutesi via via tra vari soggetti e ancorate ad una agricoltura diversa e poco legata ai frequenti  cambiamenti climatici che influiscono, sulla vita stessa delle persone e delle attività economiche. Rivedere   le condizioni delle  “Convenzioni” ormai è un imperativo  – continua Coldiretti – peraltro – chiosa –   inspiegabilmente a suo tempo  sono state rinnovate, con un vincolo  trentennale che scade nel 2029. La multiutility  – precisa Coldiretti – produce energia turbinando in media nell’anno 10 mc/s  che equivalgono a circa 300milioni di mc di acqua in un anno. Di questi, allo stato, 100 milioni circa sono consegnati al Consorzio gli altri vengono rilasciati in mare. E’ facile dedurre  che l’acqua non viene rilasciata in funzione di quanto previsto dalla legge e cioè della richiesta e necessità dei territori e quindi per uso idropotabile e irriguo ma in base a criteri e considerazioni economiche che non mirano sicuramente alla conservazione della risorsa idrica nei bacini silani. A fine agosto/metà settembre di ogni anno, anche nel 2018 sarà così,  si esauriscono  i volumi di acqua previsti dalle convenzioni,  e questo  rende problematica l’attività agricola e zootecnica.. Insomma un intero sistema rischia di collassare. Non possiamo più accontentarci di  forme di assistenza temporanee dettate dall’urgenza della situazione e durante le quali A2A chiede alla Regione il risarcimento per il mancato utilizzo dell’acqua per la produzione di energia– insiste Molinaro –  bensì è giunto il momento di soluzioni stabili e durature. Non possiamo più accettare che un grande patrimonio ambientale che appartiene alla Calabria, sfruttato a fini idroelettrici, abbia anche e tra l’altro probabilmente un ritorno economico insoddisfacente per le casse regionali. Molinaro chiede al Presidente Oliverio, in virtù di una “sovranità” da esercitare, che la Regione Calabria metta in campo  una iniziativa forte a difesa del nostro patrimonio agricolo, ambientale, turistico e paesaggistico”.  Riuscire a cambiare la situazione, chiude la lettera –  è un deciso salto culturale: una sfida di futuro, nella quale dobbiamo essere  impegnati»

 

A rischio la distribuzione della cipolla Rossa di Tropea

TROPEA (VV) Molinaro, Coldiretti, «le ripetute calamità naturali verificatesi sull’areale di produzione della Rossa hanno fortemente compromesso la disponibilità del prodotto»

La cipolla Rossa di Tropea IGP  ormai è leader nel mondo ed è sempre più richiesta dai consumatori, dalla ristorazione e dall’industria di trasformazione risultando essere un elemento indispensabile per il cibo di qualità. In questi anni c’è stato un aumento di domanda che ora a causa delle varie calamità naturali (gelo, forte e caldo vento etc ) verificatesi sull’areale di produzione della “Rossa” hanno fortemente compromesso la disponibilità del prodotto una situazione che non consente ai produttori di  fare fronte alle richieste. «Insomma c’è poco prodotto – afferma Coldiretti – i produttori hanno fatto sforzi economici incredibili per mantenere una produzione con standard elevati di qualità tra l’altro glifosate zero. “Il finale  – afferma Molinaro Presidente di Coldiretti Calabria – è che la Rossa più amata in cucina i consumatori rischiano di non poterla acquistare».

Forti raffiche di vento nel lametino, danni alle strutture serricole e alle colture

LAMEZIA TERME (CZ) – I forti e caldi venti con raffiche impetuose specialmente nell’area del lametino con epicentro tra Curinga e Pizzo Calabro hanno provocato danni ingenti alle strutture serricole e alle colture in atto in particolare ortaggi, fragole anche in pieno campo e fiori.

Coldiretti monitora la situazione

«E’ stata una giornata di passione  – comunica Coldiretti Calabria che sta “monitorando la situazione”. Molte serre infatti sono state scoperchiate dalla furia del vento che ha strappato i teloni di plastica e compromesso le stesse strutture serricole. E’ l’ennesimo episodio di evento climatico estremo – sottolinea Coldiretti – che mette ancora una volta a dura prova il comparto agricolo con inevitabili ripercussioni sull’indotto. Adesso  – chiede Coldiretti – occorre che la Regione Calabria con celerità e rigore, disponga le procedure per la necessaria valutazione dei danni per delimitare le aree colpite e chiedere il riconoscimento dello stato di calamità».

Coldiretti, obbligatorio indicare sull’etichetta l’origine del grano

COSENZA –  E’ scattato l’obbligo di indicare obbligatoriamente in etichetta l’origine del grano utilizzato nella pasta con l’entrata in vigore dei due decreti interministeriali sull’indicazione dell’origine obbligatoria del riso e del grano per la pasta in etichetta. L’etichetta di origine obbligatoria permette di conoscere l’origine del grano impiegato nella pasta e del riso e mette fine all’inganno dei prodotti importati, spacciati per nazionali, in una situazione in cui un pacco di pasta su tre è fatto con grano straniero, come pure un pacco di riso su quattro. E’ quanto afferma la Coldiretti che ha organizzato a livello nazionale il Pasta Day alla presenza del ministro Martina. Un provvedimento fortemente sostenuto dalla Coldiretti per garantire maggiore trasparenza negli acquisti ai consumatori e fermare le speculazioni che hanno provocato il crollo dei prezzi del grano italiano al di sotto dei costi di produzione e che ha causato la drastica riduzione delle semine. «Già  – sottolinea Molinaro Presidente di Coldiretti Calabria – ci sono due primi importanti segnali: noti marchi garantiscono l’origine italiana al 100% del grano impiegato per la pasta, senza dimenticare alcune linee della grande distribuzione e questo avviene anche nei pastifici calabresi sparsi un po dovunque; poi, vi è il prepotente ritorno nelle semine dei grani nazionali antichi come il Senatore Cappelli. In Calabria, dopo una diminuzione delle superfici investite a grano  si riscontra  un aumento delle semine, in particolare di grano antico, di circa il 25% e questo sta riscuotendo anche un grande interesse da parte dei giovani con diversi esempi di successo. Un elemento principe che garantisce la dieta mediterranea a testimonianza di una Calabria che sempre di più produce cibo buono e di qualità. Una scelta  anche a tutela della salute perchè in Italia – precisa Molinaro – è vietato l’utilizzo del glifosato sul grano in preraccolta a differenza di quanto avviene per quello straniero proveniente da Usa e Canada dove ne viene fatto un uso intensivo nella fase di pre-raccolta per seccare e garantire artificialmente un livello proteico elevato.  A giovarsi del provvedimento è anche il celebre riso di Sibari  che viene coltivato nella sibaritide su circa 1000 ettari e che possiede delle particolari caratteristiche organolettiche dovute proprio alla tipologia di terreno e alle proprietà organolettiche».

 

 

Eventi calamitosi in provincia di Reggio Calabria, Coldiretti chiede sopralluoghi

REGGIO CALABRIA – Eventi calamitosi avversi caratterizzati da venti forti e precipitazioni temporalesche persistenti per oltre 22 ore nei giorni del 3 e 4 gennaio 2018 hanno interessato le aree della fascia jonica nella provincia di Reggio Calabria. Gli uffici tecnici della Coldiretti hanno già avviato sul territorio i sopralluoghi per la stima dei danni   verificando che gli eventi ventosi si sono fortemente manifestati  nei comuni  di Bianco, Africo, Brancaleone, Palizzi, Bova, Bova Marina, Condofuri, San Lorenzo, Roghudi, Roccaforte, e Montebello Ionico, la maggior parte delle aziende agricole ricadenti in questa area, hanno registrato danni strutturali sulle coperture di capannoni, edifici rurali e civili, ma in modo particolare i danni si sono manifestati sulle piante di  bergamotto con molti casi di sradicamento e rottura della branche principali, ovviamente la produzione è totalmente caduta a terra rendendo i frutti ormai inutilizzabili,  negli uliveti si registrano rottura di rami e branche principali, sradicamenti,  i teli per la raccolta delle ulive sono stati in gran parte strappati e danneggiati ormai inutilizzabili con completa perdita delle ulive ancora non raccolte  per la cascola causata dal forte vento. Ingenti danni si sono verificati sulle strutture serricole nei  comuni di san Lorenzo, Condofuri, Palizzi e Brancaleone dedicate alla produzione di colture orticole ad alto reddito come pomodori e altre, con strutture completamente divelte dal vento comprese coltivazioni in pieno campo sulle quali persino le strutture pacciamanti sono state smantellate. Danni su impianti fotovoltaici in diverse aziende, nonché alle strutture di copertura per ricovero bestiame e attrezzi diffuse su tutto il territorio.

La richiesta di Coldiretti Calabria

La Coldiretti di Reggio Calabria chiede al Dipartimento Agricoltura della Regione Calabria di avviare le procedure di ispezione e controllo al fine di stimare i danni reali alle imprese agricole danneggiate al fine di dichiarare lo stato di calamità naturale. «Dal 2012  – annota Molinaro Presidente di Coldiretti Calabria – diverse sono state  le calamità naturali decretate che hanno riguardato l’agricoltura calabrese con diversi milioni di euro già stanziati e fermi nelle casse della Regione.  Chiediamo al Presidente Oliverio un impegno particolare su questo fronte per ristorare gli agricoltori».

Fondazione Telethon, arrivano anche dalla Calabria gli agrumi 100% italiani

Molinaro: «gli agricoltori sempre in prima linea sui progetti di solidarietà».

CATANZARO – Fedagromercati, la Federazione nazionale degli imprenditori grossisti dei Centri Agroalimentari e dei Mercati all’ingrosso di Confcommercio, Filiera Agricola Italiana SPA, promossa dalla Coldiretti, insieme per sostenere Fondazione Telethon e la ricerca scientifica sulle malattie genetiche rare: questo è l’obiettivo della campagna “Presente” per un’iniziativa di donazione a sostegno della Fondazione che si sta svolgendo dal 1 Novembre al 31 Dicembre.

Due mesi all’insegna del “cuore” e della solidarietà con un’azione concreta di raccolta fondi da parte degli imprenditori di 12 Mercati all’ingrosso italiani attraverso la vendita di agrumi 100% italiani provenienti da aziende produttrici selezionate all’interno del progetto Orti di Campagna, marchio della Filiera Agricola Italiana specifico per i Mercati italiani volto alla promozione del prodotto italiano.

Filiera Agricola Italiana spa, assicura trasparenza su tutti i processi nodali e decisionali nell’ambito della filiera ed equità con la giusta ripartizione del valore aggiunto tra tutti i protagonisti della filiera senza speculazioni.

  Siamo davvero felici – commenta Pietro Molinaro Presidente di Coldiretti Calabria – per il ruolo di spicco che ha la nostra regione nel dare il contributo sia logistico che nella disponibilità del prodotto a favore di una causa  importante e di un progetto di eccellenza.

Le nostre produzioni agrumicole – prosegue – continuano a meritare il dieci in condotta  perché coniugano i valori produttivi con i principi di sostegno alla ricerca sulle malattie rare che molto spesso riguardano bambini.

Gli agricoltori sono capaci di mettere in sequenza i principi della solidarietà vera ed essere parte attiva della realtà sociale ed economica.

Per ogni cassetta venduta di limoni, arance e clementine gli operatori di Fedagromercati hanno deciso di donare 1 euro a Fondazione Telethon per contribuire all’appello dei pazienti e delle loro famiglie.

Da qui l’importanza dell’operazione la quale rappresenta anche un’iniziativa di sistema che mette in relazione gli attori di diverse fasi della filiera per la valorizzazione delle aziende del settore agroalimentare.

E’ proprio il caso di dire che: gli agrumi calabresi continuano ad essere “buoni”!