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Reggio Calabria, nuova operazione contro le cosche

REGGIO CALABRIA – Imponevano la guardiania a proprietari di terreni agricoli e contadini, non tanto per un vantaggio economico, quanto per manifestare “pubblicamente” il loro potere sul territorio di Sinopoli, Procopio e Lanciano, nel reggino. E’ quanto emerso da un’inchiesta condotta dai carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria e coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia che ha portato all’esecuzione di quattro arresti. Nei loro confronti il gip distrettuale ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere con le accuse, a vario titolo, di associazione mafiosa ed estorsione aggravata dal metodo mafioso. I terreni, per un valore di un milione e mezzo di euro, sono stati sequestrati dai carabinieri dal Comando provinciale di Reggio Calabria. Dalle indagini, avviate dal Nucleo investigativo dei carabinieri nell’ottobre 2015 e che si sono avvalse anche delle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, è emersa l’appartenenza di uno degli indagati, con ruolo di vertice, alla cosca Alvaro di Sinopoli, ramo “carni ‘i cani”. L’inchiesta avrebbe fatto luce sul “sistema della guardiania”, applicato diffusamente dalle cosche nei territori di “competenza”, quale “tassa” nei confronti di chi abbia un potenziale reddito. Grazie alla collaborazione di alcune vittime, è stato accertato che in alcuni casi gli indagati arrivavano alla “spoliazione” della proprietà, costringendo le vittime a vendere i propri fondi a prezzi notevolmente inferiori a quelli di mercato. Fondi che adesso sono stati sequestrati.

‘ndrangheta, confiscati beni per 36 milioni. Sigilli anche per un hotel di Roma

REGGIO CALABRIA – Gli agenti dei centri operativi Dia di Roma e Reggio Calabria e della Polizia di Reggio Calabria e Palmi stanno eseguendo un provvedimento di confisca di beni per circa 36 milioni di euro, già sottoposti a sequestro nel 2013, nei confronti di due noti imprenditori di Palmi. Tra i beni anche un prestigioso hotel in uno dei quartieri più esclusivi della Capitale. L’ingente confisca è stata disposta dalla sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria, su richiesta della Dda di Reggio Calabria, a seguito di due complesse e convergenti attività di indagine condotte dai centri operativi Dia di Roma e Reggio Calabria, dalla Squadra Mobile di Reggio Calabria, dal commissariato di Palmi e dalla Divisione Anticrimine della Questura di Reggio Calabria, che hanno consentito di acquisire gli elementi necessari per dimostrare l’esistenza di rapporti tra i due imprenditori e la cosca Gallico. Maggiori dettagli saranno forniti nel corso di una conferenza stampa, presieduta dal procuratore della Dda di Reggio Calabria, Federico Cafiero De Raho, che si terrà oggi alle 11 negli uffici della Dda di Reggio Calabria.

Reggio Calabria, Dda confisca beni per un valore di 1,5 milioni di euro

REGGIO CALABRIA – La Dda della Procura della Repubblica di Reggio Calabria ha ottenuto dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale un provvedimento di confisca preventiva di beni mobili ed immobili per un valore di circa 1,5 milioni di euro riconducibili al patrimonio di Giuseppe Panuccio, di 85 anni di Taurianova e di Gaetano Merlino. I due sono ritenuti appartenenti alla cosca di ‘ndrangheta dei “Maio”, operante nella frazione San Martino del comune di Taurianova (RC). L’attività costituisce la prosecuzione dell’operazione denominata “Tutto in famiglia”, nell’ambito della quale Panuccio e Merlino erano stati indagati e successivamente condannati, in appello, entrambi a 12 anni di reclusione per il reato di associazione di tipo mafioso. L’operazione “Tutto in famiglia” ha consentito di delineare gli aspetti strutturali e quelli operativi della cosca operante a San Martino di Taurianova, dimostrando che in quel territorio esiste una locale di ‘ndrangheta, costituita in società, attesa la documentata esistenza di una “società maggiore” e di una “società minore”, qualificando il ruolo di Michele Maio appunto in “capo società”. Questo provvedimento, scaturito dalle risultanze investigative patrimoniali del reparto operativo dei carabinieri di Reggio Calabria, che hanno consentito di accertare illecite accumulazioni patrimoniali, riguarda un’impresa operante nella coltivazione di agrumi, undici tra unità immobiliari e terreni ubicati in Taurianova, Varapodio, Rizziconi e Oppido Mamertina, nel Reggino, svariati rapporti bancari, titoli obbligazionari, polizze assicurative riconducibili ai destinatari del provvedimento.

DIA: Confiscati Beni per circa 15 Milioni di Euro a Imprenditore

ROSSANO (CS) – La Dia di Catanzaro ha confiscato il compendio di un’azienda agricola per la produzione e lavorazione di agrumi ed olive, 27 rapporti finanziari per 3,5 milioni, 92 immobili e 2 auto di grossa cilindrata per un valore di circa 15 milioni di euro.

Il patrimonio è stato sequestrato ad un imprenditore agricolo di Rossano, Giovanni Acri di 62 anni, che è stato condannato, in via definitiva, a scontare un anno e due mesi di reclusione con l’accusa di usura.

Confisca dei beni ad un imprenditore

REGGIO CALABRIA – La Dia di Reggio Calabria ha confiscato beni per 20 milioni di euro ad un imprenditore, indagato e prosciolto in inchieste sulla cosca Libri.

Il provvedimento, disposto dal Tribunale per la sproporzione tra i redditi dichiarati ed il patrimonio posseduto, ha riguardato il patrimonio aziendale di un ristorante-albergo, una pizzeria, una sala ricevimenti, terreni agricoli per 360 mila metri quadri, 16 fabbricati e 2 conti correnti.

Confiscati beni per 5 milioni di euro riconducibili a boss detenuto in carcere

CATANZARO – Confiscati dalla DIA di Catanzaro beni mobili ed immobili per un valore complessivo di oltre 5 milioni di euro.  Accusato Antonio Mancuso, 73 anni di Limbadi, attualmente detenuto, ritenuto ai vertici della omonima cosca di Limbadi (Vibo Valentia), e gli eredi Domenico Campisi, ritenuto vicino alla cosca Mancuso ed ucciso il 17 giugno 2011 nelle campagne di Nicotera (Vibo Valentia).