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Distretto del cibo, si allarga la rete di comuni: Rende, Montalto, Lattarico e San Benedetto

RENDE (CS) – Anche Montalto Uffugo, Lattarico e San Benedetto Ullano entrano a far parte della rete di comuni Asus che hanno aderito al Distretto del cibo. Stamane nella sala giunta del municipio di Rende i tre sindaci hanno formalmente chiesto durante la conferenza degli enti di entrare nel circuito di coesione e valorizzazione territoriale.

Dal municipio dell’oltre Campagnano, passando per Cosenza, Castrolibero, Castiglione Cosentino, San Pietro in Guarano, San Vincenzo La Costa, Mendicino, San Fili, Carolei, Cerisano, Domanico, Marano Principato, Dipignano, Zumpano: “la proposta di costruire un sistema locale sostenibile del cibo nell’area delle serre cosentine si allarga ad altre municipalità, segno che tale opportunità rappresenta una concreta base su cui costruire il nostro futuro. Il distretto è aperto ad altri enti pubblici, alle aziende agricole agroindustriali ed alimentari, al comparto della ristorazione e della ricezione, alle realtà dell’artigianato locale e legato alla tradizione culinaria, alle aziende di produzione di beni e servizi coerenti con le tradizioni e le vocazioni territoriali”.

Il primo cittadino ha poi sottolineato come: “soprattutto in questo determinato periodo storico in cui serve concretezza per ripartire, la promozione di interventi integrati e di supporto allo sviluppo sostenibile significa valorizzare le nostre risorse e meglio sostenere l’economia. Il nostro è un progetto politico che vede non nelle appartenenze, ma nella forza dell’azione comune un approccio che potrà essere da guida anche per altri territori”.

“Il gap di questi anni, reso ancora più aspro dalla pandemia, deve essere superato attraverso la costruzione di percorsi sinergici che possono portare i nostri comuni a divenire attrattori di crescita. Un maggiore sostegno allo sviluppo rurale integrato e alla promozione di pratiche agricole a basso impatto ambientale che tenga conto delle specificità e dei bisogni dei contesti di riferimento significa sviluppo delle filiere corte e sostegno all’agricoltura locale, aumento dell’occupazione, valorizzazione delle identità”, ha concluso Manna.