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Dialogo tra le religioni: partire da radici comuni

COSENZA – Anche quest’anno SAE (Segretariato Attività Ecumeniche), MOCI e Stella Cometa hanno organizzato a Cosenza un momento d’incontro in occasione della XIII giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamico.

Un appuntamento che ha riscosso una notevole partecipazione, richiamando persone appartenenti a religioni diverse e che segna quindi un passo importante nel percorso intrapreso ormai da tre anni nella città bruzia.

Compassione e misericordia le parole chiave affrontate dai relatori Ibrahima Diop membro della comunità senegalese, Jens Hansen pastore della Chiesa Valdese di Catanzaro, don Michele Fortino parroco della parrocchia S. Cuore di Gesù e Madonna di Loreto.

Compassione e misericordia come declinazioni di un sentire convergente pur nella diversità di credo. Differenze che si assottigliano fino quasi a scomparire in alcuni racconti tratti dai rispettivi testi sacri, che testimoniano le radici comuni delle varie espressioni religiose.

Compassione e misericordia che confluiscono e si concretizzano nell’accoglienza e nella vicinanza all’altro, ovvero il passaggio ad un agire concreto di prossimità. Numerosi gli esempi portati in proposito da Ibrahima Diop rispetto alla sua esperienza in Italia: la distribuzione del cibo attraverso il banco alimentare, le iniziative di FierainMensa promosse durante la Fiera di San Giuseppe, l’apertura della moschea, lo scambio di preghiere tra i rappresentanti religiosi nei periodi di Ramadan e di Pasqua.

Accoglienza che Jens Hansen riferisce, con toni abbastanza decisi, anche al massacro che si compie periodicamente nelle acque del Mediterraneo.

Un appuntamento che – nelle parole di don Michele Fortino – prende le forme di un segno vivo di speranza, perché è come il lento crescere della foresta al confronto del boato di un albero che cade: anche se è un agire silenzioso, il ritrovarsi per gioire nella convivialità delle differenze produce buoni frutti.

Prelibatezze come la toccante testimonianza che ha accompagnato i presenti verso la conclusione dell’incontro. Yousef, Saed, Magdi, Ziad sono quattro ragazzi egiziani appena maggiorenni che vivono quotidianamente la convivenza tra cattolici e musulmani da quando si trovano sotto lo stesso tetto. Una famiglia speciale l’ha definita Giorgio Clarizio, dirigente scolastico dell’ITC “Antonio Serra” e dell’ ITG “S. Quasimodo” di Cosenza, che da qualche tempo segue molto da vicino la travagliata storia di questi adolescenti che, venuti a studiare in Italia grazie ad una borsa di studio, si sono trovati coinvolti in un delicato “tira e molla” con il proprio paese d’origine. Una vicenda di incomprensioni e intolleranze che rischiava di far perdere loro la possibilità di proseguire gli studi, ma che grazie alla sensibilità di Clarizio si è trasformata invece in una nuova opportunità.

A chiudere la serata le parole di don Battista Cimino che dal Kenya ha voluto partecipare inviando un saluto. Una voce che ha sperimentato le crudeltà della guerra e per ciò invita a proseguire su questo cammino di confronto e reciproca conoscenza, per imparare ad identificare ed apprezzare il volto dell’altro.

 

Mariacristiana Gugliemelli

 

La fratellanza attraverso la preghiera: l’unità dei cristiani

COSENZA – Venerdì 18 gennaio prende avvio la settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. Un appuntamento annuale di portata internazionale che raccoglie i fedeli delle diverse confessioni intorno a riflessioni comuni. Un momento di condivisione e di fratellanza che accende la luce della speranza e che è espressione visibile del percorso ecumenico costante che si svolge ormai da diverso tempo tra le anime presenti nel cristianesimo. Un’iniziativa che unisce i credenti di una stessa comunità, ma che contestualmente mette in comunicazione spirituale anche gruppi che si trovano in parti diverse del mondo.

Una sola preghiera, un solo spirito di comunione.

A Cosenza, in particolare, la settimana di preghiera per l’unità dei cristiani viene organizzata dalla commissione per l’ecumenismo e il dialogo dell’Arcidiocesi di Cosenza-Bisignano, in collaborazione con la Chiesa Evangelica Valdese di Dipignano, la parrocchia Cattolica di rito greco-bizantino del SS Salvatore, della Chiesa Avventista del Settimo Giorno e della parrocchia Ortodossa rumena.

Filo conduttore della preghiera e delle riflessioni sarà l’idea del cammino declinato nei vari incontri secondo molteplici accezioni. L’appuntamento di apertura è nella Cattedrale di Cosenza, dove mons. Nunnari e il predicatore Zumpano della Chiesa Valdese affronteranno il “Camminare in Dialogo”. Domenica sarà poi la volta di “Camminare verso la Libertà” presso la Chiesa Valdese di Dipignano, a cui seguiranno gli incontri di martedì 22 alla Chiesa Ortodossa rumena su “Camminare come amici di Gesù”, di giovedì 24 alla Chiesa Avventista con la riflessione “Camminare nella Solidarietà”, per concludere poi venerdì 25 nella Chiesa Cattolica Bizantina con “Camminare insieme nella Celebrazione”. Un cammino spirituale che si concretizza nelle cinque tappe delle comunità cristiane presenti sul territorio.

Fulcro della settimana l’incontro biblico di lunedì 21 incentrato sulla riflessione da cui prende il tema l’intera iniziativa, ovvero il versetto tratto dal libro di Michea “Quel che il Signore esige da noi”. Interverranno Marinella Pernice, come voce della chiesa cattolica, padre Ioan Manea della chiesa ortodossa e il pastore Jens Hansen della chiesa valdese.

 

 

Mariacristiana Guglielmelli

 

I cristiani incontrano l’Islam

COSENZA – Vogliamo intensificare a tutti i livelli l’incontro tra cristiani e musulmani ed il dialogo cristiano-islamico. Raccomandiamo in particolare di riflettere insieme sul tema della fede nel Dio unico e di chiarire la comprensione dei diritti umani. É quanto recita il punto 11 della Charta Oecumenica firmata dal Consiglio delle Conferenze dei Vescovi d’Europa (CCEE) e dalla Conferenza delle Chiese Europee (CEC) nel 2001. É la raccomandazione accolta per l’organizzazione della Giornata Mondiale dell’Amicizia Cristiano-Islamica che festeggia i suoi 11 anni e che, per la prima volta, quest’anno è stata realizzata anche a Cosenza. L’esperienza ha dimostrato che la collaborazione tra cristiani è possibile. Allo stesso modo può esserlo il dialogo rispettoso tra religioni diverse.

Un’occasione preziosa di confronto e di scambio per la città, per superare i confini dettati dal pregiudizio: “Quello di stasera non è un incontro tra dottrine, – ha tenuto a precisare Maria Pina Ferrari, responsabile del SAE (Segretariato Attività Ecumeniche) gruppo di Cosenza – ma tra persone che, nel rispetto della propria tradizione religiosa, si aprono al dialogo. Un dialogo nel quale prevale l’atteggiamento di ascolto dell’altro. Non un semplice stare insieme a chi è diverso da me, ma un mettere in gioco le proprie risorse, le proprie convinzioni, la propria identità per arricchirsi. In quest’ottica, la Giornata è un’importante occasione di incontro e conoscenza reciproca e noi abbiamo voluto coglierla”.

Un’iniziativa che ha visto la partecipazione di cattolici, avventisti del settimo giorno, valdesi e cattolici di rito greco bizantino e che ha coinvolto diverse organizzazioni che lavorano per promuovere e favorire la conoscenza e l’integrazione. Oltre al SAE, infatti, artefici e ideatori della manifestazione sono Stella Cometa, MoCi e l’associazione culturale islamica “Arahma” onlus.

L’invito della Charta Oecumenica risulta quanto mai prezioso se si prende in considerazione l’anno della sua emanazione. Il 2001 è l’anno degli attentati alle Torri Gemelle e l’inizio del clima di avversione e paura verso il mondo islamico. Una contrapposizione ideologica e culturale che sembra cancellare in un solo colpo gli storici rapporti di scambio e collaborazione tra oriente e occidente. Rapporti di cordialità e amicizia che si perdono nella notte dei tempi, come ha raccontato l’Imam Ahmed Berraou della comunità islamica cosentina nel suo intervento. Una fratellanza che si rintraccia nei testi religiosi e che è confermata dalle vicende biografiche dello stesso Profeta Mohammad.

L’incontro di Cosenza dunque si pone non solo come apripista per il dialogo interreligioso, ma si configura esempio positivo di convivenza tra i popoli. Non a caso è emersa a margine la necessità di promuovere ed intensificare iniziative di questo genere, facendo in modo di coinvolgere soprattutto i giovani per aprire loro gli occhi e far crollare le barriere del pregiudizio e della paura che spesso crea la mancata conoscenza.

L’auspicio è che il germe della speranza gettato in questa occasione possa maturare e fare frutto. Ad emblema di questo proposito la serata si è concluso con uno scambio di doni tra i rappresentanti delle religioni presenti, come monito di convivialità nella semplicità.

Mariacristiana Guglielmelli