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Disagio abitativo a Cosenza: insediato a Palazzo dei Bruzi il tavolo tecnico per affrontare l’emergenza

COSENZA – Un incontro dall’esito positivo, indirizzato unanimemente verso la necessità di risolvere il problema del disagio abitativo in città. E’ quello svoltosi questa mattina, nel salone di rappresentanza di Palazzo dei Bruzi, dove si è insediato il tavolo tecnico, tra Comune di Cosenza, Regione Calabria e Comitato spontaneo “Prendocasa” scaturito dalla riunione tenutasi in Prefettura la scorsa settimana. All’incontro hanno preso parte l’Assessore regionale alle infrastrutture Domenica Catalfamo e l’Assessore al welfare del Comune di Cosenza, Alessandra De Rosa, i rappresentanti del Comitato spontaneo “Prendocasa”, Ferdinando Gentile e Tiziana Mirabelli, l’ing.Francesco Tarsia, dirigente regionale del Settore Lavori Pubblici e Politiche dell’edilizia abitativa, l’avv.Paolo Petrolo, commissario straordinario dell’Aterp e i dirigenti comunali al welfare, avv.Matilde Fittante e al bilancio, avv.Francesco Giovinazzo. Al termine dell’incontro è emersa una condivisione delle problematiche affrontate e del percorso individuato per risolverle. Il tavolo tecnico resta aperto e sarà aggiornato tra quindici giorni. Nel frattempo il Comune approfondirà gli aspetti relativi agli interventi di manutenzione da poter attivare sugli edifici già esistenti, potendo contare sull’apporto anche dei tecnici regionali che valuteranno la coerenza degli interventi di cui abbisognano gli alloggi con le direttive di Agenda Urbana che è lo strumento straordinario dal quale potranno essere attinte le risorse finanziarie per provvedere alle necessità delle famiglie in emergenza abitativa. L’incontro è stato introdotto dall’Assessore De Rosa che ha ringraziato l’Assessore regionale Domenica Catalfamo per aver accolto l’invito. Alessandra De Rosa ha tracciato un breve excursus delle iniziative adottate negli ultimi anni dal Comune per fronteggiare il disagio abitativo, sottolineando le difficoltà nelle quali l’Amministrazione comunale si è trovata dopo la situazione finanziaria dell’Ente che non è più stato in grado, per le ristrettezze imposte dalla normativa, di erogare contributi alle famiglie, iscritti in precedenza nel bilancio comunale, a titolo di concorso al pagamento degli affitti. La De Rosa ha assunto l’impegno di procedere al più presto ad una attenta ricognizione delle persone che figurano nell’elenco dell’emergenza abitativa per individuare con esattezza gli aventi diritto. Nello stesso tempo la titolare della delega al welfare ha assicurato di proseguire anche con la ricognizione dei requisiti dei beneficiari degli alloggi Aterp. Con riferimento agli adempimenti cui sarà tenuto il Comune in relazione all’osservatorio regionale sul disagio abitativo, di recente riattivato dalla Regione, l’Assessore De Rosa ha chiesto di essere affiancata dal Vicesindaco e Assessore alla riqualificazione urbana Francesco Caruso che ha la delega per l’Agenda Urbana. Per il Comitato spontaneo “Prendocasa ha preso la parola Ferdinando Gentile che ha parlato di “situazione ingestibile, con fondi quasi nulli per il welfare, e che potrebbe aprire, da qui in avanti, una fase di tracollo per il disagio sociale che ne deriva”. Gentile ha sollevato la problematica sia sul fronte della mancanza di contributi per le famiglie in reali situazioni di emergenza abitativa (circa una ventina di nuclei familiari) che per coloro che abitano in stabili per i quali il Comune paga l’affitto a privati (attualmente circa 200 persone). “Non c’è attualmente – ha aggiunto Gentile – un meccanismo virtuoso per il quale la famiglia che versa in emergenza abitativa venga poi inserita in un percorso per accedere ad un alloggio popolare”. La richiesta di attivare questo percorso virtuoso il rappresentante del Comitato spontaneo “Prendocasa” l’ha rivolta direttamente all’Assessore regionale Catalfamo, chiamandola ad intervenire “per mettere a sistema la situazione. Non si può andare avanti con soluzioni tampone – ha aggiunto Gentile -che stanno diventando, purtroppo, una consuetudine. Bisogna capire se si può prevedere, per chi versa in situazioni di disagio abitativo, delle forme di tutela che escano dall’emergenzialità. C’è da dire, inoltre – ha concluso Ferdinando Gentile – che Cosenza, dalle ultime statistiche, risulta essere la città con più sfratti di tutta la regione Calabria”. L’Assessore regionale alle infrastrutture Domenica Catalfamo ha ricordato anzitutto la riattivazione dalla scorsa settimana dell’osservatorio per il monitoraggio del disagio abitativo e della qualità dell’abitare. “A tutti i Comuni – ha detto – abbiamo chiesto di aderire attraverso la compilazione di una scheda. La Regione Calabria, fino al 2018, non ha ricevuto fondi dal Governo centrale. Nel 2019 ha ricevuto 240 mila euro ed altri 350 mila nel 2020. Lo strumento della svolta – ha lasciato chiaramente intendere l’Assessore Catalfamo – potranno essere i fondi di Agenda urbana: un milione e 700 mila euro già disponibili, ed altri 5 milioni e 400 mila euro che potranno essere erogati a breve, in presenza di una individuazione certa del fabbisogno, con la possibilità di adeguare gli edifici già esistenti o di cantierizzare realizzazioni ex novo. Occorre cancellare le anomalie per arrivare ad un percorso risolutivo. L’obiettivo – ha detto concludendo l’incontro l’Assessore Catalfamo – è quello di dimostrare che le istituzioni esistono e non sempre si defilano”. Anche da parte della dirigente al welfare di Palazzo dei Bruzi, Matilde Fittante e dal dirigente del settore bilancio Francesco Giovinazzo sono arrivati contributi alla discussione delle problematiche al centro dell’incontro. In particolare, la dirigente Fittante ha sottolineato l’approccio sicuramente collaborativo del Comune, proteso verso l’individuazione di una o più soluzioni, pur nella consapevolezza dei vincoli imposti dal dissesto. “Quando per diversi anni si adotta una politica di sostegno al disagio abitativo e successivamente intervengono delle limitazioni che non contemplano l’emergenza abitativa tra i servizi essenziali – ha rimarcato Fittante – è normale che la nuova situazione venga accettata con difficoltà”. Nel suo contributo il dirigente Giovinazzo ha poi evidenziato “la necessità di operare un distinguo tra la situazione di chi versa in emergenza abitativa e chi, invece, prende una casa in locazione da privati con il Comune che interviene con i fitti passivi. In tutte e due i casi – ha detto ancora Giovinazzo- il disagio sociale è lo stesso. Bisogna individuare, però, soluzioni che contemperino le esigenze delle famiglie e quelle del Comune”. La concertazione tra le istituzioni, soprattutto sul fronte del contrasto alle occupazioni abusive, è stata poi invocata dal commissario straordinario dell’Aterp Petrolo, insediatosi il 24 giugno del 2020. “E’ importante la concertazione – ha detto Petrolo – perché sarebbe inimmaginabile che l’Aterp, che gestisce 36 mila alloggi, riesca a verificare chi li occupa illegalmente”. Altra questione per Petrolo è la verifica del mantenimento nel tempo dei requisiti da parte degli assegnatari ed anche su questo il ruolo del Comune diventa importante”. Infine, il commissario dell’Aterp ha indicato alcune aree nel territorio di Cosenza dove poter costruire alloggi popolari: Donnici, Vaglio Lise e contrada Molara, ai confini con il comune di Castrolibero. “Per questo – ha concluso – bisognerà procedere ad un nuovo bando e aggiornare la graduatoria”. L’ing.Francesco Tarsia, dirigente regionale del Settore Lavori Pubblici e Politiche dell’edilizia abitativa, ha invitato a far presto per non perdere la grande opportunità dei fondi, pari a circa 5 milioni e mezzo, previsti per Agenda Urbana. Nello stesso tempo ha suggerito di orientarsi sul recupero dell’esistente e non sulle realizzazioni ex novo, cercando, inoltre, di non caratterizzare in modo specifico un’area per evitare accuratamente le ghettizzazioni. “E’ importante – ha aggiunto Tarsia – scegliere aree più integrate possibili e cercare di trovare la quadra per non spendere male le risorse”.

Il Comitato Prendocasa occupa simbolicamente l’Ex Hotel Jolly

COSENZA –  Il Comitato Prendocasa ha occupato in maniera simbolica l’Ex Hotel Jolly a Cosenza, «simbolo di accordi tra Comune e Regione». I motivi sono diversi, «si riesce a trovare l’intesa su più punti – affermano gli occupanti – sul Parco del Benessere, sulla Metrotranvia, ma nessuna risposta sull’emergenza abitativa che attanaglia la città di Cosenza. A breve assisteremo a due operazioni che porteranno per strada centinaia di persone riconsegnando al degrado e all’incuria due strutture quali l’Hotel Centrale e lo stabile di Via Savoia. La giunta guidata da Mario Oliverio, dopo i “rassicuranti” annunci di giugno, si è trincerata dietro il silenzio. Nessun confronto e nessun passo indietro, eppure basterebbe poco. Mascherpa, commissario dell’Aterp, ritiri la denuncia, presentata all’indomani dell’occupazione di Via Savoia, atto che servirebbe a scongiurare lo sgombero, e si renda disponibile al confronto. Se ciò non dovesse accadere, il PD confermerebbe di esercitare una “doppia morale”: a Riace solidarietà, a parole, per Mimmo Lucano, mentre, a Cosenza, nei fatti, uomini, donne e bambini per strada. Comune  e Regione chiamino subito un tavolo di discussione per fornire risposte certe a quest’emergenza. La voce di chi vive, ogni giorno, sulla propria pelle, il disagio sociale, non può rimanere inascoltata. Lo diciamo sin da subito: non accetteremo soluzioni temporanee o di facciata, difenderemo fino all’ultimo ciò che abbiamo costruito in questi mesi nella nostra città.La  sicurezza di cui abbiamo bisogno nei nostri quartieri è una  casa per tutti e tutte».

Emergenza abitativa si riunisce la Commissione Controllo e Garanzia

COSENZA – La Commissione Consiliare Controllo e Garanzia di Palazzo dei Bruzi,  riunitasi sotto la Presidenza del Consigliere Giovanni Cipparrone, ha discusso  dell’emergenza abitativa in città e della questione delle recenti occupazioni. Prendendo spunto dall’approvazione del disegno di legge Regionale sull’autorecupero con cui cooperative di abitanti possono unirsi per realizzare lavori di recupero di edifici pubblici non utilizzati, è stata affrontata la questione dell’emergenza  alloggi in città.

Dall’analisi effettuata è emersa un’assoluta mancanza di una politica abitativa strutturale e non emergenziale. E’ dal 1985 che non vengono  realizzati più alloggi popolari e non esiste una politica diretta al recupero dell’esistente. L’approssimarsi dell’apertura dei cantieri per la costruzione della nuova metro e del parco del Benessere è il motivo per avviare processi condivisi di politiche abitative.

Per questo motivo, la Commissione  ha chiesto di conoscere il numero delle persone interessate dall’emergenza abitativa così da  sensibilizzare il Sindaco che detiene la delega alla casa,  affinché  attivi un tavolo istituzionale con la Regione Calabria  per avviare sinergie politiche condivise che  devono essere volano per la risoluzione del problema casa in città.

 

Emergenza abitativa e autorecupero, la giunta approva il disegno di legge

CATANZARO – Ieri sera, a valle della riunione convocata dal Prefetto di Cosenza relativa all’emergenza abitativa e alla questione dell’occupazione della sede ATERP di Via Savoia e dell’ex Hotel Centrale, la Giunta Regionale si è riunita in sessione straordinaria e ha approvato un disegno di legge relativo all’autorecupero.

L’autorecupero è la pratica per cui cooperative di abitanti possono unirsi per realizzare lavori di recupero di edifici pubblici non utilizzati, in stato di degrado. Gli alloggi così realizzati saranno assegnati ai soci delle cooperative e il costo da essi anticipato sarà decurtato dal canone dovuto, negli anni successivi.

Il disegno di legge sarà ora inviato al Consiglio Regionale per completare l’iter di approvazione.Il provvedimento potrà alleviare la condizione di disagio abitativo di un’ampia porzione di popolazione in difficoltà.

 

Emergenza abitativa a Cosenza, Santelli replica a Guccione: «Si rivolga alla Regione, non al Sindaco»

COSENZA – «Il Sindaco di Cosenza non è tenuto ad aprire alcun tavolo istituzionale, il tavolo è già in corso in Prefettura». E’ quanto dichiara il vice sindaco di Cosenza, Jole Santelli, replicando – sulla questione dell’emergenza abitativa – alla richiesta avanzata dal capogruppo consiliare a palazzo dei Bruzi della “Grande Cosenza” nonché consigliere regionale del Pd, Carlo Guccione (leggi qui). 

«La Regione – continua Santelli – che per giunta è proprietaria dell’immobile in questione, ha fatto solo una fugace comparsa. Chieda dunque l’onorevole Guccione proprio alla Regione Calabria di assumersi le proprie responsabilità ad iniziare dal ripristinare il fondo per la locazione immobili che è stato cancellato e a cui il Comune di Cosenza provvede da solo, oltre al fatto di assumere iniziative sull’immobile di via Savoia che è appunto di proprietà regionale».

Emergenza abitativa, la Giunta approva il nuovo piano di riordino

COSENZA – La Giunta municipale, presieduta dal Sindaco Mario Occhiuto, ha approvato, su proposta dell’Assessore alla Riqualificazione Urbana e all’Emergenza Casa, Francesco Caruso, il Piano di riordino del sostegno alle emergenze abitative e nuove linee di indirizzo per l’accoglimento delle richieste di benefici (il contributo economico agli aventi diritto a supporto del pagamento del canone di locazione). La deliberazione adottata dalla Giunta è volta a fronteggiare le situazioni di disagio riguardanti molti nuclei familiari della città appartenenti alle fasce più deboli della popolazione cui si sono aggiunti, nel tempo, quei nuclei gravati dalle nuove povertà, scaturite a causa della crisi economica degli ultimi anni, e altri nuclei familiari stranieri impossibilitati ad affrontare le spese di una nuova locazione. Successivamente alla delibera di Giunta, l’Amministrazione comunale provvederà, attraverso il settore welfare, alla pubblicazione di un nuovo bando per l’ammissione ai benefici cui potranno accedere coloro che saranno in possesso dei requisiti indicati nelle nuove linee di indirizzo. Con la deliberazione assunta, l’Amministrazione comunale ha inteso procedere ad un aggiornamento dei requisiti di accesso, attraverso una ricostruzione, quanto mai aderente alla realtà, della mappa del bisogno nel territorio della città, al fine di verificare la sussistenza, l’attenuazione o l’aggravamento delle condizioni che avevano originato l’attribuzione del contributo.
Secondo i nuovi requisiti, l’accesso ai benefici è possibile se non si possiedono proprietà immobiliari nel territorio nazionale e se non si risiede in alloggi popolari. Per la valutazione delle istanze saranno presi in considerazione alcuni criteri come la situazione alloggiativa, la composizione del nucleo familiare, l’età del richiedente e la presenza nel nucleo di figli minori già in accoglienza presso strutture protette, la presenza nel nucleo familiare di portatori di handicap. Tra i requisiti richiesti la situazione ISE del nucleo familiare. Nella deliberazione della Giunta municipale si precisa, inoltre, che in caso di parità di punteggio, sarà data precedenza al nucleo familiare più numeroso e viene sancito, a carico di tutti i cittadini già beneficiari del contributo per l’emergenza abitativa, pena la decadenza del beneficio, l’obbligo di produrre una nuova istanza ai fini della riformulazione di un elenco che riporti i punteggi attribuiti sulla base dei nuovi criteri. La delibera di giunta ha fissato inoltre in cinque anni la durata massima del sostegno. La graduatoria sarà aggiornata annualmente, salvo l’inserimento di nuove istanze per sopraggiunti casi gravi eccezionali determinatisi a seguito di crolli, sgomberi o sfratti esecutivi. L’Assessore Francesco Caruso ha espresso soddisfazione per l’approvazione del Piano di riordino <<che – ha detto – è frutto  di una sinergica e proficua collaborazione con l’Assessore al bilancio Luciano Vigna e la dirigente del settore welfare Giuliana Misasi>>.<<L’Assessore Vigna – ha sottolineato ancora Caruso – qualora dovessero profilarsi delle ulteriori necessità, ha assicurato che il capitolo di bilancio dedicato all’emergenza abitativa, potrà essere incrementato.
Caruso ha, infine, annunciato che “contestualmente all’approvazione in giunta del  Piano di riordino del sostegno alle emergenze abitative, è stata avviata una procedura, con l’ausilio degli uffici comunali e, in particolare, della Polizia Municipale, per la ricognizione e la verifica, anche attraverso sopralluoghi operativi, della disponibilità delle unità immobiliari di proprietà del Comune, anche al fine di rilevare eventuali occupazioni o meno degli immobili stessi>>.

Cosenza, emergenza abitativa. L’Assessore Caruso annuncia un nuovo bando

COSENZA – L’Amministrazione Comunale di Cosenza si appresta ad affrontare il problema dell’emergenza abitativa mediante la pubblicazione di un nuovo bando, di imminente pubblicazione, al fine di aggiornare i requisiti di accesso attraverso una ricostruzione inerente alla realtà della mappa del bisogno  nel territorio della città. Ad annunciarlo l’Assessore alla Riqualificazione e all’Emergenza Casa Francesco Caruso: «Dal mio insediamento, coadiuvato dagli uffici dei servizi sociali e del patrimonio, abbiamo avviato una ricognizione per avere un quadro chiaro e aderente alla realtà dello stato dell’arte, monitorando con attenzione  chi ha fatto richiesta di alloggi e  chi figura tra i beneficiari del contributo fitto casa. In questo modo abbiamo inteso procedere ad un riordino del quadro conoscitivo del nostro patrimonio immobiliare e delle unità immobiliari assegnate all’emergenza casa, operando un vero e proprio controllo incrociato dei dati in nostro possesso. Questo significa aver restituto una fotografia quanto più veritiera e quanto più aderente allo stato di bisogno delle famiglie della nostra città».

Seppure non sarà possibile giungere a una risoluzione definitiva, comunque adottando le nuove misure, le liste di attesa di coloro che aspirano a ottenere un alloggio potranno ridursi sensibilmente: «È di tutta evidenza che non intendiamo creare facili illusioni, nè alimentare aspettative che non siamo in grado di soddisfare completamente. Siamo perfettamente consapevoli che il nuovo bando, frutto di una proficua interlocuzione con l’Assessore al bilancio Luciano Vigna e la dirigente del settore welfare Giuliana Misasi, non potrà dare risposte esaurienti al notevole fabbisogno abitativo del nostro territorio, ma allo stesso modo adotteremo degli accorgimenti che ci consentiranno di fronteggiare in maniera energica le situazioni di difficoltà. È per questo – ha aggiunto Caruso – che stiamo predisponendo nel bando una serie di misure per aggiornare  i requisiti e le condizioni di accesso». Infatti, ha proseguito l’Assessore, «rispetto ai criteri pregressi, dovranno necessariamente essere apportate alcune modifiche che riguarderanno: la durata del sostegno che non potrà essere sine die, ma dovrà essere limitato alla fase emergenziale; l’aggiornamento annuale della graduatoria, salvo inserimento di casi gravi determinatisi in seguito a crolli, sgomberi, sfratti esecutivi; esclusione delle richieste provenienti da nuclei familiari residenti in alloggi popolari; precedenza, in caso di parità di punteggio e di reddito, al nucleo familiare con più componenti. Sarà inoltre opportuno graduare i punteggi in base alla percentuale di invalidità che potrà riguardare alcuni componenti del nucleo familiare, modificare la griglia dei punteggi per i valori ISE, attribuire un punteggio nei casi di alloggio in baracche, roulotte o automobili, escludere, infine, quelle richieste provenienti da nuclei con proprietà immobiliari nel territorio nazionale». Tra le misure da adottare, però, anche l’imposizione, in ogni intervento di trasformazione urbana operato da privati, di una quota minima del 20 da destinare all’edilizia sociale, fermo restando il volere di recuperare quegli immobili di proprietà del Comune che possano essere adibiti ad allogi popolari o anche il ricorso a procedure espropriative o ad azioni di autorecupero da parte degli occupanti.

Emergenza abitativa, incontro Aterp- Sunia: “La Regione attivi il fondo sociale”

Catanzaro ( Cz) – “L’emergenza ed il  disaggio abitativo sono stati al centro di un primo incontro tra il Commissario Unico dell’Aterp della Calabria, Ing. Ambrogio Mascherpa ed il Sunia Calabria rappresentato dal Segretario Generale Antonio Spataro. L’incontro, richiesto dallo stesso sindacato per  avviare il confronto sulle tante problematiche vecchie e nuove che stanno accompagnando anche il nuovo percorso della nascente nuova struttura dell’Aterp Calabria, ha comunque fatto emergere la necessità di affrontare con grande determinazione gli elementi che contraddistinguono  le politiche pubbliche dell’abitare.”. Questo quanto si legge in una nota della FP-CGIL Calabria. “Tra l’Aterp e il Sunia – si legge ancora-  si è convenuto sulla necessità della destinazione di ogni risorsa utile per finanziare nuovi programmi di investimento di edilizia pubblica e tra questi anche il reperimento di immobili da assegnare, quali alloggi di edilizia residenziale pubblica, alle tante famiglie meno abbienti  per alleviare il fabbisogno abitativo, che da una prima analisi dei dati risulta rispondere a circa  11.200 richieste di alloggio. L’attivazione da parte della Regione del fondo sociale, già previsto dalla Legge Regionale 32/96, per andare incontro alle famiglie assegnatarie in grave stato di ristrettezza economica, è stato ritenuto,  sia dall’Aterp che dal Sunia, una delle tante priorità da chiedere con forza alla Regione Calabria. Altro importante argomento affrontato nel corso dell’incontro ha riguardato la riaffermazione della legalità in un settore, quello delle case popolari, che nel corso di questi anni ha rappresentato una vera e propria ferita aperta. Il sindacato si è soffermato sull’avvio di una grande azione per la riaffermazione della legalità in un contesto dove la tracotanza di tanti furbi ha calpestato il bisogno dei “tanti aventi diritto” che da almeno un decennio affollano le graduatorie comunali per l’assegnazione di un alloggio popolare. A tal proposito occorre, unitamente ai comuni interessati ed alle prefetture, avviare un  piano di verifica circa il mantenimento, da parte degli attuali assegnatari,  dei requisiti previsti dalla legge procedendo alla immediata revoca dell’assegnazione dell’alloggio di ERP per coloro che risultassero decaduti da tali requisiti e la contestuale ed immediata riassegnazione alle famiglie aventi diritto. Tra le altre priorità si è convenuto sulla urgenza di un piano straordinario di manutenzione degli oltre 38.900 alloggi di ERP, presenti in Calabria, in stato di conclamata vetustà ed il loro adeguamento agli standard di sicurezza e di risparmio energetico all’interno della redazione di un piano regionale di interventi per la riqualificazione, il recupero e l’ammodernamento del patrimonio pubblico esistente. Questa azione si rende necessaria perché le Aterp, con le attuali e sole risorse provenienti dalla riscossione dei canoni di locazione non sono nelle condizioni di garantire nemmeno il 10% delle richieste di manutenzione straordinaria occorrenti. Questi temi saranno ulteriormente sviluppati nel corso dei prossimi incontri che l’Aterp e il Sunia hanno convenuto di calendarizzare,  a partire  dalle proposte di emendamento alla legge 32/96 in fase di discussione al Consiglio Regionale. All’incontro erano altresì presenti il Dottor Massimo De Lorenzo ed il Dottor Pasquale Mancuso della struttura del Commissario Unico dell’Aterp Calabria”.

 

Istituto Canossiane occupato, lettera aperta dei cattolici: esponete i motivi delle vostre scelte

Un gruppo di cattolici impegnati nel sociale scrive una lettera aperta alle suore Canossiane in merito alla vicenda dell’ex convento del centro di Cosenza, occupato da ottobre 2013. Da un anno e mezzo circa l’edificio, prima vuoto, costituisce la casa di quasi cento persone, tra migranti e italiani, ora a rischio sgombero. L’edificio sembrerebbe essere ambito per l’apertura di una clinica privata.

 

 

 

Carissime sorelle,

a scrivervi è un piccolo gruppo di cattolici della città di Cosenza. La nostra radice è nell’associazionismo ecclesiale, cui gran parte di noi aderisce fin dalla propria infanzia. Nel nostro impegno sociale però ci siamo trovati varie volte ed in vari campi (attenzione verso i poveri, gli immigrati, beni comuni, economia solidale e finanza etica, …) a collaborare con diversi tra gli occupanti dell’istituto di vostra proprietà a Cosenza. È innegabile che l’occupazione dello stabile sia riuscita a porre in evidenza un problema reale e profondo nella nostra città, l’emergenza abitativa, provando a fornire una risposta concreta ad esigenze immediate di oltre cento persone. Ciò al di là delle opinioni sul metodo di lotta scelto e delle modalità di gestione dell’occupazione, rispetto alle quali tra noi stessi esistono punti di vista non concordi.

Ora, stiamo ricevendo da più parti richieste di adesione ad appelli di solidarietà a questa esperienza di occupazione, che rischia di terminare bruscamente con uno sgombero da parte delle forze dell’ordine. In tutti questi appelli non manca un passaggio di denuncia verso il ruolo che il vostro Ordine riveste in questa vicenda. In sostanza vi si accusa di schierarvi dalla parte dei “mercanti”, imprenditori desiderosi di trasformare l’istituto in una clinica privata. Saprete senz’altro che quello della sanità privata è un settore molto delicato nella nostra regione, per molti aspetti considerato un grande affare sul quale mettere le mani.

Noi conosciamo la storia delle Figlie della Carità, cui apparteneva anche Santa Giuseppina Bakita (la quale proveniva dal Sudan, la stessa terra di origine di molti rifugiati e richiedenti asilo), e dell’istituto di Cosenza, al cui sostentamento nel corso degli anni hanno contribuito molti cosentini. Prima di sottoscrivere questi appelli sentiamo l’esigenza di chiedervi di esporre i motivi delle vostre scelte e delle vostre prese di posizione in questa vicenda. Vi chiediamo di farlo pubblicamente, perché la questione sollevata è pubblica, ed investe ed interroga la comunità credente della nostra città. Siamo certi che coglierete l’esigenza di una testimonianza di carità chiara, non adducendo a motivo delle vostre scelte discorsi legalitari, anche perché il solo fatto che torni sulla strada gran parte delle persone attualmente accolte presso il vostro istituto violerebbe diversi tra i più elementari diritti costituzionali. Né si rivelerebbero utili soluzioni tampone come quelle messe in atto al termine di un’altra recente e triste esperienza di occupazione di un ex-istituto religioso a Cosenza, quello del Sacro Cuore del Verbo Incarnato.

Riteniamo che l’imminente apertura di un tavolo presso la Prefettura abbia ampie possibilità di concludersi positivamente, se tutte le parti in causa porranno davvero al centro l’attenzione verso gli ultimi e riusciranno ad unire gli sforzi verso l’obiettivo di una reale accoglienza. La nostra Diocesi è pronta a questa sfida, come dimostrano alcune significative esperienze. Si pensi solo alle Unità di Strada della Caritas, che nel silenzio e senza clamori si impegnano per oltre 200 senza-tetto che gravitano nell’area urbana. Esperienze di aggregazione tra realtà di diversa estrazione che si uniscono in nome dell’accoglienza non sarebbero inoltre una novità assoluta. A parte la ‘nostra’ esperienza durante la Fiera di S. Giuseppe, a Torino l’occupazione da parte di profughi di una palazzina in disuso di proprietà dell’ordine dei Salettiani ha condotto proprio in questi giorni alla creazione di una cordata di solidarietà che riunisce, tra gli altri, curia e centri sociali.

In definitiva, noi crediamo, siamo fermamente convinti che da questa vicenda sia possibile trarre frutti molto positivi per una terra, una città che ha grandissimi problemi e contraddizioni, ma che nella storia ha spesso mostrato di sapere cosa significhi la parola “accoglienza”.

Chiedendovi cortesemente di voler rispondere a stretto giro, poiché come ben sapete la situazione rischia di precipitare entro pochi giorni, Vi salutiamo fraternamente in Cristo

Alfonso Senatore

Giovanni Serra

Oreste Pezzi

Andrea Bevacqua

Alessandra Luberto

Massimiliano Orrico

Luisa Ungaro

Gabriella Donnici

M5S interviene sull’emergenza abitativa

REGGIO CALABRIA – Ancora una volta la Calabria passa agli onori della cronaca per vicende che parlano di ingiustizia e diseguaglianze. Il caso della sig.ra Bouzlaf, una madre disoccupata e divorziata con due figlie a carico (di cui una invalida al 100 per cento), rivela ancora una volta l’inadeguatezza normativa della Regione, e non solo.

La signora ha richiesto al Comune di Reggio Calabria di poter usufruire di un alloggio – dato lo stato di estremo disagio – prima che uno sfratto esecutivo la costringesse per strada con la prole. Il rifiuto del Comune, sulla scorta di una norma regionale doppiamente illegittima perché incostituzionale e contro la normativa comunitaria recepita in Italia con il D.Lgs. n.3/2007, è stato invalidato dal TAR – adito dalla sig.ra – che ha obbligato Palazzo S. Giorgio ad assegnare l’alloggio alla signora ma senza effetti. Il Comune di Reggio ha affermato – in modo indimostrabile – l’inesistenza di alloggi adeguati all’uopo, come se la tutela dei diritti dovesse solo perciò subire un’arbitraria compressione.
Il M5S sposa la causa della sig.ra Bouzlaf come di tutti coloro che – a qualsiasi titolo – rientrino temporaneamente in una situazione di sottoprotezione sociale e, ciò nondimeno, debbano veder soddisfatto il diritto all’abitazione.

Il Governo (al quale anticipo un’interrogazione in corso di pubblicazione) non può ignorare l’esistenza di queste gravi discriminazioni nel territorio italiano, portato avanti da una normativa subordinata a quella statale, e deve urgentemente provvedere affinché questa “incresciosa” situazione possa avere fine: il caso della sig.ra Bouzlaf, però, non deve essere un punto di arrivo bensì di partenza. L’emergenza abitativa è diventata una vera e propria emergenza sociale che dev’essere soddisfatta attraverso l’offerta di alloggi da destinare alle categorie socialmente svantaggiate : il generoso tessuto associativo di Reggio (il Centro Agape ha seguito e curato questa vicenda) non può prendersi carico oltremodo di situazioni di criticità la cui risoluzione è affidata alle istituzioni. Il M5S, con gli attivisti reggini in prima fila, cercherà di seguire questa come altre vicende simili : non possono più esserci scuse che tengano.