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Big data e algoritmi, Felice Cimatti dialoga con Domenico Talia

COSENZA – “La società calcolabile e i big data”, il nuovo saggio del professor Domenico Talia, edito da Rubbettino, continua a mietere consensi tanto da essere stato ultimamente incluso nella top ten dei libri sui big data migliori e più popolari al momento su amazon.it.

Un successo testimoniato appunto anche dalle vendite, dal continuo passaparola e dagli apprezzamenti che l’autore riceve sui propri social.

Un saggio quello di Talia, sintetico ma ricco di riferimenti e contenuti non solo scientifici, che racchiude una vera e propria guida per neofiti per destreggiarsi nel complesso ma  affascinante e ormai pervasivo mondo dei big data. Un vero e proprio “consigli per l’uso“, mai banale o pedante, che tratta l’argomento in maniera chiara e con linguaggio semplice, affinchè ne risulti un lavoro alla portata di tutti. “La società calcolabile e i big data” è un saggio che parla a tutti di argomenti attualissimi e necessari quali algoritmi, dati e persone nel mondo digitale, fra diritto alla privacy e esigenza di sicurezza, nuove opportunità e insidie.

Prossima presentazione

Di tutti questi temi presenti nel libro ne discuteranno domani, alle ore 18,00 alla libreria Ubik di Cosenza, l’autore e il professor Felice Cimatti, filosofo, scrittore e conduttore di Fahrenheit su Radio3 e trasmissioni tv in onda su Rai Scuola.

Cento anni di inconscio all’Unical

recalcatiRende(Cs) – «Quando  Sigmund Freud pose il proprio nome accanto a quello di Copernico e Darwin fu per mostrare chiaramente la portata della sua invenzione. Così come i due avevano inflitto un duro colpo al narcisismo umano- il primo mostrando la centralità del sole e il movimento della terra intorno ad esso, il secondo mostrando che l’uomo deriva dalle scimmie-, Freud infligge la terza umiliazione: non trovandosi più al centro nel cosmo e non potendo vantare una origine divina, l’uomo non può più dirsi «padrone in casa propria». L’inconscio freudiano- animatore che parla, ci interroga, suggerisce soluzioni- è colto, lucido e a volte oppressivo, sottrae all’uomo ogni padronanza fino a farlo sentire ospite in casa propria. Dire «l’inconscio è freudiano», non significa attribuire a Freud una scoperta già esistente ma dargli merito di aver inventato qualcosa che prima non esisteva. Corpi isterici, lapsus, rituali ossessivi, sogni, motti di spirito sono i personaggi cinematografici che entrano in scena perché Freud li sottrae all’insensato per restituire loro un senso», scrive Massimo Recalcati in “Introduzione alla psicoanalisi contemporanea”. A cento anni dalla pubblicazione del saggio freudiano “L’inconscio”, il dipartimento di Studi Umanistici dell’Università della Calabria – su iniziativa del Centro Studi filosofia e psicoanalisi dell’ateneo- ha dato il via a tre giorni di convegno intitolato “L’inconscio ha cento anni”. Nato dall’idea di Felice Cimatti e Fabrizio Palombi, entrambi docenti dell’Università della Calabria, il convegno- sapientemente gestito dallo staff  composto da Giusy Gallo, Ivan Rotella, Deborah De Rosa, Anna Adamo e Pietro Garofalo –  ha ospitato noti psicoanalisti e studiosi provenienti da tutta Italia. Articolato in  quattro sessioni sull’inconscio e la sua influenza in campo filosofico, cinematografico e  letterario, il convegno si è aperto venerdì 15 maggio alle ore 15.00 presso l’Aula Magna “Beniamino Andreatta”. Dopo i saluti del rettore Gino Mirocle Crisci e del direttore del dipartimento di Studi Umanistici Raffaele Perrelli, Fabrizio Palombi ha presieduto la prima sessione dedicata all’inconscio in generale. Il primo relatore è stato Massimo Recalcati che ha incantato il vasto pubblico con una relazione intitolata “ Inconscio e responsabilità” . Massimo Recalcati  dopo aver descritto l’inconscio oracolare di Freud (la tragedia “Edipo re” di Sofocle ne è un esempio), si sofferma sulla necessità dell’Altro( i nostri genitori) che in qualche modo respinge il nostro destino. L’Altro di Lacan è il campo del linguaggio e , l’essere umano, vi si trova iscritto ancor prima della sua nascita. L’Altro agisce quindi sul bambino a causa delle leggi dell’Altro che anticipano la sua nascita. Lo sviluppo del bambino avviene quindi all’interno della struttura, da cui questo dipende. Ed essendo dipendente, il bambino all’Altro che vengano soddisfatti i suoi bisogni e che venga risposto alla sua unica domanda: è una domanda d’amore, di desiderio dell’Altro, perché è il desiderio dell’Altro che dà un senso al bambino Quindi il bambino domanda all’Altro che gli doni il suo desiderio: desidera il desiderio di lui che sta nell’Altro. Ma perché il soggetto desidera proprio il desiderio dell’Altro? Per il semplice fatto che potrebbe non essere desiderato. Sotto questa luce, il desiderio risulta essere una mancanza di qualcosa, ciò che Lacan definisce «mancanza ad essere». È poi la volta di Manuela Fraire con “L’inconscio ha cento anni ed è in buona salute”, Ida Dominijanni ( in collegamento Skype dalla Cornell University)con “Soggetto dell’inconscio, inconscio della politica”) ed infine Felice Cimatti autore di una relazione poliedrica dal titolo “ L’inconscio cento anni dopo”. Felice Cimatti si sofferma su un anno, il 1915 anno paradigmatico che fa da spartiacque tra un corpo “pre-freudiano” ed un corpo “post-freudiano” diviso in due dall’inconscio e da questo comandato. L’inconscio, costituito da moti di desiderio, è atemporale, soggetto al principio di piacere, esente da contraddizione. È un inconscio che spaventa, proprio come gli immigrati, ma è una forma di vita che si costituisce in seguito a quella rottura, è una forma che si aggiunge dall’esterno, è una forma di vita che vive. La prima sessione del 16 maggio inizia alle 9.30 all’University Club ed è dedicata al rapporto tra inconscio e letteratura. Presieduta da Raffaele Perrelli si apre con l’intervento di Romano Luperini  “Freud, Weiss e gli scrittori triestini. Il caso di Saba” che descrive Trieste come l’epicentro di diffusione  della psicoanalisi e città natale di Umberto Saba paziente di Weiss, la cui poesia e prosa si inseriscono in una dimensione psicoanalitica anche grazie all’influenza freudiana. A seguire Alessandra Ginzburg con “Inconscio simmetrico, metafora e analogia nella Ricerca del tempo perduto”, Renzo Bragantini con “Vincitori e vinti. Tasso tra seduzione del diverso e costruzione epica”; Fabio Stok e “Freud, l’esplorazione dell’antichità”; e Alberto Lucchetti che descrive la situazione antropologica fondamentale. La sessione pomeridiana, dedicata al cinema, è presieduta da Roberto de Gaetano. La prima relazione è quella di Claudia Mangiarotti che illustra il “ Giovane favoloso” di Mario Martone in chiave psicoanalitica; Daniela Angelucci con “Tra la mano e il metallo. Freud, Benjamin e l’inconscio ottico”; Rosamaria Salvatore con “L’inconscio e lo sguardo nell’epoca della trasparenza”; Lucilla Albano con “Un’inquietante intensità: il fermo fotogramma  di L’Année dernière à Marienbad di Alain Resnais” e infine Bruno Roberti  che ha analizzato il film “Sogno di un prigioniero”.di ciaccia L’ultima sessione, sull’inconscio filosofico, si è tenuta questa mattina alle ore 9.30. La sessione presieduta da Pio Colonnello si è aperta con la lectio magistralis di Antonio Di Ciaccia allievo diretto di Jacques Lacan. Sulla scia del motto lacaniano «Non si parla allo stesso modo stesi, in piedi o seduti”, Antonio Di Ciaccia ha tenuto la sua relazione “Il parlessere” in piedi. Nel Seminario “Ancora”, Jacques Lacan torna alla questione del corpo e allude al vivente come la condizione primaria del godimento e al corpo come suo supporto. Questo godimento è il reale che costituisce il «mistero del corpo parlante». Di conseguenza, il soggetto, lascia posto al parlessere, l’individuo parlante nel suo particolare essere di godimento, soggetto del corpo godente. A seguire: Bruno Moroncini , Michele Borrelli, Francesco Saverio Trincia e Pietro Bria. Infine un vivace dibattito perché l’inconscio ha tanto da dire e il convegno ne è stata la prova.

Rita Pellicori

Esiste un prelinguistico? Seminario di Felice Cimatti all’Università della Calabria

ARCAVACATA DI RENDE (CS) – ‘Esiste un prelinguistico? Lacan e la natura umana’, questo il titolo del seminario che Felice Cimatti, docente di Filosofia della Comunicazione dell’Unical,  terrà oggi alle ore 18.00 presso l’Università della Calabria,  nell’Aula seminari del cubo 18 C (sesto piano). L’appuntamento rientra nel ciclo di seminari organizzati dal Centro Studi di Filosofia e Psicoanalisi – Unical, ‘A partire dal Seminario su La lettera rubata‘.

 

Presentazione gli “Altri scritti” di Jacques Lacan presso la Feltrinelli di Roma

ROMA- Lunedì 30 settembre ore 18.00 presso la libreria Feltrinelli di Viale Libia 186 sarà presentato il libro gli “Altri scritti” di Jacques Lacan- edizione Einaudi con il titolo “Perchè abbiamo ancora bisogno della psicoanalisi: gli Altri scritti di Jacques Lacan. Il Lacan che non ti aspetti”. Felice Cimatti intervista Antonio Di Ciaccia.
Gli Altri scritti raccolgono una serie di testi scritti di pugno da Lacan. Essi fanno seguito agli Scritti che furono pubblicati in Francia nel 1966 e decretarono la vera e propria entrata in scena di questo straordinario pensatore della Cosa psicoanalitica.
I testi qui raccolti da Jacques-Alain Miller continuano l’irradiazione di questo insegnamento. Negli Scritti l’accento era posto sul «come» funziona l’inconscio tramite il suo operatore, ossia il significante. Ed era sintetizzato nell’aforisma «l’inconscio è strutturato come un linguaggio». Negli Altri scritti l’accento si sposta sul nucleo che è il cuore pulsante dell’inconscio: il godimento. Si potrebbe sintetizzare questo nuovo punto di prospettiva in un aforisma mai pronunciato da Lacan: «l’inconscio è un apparato di godimento».
Godimento che, se è tale per l’inconscio, spesso non lo è per la persona che lo patisce nel sintomo. La quale tuttavia può ritrovarlo nelle diverse sfaccettature che fanno la gioia e la risorsa di quello che Lacan chiama il «parlessere».

L’edizione italiana è a cura di Antonio Di Ciaccia,Psicoanalista e Psicoterapeuta. Presidente dell’Istituto freudiano, curatore e traduttore delle edizioni italiane de I Seminari di Lacan per le case editrici Einaudi e Astrolabio. Curatore di Collane di psicoanalisi lacaniana per le Case Editrici Astrolabio, Borla e Quodlibet.
Per maggiori informazioni:

http://www.istitutofreudiano.it/perché-abbiamo-ancora-bisogno-della-psicoanalisi-gli-altri-scritti-di-jacques-lacan.html

Forme Del Rito Fra Cinema e Musica Con Fata Morgana

COSENZA – Mercoledì 5 Dicembre alle ore 18.30 presso Sala Eventi Pellegrini Editore, Via Camposano (ex via De Rada) a Cosenza, si terrà un incontro in occasione dell’uscita del numero 17 di “Fata Morgana” dedicato a “Rito” .

Intervengono: Felice Cimatti (docente di Filosofia della mente), Roberto De Gaetano (Direttore rivista), Filippo La Porta (critico letterario), Raffaele Perrelli (Preside del Dipartimento di Studi Umanistici – Unical)

Coordina: Antonietta Cozza (ufficio stampa Pellegrini Editore)

Proiezione dei videoclip:
Superbia (Brahaman feat. Manuel Agnelli) di Giacomo Triglia
A gorna (Hantura) di Marco Caputo
Parole e gramigna (Sabatum Quartet) di Nicola Labate
Passerà (Eugenio Finardi) di Giacomo Triglia
Le zitellone claudicanti (Gianfranco De Franco) di Massimiliano Ferraina

Incontro con i registi e i musicisti a cura di: Loredana Ciliberto (Responsabile di redazione “Fata Morgana”.Fata Morgana n 17

Il numero della rivista, sempre a carattere fortemente monografico, è dedicato al tema del “Rito” e si apre con una lunga conversazione, a cura di Alessia Cervini e Carmelo Marabello, con l’antropologo Francesco Faeta. All’interno dei saggi contenuti nella rivista troviamo una serie di chiavi interpretative sul tema del Rito che spaziano dal cinema ai nuovi media, dalla filosofia alla fotografia. Al suo interno, tra gli altri, sono presenti saggi di Ruggero Eugeni, Franco Marineo, Andrea Minuz, Carmelo Marabello, Dario Tomasello, Alessandro Cappabianca.

Per maggiori informazioni sulla rivista è possibile visitare il sito web http://fatamorgana.unical.it

Sul set di Passerà di Eugenio Finardi diretto da Giacomo Triglia