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Fibrosi Cistica, uova di cioccolato a sostegno della ricerca

CATANZARO – Sono più di 100 le uova di cioccolato acquistate dal personale della Polizia Penitenziaria in servizio presso la Casa Circondariale “Ugo Caridi” di Catanzaro, per sostenere, in occasione della S. Pasqua, la ricerca per le cure per la fibrosi cistica. Quello di oggi è stato un momento di confronto su questo tema, nella sala conferenze del carcere di Siano, alla presenza delle ragazze dell’Oratorio San Pantaleone di Papanice, in provincia di Crotone, che hanno svolto in questa occasione attività di volontariato per la Fondazione per la Ricerca sulla Fibrosi Cistica – Onlus

«Il legame con il territorio” afferma la direttrice del carcere, Angela Paravati deve essere inteso in senso reciproco e non unidirezionale. Il carcere viene spesso erroneamente visto come un’amministrazione isolata, un quartiere chiuso che può solo ricevere sostegno ed aiuto dalla comunità esterna. In occasione delle festività pasquali la Polizia Penitenziaria, presente presso questo Istituto attraverso oltre 300 risorse, ha voluto dare un segnale inverso, facendo partire da qui un’iniziativa solidale nei confronti della società»  La fibrosi cistica è la più comune fra le malattie genetiche gravi: compromette i bronchi e i polmoni, con conseguente insufficienza respiratoria, ma anche il pancreas, spesso con la complicazione del diabete. La patologia è dovuta ad un’alterazione genetica: si eredita da genitori portatori sani di un gene mutato. In Italia c’è un portatore sano ogni 25 persone circa. Ad oggi, le cure sono dirette ai sintomi e alla prevenzione delle complicanze. Negli anni Cinquanta un bambino malato di fibrosi cistica non arrivava in genere all’età scolare: oggi molti adulti ci convivono, riuscendo a studiare e a lavorare.

La Fondazione per la Ricerca sulla Fibrosi Cistica – Onlus (FFC) promuove progetti di ricerca per migliorare la durata e la qualità della vita delle persone che soffrono di questa malattia. Ecco i numeri: 700 ricercatori, 140 delegazioni e gruppi di sostegno in tutta Italia, 10.000 volontari che raccolgono fondi, divulgano informazioni sulla malattia e portano avanti iniziative solidali come quella a cui oggi la Polizia Penitenziaria del carcere di Catanzaro ha sentito di dover aderire.

Emergenza fibrosi cistica, una paziente in attesa di trapianto, «Ho paura»

LAMEZIA TERME (CZ) L’unico centro regionale fibrosi cistica è senza medici: i livelli essenziali di assistenza non sono garantiti, denuncia l’associazione Respirando la Vita. L’associazione di pazienti e familiari sta raccogliendo le segnalazioni: c’è chi ha bisogno di sapere cosa fare a fronte di una brutta influenza, chi non può avere i risultati delle analisi, chi non può ricoverarsi per fare il ciclo per endovena, chi non può essere istruito per imparare gli esercizi respiratori, chi apprende di avere la fibrosi cistica e si ritrova in un contesto assolutamente precario, chi ha dei guasti agli apparecchi aerosol e non trova nessuno che possa guardarli, chi non può fare i controlli necessari. Disagi gravissimi, molto seri se si considera che chi ha la fibrosi cistica non può perdere nemmeno un giorno di cure.

Il centro è stato trasferito nell’ospedale di Lamezia Terme nel 2014. Da allora, tutti i medici e il fisioterapista respiratorio sono stati precari. A mano mano, si è arrivati a un punto di non ritorno: come personale medico, sono rimasti solo il direttore (un pediatra) e la psicologa. Da quanto noto, al momento, non c’è nessun medico.

Sit-in di protesta

Nei giorni scorsi, pazienti e familiari hanno fatto un sit-in di protesta per ribadire il diritto alla salute e la richiesta di buon senso che vanno ripetendo da anni: personale medico esperto di fibrosi cistica e stabile. Secondo gli standard di cura europei, l’organico strutturato dovrebbe essere composto da 2 pediatri, 2 fisioterapisti respiratori e 2 pneumologi, esperti di fibrosi cistica. Pazienti e familiari, perciò, fanno un appello alle istituzioni per risolvere il problema fibrosi cistica in Calabria in modo definitivo e adeguato ai bisogni, anche in ottemperanza alla legge 548 del 1993 (disposizioni per la prevenzione e la cura della fibrosi cistica).

 

Di seguito, la lettera di Lucia fa capire che cosa voglia dire, in questo momento, avere la fibrosi cistica in Calabria.

 

«Mi chiamo Lucia, ho 44 anni, sono affetta da fibrosi cistica e dipendo dal centro F.C. regione Calabria di Lamezia terme. Sono nelle liste trapianti polmonari del centro Ismett Palermo. Da questo si può benissimamente dedurre che la mia situazione clinica non è delle più rosee.Sono 4 anni che il nuovo centro è aperto e, con esso, in noi pazienti si era aperto un grande canale della speranza, avremmo avuto palestre, fisioterapisti, stanze idonee e medici specializzati che si sarebbero presi cura di noi, invece siamo rimasti con un pugno di mosche. Per quanto riguarda la cura e l’accortezza dei dottori, c’è stata e, a dir la verità, io, e penso anche gli altri, con le dottoresse, ci siamo trovati veramente bene, grazie alla loro disponibilità e la loro umiltà siamo riusciti a costruire un rapporto di fiducia e di grande rispetto. Il problema è che purtroppo la burocrazia ha messo letteralmente il centro in ginocchio, siamo rimasti con un solo dottore, che sicuramente è una figura importantissima e capace, ma da solo è completamente inutile; in più non abbiamo un fisioterapista respiratorio dal mese di luglio del 2017, anch’esso una figura preziosissima per la nostra patologia, anzi fino alla data sopracitata, il fisioterapista respiratorio è stato pagato dall’associazione “Respirando la Vita”, che si sta impegnando molto in questa direzione, altrimenti non ci sarebbe stato. Io ho paura, ma tanta paura perché questa situazione precaria mi mette un’ansia che mi rende difficile l’approccio con le terapie. Io sono con l’ossigeno 24 ore al giorno e di queste 24 ne passo almeno 10 con un’altra terapia, respirazione ventilata, la mia condizione e grave e a me servirebbe tanta tranquillità, cosa che, con questo casotto al centro, che ora siamo rimasti con solo un dottore, non posso avere. Io, con mio marito combattiamo tutti i giorni facendo tutto quello che c’è da fare per non morire e lasciare una bimba orfana e invece ci ritroviamo con i bastoni tra le ruote messi proprio da chi ci dovrebbe dare sollievo e, cosa più importante, fiducia e forza di volontà. Invece ci hanno abbandonati, e purtroppo qui c’è tanta gente che non può e non vuole portare i suoi cari in altri centri e in altre regioni. Ho tanta paura, mio marito lavora sempre lontano con il camion e vorrei che, quando parte, non dovrebbe portare con se altre preoccupazioni del trapianto, della malattia in se stessa, quelle di sapere che vado a  fare il ciclo in un centro dove non si può fare quello che si deve fare. Ma come è possibile che possa succedere una cosa del genere? Non potevano lasciare quelle Dottoresse, visto che hanno fatto un lavoro eccellente e hanno fatto dei master? Hanno trascurato le loro famiglie per far si che i pazienti stessero bene e tranquilli: non finirò mai di ringraziarle. Ecco che mi vengono in mente tanti perché e tanti se, cosa ci rimane in Calabria?  Voglio solo che le cose si sistemino, voglio solo vivere per  me, voglio vivere per la mia bambina e per mio marito e non lo trovo giusto che, per queste beghe burocratiche, ci vanno in mezzo vite di persone innocenti che hanno avuto solo la sfortuna di trovarsi dall’altra parte del fil di ferro». 

 

 

Fibrosi cistica, sit-in di protesta dell’associazione “Respirando la Vita”

LAMEZIA TERME (CZ) – Sit-in di protesta ieri dell’associazione Respirando la Vita davanti all’ospedale di Lamezia Terme. Ieri mattina, pazienti affetti da fibrosi cistica e familiari hanno protestato per ribadire quanto chiedono da anni: medici e fisioterapisti respiratori stabili ed esperti di fibrosi cistica. Da quanto risulta, da domani, nell’unico centro regionale di cura, ci sarà un solo medico (il responsabile) per circa 140 pazienti: in che modo saranno garantite le visite e i ricoveri?

I pazienti sono allarmati. Già da luglio hanno vissuto dei gravi disagi per la mancanza del fisioterapista respiratorio, tanto che alcuni genitori sono stati costretti a portare i loro bambini piccoli nel centro più vicino: quello di Messima. Da circa un anno manca il pediatra, oggi è terminato l’incarico delle due pneumologhe. Perciò, i pazienti si sono dovuti fare carico di questi ulteriori problemi. Al sit-in sono stati presenti anche Cittadinanza Attiva e l’associazione Malattie Croniche.

Intanto, con un messaggio informale, il dottore Giuseppe Perri, direttore generale dell’ASP di Catanzaro, ha fatto sapere che manderanno un pediatra, un fisioterapista e uno pneumologo, selezionati da graduatorie generiche. Dunque, se il nuovo personale dovrà essere formato nella fibrosi cistica, nel frattempo «chi curerà i pazienti?»La patologia è grave: i pazienti non hanno tempo da perdere e non possono fare le cavie della burocrazia.

 

A 4 anni dal trasferimento del centro nell’ospedale di Lamezia Terme, si avvera, dunque, quanto l’associazione temeva da tempo: i livelli essenziali di assistenza non sono garantiti. A quanto pare, la soluzione prospettata è quella di ricominciare daccapo, mentre negli anni scorsi, con soldi pubblici, sono stati formati medici e fisioterapista respiratorio che poi sono andati via, dunque c’è stato anche uno spreco economico.

Secondo gli standard di cura europei, l’organico strutturato dovrebbe essere composto da 2 pediatri, 2 fisioterapisti respiratori e 2 pneumologi, esperti di fibrosi cistica. Secondo la legge 548 del 1993 (disposizioni per la prevenzione e la cura della fibrosi cistica), «le regioni istituiscono,a  livello ospedaliero o universitario, un centro regionale specializzato di riferimento”. Ma se non ci sono medici e fisioterapisti esperti, che funzione ha un tale centro?»

Fibrosi cistica, pazienti senza personale. L’appello dell’associazione “Respirando la Vita”

LAMEZIA TERME (CZ) – Nessuna risposta ancora per i pazienti calabresi affetti da fibrosi cistica circa il personale ad essi preposto. A renderlo nota l’associazione “Respirando la Vita – Fibrosi Cistica Calabria”. A tre anni dall’apertura del centro di fibrosi cistica a Lamezia Terme, tra l’altro l’unico centro regionale per i malati, tutti i medici al momento sono precari o mancano, a eccezione del dirigente responsabile e della psicologa. Una situazione delicata e insostenibile ai danni dei pazienti, affetti da na malattia cronica per la quale non c’è cura. Nel centro di cura regionale, infatti, da mesi manca il fisioterapista respiratorio, da circa un anno il pediatra, e le due pneumologhe, ancora precarie, a gennaio rischiano di andare via: ancora una volta, l’associazione è costretta a chiedere delle soluzioni definitive con personale esperto, per garantire il diritto alla salute e all’assistenza dei pazienti. Per render conto dell’incresciosa situazione venutasi a creare, a svantaggio dei pazienti e dei loro familiari, basti pensare che, da quando manca il fisioterapista, alcune famiglie hanno dovuto accompagnare neonati e bambini molto piccoli nel centro più vicino: quello di Messina. Secondo gli standard di cura europei, l’organico strutturato dovrebbe essere composto da due pediatri, due fisioterapisti respiratori e due pneumologi, esperti di fibrosi cistica. A febbraio di quest’anno, l’Asp di Catanzaro ha bandito la mobilità per un pediatra, un fisioterapista respiratorio e uno pneumologo, ma l’associazione non ha avuto riposte ufficiali sull’esito. Nel frattempo, i decreti n. 111 del 10.08.2017 e n. 113 del 11.08.2017 del Commissario ad acta per il piano di rientro dal debito sanitario, Massimo Scura, hanno annullato i precedenti provvedimenti facendo addirittura scomparire la previsione dello pneumologo che, al pari del pediatra e del fisioterapista, è di vitale importanza. Visto che non è stata ricevuta per gli impegni del commissario, l’associazione chiede il reintegro della figura. La medesima associazione, inoltre, ha incontrato i dirigenti della sanità, ha fatto un appello al ministro della salute e, anche prima come gruppo di pazienti e genitori, ha promosso iniziative per chiedere soluzioni strutturali. Da settembre 2016 a luglio 2017, ha garantito la presenza del fisioterapista respiratorio pagandolo con le poche risorse a disposizione ed esaurendole quasi del tutto. Per quanto riguarda l’aspetto economico, negli anni scorsi, il personale medico precario è stato formato con soldi pubblici, ma alcune figure hanno dovuto lasciare il centro regionale. L’auspicio è che l’ennesimo appello non rimanga inascoltato.

 

Fibrosi cistica, burraco di beneficenza a Cosenza

fibrosi cistica, burraco cosenzaCOSENZA  – ‘Gioca la carta della solidarietà’, questo l’invito per il burraco di beneficenza che si giocherà stasera,  alle ore 19.30, presso il Retrò (via Tagliamento). I fondi raccolti saranno devoluti per la ricerca sulla fibrosi cistica e per il supporto dei bisogni dei pazienti calabresi.

L’evento è stato organizzato da Alessandra Coscarella dell’associazione ‘Respirando la Vita Fibrosi Cistica Calabria’ in collaborazione con Editrice Pellegrini e il locale Retrò. Il ricavato sarà donato alla Fondazione per la ricerca sulla fibrosi cistica e all’associazione Respirando la Vita. Per info e prenotazioni, si può telefonare al numero 3479041138.

La fibrosi cistica è una grave malattia genetica, la più diffusa nel mondo occidentale e purtroppo ancora non c’è una cura definitiva, per questo è necessario sostenere la ricerca. Questa malattia colpisce 1 neonato ogni 2500: chi ne è affetto, tra l’altro ha problemi respiratori e digestivi e ogni ogni giorno deve fare aerosol, fisioterapia respiratoria e assumere pillole per digerire. Inoltre, deve fare lunghi e frequenti ricoveri.

I pazienti calabresi e i loro familiari, l’anno scorso, hanno costituito l’associazione Respirando la Vita Fibrosi Cistica Calabria per difendere i loro diritti sanitari e sociali, dare supporto economico ai pazienti stessi, provvedere agli acquisti necessari per migliorare la degenza in ospedale, promuovere eventi di sensibilizzazione, sostenere la ricerca. Per maggiori info, si può visitare il sito www.respirandolavita.it e la pagina facebook dell’associazione.

Chris e la telefonata del Papa

Christian Cappello (foto fb)
Christian Cappello (foto fb)

COSENZA – In questi giorni è in Calabria, sta girando l’Italia a piedi per raccogliere fondi per la fibrosi cistica. Ha ricevuto una chiamata da un numero anonimo: il Papa. Chris Cappello racconta della sorpresa e del dialogo con il Santo Padre sulla pagina facebook Blog di Viaggi:

Difficile crederlo, anche per me. Ho appena ricevuto una telefonata da Sua Santità Papa Francesco. Ho risposto un po’ con il fiatone ad un numero anonimo che di solito non considero neppure. “Ciao Chris, sono Papa Francesco, ti chiamo perché ho letto la tua lettera e ciò che fai è bellissimo. Sto pregando per te, non ti preoccupare, avanti così e forza! Io sono riuscito solo a dire: “la ringrazio Sua Santità, è per me un grande onore sentirvi al telefono ed anche io pregherò per voi. “Grazie Chris, ne ho bisogno.

Il viaggio di Chris  è cominciato da Bassano del Grappa il 2 aprile, il giorno in cui sarebbe dovuto nascere Leonardo. Insieme alla compagna Marta, il ragazzo aveva intenzione di percorrere a piedi l’Italia per raccogliere fondi per la fibrosi cistica, ma il progetto era stato rinviato per l’arrivo del piccolo. Purtroppo, però, il 29 dicembre 2015 Marta e Leonardo sono venuti a mancare.

Dopo la perdita, un gesto di amore. Christian ha fondato la onlus ‘marta4kids’ e ha deciso di concretizzare il sogno condiviso con Marta: attraversare l’Italia per solidarietà. Il nome, marta4kids, è lo stesso anche per il viaggio e per l’hashtag che l’accompagna sui social. Christian sta visitando i centri regionali di cura della fibrosi cistica, nei giorni scorsi ha incontrato anche pazienti e operatori del centro calabrese ubicato nell’ospedale di Lamezia Terme. Dalle sue parole, è emersa l’importanza di vivere la vita giorno per giorno, facendo quello che si ama e proponendosi piccoli obiettivi.

 

*Per seguire il viaggio di Chris

Pagina Facebook Marta4Kids

Pagina Facebook Blog di Viaggi

Blog Di Viaggi

 

* Per fare una donazione:

Intestatario : MARTA4KIDS ONLUS

iban: IT48X0200860260000104117188

Rita Paonessa

 

Concorsi fibrosi cistica, sarà la volta buona? L’associazione ‘Respirando la Vita’ ha incontrato Scura e Perri

fibrosi cistica_il centro_6LAMEZIA TERME (CZ) – L’associazione ‘Respirando la Vita – Fibrosi Cistica Calabria’ ha incontrato il commissario per il piano di rientro della sanità, Massimo Scura, alla presenza del direttore generale dell’Asp di Catanzaro, Giuseppe Perri. In una nota stampa, l’associazione rende noto che «il commissario ha autorizzato verbalmente l’Asp di Catanzaro a procedere con i concorsi a tempo indeterminato per il personale del centro regionale fibrosi cistica».

«Speriamo che sia la volta buona – chiosa l’associazione – da mesi riceviamo rassicurazioni, ma puntualmente la fibrosi cistica viene esclusa dai decreti commissariali che autorizzano il reclutamento del personale a tempo indeterminato».

«La situazione del personale del centro calabrese – prosegue il comunicato stampa –  è particolarmente grave perché, a due anni e mezzo dalla sua apertura nell’ospedale di Lamezia Terme, a eccezione del direttore e della psicologa, tutti i medici sono precari. Secondo gli standard di cura europei, invece, il personale del centro dovrebbe comprendere 2 pediatri, 2 pneumologi e 2 fisioterapisti respiratori.

La fibrosi cistica è una patologia complessa e grave che richiede una preparazione specifica e un rapporto continuativo con i medici: mentre per altri reparti, al limite, è possibile spostarsi in un altro ospedale, i pazienti affetti da fibrosi cistica possono essere curati solo nel centro regionale di Lamezia Terme. Se la precarietà del personale persisterà, i pazienti saranno costretti a emigrare fuori regione con costi esosi per le famiglie e per il servizio sanitario regionale».

L’associazione ‘Respirando la Vita’ «si augura che nella prossima settimana si concretizzi la soluzione definitiva alla questione del personale e ringrazia il dottore Perri per la disponibilità dimostrata in questi mesi».

Fibrosi Cistica, Christian Cappello gira a piedi l’Italia per raccogliere fondi. A Lamezia Terme ha incontrato pazienti e operatori

L'arrivo di Christian Cappello in ospedale
L’arrivo di Christian Cappello in ospedale

LAMEZIA TERME (CZ) – La perdita trasformata in un gesto di amore, la generosità incontrata lungo la strada, la grinta delle persone affette da fibrosi cistica e dei loro familiari: sono alcuni degli elementi di Marta4kids. È il nome della onlus fondata da Christian Cappello dopo la perdita della compagna Marta e del figlio che portava in grembo, Leonardo. È il giro dell’Italia fatto a piedi da Chris per raccogliere fondi per la fibrosi cistica. Oggi pomeriggio il ragazzo ha visitato il centro fibrosi cistica regionale di Lamezia Terme e ha incontrato pazienti e operatori insieme all’associazione ‘Respirando la Vita Fibrosi Cistica Calabria’.

La visita del centro
La visita del centro

Stefania, paziente e coordinatrice dell’accoglienza di oggi, ha ringraziato Christian donandogli il libro scritto di recente dai pazienti calabresi. Ha, inoltre, letto la sua storia. Michela, affetta da fibrosi cistica, ieri ha fatto un tratto di strada insieme a Christian: anche lei lo ha ringraziato, credeva di non farcela e invece ha percorso tutti i km. Intervenuti anche il direttore del centro fibrosi cistica calabrese, il dottore Giuseppe Tuccio, l’infermiere Giuseppe e il presidente dell’associazione ‘Respirando la Vita Fibrosi Cistica Calabria’, Rita Paonessa. Per l’evento di oggi, l’associazione calabrese ringrazia la Protezione Civile di Pentone (Angeli della Sila) e il bar interno ospedale di Lamezia Terme – Pasticceria ‘La Voglia’ di Luigi Caligiuri per la collaborazione.

Da sx Stefania, Christian Cappello
Da sx Stefania, Christian Cappello

Christian Cappello sta girando a piedi l’Italia per raccogliere fondi per la ricerca sulla fibrosi cistica: concretizza il sogno che aveva insieme a Marta (fare un viaggio a piedi per solidarietà). Lungo la strada sta incontrando la generosità di chi organizza le raccolte fondi e l’ospitalità di chi gli lascia le chiavi di casa e il posto più comodo per dormire. Dalle sue parole, è emersa l’importanza di vivere la vita giorno per giorno,

facendo quello che si ama e proponendosi piccoli obiettivi. Oggi ha visitato il centro regionale fibrosi cistica della Calabria, centro di eccellenza che ha in cura circa 150 pazienti.

 

 

# Per continuare a seguire il viaggio di Chris, si possono visitare le pagine facebook Marta4kids e Blog di viaggi, il blog http://www.blogdiviaggi.com/,e seguire l’hashtag #marta4kids.

 

# Gli estremi per fare una donazione:

marta4kids_estremi-donazione

 

 

 

# Il cartellone preparato per Christian

Il cartellone preparato per Christian

Ha perso la compagna e il figlio, ora gira l’Italia a piedi per la fibrosi cistica. Domani Chris Cappello a Lamezia Terme con #marta4kids

marta4kids_logoLAMEZIA TERME (CZ) – Ha perso la compagna e il figlio che portava in grembo, ma ha deciso di portare avanti il progetto che aveva con lei: «girare l’Italia a piedi per beneficenza». Per questo Chris Cappello ha fondato la onlus #marta4kids e sta percorrendo l’Italia a piedi per raccogliere fondi per la ricerca sulla fibrosi cistica. Domani, lunedì 19, alle ore 15.00, il ragazzo arriverà presso l’ospedale di Lamezia Terme dove è ubicato il centro regionale di fibrosi cistica. Ad accoglierlo, operatori e pazienti del centro insieme all’associazione ‘Respirando la Vita – Fibrosi Cistica Calabria’. L’iniziativa porta lo stesso nome della onlus, #marta4kids, e viaggia sui social con l’omonimo hashtag.

Otto anni fa Christian Cappello e la compagna Marta hanno fondato blogdiviaggi.com, uno dei maggiori travel blog italiani. Avevano intenzione di attraversare l’Italia per raccogliere fondi per la fibrosi cistica, ma il progetto era stato rimandato per l’arrivo del piccolo Leonardo. Purtroppo, però, Marta e Leonardo sono venuti a mancare il 29 dicembre 2015.marta4kids_scritta

Christian ha voluto concretizzare il sogno che aveva insieme a Marta: il 2 aprile di quest’anno, il giorno in cui sarebbe dovuto nascere Leonardo, è partito da Bassano del Grappa per attraversare 17 regioni in 324 giorni. Un totale di 3973 km a piedi per far conoscere l’Italia e raccogliere fondi da destinare alla ricerca sulla fibrosi cistica.

Per l’evento di domani, l’associazione ‘respirando la vita’ ringrazia per la collaborazione il bar interno ospedale di Lamezia Terme – Pasticceria ‘La Voglia’ di Luigi Caligiuri.

 

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Fibrosi Cistica, l’appello dell’associazione “Respirando la Vita”

LAMEZIA TERME (CZ) – «Con uno strappo al protocollo, vi inviamo il nostro libro, il libro che raccoglie le storie dei pazienti calabresi affetti da fibrosi cistica e dei loro familiari. In  questo modo, tra i numeri dei decreti, scorgerete i volti della malattia. Non si direbbe, ma è una lettura da fare sotto l’ombrellone. Perché racconta la voglia di vivere che può essere alimentata solo se si garantisce la continuità delle cure con soluzioni definitive».

Con queste parole ‘Respirando la vita – Fibrosi Cistica Calabria’, associazione di pazienti e familiari, si è rivolta ai Ministri della Salute e dell’Economia e ai dirigenti del tavolo di verifica del piano di rientro dal debito della sanità calabrese (il cosiddetto Tavolo Adduce). Nell’appello inviato, l’associazione chiede che siano subito autorizzati i concorsi a tempo indeterminato per 2 pediatri, 2 pneumologi e 2 fisioterapisti respiratori per l’unico centro regionale fibrosi cistica della regione Calabria, per come previsto dagli standard di cura europei. O almeno che sia predisposto e reso pubblico un crono-programma con date certe e tempi brevissimi. Perché, a oltre 2 anni dall’apertura del centro nell’ospedale di Lamezia Terme, a eccezione del direttore e della psicologa, tutti i medici (3 su 3) e l’unico fisioterapista respiratorio sono precari. Formati con fondi pubblici, cominciano ad andare via e c’è il rischio che arrivino nuovi medici non adeguatamente formati. Ma la fibrosi cistica è una malattia genetica grave e cronica: i pazienti non possono più aspettare i tempi della burocrazia né fare le cavie di chi deve essere formato. L’associazione, inoltre, chiede che sia ripristinata l’autonomia del centro perché la metà circa dei pazienti sono adulti e la previsione dell’accorpamento a pediatria fa indietreggiare la cura di almeno 10 anni.

L’appello è stato inoltrato anche al Presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, al commissario ad acta per il piano di rientro del debito della sanità calabrese, Massimo Scura, al dirigente generale del Dipartimento Salute della Regione Calabria, Riccaro Fatarella, al direttore generale dell’ASP di Catanzaro, Giuseppe Perri e al direttore del centro regionale fibrosi cistica, Giuseppe Tuccio.

Da due anni pazienti e familiari si stanno mobilitando. A novembre scorso hanno fatto un sit-in di protesta e sono state adottate soluzioni-tampone. In questi mesi hanno incontrato il commissario al piano di rientro e il direttore dell’Asp di Catanzaro. Il “decreto assunzioni” di Scura (n. 55) ha autorizzato il reclutamento di personale, ma a tempo determinato fino a ottobre. In base a quanto appreso, per i concorsi a tempo indeterminato, devono arrivare le autorizzazioni ministeriali. Quanto tempo passerà? I pazienti devono essere curati da chi non sa niente di fibrosi cistica? Fino a ora i livelli essenziali di assistenza (LEA) sono stati garantiti solo da chi ha sopportato il persistente e grave precariato, lavorando anche senza essere pagato. Ma i pazienti non possono più essere cavie della burocrazia né possono essere curati da chi non sa niente di fibrosi cistica fino a quando non siano espletati i concorsi definitivi (potrebbe passare anche un anno).

L’associazione ‘Respirando la vita’ non chiede provvedimenti ad personam, ma concorsi definitivi in tempi brevi per garantire la continuità delle cure. La fibrosi cistica, infatti, richiede un’adeguata formazione e una conoscenza profonda dei pazienti che possono essere conseguite solo in molto tempo: i pazienti devono essere curati dagli stessi medici. A ciò si aggiunga che, ai fini della cura, è fondamentale anche il rapporto di fiducia medico-paziente. Vitale è la fisioterapia respiratoria, quindi è necessario che il fisioterapista del centro sia respiratorio e specializzato sulla fibrosi cistica.

Anche a voler considerare solo l’aspetto economico, la persistente precarietà produce effetti deleteri. Alcuni dei medici formati con soldi pubblici, dopo aver rifiutato numerose chiamate anche in ospedali prestigiosi, cominciano ad andare via, in reparti che niente hanno a che vedere con la fibrosi cistica. Con conseguente spreco di denaro pubblico e perdita di competenze. Inoltre, se arrivano medici non preparati, i pazienti ritorneranno a curarsi fuori regione con costi esosi e più alti per la Regione Calabria e per le famiglie.

Precari eccellenti – Nel 2014 Il Centro Fibrosi Cistica regionale della Calabria è stato aperto come centro autonomo presso l’ospedale di Lamezia Terme (prima la patologia veniva seguita presso il reparto di pediatria del nosocomio di Soverato nel catanzarese). A meno di un anno di distanza, nel marzo del 2015, il centro di Lamezia Terme ha ottenuto la certificazione di qualità ISO 9001. L’emigrazione sanitaria è stata ridotta quasi a 0 con i pazienti rientrati dalle altre regioni e  passati da circa 70 a circa 150. Per complessità di cure, nel nosocomio di Lamezia Terme, il centro è secondo solo al reparto di terapia intensiva. Il centro, inoltre, si è distinto per studi pubblicati, collaborazione con gli altri reparti, uso di farmaci innovativi.

I medici precari si sono specializzati frequentando prestigiosi master fuori regione, pagati con fondi pubblici – al Policlinico Umberto I di Roma le dottoresse Elisa Madarena e  Barbara Vonella, al  Careggi di Firenze la dottoressa  Rosa Fasano, il fisioterapista dott. Pietro Ragno ha frequentato un prestigioso master dell’Università di  Milano considerato il migliore d ‘Europa, a loro si è aggiunta la dottoressa Simona Chillà. La dottoressa Madarena, medico pediatra (precario) del centro, oggi costretta ad andare via, è stata selezionata tra gli 8 medici scelti in tutta Italia tra i migliori giovani professionisti, per un importante progetto di respiro internazionale.