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Acquista il libro “Bike Tour” ed aiuta la ricerca per la Fibrosi Cistica

bike tour e ciclisti a soveratoCATANZARO –  Guido, Cristina, Antonio e tanti altri non ce l’hanno fatta: anche per loro la ricerca deve proseguire. Per trovare una cura definitiva alla fibrosi cistica e dare una speranza a chi ne è affetto. A ottobre, anche in Calabria arriveranno i ciclamini della ricerca, iniziativa promossa dalla Fondazione Ricerca Fibrosi Cistica – onlus. Intanto, già ora, fino al 25 ottobre, è possibile acquistare il libro ‘Bike Tour. Pedalando per la ricerca’ (15 euro) e partecipare all’estrazione di Brigante, una bicicletta da corsa high tech firmata dal pluricampione italiano Max Lelli. Il ricavato sarà interamente devoluto al progetto di ricerca clinica FFC 27/2014
Il libro racconta il giro in bici fatto in Italia da Davide Cassani, Fabrizio Macchi, Massimiliano Lelli Iader Fabbri e Matteo Marzotto, proprio per sostenere la ricerca e infondere speranza a chi è affetto dalla fibrosi cistica e alle loro famiglie. Il giro ha toccato anche la Calabria e ha incontrato i numerosi volontari che si impegnano a sostegno della ricerca.
Acquistando il libro e inviando la cartolina, è possibile partecipare all’estrazione e vincere Brigante, una bicicletta da corsa high tech firmata dal pluricampione italiano Max Lelli, accessoriata con telaio in carbonio, gruppo completo Shimano Ultegra 11v, manubrio e reggisella carbonio FSA, ruote T42 Vision, copertoni Continental, sella Prologo.
La fibrosi cistica colpisce un neonato su 2500: ogni settimana quattro bambini si scoprono essere affetti da questa malattia per la quale non esiste una cura definitiva. La loro vita sarà segnata da difficoltà a respirare, continui ricoveri in ospedale, aerosol, fisioterapia respiratoria quotidiana, pillole ingerite per digerire: la ricerca è importante per migliorare la qualità e le aspettative di vita e trovare una cura definitiva. Negli anni Sessanta i bambini non superavano l’infanzia, oggi i bambini affetti dalla fibrosi cistica hanno un’aspettativa media di vita intorno ai 40 anni: la ricerca deve andare avanti.
Per maggiori info http://www.fibrosicisticaricerca.it/campagne-di-sostegno/bike-tour-il-libro/ oppure contattare la Delegazione di Soverato all’indirizzo francesca.mandaliti@gmail.com.

 

Raffaella Aquino

Fibrosi cistica, pazienti e familiari allarmati chiedono incontro al commissario Scura

fibrosi cisticA_pallnciniLAMEZIA TERME (CZ) – “Mantenga in vita il nostro centro, non ci costringa ad andare fuori regione per curarci”, questo l’appello rivolto da familiari e pazienti in cura presso il centro regionale fibrosi cistica al commissario alla sanità, Massimo Scura. Pazienti e familiari sono molto preoccupati e, durante la sua visita all’ospedale ‘Giovanni Paolo II’ di Lamezia Terme, hanno chiesto al Commissario Scura un incontro urgente. Questi ha promesso che nella prossima settimana incontrerà una loro delegazione e lunedì p.v. farà sapere giorno e ora dell’incontro. “Non ci sentiamo tutelati da nessuno – aggiungono i familiari – nemmeno da chi sarebbe preposto a difendere la cura della nostra malattia, come la Lega Italiana Fibrosi Cistica – Calabria che, da quanto ci risulta, non ha promosso alcun documento o incontro ufficiale per denunciare l’accorpamento a pediatria e la precarietà della maggior parte del personale medico, problemi che mettono a rischio la qualità e la tenuta stessa del centro”. Il centro, infatti, ha ottenuto la certificazione di qualità ISO 9001, ma la maggior parte del personale medico continua a essere precario, l’ultimo piano di assunzioni approvato dal commissario Scura non ha previsto assunzioni per il centro fibrosi cistica: pazienti e familiari temono che il centro possa essere chiuso.
Il centro regionale fibrosi cistica, ubicato presso l’ospedale Giovanni Paolo II di Lamezia Terme, al momento ha in cura circa 140 pazienti (bambini e adulti). Il centro di Lamezia Terme, come centro autonomo dedicato esclusivamente ai pazienti affetti da fibrosi cistica, è stato aperto circa un anno e mezzo fa con un cospicuo investimento di soldi pubblici (prima la patologia veniva seguita presso il reparto di pediatria dell’ospedale di Soverato). Grazie alla dedizione e alla competenza del personale multidisciplinare, il centro ha ottenuto la certificazione di qualità  ISO 9001 e ha visto aumentare il numero di pazienti in cura, rientrati dalle altre regioni, contrastando, quindi, l’annosa questione dell’emigrazione sanitaria.
Tuttavia, nonostante l’eccellenza dimostrata, il centro continua a essere a rischio. Il personale, oltre al direttore Dott. Giuseppe Tuccio, è formato è da: una psicologa (Maria Furriolo), un fisioterapista (Pietro Ragno), tre dottoresse (Rosa Fasano, Elisa Madarena, Barbara Vonella), cinque infermieri (Immacolata Bilotta, Giustano Fiaschi,Pietro Lucchino,Rosalba Mercuri,Giuseppe Nicotera, ) e una caposala (Angela Dattilo). Il fisioterapista  viene pagato con una borsa di studio ,che scade a fine anno, dalla LIFC (Lega Italiana Fibrosi Cistica) nazionale. Al momento, alle dottoresse Fasano e Vonella, non è stato fatto alcun contratto. La dottoressa Madarena rischia di essere riassegnata alla neonatologia dove è stata temporaneamente assunta. Genitori e pazienti sono, perciò, molto allarmati. Non confermare questo personale farebbe venire meno il legame di fiducia medico-paziente, fondamentale nella cura della fibrosi cistica, e rappresenterebbe un enorme spreco di soldi pubblici, anche perché questi medici si sono specializzati frequentando prestigiosi master. Perdere questo personale formato sarebbe la fine del centro e del lavoro fatto fin qui.

Teatro e solidarietà per la ricerca sulla fibrosi cistica 9 maggio a Soverato

teatro per fibrosi cistica_9 maggio 2015SOVERATO (CZ) – Gru colorate e pietre con le sue frasi: tracce di Guido Passini di recente scomparso a causa della fibrosi cistica. Ci sarà anche un momento dedicato a lui, con la lettura di una sua poesia, il 9 maggio. Al teatro comunale di Soverato, Tonino Pittelli e i Sognattori riporteranno in scena ‘Una risata ci salverà’. Per raccogliere fondi a favore della ricerca sulla fibrosi cistica, in collaborazione con la Delegazione di Soverato della Fondazione per la Ricerca sulla fibrosi cistica, guidata da Francesca Mandaliti.

Ed è già sold out. In pochi giorni tutti i biglietti sono stati venduti e in molti sono rimasti fuori dal teatro. Tanto che si sta pensando a una replica dell’evento. Ieri la presentazione dell’iniziativa (per la cronaca completa soveratiamo e soverato.eu). Il 9 maggio saranno presenti tutte le associazioni soveratesi e, per far conoscere la fibrosi cistica, sarà proiettato un video e interverranno i medici del centro regionale fibrosi cistica. Sarà letta anche una poesia di Guido Passini. «Non mi arrendo, indosso nuove ali e ricomincio a volare», il suo motto, un’altra sua traccia di forza e di amore.

La serata del 9 si aggiunge alle altre iniziative promosse per sostenere la ricerca. Ultima in ordine di tempo, la pizza organizzata pochi giorni fa: 600 euro sono già stati inviati alla Fondazione. Sostenere la ricerca è fondamentale e non è solo un’affermazione retorica. Negli ultimi decenni, infatti, grazie alla ricerca, l’aspettativa media di vita è stata innalzata fino ai 40 anni e oltre (negli anni Sessanta i bambini non superavano l’infanzia).

La fibrosi cistica colpisce un neonato su 2500: ogni settimana quattro bambini si scoprono essere affetti da questa malattia. La loro vita sarà segnata da difficoltà a respirare, continui ricoveri in ospedale, aerosol, fisioterapia respiratoria quotidiana, pillole ingerite per digerire. La speranza è trovare la cura definitiva che al momento non esiste.

 

Rita Paonessa

I precari eccellenti della nostra sanità. Riconoscimento a Elisa Madarena e soppressione del cento regionale fibrosi cistica

fibrosi cistica_elisa madarenaLAMEZIA TERME (CZ) – Eccellenza, precarietà, soppressione di quanto costruito: queste le contraddizioni del centro regionale fibrosi cistica di Lamezia Terme. Elisa Madarena, medico pediatra (precario) del centro, sarà uno degli 8 medici, scelti in tutta Italia tra i migliori giovani professionisti, che faranno parte della commissione ‘Next Generetion Steering Committee’ per l’Italia, un importante progetto nazionale Vertex U.S.A. per la fibrosi cistica. La selezione della dottoressa in un progetto di così ampio respiro si aggiunge alla certificazione ISO 9001 per la qualità ottenuta di recente dal centro calabrese: riconoscimenti importanti che certificano la professionalità e l’eccellenza del personale. Tuttavia, il riconoscimento a Elisa Madarena è arrivato pochi giorni dopo la notizia della soppressione del centro regionale fibrosi cistica e della sua aggregazione al reparto di pediatria. Una scelta anacronistica, penalizzante e dequalificante per gli operatori e i malati, così l’ha definita Giuseppe Tuccio, direttore del centro regionale. Il dottore, però, resta fiducioso sulla modifica al piano di riorganizzazione della rete ospedaliera e sul fatto che la cura della fibrosi cistica, anche nella regione Calabria, avrà la dignità e lo spazio che merita.

Intanto il personale continua a lavorare con grande passione e dedizione. La maggior parte, nonostante sia preparato ed eccellente, resta precario. Ma il riconoscimento a Elisa Madarena, per Giuseppe Tuccio, rappresenta un ulteriore incoraggiamento al lavoro dei medici, le dottoresse Barbara Vonella e Rosa Fasano, e del fisioterapista, Pietro Ragno. Tutti precari, stanno frequentando prestigiosi master e stanno continuando a formarsi: la speranza è che questo patrimonio non vada perso. Per garantire la continuità della cura ai pazienti e per diminuire l’emigrazione sanitaria. Nell’ultimo anno, da quando è stato trasferito a Lamezia diventando autonomo, il centro ha preso in carico circa 30 pazienti prima seguiti fuori regione.

Elisa Madarena sarà una delle componenti della commissione per la diffusione delle conoscenze sulla funzione della proteina CFTR e sulle nuove terapie innovative nella cura della fibrosi cistica. Gli 8 medici, selezionati tra i migliori giovani professionisti dei centri regionali fibrosi cistica di tutta Italia, avranno il compito di elaborare idee, materiali, comunicazioni e progetti sulle nuove terapie per la cura della malattia,i cosiddetti ‘modulatori’ della proteina anomala responsabile delle conseguenze cliniche e dei sintomi della malattia.

Sposata e con una figlia, Elisa Madarena si è laureata in Medicina e Chirurgia e si è specializzata in Pediatria all’Università Magna Graecia di Catanzaro. Durante la specializzazione ha effettuato un periodo di formazione presso il dipartimento di gastroenterologia, epatologia, motilità e nutrizione del Nationwide Children’s Hospital di Columbus, (Ohio Stati Uniti) sotto la guida del Prof. Carlo di Lorenzo. Da quando è nel centro regionale Fibrosi Cistica di Lamezia Terme ha effettuato un periodo di formazione all’ospedale Bambino Gesù di Roma, sotto la guida della Dottoressa Vincenzina Lucidi, uno dei massimi esperti italiani di Fibrosi Cistica. Attualmente sta frequentando un master in emergenza in Fibrosi Cistica al Policlinico Umberto I° di Roma.

Fino all’apertura del nuovo centro autonomo a Lamezia Terme, il centro è stato ubicato presso il reparto di pediatria dell’Ospedale di Soverato. Dal 1982, grazie all’opera del dottore Pasquale Alcaro e del direttore del centro nazionale Gianni Mastella, il reparto ha funzionato da punto di supporto al centro nazionale di Verona. Nel 1996 vi è stato istituito il centro regionale per delibera di giunta regionale, collegato con gli altri centri italiani. Dal 2004 è stato avviato lo screening neonatale. Il centro di Lamezia Terme ha attualmente in carico 140 pazienti afferenti da tutta la regione. Nell’ultimo anno circa 30 pazienti sono stati presi in carico dal centro mentre prima erano seguiti fuori regione. Metà dei pazienti ha un’età superiore ai 18 anni. Il più piccolo paziente ha 2 mesi di vita, il più grande 53 anni. Sono seguiti inoltre circa 20 pazienti con sindromi bronchiectasiche correlate alla Fibrosi Cistica. Il centro è impegnato in diversi progetti di ricerca in collaborazione con i più importanti centri di riferimento delle altre regioni italiane.

 

 

 

 

 

Fibrosi cistica e adolescenza: i risultati del progetto LINFA, storie e speranze a Lamezia Terme

Da sx Giuseppe Tuccio e Maria Furriolo

LAMEZIA TERME (CZ) – La mattina si alza alle 4.30 per fare la terapia (aerosol e fisioterapia respiratoria). Alle 7 prende l’autobus e va a scuola. Al rientro, compiti, TV, musica, conversazioni con gli amici. Un’altra mezz’ora di terapia. Tappa in palestra (necessario, anche lo sport, per la salute). Cena, Tv, a dormire. È una delle storie raccolte dalla ricerca sul rapporto tra fibrosi cistica e adolescenti, LI.N.FA. (Laboratorio Interattivo sulla Fibrosi Cistica nell’Adolescenza). Il progetto è stato realizzato da Doxapharma, con il supporto di Abbott e il patrocinio di LIFC (Lega Nazionale Fibrosi Cistica) e SIFC (Società Italiana per lo studio della Fibrosi Cistica). Ieri, presso l’aula ‘Ferrante’ dell’ospedale di Lamezia Terme, sono stati presentati i risultati. Anche i pazienti calabresi, infatti, sono stati coinvolti nell’indagine. Il centro regionale fibrosi cistica, ubicato nello stesso ospedale, all’incontro ha invitato non solo adolescenti e famiglie, ma anche i genitori dei bambini più piccoli, nell’ottica di dialogare, ascoltare e coinvolgere quanto più possibile i pazienti e le loro famiglie. L’incontro si è trasformato in uno scambio di emozioni e vissuti, speranze e testimonianze di come normalità e fibrosi cistica convivano. Maria Furriolo, psicologa del centro, ha illustrato i risultati della ricerca nazionale. Giuseppe Tuccio, a quasi un anno dall’apertura del centro di Lamezia Terme, ha fatto un bilancio.

Il direttore del centro, nonostante le difficoltà connaturate all’avvio di una nuova struttura, si è detto contento dei risultati raggiunti. Il problema principale resta quello del personale. Gli infermieri sono 5, ma sono costretti a fare turni in più e straordinari: dovrebbe esserci almeno un altro infermiere, situazione ideale se fossero due in più. Le tre dottoresse fruiscono di una borsa di studio sempre appesa a un filo, ma non sono ancora stabilizzate. Il fisioterapista da mesi non viene pagato, perciò dal 1° marzo non può più lavorare. Se si vuole fare un investimento sul centro, quindi, è necessario stabilizzare questo personale per garantire la continuità delle cure, fatte anche di un rapporto affettivo medico-paziente, imprescindibile nelle malattie croniche come la fibrosi cistica. Il 10 marzo il centro riceverà la visita dell’ente certificatore Boureaux Veritas per l’accreditamento di qualità ISO EN 9001/15, a giugno quella dell’accreditamento tra pari delle LIFC. «Vogliamo essere certificati per la qualità erogata a livello dei migliori centri italiani», ha detto Giuseppe Tuccio.

La sala dell’incontro è gremita. Ci sono numerose persone arrivate da tutta la Calabria, da Reggio Calabria fino a Cosenza e Cassano. Ci sono le dottoresse, Elisa Madarena, Barbara Vonella e Rosa Fasano, che frequenteranno prestigiosi master a vantaggio di tutto il centro. C’è Pietro Ragno, il fisioterapista, figura fondamentale per i pazienti, che ha vinto un importante master (il migliore in Italia). C’è la caposala, ci sono gli infermieri e le infermiere, nonostante non siano di turno: anche loro ci mettono la passione e l’amore e anche a loro i pazienti sono grati per la vicinanza, le parole e i momenti di gioia che sanno donargli oltre alla professionalità.

La ricerca nazionale: fare le cure ogni giorno pesa – L’indagine sul rapporto tra adolescenza e fibrosi cistica è stata fatta a livello nazionale, ma i centri regionali hanno ricevuto l’incarico di presentare i risultati. A Lamezia Terme è toccato a Maria Furriolo. La psicologa ha precisato che il centro è contento di aver partecipato e di essersi messo in gioco. Ha, inoltre, rimarcato l’importanza di capire che, fin da piccoli, i pazienti di fibrosi cistica devono imparare a prendersi cura di sé: il loro benessere ne gioverà. «Il progetto LINFA – ha detto – ci ha insegnato che non dobbiamo perdere di vista gli adolescenti perché in questo periodo l’aderenza alla terapia cala».

Il progetto L.IN.FA ha coinvolto ragazzi e ragazze di età compresa tra i 13 e i 18 anni che, nel periodo dell’indagine, erano ricoverati o facevano i controlli nei loro centri di riferimento. Due le modalità in cui è stato articolato: la compilazione di un diario digitale in forma anonima mediante l’uso di un nickname e un questionario anonimo a domande chiuse. Valutare i fattori psicologici, clinici e relazionali che influenzano la qualità di vita di pazienti e famiglie, l’obiettivo dello studio.

Otto ragazze e tre ragazzi, tra i 14 e i 18 anni, hanno redatto il loro diario. Nel complesso, sono emerse vite normali di ragazzi che vogliono essere trattati come tutti gli altri, senza commiserazione e che desiderano sentirsi anche come «una mano che solleva gli altri». Lo sport è un’attività centrale che fa parte della cura, avvicina ai coetanei e aiuta a livello psicologico. Punti di riferimento e sostegno sono i genitori e le famiglie, anche se la loro preoccupazione si trasferisce ai figli che, in alcuni casi, la avvertono come un «peso». Fondamentale il rapporto con i medici ai quali gli adolescenti sono grati, affezionati e rispondono con la collaborazione reciproca. I medici non solo trovano le soluzioni, ma parlano con i

Maria Furriolo

ragazzi e rappresentano sostegno, aiuto e difesa. Da loro i ragazzi si aspettano affetto, verità e chiarezza nelle spiegazioni e flessibilità rispetto alle loro esigenze.

Il questionario ha coinvolto 17 centri italiani per la cura della fibrosi cistica ed è stato somministrato a 168 ragazzi e ragazze di età compresa tra i 13 e i 18 anni e a 225 genitori (in alcuni casi entrambi i genitori, in altri un solo genitore). Pesante fare ogni giorno le terapie, come aerosol e fisioterapia respiratoria, che assorbono molto tempo e incidono sulle altre attività. Il 51 % si imbarazza o si vergogna a fare le terapie in pubblico. Il 33% ha difficoltà a trovare il tempo per seguire la terapia, il 25% si dimentica di seguire la terapia. Il 16 % è troppo stanco per sottoporsi alla terapia e il 25% vi preferisce gli amici.

Il 35% degli intervistati ha dichiarato di essersi sentito, nell’ultimo mese, mai o quasi mai pieno di energia, solo il 14% di essersi sentito spesso o molto spesso triste e depresso. In media praticano attività fisica tre giorni a settimana. Per 1 ragazzo su 4 il problema più grave è la scuola. Nel complesso, i ragazzi sentono di poter contare sui genitori e sugli amici. Ben l’81 % ha affermato di ricevere l’aiuto o il sostegno di cui ha bisogno dalla famiglia. Il 77% ha al suo fianco una persona speciale (“di conforto per me”), il 71 % ha degli amici con cui condividere gioie e dispiaceri.

Quanto ai genitori, sono per lo più loro ad occuparsi in modo esclusivo dei figli. In generale assistere i figli non pesa sulle attività quotidiane, ma ha delle conseguenze a livello lavorativo. Il 38% ha dovuto cambiare turno, il 15% ha subito delle penalizzazioni nella carriera, il 10% ha dovuto cambiare lavoro e in alcuni casi, solo il  4%, ha dovuto licenziarsi . In media i genitori hanno lavorato per 31 ore nel corso  della settimana: l’80% delle assenze fatte sono imputabili alla salute del figlio

 

Le storie calabresiDopo la presentazione dei risultati, alcuni pazienti e alcuni genitori hanno condiviso esperienze e sensazioni nella generale commozione dei presenti. I pazienti ringraziano il personale e le famiglie. Ci tengono a lanciare un messaggio: per stare meglio è necessario fare le terapie ogni giorno e i genitori devono stare vicino ai figli ma senza opprimerli e impedirgli di vivere una vita piena e normale. Tutti sperano nella ricerca che deve essere assolutamente sostenuta perché ha migliorato condizioni e aspettative di vita e offre la possibilità di cercare una cura definitiva.

Ilaria conduce una vita normale tra cinema, discoteca e amici. Per l’incontro ha inviato un messaggio: la fibrosi cistica deve essere curata con attenzione, assiduità e pazienza. Il suo pensiero va alla sua mamma. «State vicino ai figli», esorta tutti i genitori.

Michela ha 32 anni e lavora per una grande banca (si occupa di attività finanziaria). La sua è stata un’adolescenza serena nonostante le difficoltà – ospedalizzazioni, cure, terapie. «La costanza è quella che premia, la nostra prima arma è di concentrarci su terapia e fisioterapia – ci spiega –  in maniera molto serena con la mia famiglia abbiamo percorso sempre questa strada e abbiamo abbracciato questa malattia». Per Michela è normale alzarsi e fare la fisioterapia, rifarla all’ora di pranzo e la sera. Pratica molto sport e fa molti viaggi – nella valigia mette quello che serve per la fisioterapia e via.

Anche Francesca, 21 anni, ci tiene a precisare che la sua è una vita normale dove trova spazio anche il lavoro e il volontariato (da qualche mese fa parte di Assipromos). La mattina si alza alle 7 per fare la terapia ed essere al lavoro alle 8.30: si tratta solo di «ritagliare qualche spazio in più per le terapie e le cure». Non racconta a tutti della fibrosi cistica perché le dà fastidio essere trattata con commiserazione ed essere apostrofata con un «poverina!». Ma riserva la sua storia alle persone care, al fidanzato e alla sua famiglia. A 13 anni si sentiva demoralizzata, si spaventava per quello che leggeva su internet, ma poi ha capito che la malattia è soggettiva.

Giuseppe, cinquantenne, ha scoperto di avere la fibrosi cistica a 40 anni. In questo modo, fortuna nella sfortuna secondo lui, ha potuto adottare un figlio e fare un lavoro che, altrimenti, gli sarebbero stati preclusi. Da quando ha saputo della fibrosi, la sua vita è cambiata radicalmente. La moglie e il figlio sono il suo universo e la sua forza, cerca sempre di non farli preoccupare troppo. Ai ragazzi dice: «Diventeremo tutti vecchi. E’ importante abituarsi a fare le terapie, non bisogna commettere l’errore di non farle».

Tra i tanti interventi dei genitori, ha preso la parola anche Filippo, papà di Stefania che ora ha 21 anni. Insieme alla moglie ha sempre fatto fare tutte le cure alla bambina attraverso il gioco. Fin da piccola Stefania ha fatto le terapie in modo autonomo perché si abituasse a prendersi cura di sé. Per capire che «quello che fai, lo fai tu perché ti devi volere bene». I genitori la esortano a non vergognarsi, a prendere in pubblico le sue compresse. Ma arrivati all’adolescenza, anche se non tutti, ragazzi e ragazze tendono a mollare. Così Stefania arriva a voler mollare tutto, il nuoto gli amici. «Stefania si stava allontanando – racconta il papà – ci siamo messi a inseguirla e a farla tornare sui suoi passi». Stefania viene raggiunta. Riprende il nuoto. Decide di praticarlo a livello agonistico. Comincia con i 50 metri stile libero. Poi con i 100, i 200, i 400. Ma non si ferma: arrivano gli 800 e infine i 1500 – 72 vasche. Per un totale di 64 medaglie, la vittoria del titolo di campionessa regionale, le Olimpiadi sfiorate. Un esempio e una speranza per tutti.

 

Rita Paonessa

Fibrosi cistica, ancora pochi giorni per sostenere la ricerca con ciclamini ed sms

SOVERATO (CZ) –  Restano ancora pochi giorni per donare un respiro a chi è affetto da fibrosi cistica. Per sostenere la ricerca che ha portato l’aspettativa media di vita fino ai 40 anni e oltre, si possono acquistare i ciclamini nelle piazze e nei negozi del catanzarese che hanno aderito all’iniziativa. Per tutto il mese di ottobre, infatti, i volontari della Delegazione di Soverato della Fondazione per la Ricerca sulla Fibrosi Cistica – onlus allestiscono stand per la vendita delle piante. In occasione della XII Settimana Nazionale per la Ricerca sulla Fibrosi Cistica, i volontari scendono di nuovo in piazza per raccogliere fondi. Il ricavato delle vendite sarà totalmente devoluto alla Fondazione per la Ricerca sulla Fibrosi Cistica – onlus per contribuire al progetto di ricerca 17/2013 che la Delegazione di Soverato si è impegnata a finanziare. Fino al 26 ottobre, inoltre, al numero 45502 si possono inviare uno o più sms, del valore di 2€ da tutti gli operatori di telefonia mobile e del valore di 2 € o 5€ da telefono fisso. Il ricavato finanzierà dei progetti di ricerca.

La fibrosi cistica colpisce un neonato su 2500: ogni settimana quattro bambini si scoprono essere affetti da questa malattia per la quale non esiste una cura definitiva. La loro vita sarà segnata da difficoltà a respirare, continui ricoveri in ospedale, aerosol, fisioterapia respiratoria quotidiana, pillole ingerite per digerire: la ricerca è importante per migliorare la qualità e le aspettative di vita e trovare una cura definitiva. Negli anni Sessanta i bambini non superavano l’infanzia, oggi i bambini affetti dalla fibrosi cistica hanno un’aspettativa media di vita fino ai 40 anni e oltre: la ricerca deve andare avanti.

Sabato 25 e domenica 26 ottobre, sarà possibile acquistare i ciclamini a San Pietro a Maida (Via Pietro Antonio Sgro),  domenica 26 a Pentone (Piazza Monsignor Virgilio Tarantino).

Fino al al 25 Ottobre i ciclamini si troveranno anche presso: Tabaccheria di Paola Ceravolo (San Nicola da Crissa), Articoli da Regalo di Giusi de Masi (Fabrizia), Piante e Fiori Le Farfalle da Gabry (Capistrano), ambulatorio di Pediatria Dottoressa Rita Chiarella (Corso Mazzini 157, Borgia).

Nelle scorse settimane i ciclamini sono già stati venduti con grande successo a Catanzaro Lido, Soverato, Montepaone Lido, Satriano Marina e nel Centro Commerciale ‘Due Mari’ (Maida). I volontari sono stati presenti anche a Serra San Bruno (presso il supermercato Sidis), San Vito sullo Ionio, Fabrizia, Davoli. La Delegazione di Soverato ringrazia quanti, con sensibilità, hanno contribuito alla ricerca, i volontari che si sono impegnati con entusiasmo, i negozi aderenti e la fioreria ‘Idea Verde’ di Lobello Claudio (Catanzaro) per la collaborazione.

Per info: www.fibrosicisticaricerca.it. Per contattare la Delegazione di Soverato: ffcsoverato@libero.it

 

Fibrosi cistica, raccolta fondi anche nel catanzarese

SOVERATO (CZ) –  Donare un respiro a chi è affetto da fibrosi cistica, lo si può fare in questi giorni. Per sostenere la ricerca che ha portato l’aspettativa media di vita fino ai 40 anni e oltre, si possono acquistare i ciclamini nelle piazze e nei negozi del catanzarese che hanno aderito all’iniziativa (offerta minima 10 euro). Per tutto il mese di ottobre, infatti, i volontari della Delegazione di Soverato della Fondazione per la Ricerca sulla Fibrosi Cistica – onlus allestiscono stand per la vendita delle piante. In occasione della XII Settimana Nazionale per la Ricerca sulla Fibrosi Cistica, i volontari scendono di nuovo in piazza per raccogliere fondi. Il ricavato delle vendite sarà totalmente devoluto alla Fondazione per la Ricerca sulla Fibrosi Cistica – onlus per contribuire al progetto di ricerca 17/2013 che la Delegazione di Soverato si è impegnata a finanziare. Fino al 26 ottobre, inoltre, al numero 45502 si possono inviare uno o più sms, del valore di 2€ da tutti gli operatori di telefonia mobile e del valore di 2 € o 5€ da telefono fisso. Il ricavato finanzierà dei progetti di ricerca.

La fibrosi cistica colpisce un neonato su 2500: ogni settimana quattro bambini si scoprono essere affetti da questa malattia per la quale non esiste una cura definitiva. La loro vita sarà segnata da difficoltà a respirare, continui ricoveri in ospedale, aerosol, fisioterapia respiratoria quotidiana, pillole ingerite per digerire: la ricerca è importante per migliorare la qualità e le aspettative di vita e trovare una cura definitiva. Negli anni Sessanta i bambini non superavano l’infanzia, oggi i bambini affetti dalla fibrosi cistica hanno un’aspettativa media di vita intorno ai 40 anni: la ricerca deve andare avanti.

Sabato 18 e domenica 19 ottobre sarà possibile acquistare i ciclamini a: Catanzaro Lido – Sagrato chiesa Sacro Cuore; Soverato – Corso Vittorio Emanuele (19 Lungomare Europa gazebo sud); Montepaone Lido – Sagrato chiesa San Giovanni Battista; Satriano Marina – Sagrato chiesa Santa Maria della Pace; Centro Commerciale “DUE MARI” Località Comuni Condomini, Maida. Sabato 25 e domenica 26 ottobre, i volontari saranno a San Pietro a Maida (Via Pietro Antonio Sgro),  domenica 26 a Pentone (Piazza Monsignor Virgilio Tarantino).

Fino al al 25 Ottobre i ciclamini si troveranno anche presso: Tabaccheria di Paola Ceravolo (San Nicola da Crissa), Articoli da Regalo di Giusi de Masi (Fabrizia), Piante e Fiori Le Farfalle da Gabry (Capistrano), ambulatorio di Pediatria Dottoressa Rita Chiarella (Corso Mazzini 157, Borgia).

I ciclamini sono già stati venduti con grande successo a Serra San Bruno (presso il supermercato Sidis), San Vito sullo Ionio, Fabrizia, Davoli: la Delegazione di Soverato ringrazia quanti, con sensibilità, hanno contribuito alla ricerca e i volontari che si sono impegnati con entusiasmo.

 

 

Per info: www.fibrosicisticaricerca.it

Per contattare la Delegazione di Soverato: ffcsoverato@libero.it

 

 

 

 

Crotone in campo per la ricerca sulla fibrosi cistica, in vendita le maglie autografate dagli squali

CROTONE – Anche il Football Club Crotone sostiene la ricerca sulla Fibrosi Cistica. Oggi pomeriggio e domani mattina, nei pressi della biglietteria ufficiale rossoblù, sarà allestito uno stand dall’Associazione capitanata dalla responsabile di Soverato Francesca Mandaliti dove sarà possibile acquistare le maglie della Fibrosi Cistica autografate dagli squali al prezzo simbolico di 10 euro. Inoltre, domani pomeriggio (prima e dopo la gara) Crotone – Pescara, sarà possibile acquistare le maglie nel presidio allestito dall’organizzazione all’interno dello stadio Ezio Scida e contribuire così alla ricerca sulla Fibrosi Cistica.

Fibrosi cistica, presentato a pazienti e familiari il nuovo centro di Lamezia Terme

Un momento del convegno

LAMEZIA TERME (CZ) – Non ne conosceva l’esistenza della fibrosi cistica, alle malattie rare non ci pensava nemmeno. Tre mesi fa è nata sua figlia: le hanno diagnosticato questa malattia grave, la più diffusa nel mondo occidentale. La mamma ci racconta di come all’improvviso sia cambiata la sua vita e delle cure da fare ogni giorno a una bambina vivace. Pazienti e familiari sabato mattina sono giunti all’Ospedale di Lamezia Terme da tutta la Calabria, anche dalle zone più lontane. Qui è stato loro presentato il nuovo centro regionale fibrosi cistica. Dopo la visita alle nuove strutture, presso la sala conferenze ‘Ferrante’ medici e amministratori sono intervenuti al convegno ‘Per continuare un percorso di buona sanità’. Percorso avviato negli anni ’80 nel reparto di pediatria dell’ospedale di Soverato. Pazienti e familiari vi hanno trovato assistenza globale, vicinanza e umanità. Per una malattia come la fibrosi cistica, infatti, strutture e risorse sono fondamentali ma non sufficienti: essenziale è il rapporto umano e quotidiano con i pazienti, medici e infermieri devono accompagnarli giorno dopo giorno. Anche la ricerca è importante per migliorare la qualità di vita e trovare una cura definitiva.

Al convegno reso possibile da Lega Italiana Fibrosi Cistica Calabria, Novartis e volontari lametini, sono state presenti anche le Delegazioni della Fondazione della Ricerca per la Fibrosi cistica. Nel corso della mattinata, Francesco Talarico, presidente del Consiglio regionale e Maria Pompea Bernardi,dirigente regionale della rete ospedaliera, si sono impegnati ad adoperarsi per garantire la continuità dei borsisti del centro regionale fibrosi cistica (fisioterapista e dottoresse).

Giuseppe Tuccio

Il convegno è stato introdotto e moderato da Giuseppe Tuccio. Il direttore del centro ha ringraziato chi ha lavorato a Soverato negli ultimi trent’anni, chi si è adoperato per la realizzazione del nuovo centro e i colleghi e il personale tecnico dell’ospedale di Lamezia per l’accoglienza. Si impegnerà a garantire cura e assistenza a pazienti e familiari. Come gli hanno insegnato i suoi maestri, per il dottore si può e si deve fare di più con meno, il malato cronico non si cura ma ci si prende cura del malato, il malato cronico capisce se un centro funziona appena varca la soglia.

In questo senso ha chiuso il cerchio Gianni Mastella. Dopo gli interventi tecnici, il direttore scientifico della Fondazione per la ricerca sulla fibrosi cistica ha fatto comprendere la necessità di una visione più complessa della medicina. Questa malattia non richiede solo la cura e l’assistenza, ma anche la presa in carico della persona malata e della sua famiglia e la ricerca (sostenuta dalle iniziative dei volontari della Fondazione). Gianni Mastella ha testimoniato che cosa voglia dire affrontare insieme la fibrosi cistica raccontando di come sia nato il centro a Soverato. Il professore ha richiamato alla mente e ha ringraziato una per una le persone che trenta anni fa, con poco a disposizione, hanno mostrato interesse per questa patologia e hanno consentito di avviare la cura della fibrosi cistica in Calabria e nel Sud senza il bisogno di emigrare: i presenti si sono commossi.

Gianni Mastella

Pazienti e familiari si aggirano nel nuovo centro. Osservano. Chiedono informazioni. C’è entusiasmo. Ma anche spaesamento di fronte al cambiamento. Le infermiere di Soverato nella nuova struttura non ci saranno: in molti ribadiscono l’importanza della relazione quotidiana con loro. Da oggi  parte la sfida: è necessario dare continuità al lavoro fatto fin qui.

 

La storia del centro –  Il nuovo centro regionale è il punto di arrivo di una storia trentennale. Dagli anni ’80 i pazienti sono stati curati nel reparto di pediatria dell’ospedale di Soverato. Dove le competenze e l’impegno delle infermiere e del personale hanno garantito un’assistenza globale e multidisciplinare. Grazie all’opera del dottore Pasquale Alcaro e del direttore del centro nazionale Gianni Mastella, il reparto ha funzionato come punto di supporto al centro nazionale di Verona dal 1982. Nel 1996 vi è stato istituito il centro regionale, collegato con gli altri centri italiani, per delibera di giunta regionale. Dal 2004 è stato avviato lo screening neonatale. A oggi il centro ha in carico 110 pazienti di tutte le età. La cura dei pazienti a Soverato ha consentito di ridurre la migrazione sanitaria. Ridurla ancora di più è uno degli obiettivi del nuovo centro.

Uno studio del nuovo centro

Passato, presente e futuro – Funzionamento, risultati e progetti del centro sono stati tratteggiati dalle tre dottoresse dello staff. Rosa Fasano, oltre alla storia del centro, ha illustrato le modalità di funzionamento della nuova struttura di Lamezia Terme, i progetti di studio già avviati in autonomia e in collaborazione con altri centri d’Italia e quelli che si intendono avviare in futuro. Elisa Madarena ha fatto il punto sui risultati preliminari di dieci anni di screening neonatale, avviato in Calabria nel 2004 e fondamentale per la diagnosi precoce della fibrosi cistica. Lo screening ha coperto il 99% circa dei neonati. Ora l’obiettivo è fare la genetica nelle prime fasi dello screening per ridurre i tempi ed evitare il carico emotivo delle famiglie causato dall’attesa dei risultati. Barbara Vonella, dopo aver ricordato la legge che tutela i malati di fibrosi cistica (legge 548/1993), ha descritto il progetto per l’accreditamento di qualità al fine di migliorare qualità di cura e qualità di vita dei pazienti anche mediante autovalutazione e valutazione fatta dai pazienti stessi.

Il paziente al centro – La centralità del paziente e l’importanza della sinergia tra strutture sanitarie e volontariato sono state sottolineate da Gianna Puppo Fornaro. La presidente della LIFC – Lega Italiana Fibrosi Cistica si è augurata che l’assistenza possa continuare nel tempo. Ha, inoltre, spiegato che la Lega ha ora un nuovo statuto e che le problematiche locali sono problematiche di tutti. Per il presidente della LIFC – Calabria, Michele Rotella, il nuovo centro è frutto di un lavoro fatto da persone serie e segnala la serietà del management pubblico e della politica vicina alla gente.

Il convegno è diventato dibattito sollecitato dal dottore Tuccio e arricchito da voci non calabresi. Giuseppe Magazzù, direttore del centro fibrosi cistica di Messina, ha evidenziato la necessità della sinergia e della negoziazione per cercare di adottare e adattare i criteri di standard di cure. Per il dottore, si deve tendere a fare in modo che per ciascun paziente ci siano risorse adeguate, perciò si devono fare i conti, valutare costi e benefici, fissare priorità. Vincenzina Lucidi, direttore del centro fibrosi cistica ospedale ‘Bambin Gesù’ di Roma, ha posto l’accento sulla multidisciplinarietà: il lavoro condiviso con gli altri reparti consente di assistere il malato di fibrosi cistica che ha bisogno di molti specialisti e al contempo migliorerà tutta la struttura ospedaliera

Decisioni della politica – «Abbiamo fatto tesoro di quanto fatto negli anni passati – ha detto Gerardo Mancuso (direttore dell’Asp di Catanzaro) – e abbiamo cercato di lanciare un progetto che ha l’ambizione di diventare centro di riferimento meridionale». La sanità è di tutti e va oltre le appartenenze politiche per Francesco Talarico, presidente del Consiglio regionale. Nel suo intervento ha sottolineato che nel nuovo centro si unisce la professionalità del dottore Tuccio con le strutture adeguate, il punto di eccellenza collaborerà con tutte le altre professionalità presenti nel nosocomio. Maria Pompea Bernardi, dirigente regionale della rete ospedaliera ha notato che anche per chi politicamente ci ha creduto il nuovo centro di Lamezia Terme porta lustro alla Calabria. «A noi che andiamo al Tavolo Massicci – ha aggiunto – ci consente di dire che stiamo facendo passi da gigante».

Rita Paonessa


Foreverland, un film sulla fibrosi cistica e la voglia di vivere

SOVERATO (CZ) – La vita va vissuta sempre e non vai mai sprecata, è questo uno dei messaggi di Foreverland, il film sulla fibrosi cistica proiettato in molte città italiane per iniziativa della Fondazione Ricerca Fibrosi Cistica – Onlus.

Il road movie, oggi 27 febbraio alle ore 17.00, sarà proiettato presso il Super Cinema di Soverato. Il ricavato della vendita dei biglietti sarà devoluto al progetto di ricerca numero 3/2013 volto a individuare correttori per la mutazione ∆F508.

La fibrosi cistica, infatti, è la malattia genetica grave più diffusa, causata da un gene alterato, cioè mutato. La mutazione ∆F508 è quella più comune tra i malati. Per loro la ricerca è fondamentale: grazie ai progressi sostenuti dalle donazioni, l’aspettativa media di vita è salita ai 40 anni.

La proiezione calabrese è stata organizzata dalla Delegazione di Soverato della Fondazione Ricerca Fibrosi Cistica – Onlus. La responsabile, Francesca Mandaliti, ringrazia i volontari che hanno venduto i biglietti.

Il film, premiato al Palm Springs International Film Festival (California), è l’opera prima di Maxwell McGuire, giovane regista canadese affetto dalla fibrosi cistica. Il suo sogno era girare un film che raccontasse la sofferenza di questa malattia e l’amore per la vita: con Foreverland lo ha realizzato. Il protagonista del film, Will Rankin, affetto dalla stessa malattia, affronta un viaggio lungo la Pacific Coast Highway per spargere le ceneri del suo amico in un leggendario santuario in Messico.