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Chieste 12 condanne nell’ambito del processo Valle-Lampada

MILANO – Il pm di Milano Paolo Storari nell’ambito del processo con al centro la cosca della ‘ndrangheta dei Valle-Lampada e sulla cosiddetta ‘zona grigia’ della mafia calabrese ha chiesto 12 condanne. In particolare, chiesti 9 anni di reclusione per l’ex consigliere regionale calabrese Franco Morelli e 6 anni di carcere per il magistrato (poi sospeso dal Csm) Vincenzo Giuseppe Giglio, accusato di aver favorito le attivita’ della cosca. Per il presunto boss Giulio Lampada chiesti 15 anni.

‘Ndrangheta: Corbelli chiede scarcerazione Morelli

CATANZARO- Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, dopo aver testimoniato a Milano, al processo che vede imputato Franco Morelli, ha diffuso una dichiarazione in cui afferma che “E’ grave e assolutamente ingiustificato continuare a tenere in carcere da oltre un anno Franco Morelli, l’ex consigliere regionale calabrese (attualmente sospeso dall’Assemblea regionale). Sono sorpreso e indignato dall’assordante e totale silenzio dei cosiddetti pseudogarantisti su questo gravissimo caso”. Morelli e’ accusato dalla Dda milanese di contiguita’ con la cosca mafiosa Lampada. “Da un anno – aggiunge – solo Diritti Civili continua a condurre questa battaglia di verita’ e giustizia, sulla quale si registra un ingiusto silenzio mediatico. Addirittura – continua – non e’ stata neppure riportata la notizia della mia testimonianza e quella del vescovo di San Marco, mons. Leonardo Bonanno, al processo a Milano. Morelli deve essere subito scarcerato o quantomeno mandato ai domiciliari non solo perche’ non sussiste piu’ alcuna ragione cautelare (reiterazione del reato, inquinamento delle prove e pericolo di fuga) che giustifichi la carcerazione preventiva, ma l’andamento del processo sta facendo letteralmente crollare l’impianto accusatorio della procura milanese. Nessun teste dell’accusa e’ riuscito infatti a dimostrare (quello che e’ assolutamente impossibile dimostrare perche’ inesistente) il reato di associazione mafiosa. Vescovi, preti, Diritti Civili, associazione dei sordomuti, avversari politici hanno dichiarato che i voti raccolti da Morelli in provincia di Cosenza( non a Reggio e nel reggino) sono frutto esclusivamente del suo lavoro, del suo impegno e della sua presenza costante sul territorio”. Corbelli aggiunge che “ieri il presidente della Regione, Giuseppe Scopelliti, (e’ questa la vera notizia, non certo la sollecitazione di Alemanno a Scopelliti per nominare Morelli assessore, che e’ condannabile eticamente e politicamente, ma non e’ certo un reato) – dice Corbelli – ha demolito un’altra grave accusa, formulata dalla Procura milanese contro Morelli, affermando, con onesta’, che la nomina della Sarlo (moglie del giudice Giglio) a commissario dell’Asp di Vibo, e’ stata una sua autonoma scelta. Morelli non c’entra nulla, con questa nomina. Nessun scambio di favori dunque di Morelli con il marito della Sarlo, il giudice Giglio.
E allora perche’ si continua a tenere ancora in carcere Morelli? Perche’ non vengono concessi almeno gli arresti domiciliari in attesa della fine del processo e del primo grado di giudizio che sono certo il giudice Ponti e le due sue colleghe, che ho avuto modo di conoscere e apprezzare durante la mia testimonianza, martedi’ scorso, sanciranno l’onesta’, la buona fede e l’innocenza di Franco Morelli. Morelli avra’ commesso qualche leggerezza, dettata forse dalla preoccupazione di essere coinvolto in una vicenda di mafia (parola, fenomeno, quello mafioso, che e’ assolutamente agli antipodi della storia, della cultura e della ragione di vita di Morelli) ma – conclude – collegarlo alla ‘ndrangheta e ai suoi collegamenti dentro le istituzioni e’ qualcosa di inverosimile, di irreale, di assurdo”.