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Festival “R. Leoncavallo”, Giancarlo Giannini ha fatto volare il pubblico

MONTALTO UFFUGO (CS) – Giancarlo Giannini ha portato la poesia al Festival Internazionale “Ruggiero Leoncavallo”. Il suo recital dal titolo “Le Parole Note” ha fatto volare il pubblico sulle ali di versi struggenti ed eterni, al di là del tempo e al di là dei luoghi. . Giannini legge e interpreta con la sua inconfondibile voce poesie di ieri e di oggi. Autori italiani e stranieri. L’artista, all’inizio, si confonde nel pubblico. Quando le note del Quartetto inavvertitamente si fanno silenzio, l’artista sale, lento, le scale del sagrato del Duomo. Si avvicina al leggìo e regala al pubblico versi di Poliziano, considerato tra i maggiori poeti del Quattrocento. Da subito si avverte la sensazione di assistere a uno spettacolo alto, raffinato, capace di fare battere i cuori all’unisono e di riscaldare l’anima. Sono le emozioni a guidare Giannini, che non segue una scaletta prestabilita. Mentre Zurzolo fa vibrare il suo sax, l’attore gioca con i fogli e decide, di volta in volta, con quale composizione andare avanti. E’ magistrale nel decantare “Sì, al di là della gente” del poeta spagnolo Pedro Salinas e “Corpo di donna” di Neruda. Sembra impossessarsi della piazza, Giannini mentre recita: “Mia sete, mia ansia, mio cammino incerto”. Amore fisico e amore spirituale. C’è anche Petrarca tra le “Parole Note” di Giannini, con il sonetto “Benedetto sia ‘l giorno e ‘l mese e l’anno”, la descrizione del primo incontro con la sua amata Laura. Petrarca benedice anche i momenti negativi della sua esistenza e sottolinea il concetto di superiorità della donna rispetto all’uomo. Poi l’artista tace e lascia che sia la musica a parlare. Il viaggio continua e dal passato si torna al presente con “Se avess’io” di Alda Merini. Versi struggenti, come nello stile della poetessa che dice: “T’amo, caro, da sempre, prima dell’inferno, prima del paradiso, prima che io fossi buttata nell’argilla del mio pavido corpo”. Giannini non si risparmia, non è avido, dona al Festival Internazionale Ruggiero Leoncavallo tutto quello che può. Attinge a piene mani dal suo bagaglio infinito di attore di cinema e di teatro. E’ stata geniale l’idea del direttore artistico Enrico Provenzano di volerlo a Montalto Uffugo. Più audace è il coraggio delle scelte, più grandi i risultati. Si naviga sicuri verso un finale che, si accettano scommesse, decreterà il prestigio e l’autorevolezza del Festival. Monica Guerritore e il suo spettacolo “Dall’Inferno all’Infinito” saranno la ciliegina sulla torta di una rassegna culturale che ha saputo ritagliarsi uno spazio di primissimo livello e con la quale, d’ora in poi, bisognerà fare i conti.

Rocca Imperiale, Giancarlo Giannini si appassione al paese della Poesia

Rocca Imperiale (CS)-  Giancarlo Giannini si innamora del Paese della Poesia: «Spero di ritornarci presto»- sono rimasto molto colpito dal festival letterario “Il Federiciano”… una bellissima atmosfera, in una terra che amo molto. Spero di ritornarci presto». Con queste significative parole, Giancarlo Giannini ha commentato la sua esperienza al festival poetico che si tiene ogni anno in agosto a Rocca Imperiale, un piccolo paese in provincia di Cosenza, che è diventato la dimora ideale di tutti i poeti, grazie all’efficace idea dell’editore Giuseppe Aletti di utilizzare le poesie come arredo urbano. Incamminandosi nelle vie del borgo, infatti, si incontrano abitazioni ornate, sulle proprie facciate, di stele poetiche in ceramica. Ci sono i versi dei vincitori del concorso ma anche le poesie di autori famosi; tre su tutti: Jodorowsky, Ferlinghetti, Luzi. E ci sono anche componimenti pubblicati per la prima volta sui muri di Rocca Imperiale, come nel caso dei bellissimi inediti di Dacia Maraini e Maria Luisa Spaziani, scritti e donati appositamente per la realizzazione del progetto “Il Paese della Poesia”.

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È una peculiarità apprezzata da Giannini, che ha definito le stele «un modo efficace per far conoscere agli italiani questa bella terra attraverso la cultura».