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Al Castello Svevo di Cosenza il documentario “Gioacchino da Fiore, profeta della globalizzazione”

COSENZA – Lunedì 26 Agosto alle 19,30 al Castello Svevo di Cosenza si terrà la presentazione del documentario prodotto dall’Associazione Culturale SM.ART
“Gioacchino da Fiore, profeta della globalizzazione”.

Il documentario vuole essere uno strumento per divulgare in modo più ampio possibile la conoscenza del pensiero dell’Abate Gioacchino.

Uno strumento di immediata fruizione, per contribuire a fare comprendere agevolmente il messaggio filosofico e politico del grande pensatore calabrese, che inspiegabilmente non ha ancora trovato spazio nei programmi di studio delle scuole superiori.

Gioacchino da Fiore è da sempre uno degli autori medievali più studiati nel mondo.

Vissuto nel medioevo a cavallo tra il 1100 e il 1200, Gioacchino da Fiore, abate fondatore dell’Ordine Gioachimita, fu capace di parlare con papi e sovrani. Tra i suoi incontri con personaggi noti come l’imepratore Enrico VI Hohenstaufen, con l’imperatrice Costanza d’Altavilla, madre di Federico II e quello con Riccardo Cuor di Leone, che era in attesa di imbarcarsi alla volta della Terra Santa per la terza crociata.

Pensatore universale andò contro le posizioni teologiche dominanti della Scolastica parigina che sostenevano la consumazione del tempo in attesa del Giudizio Universale. Ma in questa visione, per Gioacchino non c’era spazio per l’azione dell’uomo. Andando coraggiosamente controcorrente Gioacchino liberò gli uomini dal terrore della Storia, della fine del Tempo, dall’ansia apocalittica. Grazie alla sua robusta armatura teologica capovolse la concezione del tempo e asserendo l’importanza dell’azione umana ha proiettato l’umanità verso un’età della speranza operativa.

Seconda tappa de “I cammini di Gioacchino da Fiore”

CORAZZO – Domenica 11 dicembre 2016 appuntamento con la seconda tappa de “i cammini di Gioacchino da Fiore”. Dopo Canale di Pietrafitta sarà la volta della grande abbazia di Corazzo, sorta lungo il fiume Corace nell’XI secolo ad opera di monaci benedettini. A Corazzo, divenuta abbazia cistercense, Gioacchino vestì l’abito angelico dei monaci, divenendone abate e dove scrisse le opere che lo resero celebre nel suo tempo ed oltre. Nel 1188 Gioacchino lasciò Corazzo e si trasferì prima a Pietralata e successivamente si recò nella “sua” Sila dove diede vita alla nuova congregazione dei florensi. Dopo i due disastrosi terremoti del 1638 e del 1783 il complesso monastico fu ricostruito, ma nel 1808 con l’avvento dei francesi la lunga storia religiosa di Corazzo finì ed ora ci restano solo i ruderi ed un glorioso passato.

Questo il programma della giornata: alle ore 9 raduno dei partecipanti a Cosenza, davanti l’ingresso dell’A3 (lato clinica La Madonnina), in auto si raggiunge Castagna: alle 10 partenza a piedi per Corazzo (3 chilometri); visita guidata ai ruderi (pranzo al sacco). Nel pomeriggio visita alla Bioittica della sorgente sul Corace a Corazzo; allo zoo dell’agriturismo Carmine Mancuso a Carlopoli e a Panettieri passeggiata nel centro storico e all’allestimento del presepe vivente. Per info: Demetrio Guzzardi (347.4829232) o a Mario Greco (334.3350837).

San Giovanni in Fiore, mostra di Silvio Vigliaturo su Gioacchino da Fiore

SUMMERTIME, dipinto olio su tela cmSAN GIOVANNI IN FIORE (CS) – A partire da sabato 23 luglio ,  Silvio Vigliaturo presenterà una collezione di opere all’interno del Museo Demologico dell’economia, del lavoro e della storia sociale silana di San Giovanni in Fiore (Cs). Silvio Vigliaturo rende omaggio alla figura di Gioachino da Fiore con un ritratto ad olio in cui è vivo il richiamo al clima di purezza, libertà e grazia che egli profetizzava e desiderava per l’intera comunità cristiana. La mostra viene completata da due arazzi realizzati a quattro mani da Vigliaturo e da Domenico Caruso, originario di San Giovanni in Fiore, in cui il segno tipico dell’artista viene abilmente traslato dalla maestria e dalla creatività di Caruso, discendente di una antica famiglia di artigiani, produttori di tappeti fin dal XVIII secolo. I due arazzi sono il frutto di una collaborazione, che trova il suo scenario ideale negli spazi del Museo demografico, fungendo da collegamento tra l’arte e gli oggetti ospitati in esso, che raccontano la storia e l’evoluzione dell’artigianato della Sila.

 

“Gioacchino da Fiore, tra profezia e modernità”, domani il convegno

fiore

Catanzaro ( Cz) – Si terrà domani alle ore 17.30, presso la Sala Arcivescovile Sancti Petri di Catanzaro, l’atteso convegno “Gioacchino da Fiore tra profezia e modernità”, incontro dedicato alla figura del celebre abate, teologo e scrittore calabrese annoverato tra i beati della Chiesa Cattolica. L’iniziativa, promossa dal Distretto Lions 108YA e dal Lions Club “Mediterraneo” presieduto da Alfredo Cosentini, vedrà la partecipazione di S.E. Monsignor Vincenzo Bertolone, arcivescovo della diocesi Catanzaro-Squillace, a cui il sodalizio lionistico ha inteso affidare l’apertura dei lavori. La caleidoscopica personalità del fondatore dell’ordine florense verrà poi raccontata da diversi relatori d’eccezione: Massimo Iiritano, docente di Filosofia ed autore del volume “Gioacchino da Fiore, Attualità di un profeta sconfitto”; Alberto Scerbo, docente di Filosofia del Diritto presso l’Università di Catanzaro; Salvatore Oliverio, presidente onorario del Centro Internazionale di Studi Gioachimiti e Giuseppe Iannello, presidente dell’Ordine degli Avvocati di Catanzaro oltre che Past Governatore Lions. A coordinare i lavori sarà Aldo Costa, Direttore Generale di Fondazione Politeama e incoming president del Club “Mediterraneo”. Nel corso della serata sarà proiettato il trailer di “In cammino con Gioacchino”, documentario storico firmato dal direttore della Cineteca della Calabria, Eugenio Attanasio.

Sulle Orme di Gioacchino da Fiore: Home For Creativity

hUn dibattito contemporaneo sull’ abate Gioacchino da Fiore, teologo, esegeta e filosofo calabrese. E’ lui l’oggetto del dibattito contemporaneo che animerà il salotto di Home For Creativity, la neo impresa gestita da Roberta Caruso, giovane filosofa che vuole dare voce alle bellezze del territorio legandole alla conoscenza di nuovi fenomeni abitativi, a Montalto Uffugo, questa sera alle ore 20.00. Al centro della conversazione le meditazioni in Sila, la costituzione dell’ordine florense a San Giovanni in Fiore, il drago a sette teste e i tre cerchi trinitari. Gioacchino scriveva, predicava e si dava penitenze, componeva mosaici e forse faceva miracoli. Di sicuro è con lui che cambia la teologia Medioevale.

Interverranno Massimo IIritano, docente di Filosofia e autore del libro edito nel 2015 da Rubbettino “Gioacchino da Fiore: attualità di un profeta sconfitto” che riproporrà la voce profetica dell’abate calabrese agli uomini e alle donne di oggi, presentandola in relazione con grandi nomi contemporanei come Sergio Quinzio, Karl Lowith, Ernst Bloch e Walter Benjamin.

Fabiola Giancotti, ricercatrice, scrittrice, film maker, art curator ed editor, autrice di saggi e ricerche intorno all’arte russa e a quella europea del Novecento, regista del film “Gioacchino da Fiore e Vassily Kandinsky: lo spirito e l’astrazione”, ripercorrerà le sfumature di significato e le impensabili analogie che intercorrono tra questi due grandi artisti di epoche diverse. Il reading sarà a cura di Enzo de Liguoro, mentre l’architetto e paesaggista Walter Fratto ripercorrerà il cammino dell’abate, sulle immagini di Eugenio Attanasio, regista del docufilm “Il cammino di Gioacchino”. Con Alfredo Granata, artista visivo di Celico, si svelerà l’elogio di una periferia che diede i natali all’abate e che oggi ospiterà comunità di artisti contemporanei. Infine, Domenico Caruso, maestro d’arte e direttore artistico della scuola tappeti Caruso di San Giovanni in Fiore espone due arazzi di inestimabile valore, riproduzioni fedeli delle tavole “Albero Aquila” e “Draco Magnus et rufus” presenti nel Liber Figurarum del profeta calabrese.

Su tutti si alzeranno le note di Suor Grazia Aurora, della Piccola Famiglia dell’Esodo di Decollatura: una delle poche artiste al mondo a saper suonare l’antico e raro strumento medievale cui Gioacchino da Fiore dedicò una delle sue prime opere, “Il Salterio a dieci corde”.

Lia Giannini