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Si è concluso il primo Corso di Formazione di “Giornalisti d’Azione”

CATANZARO – «Sarà superfluo dirlo, ma le immagini, nel giornalismo televisivo, hanno una grammatica ed una sintassi. Si pensi allo stand up che non può essere messo a caso in un servizio, ma deve seguire una logica di comunicazione: lo si può usare per parlare di qualcosa quando non si hanno le immagini pertinenti, ma anche per legare due parti di un servizio oppure per testimoniare la presenza del giornalista e dell’emittente in quel determinato posto». Sono queste le parole di Annabruna Eugeni, programmista regista della sede Rai per la Calabria, dal 1978 nel mondo della Comunicazione, prima con le tv private e poi con la rete pubblica regionale, già docente all’Università della Calabria, durante il corso di formazione teorico – pratico su “Il linguaggio delle immagini nel giornalismo televisivo” organizzato dal movimento Giornalisti d’Azione che si è svolto a Catanzaro.

Il primo incontro tenuto, appunto, da Eugeni è stato completato con la lezione di ripresa e montaggio digitale tenuta da altri due professionisti della tv privata e pubblica, Marcello le Piane, direttore della società di produzioni tv Component, da anni al servizio di Rai e Mediaset in Calabria, e da Massimiliano De Lio, tecnico di montaggio della sede regionale della tv di Stato. «Perché oggi – dice il presidente di Giornalisti d’Azione Mario Tursi Prato – al giornalista viene chiesto di saper usare anche telecamera e software di montaggio, perché le aziende editoriali hanno necessità di ottimizzare le risorse economiche e considerano un inutile dispendio l’investimento su quelle che, fino a qualche tempo fa, erano le tre figure professionali di giornalista, operatore di ripresa e montatore che andavano a comporre la troupe. Ritengo – continua – che si perda in qualche modo di qualità optando per la figura unica, ma, d’altro canto, mi rendo perfettamente conto che il futuro non si può arrestare. E i giornalisti calabresi hanno il dovere di arricchire il loro bagaglio professionale per poter offrire risposte concrete alle esigenze del nuovo mercato editoriale, che significa anche web oltre che tv e carta stampata». Il corso è stato il primo esperimento dell’associazione dei giornalisti calabresi. «Crediamo – dice il vicepresidente di Giornalisti d’Azione Francesco Montemurro – di avere intercettato un’esigenza reale, concreta, offrendo ai colleghi una conoscenza divenuta ormai indispensabile, come dimostra l’ampia ed entusiastica partecipazione che abbiamo registrato». Il Direttivo del movimento, intanto, annuncia già che è già pronto un nuovo appuntamento formativo. Stavolta l’attenzione sarà rivolta all’uso degli Iphone per confezionare servizi radiotelevisivi e l’utilizzo delle piattaforme social Facebook e Instagram.

Ordine degli avvocati di Catanzaro e Giornalisti d’Azione insieme per parlare di antiterrorismo

CATANZARO – “Antiterrosimo: misure investigative e diritti del cittadino”, è il tema dell’incontro che si svolgerà domani, venerdì 22 aprile 2016, alle ore 15,00, nell’aula “Giovanni Paolo II” dell’Università “Magna Graecia” di Catanzaro.  Al convegno, organizzato dal Consiglio dell’Ordine distrettuale degli avvocati di Catanzaro, con la partecipazione  di “Giornalisti d’Azione”, prenderanno parte Giuseppe Iannello, presidente Ordine avvocati di Catanzaro, il questore della città capoluogo di regione  Giuseppe Racca, i magistrati Gabriella Reillo e Francesco Mollace; a relazionare saranno Mons. Vincenzo Bertolone, arcivescovo della diocesi di Catanzaro-Squillace, il magistrato Sandro Dolce, il docente ordinario di diritto penale all’UMG, Luigi Fornari, il direttore del master sull’Intelligence all’Unical ed il docente dello stesso master Mario Caligiuri, e Bruno Pellero; a moderare saranno l’avvocato Antonello Talerico e la giornalista Maria Teresa Notarianni, del movimento “Giornalisti d’Azione”. Nell’ambito del convegno sarà presentato il libro “Soldatessa del Califfato”, di Simone Di Meo e Giuseppe Iannini che saranno presenti e con cui l’avvocato Salvatore Staiano approfondirà i temi oggetto del loro lavoro editoriale.

 

Giornalisti d’Azione lancia corso gratuito sul linguaggio delle immagini nel giornalismo

CATANZARO – “Il mercato del lavoro giornalistico è un inferno, tra disoccupazione, precariato e retribuzioni da fame. Nonostante ciò, penso ci sia la necessità di non arrendersi e di cercare di aumentare le proprie conoscenze per arricchire il proprio bagaglio professionale, anche per soddisfare le nuove esigenze delle aziende editoriali. Per questo motivo abbiamo pensato di realizzare un corso che insegni l’uso di telecamere e di sistemi di montaggio, e anche un uso consapevole delle immagini nel giornalismo televisivo”. Mario Tursi Prato, presidente di  “Giornalisti d’Azione”, annuncia così il primo corso completamente gratuito che il movimento che presiede ha deciso di organizzare. Tre pomeriggi, tre sabati a Catanzaro per imparare “Il linguaggio delle immagini” in ambito giornalistico. Un’idea nata da un annuncio di lavoro in cui “un’agenzia di stampa nazionale – dice Tursi Prato – che cercava “giornalisti completi”, dove per “completi” chiariva che dovevano essere in grado di utilizzare telecamera e sistemi di montaggio digitale, oltre a possedere un’ottima dizione. La conoscenza del linguaggio delle immagini, l’uso della telecamera, il montaggio ormai sono entrati anche nelle scuole di giornalismo e stanno diventando strumenti e conoscenze sempre più funzionali al lavoro del giornalista”. Il corso si svilupperà in tre sabati pomeriggio di maggio, dalle 14,30 alle 18,30, a Catanzaro,  al Parco delle Giovani Idee e della Legalità, , presso il Parco Biodiversità, in via Vinicio Cortese. Si comincia sabato 7 maggio con la prima lezione dal titolo “Giornalismo televisivo”, con la docente Brunella Eugeni, programmista regista Rai e già docente a contratto all’Unical. Tra i temi trattati la sceneggiatura, la scelta delle immagini, la grammatica e la sintassi delle immagini, il linguaggio dell’inquadratura. Le altre due lezioni sono in programma per il 14 ed il 21 maggio, e si imparerà ad usare la videocamera ed un sistema di montaggio. Anche in questo caso i docenti sono professionisti Rai o che lavorano per conto Rai. Per iscriversi occorre spedire un’email ainfo@giornalistidazione.it.

Cultura della legalità dalle “Voci contro le mafie” di “Giornalisti d’Azione” e “Pedagogia della R-Esistenza”

UNICAL 3RENDE (CS) – “Il giorno prima del processo, mi sono state mostrate le chiavi della macchina, in modo che io capissi di avere due possibilità: o prendere la macchina e lasciare il mio paese, oppure accettare di restare e di vivere sotto scorta. Io mi sono letteralmente catapultato su quelle chiavi, le ho prese, le ho messe in tasca. Sapete perché? Perché sono loro (i mafiosi, ndr) che se ne devono andare, non io”. È stato Rocco Mangiardi, l’imprenditore che con le sue denunce ha permesso alla giustizia di imprimere un duro colpo alle cosche lametine, a pronunciare queste parole davanti ad oltre 400 studenti dell’Università della Calabria, stamattina. Mangiardi è stato uno dei tre protagonisti dell’incontro sul tema “Voci contro le mafie. Comunichiamo assieme la legalità”, organizzato dal movimento “Giornalisti d’Azione” e dal Dipartimento di Lingue e Scienze dell’Educazione, laboratorio di Pedagogia della R-Esistenza, diretto dal professore Giancarlo Costabile. Ed è stato proprio il docente ad introdurre i lavori manifestando apprezzamento per la partecipazione di tanti studenti e sottolineando che “il paradigma dell’UNICAL 2Italia meridionale silente e complice delle mafie esiste solo per una certa parte del Paese, mentre, da anni, in Calabria si sperimentano iniziative per la formazione delle coscienze”. Un dibattito a più voci, moderato dal giornalista Piero Muscari, che si è avvalso dei contributi dello scrittore Giacchino Criaco, di Africo, autore del libro “Anime nere”, da cui è stato tratto l’omonimo film, e del luogotenente dei Carabinieri di Vibo Valentia, Cosimo Sframeli, anch’egli scrittore. Antimafia, vera e presunta, la vita ed il destino condizionati di quei giovani che nascono in determinati paesi, la necessità di non demordere mai e di non allentare la promozione della cultura della legalità; ma anche come vive un testimone di giustizia, come lotta lo Stato in Calabria contro la ‘ndrangheta. Il dibattito ha preso le mosse dal libro di Criaco “che affronta senza ipocrisia una realtà che esiste. Io – ha detto lo scrittore – parto dall’Aspromonte e mostro senza ipocrisia il male che quei ragazzi fanno, ma anche il cinismo della società. A chi dice che io ho dato un’immagine negativa della Calabria col mio libro, rispondo che nel mio scritto c’è il racconto vado a scoprire gli angoli bui della società in tutto il mondo, nell’uomo. E in questi angoli cerco di portare la luce. E per sollevare discussioni, critiche costruttive, alimentare riflessioni”. Dal luogotenente Sframeli un appello agli studenti a puntare sulla libertà “che non è la legalità, che è una cornice vuota senza giustizia e verità. Le ingiustizie si ricevono dalle mafie, certo, ma, talvolta, anche da alcuni rappresentanti dello Stato. È una vita che sento dire che combattiamo la ‘ndrangheta e, talvolta, sento ancora dire che è più forte di prima. Allora mi domando dove sia l’errore nel meccanismo di contrasto alla criminalità organizzata”. La ribellione alle mafie è un dovere di ogni cittadino perbene, hanno detto tutti. E Mangiardi, sollecitato dalla domanda di una studentessa sulla valutazione della sua scelta di denunciare il sopruso, ha risposto con un eufemismo: “Io vorrei alzarmi in piedi per farvi capire che io sono alto appena 1’60. La definizione di “testimone di giustizia” non mi piace. E non mi piace che se uno fa la cosa giusta, il proprio dovere debba passare per un eroe. Nel 2006, quando sono stato chiamato a testimoniare, io avevo denunciato cinque persone, ma , nelle trascrizioni, ne è saltata una. È successo che una mattina ho letto sul giornale la notizia di un ragazzo ucciso con un colpo di pistola e bruciato vivo. Ecco, se io tornassi indietro insisterei sulla denuncia di quel ragazzo che era saltato nelle trascrizioni. Perché gli avrei salvato la vita. Non è colpa di questi ragazzi se vivono nell’illegalità. E sono convinto che possono essere salvati. Se potessi tornare indietro, rifarei quello che fatto. Senza nessun dubbio”. Mangiardi, Sframeli e Criaco sono stati sollecitati dalle domande poste loro dai giornalisti Salvatore Audia, Direttore di “Esperia Tv”, Pietro Comito, de “LaCTV”, Alessandro De Virgilio, responsabile Agi Calabria, Saveria Gigliotti, vice presidente di “Giornalisti d’Azione”, Sergio Tursi Prato, Direttore di “Telitalia”, Mario Vetere, di Radio Touring 104. Il Rettore dell’Unical, Gino Mirocle Crisci, ha portato i saluti dell’Ateneo, insieme al direttore ed al vice direttore del Dipartimento di Lingue e Scienze dell’Educazione, Franco Altimari e Luciano Romito. Il dibattito è andato in onda in diretta streaming grazie all’impiego della “Component Produzioni tv” coordinata dal giornalista Marcello Le Piane.

“Voci contro le mafie”, Pedagogia delle R-Esistenza e Giornalisti d’azione uniti per la legalità. Intervista al prof. Giancarlo Costabile (AUDIO)

Arcavacata di Rende (Cs) – Si chiama “Voci contro le mafie” ed è un incontro che si terrà domani all’Unical, nell’aula Solano, promosso dal movimento “Giornalisti d’azione”, in collaborazione con l’Università della Calabria. Gli studenti incontreranno tre esponenti che combattono quotidianamente fenomeni legati alla mafia e alla criminalità: Giacchino Criaco, autore del libro “Anime nere”, Cosimo Sframeli, luogotenente dei Carabinieri e scrittore, e l’imprenditore lametino Rocco Mangiardi, oggi testimone di giustizia, che denunciò i suoi estorsori, esponenti della cosca Giampà. I microfoni di Sound Cafè stamane hanno accolto il prof. Giancarlo Costabile, che all’Unical guida il corso di Pedagogia della R-Esistenza e che ci ha parlato di questa iniziativa.

Raffaella Aquino

Un incontro per promuovere la legalità, all’Unical “Voci contro le mafie”

mafie

Arcavacata di Rende ( Cs) – Ha per titolo  “Voci contro le mafie. Comunichiamo assieme la legalità”, ed è un incontro che il movimento “Giornalisti d’Azione” e l’Università della Calabria, Dipartimento di Lingue e Scienze dell’Educazione, terranno, con gli studenti di Pedagogia della R-Esistenza, guidati dal professore Giancarlo Costabile, venerdì 1 aprile prossimo, alle ore 10,30, all’aula Solano (cubo 19/B – ponte carrabile). Al centro dell’appuntamento tre personaggi: Giacchino Criaco, autore del libro “Anime nere”, Cosimo Sframeli, luogotenente dei Carabinieri e scrittore, e l’imprenditore lametino Rocco Mangiardi, oggi testimone di giustizia, che denunciò i suoi estorsori, esponenti della cosca Giampà. I tre protagonisti saranno intervistati dai giornalisti Salvatore Audia (Esperia Tv), Pietro Comito (LACTV), Alessandro De Virgilio (AGI Calabria), Saveria Maria Gigliotti (vice presidente “Giornalisti d’Azione”), Paolo Giura (Calabria Tv), Domenico Martelli (La Provincia di Cosenza), Giuseppe Mazzaferro (Telemia), Sergio Tursi Prato (Telitalia), Mario Vetere (Radio Touring 104), , moderati da Piero Muscari. Sono previsti i saluti del Rettore dell’Unical, Gino Mirocle Crisci, e del Direttore del Dipartimento di Lingue e Scienze dell’Educazione Franco Altimari; interverranno Giancarlo Costabile, docente di Pedagogia della Resistenza, e Mario Tursi Prato, presidente di “Giornalisti d’Azione”. L’evento sarà trasmesso in diretta streaming, curata dalla “Component Produzione Tv”, diretta da Marcello Le Piane, sui siti webgiornalistidazione.it, catanzaroinforma.it, ottoetrenta.it, crotoneinforma.it e sul canale youtube di “Giornalisti d’Azione”. Mediapartners dell’incontro le emittenti televisive “Esperia Tv”, “LACTV”, “Calabria Tv”, “Telespazio Tv”, “Telemia”, “Telitalia”, “Telecassano”, “Soverato Uno”, “Telejonio”, “Tele A1 Corigliano”, “VideoTouring”, “Rete3Digiesse”, “Libera 90”, “Telediamante”, “Essetv”, “GsChannel”, “Sud 656”, “Zapping Tv”, “Ermes Tv”, “STTelevision”; l’emittente radiofonica “Radio Onda Verde”; il quotidiano “La Provincia di Cosenza”; i siti webcatanzaroinforma.it, ottoetrenta.it, crotoneinforma.it e unical.it.

Lamezia: “Giornalisti d’Azione” ha incontrato Alberizzi, leader di “Senza Bavaglio”

gruppoLAMEZIA TERME (CZ) – I “poltronisti” dell’Inpgi e dell’Ordine, la libertà dei giornalisti, i Co.co.co. (collaboratori coordinati e continuativi), il mobbing su giornalisti che aderiscono ad iniziative associative diverse dalle preesistenti, l’osservanza della deontologia: su questi e su altri argomenti  il leader nazionale del gruppo sindacale “Senza Bavaglio” è stato intervistato stamattina, a Lamezia Terme,  da Mario Tursi Prato e Francesco Montemurro, rispettivamente presidente e vice presidente del movimento “Giornalisti d’Azione” in un incontro che Alberizzi ha voluto con l’associazione che, in Calabria, sta operando da due anni con iniziative nuove a favore della categoria professionale.  “I giornalisti – ha detto Alberizzi – hanno l’obbligo di andare in profondità, di porsi e di porre delle domande, anche scomode, e non di registrare meramente cosa accade”. Sui rapporti con il potere politico, il leader sindacale ha sottolineato come i giornalisti debbano essere “sganciati dagli altri poteri, e non succubi”. Per ridare dignità alla professione giornalistica occorre, secondo Alberizzi “che i giornali recuperino autorevolezza e prestigio. Ci vuole un controllo qualità sui giornali. Così come bisogna intervenire anche nel mare magnum incontrollato di Internet coi suoi siti ed i suoi blog, da cui non bisogna attingere informazioni se non attentamente controllate e riscontrate”.  Massimo Alberizzi ha sottolineato come sia dannoso per l’intera categoria il ruolo di quelli che ha definito “poltronisti” di Inpgi, Sindacato e Ordine, “troppo spesso – ha evidenziato – ancorati alla loro poltrone, ai loro incarichi che, alcuni, ricoprono da decenni senza consentire un ricambio anche generazionale che, invece, potrebbe fare tanto bene alla categoria. Giornalisti che del giornalismo, spesso, hanno solo sostenuto l’esame di stato, ma che non hanno, alcuni, mai lavorato in una Redazione essendo da sempre in permesso sindacale”.  Sull’Inpgi, Alberizzi ha messo in primo piano la necessità di conoscere e svelare le carte dell’Istituto di previdenza, “magari  – ha detto – scopriamo che sta crollando tutto e che, quindi, bisogna passare all’Inps”. Anche sui Co.co.co., i Collaboratori coordinati e continuativi, Alberizzi ha espresso la sua opinione: “Devono essere trasformati in articoli 1 ed articoli 2”. Un ultimo commento l’esponente nazionale di “Senza Bavaglio” lo ha espresso sulle attività di mobbing e di , più o meno, velata minaccia a cui sono spesso sottoposti i giornalisti che aderiscono al gruppo sindacale che ha fondato nel 1999. A questo proposito anche il presidente di “Giornalisti d’Azione” ha fatto rilevare come questa brutta abitudine stia caratterizzando anche le adesioni al movimento calabrese. Alla domanda del vice presidente dell’associazione Francesco Montemurro su che fine farà l’Inpgi, Alberizzi ha detto di non avere risposte, ma di essere sicuro di una cosa, “che i colleghi dell’Inpgi 2, cioè quelli non contrattualizzati, quando raggiungeranno la pensione si ritroveranno in tasca al massimo mille euro lorde. All’anno”. Nel corso dell’incontro è stato presentato il candidato calabrese dei “Senza Bavaglio” per l’Inpgi 1, Gaetano Mazzarella. “La presentazione del collega Mazzarella – ha detto Tursi Prato – non era prevista, ma , stamattina, abbiamo potuto constatare che alcuni colleghi hanno ricevuto un’email con una comunicazione sui candidati calabrese all’Inpgi fuorviante, per non dire errata e scorretta. Nell’email sono riportati, infatti, solo due dei tre candidati, e, dei tre calabresi manca proprio il nome di Mazzarella. Una circostanza che ci ha fatto decidere di approfittare di questa occasione per dare una piccola visibilità a questo collega. Come si deve fare in una democrazia”.  L’incontro è andato in onda in diretta tv streaming grazie alla “Component Produzione Tv” diretta dal giornalista Marcello Le Piane. 

“Giornalisti d’Azione” incontra “Senza Bavaglio”, arriva Massimo Alberizzi

senza bavaglioLAMEZIA TERME (CZ) – Domani, domenica 21 febbraio 2016, alle ore 11,00, nella sala convegni de “Il Casale”, a Lamezia Terme, “Giornalisti d’Azione” incontrerà il leader nazionale di “Senza Bavaglio”, Massimo Alberizzi.  Il gruppo sindacale, costituito nel 1999 a Milano, che rappresenta Alberizzi (inviato del Corriere della Sera in contesti di guerra, in particolare nel continente africano. È stato inviato in Somalia, Kenia, Eritrea ed altri stati africani. Data la sua conoscenza delle vicende di tali aree è stato consulente del Consiglio di sicurezza per l’investigazione del traffico d’armi nel Corno d’Africa. Alberizzi in Somalia è stato vittima di un rapimento da parte delle Corti islamiche nel dicembre del 2006. Il giornalista è stato rilasciato dopo due giorni e riportato a Nairobi con un aereo delle Nazioni Unite) ha come obiettivo il rinnovamento delle organizzazioni di categoria e la difesa della dignità della professione giornalistica. “Partiremo da questi punti che abbiamo in comune per discutere anche di Ordine, di Sindacato, di Inpgi e dei problemi della categoria col collega Alberizzi,  che ci ha voluti incontrare dopo aver visto quanto stiamo cercando di fare in Calabria”, dice il presidente di “Giornalisti d’Azione”  Mario Tursi Prato.  L’incontro sarà trasmesso in diretta tv streaming sul sito Giornalistidazione.it e su Senzabavaglio.info. La diretta sarà curata dalla “Component Produzioni Tv” di Marcello Le Piane.

Giornalisti d’Azione: “Solidarietà al collega Rettura”

Il Movimento “Giornalisti d’Azione”, tramite il presidente Mario Tursi Prato, esprime con una nota stampa, solidarietà e vicinanza al collega de “Il Quotidiano del Sud” dopo l’atto intimidatorio di due notti fa. L’auto del giornalista, ricordiamo, è stata data alle fiamme da ignoti. Il Movimento parla di “un altro vile gesto che colpisce tutta la nostra categoria” e auspica che “i colpevoli vengano assicurati presto alla giustizia”.

 

Minacce di morte per due giornalisti e un avvocato. Tutti i messaggi di solidarietà

Proiettile minacceVIBO VALENTIA Come regalo di Natale hanno trovato tre buste contenenti esplicite minacce di morte e altrettanti proiettili calibro 7.65. Si tratta di Pietro Comito, direttore responsabile della testata giornalistica LaC News 24, di Francesco Mobilio, giornalista della redazione vibonese de Il Quotidiano del Sud e di Marco Talarico, avvocato, già presidente del consiglio comunale di Vibo Valentia. Le tre missive sono state recapitate ai rispettivi indirizzi e, nel caso dei due giornalisti, alla sede delle redazioni d’appartenenza. Le buste, del tipo imbottite per la spedizione di cd, identiche nell’aspetto e nel formato, avevano anche il medesimo contenuto. In tutti e tre i casi, infatti, all’interno delle buste è stato rinvenuto lo stesso ritaglio di un titolo del Quotidiano del Sud del primo dicembre scorso, inerente la demolizione del cosiddetto “Palazzo della vergogna” a Vibo Valentia,; un proiettile calibro 7.65, un foglietto dattiloscritto in dialetto contenente minacce di morte e firmato “i frati 7.65”. Nel testo di legge: «Pi mo u iettasti… A scordata… i frati 7,65… Mu ti guardi sempre».

Il fatto è stato prontamente denunciato ai carabinieri e sull’episodio è alta l’attenzione del prefetto di Vibo Valentia, Giovanni Bruno, il quale se ne occuperà lunedì al rientro in sede in un apposito Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica. Un analogo episodio, nel 2009, aveva visto oggetto di minacce gli stessi Mobilio e Talarico e Giuseppe Baglivo, allora giornalista di Calabria Ora. Anche in quell’occasione il riferimento esplicito era alla demolizione del Palazzo della vergogna.

Ai colleghi Comito e Mobilio e all’avvocato Talarico la solidarietà della redazione di ottoetrenta.it

ALTRE REAZIONI

CARLO PARISI, segretario generale aggiunto della Fnsi: “Esprimere piena e convinta solidarietà ai colleghi Pietro Comito e Francesco Mobilio ed alle redazioni de LaC e del Quotidiano del Sud, oltre naturalmente all’ex presidente del Consiglio Comunale di Vibo Valentia, Marco Talarico, è un atto scontato e doveroso, ma non basta più. Il ripetersi della medesima intimidazione a distanza di sei anni ripropone, in tutta la sua drammaticità, il fenomeno dell’impunità di coloro che, a vario titolo e nelle più svariate forme, attentano alla libertà personale di quanti sono quotidianamente impegnati ad affermare e diffondere la cultura della legalità soprattutto in territori, come quello vibonese, particolarmente influenzati dal condizionamento mafioso. Territori nei quali c’è ancora chi pensa che basti spedire un proiettile in una busta per tappare la bocca o spezzare la penna ai giornalisti seri e impegnati a svolgere semplicemente il proprio mestiere. Episodi come questo devono indurre seriamente a riflettere giornali e giornalisti sul valore della professione che non può e non deve essere gestita con superficialità, né tantomeno affidata a giovani ed inesperti cronisti mal pagati o non pagati affatto a fronte del rischio della vita o, nella migliore delle ipotesi, del far vivere nella paura le proprie famiglie. Non è possibile, non è accettabile che dopo sei anni il responsabile o i responsabili di un episodio circostanziato come questo non abbiano ancora un nome. La Prefettura di Vibo Valentia, sempre sensibile ai problemi dei giornalisti, stimoli, quindi, forze dell’ordine e magistratura a fare piena luce sull’episodio e ad assicurare i responsabili alla giustizia. Non è, inoltre, possibile che validi e stimati giornalisti siano costretti a chiedersi se valga veramente la pena rischiare la vita senza la certezza di uno stipendio a fine mese. E quanto sia giusto dover combattere con un altro ‘nemico’ che non impugna la pistola, ma ti toglie comunque il sonno e la dignità: l’editore che ti paga a singhiozzo o non ti paga affatto mentre continui, con serietà, professionalità e coraggio, a tenere alta la bandiera della qualità dell’informazione e della libertà di stampa”.

MARIO OLIVERIO – Presidente della Giunta Regionale della Calabria: “Sono certo che anche questo tentativo di intimorire uomini che amano la verità e il proprio lavoro, sarà respinto e rispedito al mittente. La Calabria che vuole tenere alta la testa e la schiena dritta, le istituzioni democratiche ed i cittadini perbene, che in questa regione sono la maggioranza e non vogliono cedere alla paura, sono profondamente vicini e solidali a quanti come Mobilio, Comito e Talarico si oppongono ai soprusi e ad ogni tipo di prevaricazione mafiosa. La nostra regione ha bisogno di liberarsi definitivamente dalla piaga della criminalità e diventare, finalmente, una regione ‘normale’, una terra libera da paure e minacce. Mi auguro che i responsabili di questo ennesimo, vile atto intimidatorio siano individuati al più presto e consegnati alle autorità competenti”.

GIORNALISTI D’AZIONE: “Dopo le vili minacce ai due giornalisti Pietro Comito, direttore di LaC News 24, e Francesco Mobilio, della redazione vibonese de Il Quotidiano del Sud, il movimento “Giornalisti d’Azione” esprime disprezzo per la parte «malata» della Calabria, quella della ‘ndrangheta, del malaffare, delle minacce a chi svolge il proprio lavoro e piena solidarietà ai colleghi. “Giornalisti d’Azione” esprime, dunque, rabbia per questi gesti vili che soffocano la democrazia, la libertà,i progetti e i sogni di chi lavora per costruire una Calabria nuova, diversa. Pertanto, il movimento si augura che i fautori di questo gesto vengano assicurati alla giustizia e, soprattutto, auspica che questo episodio possa finalmente essere occasione di mettere in atto una operazione di pulizia anche della cosiddetta «zona grigia», capace, cioè, di isolare coloro i quali pur non avendo la «patente» di mafiosi, e dunque pur non usando fucile e pistola, condizionano le persone in ogni ambito sociale, soffocando, nei fatti, ogni tentativo di cambiamento reale”.

SEBASTIANO BARBANTI – Deputato: “I giornalisti che hanno subito il grave atto intimidatorio hanno bisogno soprattutto delle istituzioni, non solo della solidarietà. Siamo alle solite: due giornalisti fanno il loro lavoro nell’amara terra di Calabria e le cosche, non appena hanno il sentore che siano emarginati dalle istituzioni, colpiscono. In questi casi è giusto che le istituzioni diano solidarietà a chi subisce questi atti meschini, ma ritengo che sia necessario soprattutto far sentire la presenza delle istituzioni con atti concreti, magari con la copertura politico-istituzionale delle indagini giornalistiche che hanno punto sul vivo le cosche. Detto questo sono disponibile nel supportare le loro future indagini giornalistiche e quelle in corso ed auspico che la politica tutta faccia seguire alla solidarietà azioni concrete affinché queste azioni deprecabili non abbiano più niente a che fare con la nostra terra e la nostra cultura”.

DORINA BIANCHI (deputato e componente della Commissione Parlamentare Antimafia): “Qualcuno avrebbe voluto rovinare il loro natale, ma non c’è riuscito perché la forza delle idee e della verità è più forte di qualsiasi minaccia ed intimidazione. Piena solidarietà ai due giornalisti Pietro Comito, direttore responsabile dell’emittente televisiva La C, e Francesco Mobilio, del Quotidiano del Sud per il grave atto intimidatorio perpetrato nei loro confronti. Un atto di violenza che ferisce la coscienza democratica della città e di tutti coloro che credono nei valori e nei principi della democrazia, della convivenza civile e della verità”. Auspichiamo dunque che, anche alla luce di quest’ultimo episodio di intimidazione di chiara matrice ndranghetista, le indagini della magistratura e delle forze di polizia possano imprimere quella svolta necessaria per assicurare alla giustizia i responsabili delle organizzazioni malavitose e della criminalità in Provincia di Vibo Valentia”.