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Assessore Roccisano, intervento per i Precari della Giustizia

CATANZARO (CZ) L’Assessore regionale al Lavoro Federica Roccisano – informa una nota dell’Ufficio stampa della Giunta – ha chiesto ufficialmente d’incontrare al più presto il Ministro della Giustizia Orlando per domandare che fine farà l’impegno, da lui stesso assunto, nei confronti dei lavoratori calabresi percettori di ammortizzatori sociali in deroga, sinora utilizzati dal Ministero e per i quali aveva espressamente dichiarato un loro utilizzo negli Uffici del Processo. Le difficoltà di una situazione socio economica – ha detto l’Assessore Roccisano – è generata, oltre che dagli indicatori macroeconomici del mercato del lavoro, anche da un efficace governo di sicurezza che passa attraverso un processo di collaborazione tra autorità Centrale, Regione ed uffici periferici dello Stato. La Calabria è stata una delle prime Regioni a sostenere le gravi carenze degli organici degli uffici giudiziari, mettendo a loro disposizione risorse finanziarie e lavoratori percettori di ammortizzatori sociali in deroga sin dal 2000. Attualmente sono utilizzati presso gli uffici giudicanti e requirenti della Calabria circa 1.200 lavoratori disoccupati che giornalmente assicurano maggiori livelli di efficienza sopperendo alle problematiche ed ai disagi causati dalla cronica carenza di personale.

Regione-Calabria

In diverse occasioni, durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario, è stato ricordato l’impegno della Regione Calabria  di coniugare  interventi che  hanno  assicurato  servizi  essenziale agli uffici giudiziari e  forme di sostegno al reddito   a lavoratori espulsi  dal processo produttivo. In questi giorni la Regione ha costituito un gruppo  di lavoro, funzionari uffici giudiziari e regionali, con l’intento di produrre un Protocollo d’Intesa con il quale vengono definite le modalità  e le procedure di attuazione  di specifici percorsi  formativi  a favore di lavoratori percettori di ammortizzatori sociali in deroga e disoccupati di lunga durata, che alla fine della loro esperienza, potrebbero essere inseriti nel mercato del lavoro  in qualità di operatori per la gestione  delle relazioni  con gli uffici giudiziari. Si tratta di una buona pratica ed è, per questo, che l’Assessore Roccisano ha voluto richiamare l’attenzione dei Ministeri del Lavoro, Giustizia e Funzione pubblica che, affinché, stabilendo un circolo virtuoso tra Regione, Territorio ed Istituzioni statali, si determini un indubbio vantaggio in favore di tutti i cittadini, in termini di funzionamento della macchina della giustizia. Il valore di questa iniziativa consiste nella volontà  di recuperare e non disperdere  le risorse umane e finanziarie già impiegate. “Ciò premesso – ha scritto l’Assessore Roccisano – non si capisce, lo chiediamo al Ministero della Giustizia, il perché nello schema di Decreto Interministeriale con il quale lo stesso Ministero indice la procedura di selezione per lo svolgimento di un ulteriore periodo  di perfezionamento della durata di dodici mesi nella struttura organizzativa denominata “Ufficio per il Processo”, su 1.500 unità complessivamente disponibili, ne vengono destinate solamente 23 alla Calabria, distribuendo la maggior parte delle risorse a solo tre Regioni.

‘Come al cinema’ di Hannelore Cayre. Piccola fiaba giudiziaria tra straniamento, scene madri e paradossi

E se la giustizia non fosse altro che l’ennesima messa in scena di uno spettacolo che non si rinnova mai, 9788849843750_15E0049_Cayre_Piatto_HR dove a influenzare il giudizio è l’appeal più o meno affabulatore del primo attore? Se in un processo avessero maggior peso le intuizioni e le convinzioni personali piuttosto che l’effettiva innocenza o colpevolezza dell’imputato? Cosa accadrebbe se, come al cinema, bastasse rimanere comodamente seduti in poltrona e lasciar scorrere innanzi agli occhi la propria vita e quella altrui, in un’ordinaria sequela di ripensamenti, rimpianti, speranze, ambizioni e piani sequenza stagnanti? Questi gli interrogativi che Hannelore Cayre, scrittrice, regista e avvocato penalista francese, sembra voler proiettare sul lettore con la sua intensa piccola fiaba giudiziaria dal titolo Come al cinema uscita per i tipi di Rubbettino editore lo scorso aprile.
Giovane e affascinante rapinatore di banche, Abdelkader Furier si trova a Chaumont, località dell’Haute Marne, per affrontare il processo a suo carico. Sullo squattrinato ragazzo, che ha dalla sua oltreché un’eclatante avvenenza solo Jean e Anne Boylé, coppia d’avvocati di grido, incombe la pena all’ergastolo pretesa dal presidente della Corte d’assise, il temuto e implacabile ‘macellaio dell’Haute Marne’. Le ragioni di un simile accanimento sono da individuare nelle contraddizioni culturali e sociali delle quali il giovane rapinatore, figlio di madre algerina e padre normanno, è veicolo. “Là dove un osservatore parlerebbe di una giustizia secondo il colore della pelle del soggetto, il vecchio vedhannelore-cayreeva una sana misura di profilassi sociale. […] Quel povero ragazzo, quell’essere incomprensibile che rispondeva al nome di Abdelkader Furier, avrebbe senza dubbio buscato, a tamburo battente, la pena massima, con l’unanimità dei dodici giurati guidati dalla grande verve di Anquentin”.
Intanto, mentre a Chaumont si schiera la coppia d’assi dell’avvocatura parigina, poco distante, ospite di un semisconosciuto festival del cinema sulla Resistenza, dà mostra di sé e della propria malandata esistenza Ètienne Marsant, attempato divo del grande schermo, pieno di acciacchi e di questioni irrisolte, con l’inquietante timore della morte alle calcagna. “Una paura panica, sul genere di quella che vi fa nascondere sotto i sassi del vostro acquario purché Dio soprattutto non vi noti più”.
L’incontro tra i due principi del foro e la vecchia gloria del cinema nazionale condurrà alla messa in scena di un finale imprevedibile, dai risvolti paradossali e assurdi che non mancheranno di regalare al lettore intensi attimi di genuino divertimento. Hannelore Cayre mette quindi in scena ciò che conosce meglio: il cinema e la giustizia. L’autrice allestisce un set di caratteri spigolosi, luci soffuse e colori caldi che si alternano mostrando le molteplici angolazioni di una umanità esasperata, chiamata a fare i conti con l’assurdo cinismo della vita quotidiana.
La giustizia diviene uno spettacolo il cui gradimento sarà il termine di salvezza. I buoni sentimenti sono messi al bando, ciò che conta è solo l’illusione che il bello sia qualcosa che possa durare in eterno, in uno show che deve continuare nonostante i protagonisti si sentano ormai estranei ed esausti.
Dunque, cos’è la giustizia se non uno schermo nel quale il bene e il male si alternano strizzando a turno l’occhio allo spettatore? E quest’ultimo, comodo nella propria poltroncina, potrà quindi seguire la piccola fiaba giudiziaria, dalle venature nere e dai richiami camusiani, fino a che il sipario non calerà in maniera definitiva, lasciandosi dietro l’ironia di un racconto che ha avuto l’ardire (e il merito) di aver saputo illustrare brandelli d’esistenza con toni leggeri, puntuali, ma mai superficiali. Non rimarrà che l’attesa dei titoli di coda, come al cinema, appunto.

 

 

Daniela Lucia

Rotary club Cosenza: il 19 maggio giustizia e pensieri in libertà

th (1)“Giustizia: pensieri in libertà”. Questo il tema dell’incontro che il Rotary Club Cosenza ha organizzato per martedì prossimo, 19 maggio con inizio alle ore 20,15 presso il Royal Hotel di Cosenza. A discutere dello stato della giustizia in Italia, di cosa si dovrebbe fare per renderla più veloce e soprattutto rispondente alle esigenze dei cittadini, saranno: la dottoressa Carmela Ruberto, presidente di sezione Corte d’Appello di Catanzaro, il presidente dell’Ordine degli avvocati di Cosenza, Oreste Morcavallo ed il professore, Luca Albino, docente di Diritto Pubblico dell’Unical.

Giustizia Minorile: 130 presenza, campo-scuola in Aspromonte

 

REGGIO CALABRIA – L’Aspromonte luogo e occasione formativo-esperienziale di solidarieta’, legalita’, responsabilita’ per 80 minori di area penale e 50 operatori volontari provenienti da Calabria, Basilicata e Sicilia che in queste ore stanno raggiungendo la localita’ Cucullaro di Gambarie in Santo Stefano d’Aspromonte per il consueto campo-scuola annuale realizzato dal Ministero della Giustizia – Dipartimento Giustizia Minorile.  Il campo-scuola, curato in particolare dal vice-direttore USSM Stefano Fazzello e dall’intero staff USSM, e’ un’occasione di scambio e condivisione di emozioni alla presenza di testimoni/esperti nazionali e regionali provenienti da diverse realtà associative e istituzionali.  L’Ufficio Servizio Sociale per Minorenni di Reggio Calabria diretto da Giuseppina Garreffa, in collaborazione col Centro Giustizia Minorile Calabria e Basilicata diretto da Angelo Meli e l’Associazione Euro di Palermo. L’esperienza aspromontana e’ innanzitutto un’azione socializzante con la creazione di spazi, luoghi reali e metaforici, che permettono di “dare espressione” alle esperienze radicate nella storia di ciascun ragazzo autore di reato, al fine di rendere significativi gli imprevisti, le battute di arresto, le deviazioni per costruirne dei sani e positivi modelli di crescita e di inserimento sociale. Durante il campo-scuola, mercoledì 4 settembre, si svolgerà il convegno “Un nuovo modello d’intervento della Giustizia Minorile: costruzione di percorsi condivisi funzionali ad un sistema incentrato sulla sicurezza dinamica” alla presenza dello stesso Capo Dipartimento e di altre Autorità istituzionali e sociali non solo del comprensorio reggino.

Condannato l’ex consigliere nazionale dei Vas per ingiurie e percosse ad un pescatore

Cetraro (Cs) – La condanna al pagamento di 258 euro ed alle spese processuali è stata sentenziata dal Giudice di Pace Elisabetta Pelaia, per ingiurie e percosse ai danni di Francesco Piazza, a Cetraro, da Emilio Quintieri, ex consigliere nazionale dei Vas, imputato insieme a Diego Piazza, Luca Sirio ed Ilde Carelli.

“E’ una sentenza scandalosa, ho già annunciato che dopo la lettura del dispositivo di condanna farò appello e, se necessario, ricorso in Cassazione”, dichiara l’imputato Emilio Qunitieri.


Operazione di polizia giudiziaria “Gemini”

Catanzaro – La Squadra di Polizia Giudiziaria della Polizia Stradale di Catanzaro, insieme alla Squadra di Polizia Giudiziaria della Polizia Stradale di Vibo Valentia ha denunciato 10 persone facenti parte di una consorteria criminale con sede operativa nell’hinterland vibonese, che si occupava di “ripulire” autovetture di gamma elevata di provenienza furtiva, corredandole di nuove targhe e documenti di circolazione per “piazzarle” a prezzi concorrenziali sul mercato ufficiale.

Il G.I.P. del Tribunale di Vibo Valentia Lupoli ha confermato i capi d’imputazione e la qualificazione giuridica delle condotte illecite e smascherato le attività di riciclaggio dei veicoli, sulla base degli indizi raccolti dalla Polizia Giudiziaria.

Le investigazioni, oltre ad identificare e sottoporre a sequestro nove autovetture di valore commerciale complessivo di circa 800.000 euro, hanno consentito di ricostruire un modus operandi posto in essere dagli esponenti dell’organizzazione quali Rafele Francesco, Sacchinelli Saverio, Sacchinelli Simone, Sessa Giuseppe, Tassone Giovanni Battista; con l’emersione di altri soggetti partecipi o compiacenti quali Corrado Giovanni, Fiorenza Adriano, Nisticò Giacomo, Monteleone Lorenzo e Mantello Ottavio, tutti procacciatori di clientela, intermediari nella trattativa, nella cessione e nella ricezione dei veicoli e dell’uso, nonché nella produzione di atti o certificazioni contraffatti.

Gli investigatori hanno accertato che, mediante la tecnica della “clonazione”, i dati identificativi di auto circolanti venivano utilizzati e replicati per ricostruire, in laboratorio, un’identità nuova alle auto rubate per aggirare i controlli delle Forze di Polizia. Ogni veicolo illecitamente commercializzato, veniva corredato da un certificato di proprietà o rubato in bianco e intestato ad uno degli attori principali del sodalizio o falsificate
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Pentito cosca, politici compravano voti

Reggio calabria – ”Politici? Ne ho visti tantissimi e parlato con quasi tutti perché venivano spesso a casa a trovare mio zio Giovanni Teganò’. Lo ha detto il pentito Roberto Moio, deponendo nel processo ”Meta” a Reggio Calabria.

Il pm della Dda Giuseppe Lombardo, gli ha però impedito di fare i nomi, oggetto, evidentemente, di altre indagini. Moio ha anche detto di avere ricevuto 30 mila euro per sostenere la campagna elettorale di candidati alle elezioni senza specificare quali.

 

(ANSA)

Boss pentito condannato per bombe Reggio

 

Catanzaro – Sei anni e quattro mesi di reclusione: questa la condanna inflitta dal gup di Catanzaro al boss pentito Antonino Lo Giudice, capo dell’omonima cosca di Reggio Calabria, che si e’ autoaccusato di essere l’ideatore della stagione delle bombe del 2010 a Reggio.

Lo Giudice, al termine del processo con rito abbreviato, oltre allo sconto di pena previsto dal rito, ha avuto concesse le attenuanti generiche ed i benefici previsti dalla normativa sui collaboratori di giustizia.

 

(ANSA)

Arrestata direttrice ufficio Pt Calabria

Reggio Calabria – I carabinieri hanno arrestato per peculato la direttrice dell’Ufficio postale di Melicucca’, Rosa Pustorino, 42 anni. Si sarebbe appropriata di 700 mila euro prelevandoli dai conti correnti. L’inchiesta che ha portato all’arresto, condotta dalla Procura della Repubblica di Palmi, è partita dalla denuncia di un correntista che si era vista sparire dal conto circa 44 mila euro. I correntisti che hanno presentato denuncia contro Rosa Pustorino sono venti.

(ANSA)

Caso Fallara: Scopelliti a giudizio

Reggio Calabria – Il gup di Reggio Calabria ha rinviato a giudizio l’ex sindaco di Reggio, Giuseppe Scopelliti, ora presidente della Regione, e i tre componenti del collegio dei revisori dei conti del Comune. Sono accusati, a vario titolo, di falso ideologico in atto pubblico ed abuso d’ufficio nell’inchiesta sulle autoliquidazioni che avrebbe fatto l’ex dirigente dell’Ufficio finanze del Comune Orsola Fallara, suicidatasi nel 2010, per il suo incarico in Commissione tributaria.

(ANSA)