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Sentenza Cassazione, Oliverio, «Finalmente giustizia, mai tradito fiducia dei calabresi»

CATANZARO – «È stato un inverno lungo e freddo quello che ci lasciamo alle spalle. Un inverno per me particolare che lascia un segno indelebile nella mia esistenza e nella storia della Calabria. Finalmente è arrivata la Primavera a ridare giustizia a me e alla terra che ho la responsabilità e l’onore di guidare. Voglio ringraziare per questo i miei avvocati Enzo Belvedere ed Armando Veneto che con grande competenza e rigore professionale hanno fatto valere le ragioni della Legge e la forza della Giustizia davanti alla Suprema Corte di Cassazione».

Sono queste le parole del Presidente della Regione Calabria Mario Oliverio all’indomani della sentenza di revoca dell’obbligo di dimora emessa dalla Cassazione.

«Tre mesi bui in cui il dubbio dello smarrimento della giustizia è stato costantemente in agguato. Sapere di essere onesti ed innocenti ed allo stesso tempo condannati alla privazione della libertà senza processo è duro ed amaro da accettare. E ancor più feroce l’angoscia alimentata dal dubbio che i calabresi possano essersi sentiti traditi e ingannati da colui nel quale hanno riposto la loro fiducia, affidandogli la responsabilità di governare la Cosa Pubblica, il loro futuro, le loro speranze.  Sento di dire oggi ciò che ho avuto modo di dire il giorno in cui mi è stato notificato il provvedimento di limitazione della mia libertà e lo faccio con la forza della giustizia che si aggiunge a quella della verità, che è stata per me il primo fattore di resistenza: I calabresi devono stare tranquilli, il loro presidente non ha mai tradito la loro fiducia e mai lo farà. La mia azione di governo è stata sempre ispirata alla lealtà, ai valori dell’onestà e all’affermazione della legalità, valori in cui ho creduto e continuo a credere e per i quali ho speso la mia intera esistenza. Valori che considero fondamentali per recuperare la fiducia necessaria al riscatto di questa terra ingiustamente martoriata e segnata da ferite profonde. Una terra ricca di grandi risorse umane e naturali per la quale vale la pena battersi anche a costo di sacrifici dettati da ingiustizie che lasciano segni profondi. Un ringraziamento a quanti mi sono stati vicino, a partire dalla mia famiglia e dai miei cari, dai tantissimi cittadini che malgrado tutto non sono stati mai sfiorati dal dubbio».

“Giustizia giusta e legalità”, se ne discute domani al Coni di Piazza Matteotti

COSENZA – “Giustizia giusta e legalità” è il tema del convegno organizzato dall’Osservatorio legalità del Comune di Cosenza, che si terrà domani, venerdì 12 maggio, alle ore 11, presso la sala Coni di Piazza Matteotti, dove tecnici e operatori del diritto discuteranno sulle tematiche inerenti le garanzie costituzionali e la certezza della penaIntrodurrà Gianfranco Bonofiglio, consulente dell’Amministrazione comunale per la prevenzione delle illegalità. Interverranno:  Jole Santelli, Vicesindaco di Cosenza e membro della Commissione Giustizia della Camera; Antonio Feraco, Presidente della Camera penale di Cosenza; il giornalista e sociologo Mario Campanella;   i procuratori della Repubblica di Cosenza e Castrovillari, rispettivamente Mario Spagnuolo ed Eugenio Facciolla. L’incontro, moderato dal direttore del Corriere della Calabria Paolo Pollichieni, sarà concluso dal sen. Pierantonio Zanettin , componente laico del Consiglio Superiore della Magistratura.

Tirocinanti giustizia, colloquio telefonico con il Sottosegretario Ferri

CATANZARO – Ancora irrisolta risulta la questione dei tirocinanti di Giustizia in Calabria, esclusi dal contingente delle 2600 unità che hanno trovato collocazone partecipando al bando dello scorso novembre. Tuttavia, un segnale positivo è sembrato provenire nella giornata di oggi da Cosimo Ferri, sottosegretario alla Giustizia, contattato telefonicamente per mediazione del Presidente della Provincia di Catanzaro, Enzo Bruno. Difatti, i precari erano oggi riuniti in assemblea alla presenza dei rappresentanti sindacali della Cisal, nella sala Giunta della Provincia di Catanzaro. Da tempo, del resto, Bruno si era impegnato a favorire il confronto tra le istituzioni nazionali  e i tirocinanti. L’ultimo incontro in ordine di tempo tra una delegazione di lavoratori, rappresentanti sindacali e il presidente Bruno con il sottosegretario Ferri risale proprio a domenica scorsa, a Botricello. Nel corso dell’assemblea di stamattina è emerso il contenuto della proposta inoltrata al sottosegretario Ferri per recuperare i mille tirocinanti esclusi dal bando dello scorso novembre 2015. I precari presenti hanno potuto registrare una incoraggiante apertura finalizzata a consentire, attraverso l’utilizzo di economie derivanti dai posti non coperti dal bando dell’Ufficio del Processo e dai fondi del Fondo unico Giustizia, il coinvolgimento in un nuovo tirocinio formativo di circa mille tirocinanti esclusi dal bando del 2015. Questo consentirebbe di riportare i tirocinanti coinvolti al contingente iniziale dei 2600 originariamente avviato dallo stesso Ministero della Giustizia. In quella occasione, infatti, un decreto ministeriale metteva a bando 1502 posti per la costituzione dell’Ufficio del Processo: di questo bando solo 23 posti sono stati destinati alla Calabria a fronte di un contingente di tirocinanti avviati con la legge 111/2001 di circa 670 unità, già ampiamente professionalizzate e formate con fondi ministeriali. Tale risoluzione, ha evidenziato la Cisal attraverso il dirigente regionale Gianluca Persico e il segretario provinciale Giuseppe Mazzei, «permetterebbe al Ministero di garantire una grande attenzione a quelle Procure di frontiera che necessitano di maggiori risorse umane, oltre che restituire dignità a questa categoria di lavoratori svantaggiati che meritano equità di trattamento», a tal fine rivolgono un appello alla deputazione calabrese. Il presidente Bruno ha espresso ancora una volta sostegno e vicinanza ai tirocinanti della giustizia dicendosi pronto ad affiancarli per una positiva risoluzione della vertenza.

Nico D’Ascola: «I cittadini devono riconoscersi negli ideali della giustizia»

REGGIO CALABRIA – «La giustizia per educare deve essere una giustizia in grado di determinare un orientamento culturale all’interno della società». Lo ha dichiarato il presidente della Commissione giustizia del Senato Nico D’Ascola nel corso del convegno organizzato dal Centro Sportivo Italiano “La giustizia che educa” a Gambarie. «Ogni ordinamento sezionale nel quale si articola nel suo complesso l’intero ordinamento giuridico in fondo risponde a regole che sono medesime. La giustizia si autolegittima, se crea un sistema di consenso, in cui i cittadini devono riconoscersi. Accettiamo l’inflizione delle sanzioni attraverso quello che potremmo definire una sorta di contratto sociale. Il cittadino delega a determinate strutture dello Stato la regolamentazione dei conflitti sociali, perché riconosce il valore della istituzione. Una giustizia che educa è una giustizia che riconosca la verità dei fatti. L’art. 27 della nostra Costituzione fissa il principio di rieducazione. La pena deve tendere alla rieducazione. Essa – continua D’Ascola – non può essere uno strumento soltanto punitivo perchè nell’uso di quel predicato “tendere” ci sta un’attenuazione del valore della rieducazione, ma certamente un dato è scontato, non si può rieducare un innocente perchè subisce l’inflizione della sanzione come un fatto ingiusto. Il presupposto di questo sistema di adesione e di riconoscimento e quindi nello stello tempo di questo orientamento culturale che si basa sul consenso per l’esercizio in concreto della giustizia è determinato da un bassissimo, tendenzialmente nullo livello di fallibilità della giustizia. Un sistema di pena che educa il soggetto deve anche tener conto dell’intervallo temporale tra la data di commissione dell’illecito e il momento in cui interviene la punizione».

Catanzaro, il Sottogretario alla Giustizia Ferri incontra i precari della Giustizia

CATANZARO – Il Sottosegretario alla Giustizia, Cosimo Maria Ferri, ha incontrato questa mattina presso la Sala Giunta della Provincia di Catanzaro i precari della Giustizia, che continuano a chiedere di dare seguito al percorso intrapreso dal Ministro della Giustizia, nell’intento di far rispettare gli impegni assunti per l’aumento dei posti disponibili nella Regione Calabria. L’incontro con il Sottosegretario è stato organizzato dai Comitati provinciali del Sì per approfondire i temi della riforma costituzionale e immediatamente il Presidente della Provincia Bruno ha chiesto a Ferri di incontrare una delegazione dei precari del settore Giustizia, preoccupati della situazione di stallo che interessa la loro professione. Tale delegazione, accompagnata dal segretario dell’Unione Provinciale di Catanzaro Giuseppe Mazzei e dal Dirigente Regionale Cisal Gianluca Persico, non chiede alcuna forma di assistenzialismo ma solo il rispetto degli impegni assunti in precedenza con i lavoratori. Pertanto, il Sottosegretario Ferri ha ribadito il proprio impegno nel seguire la vertenza con attenzione. Tra le altre cose, del resto, è emersa la possibilità di eseguire uno screening, al Ministero della Giustizia, per inserire nel prossimo bando di concorso del 21 novembre 2016 anche i Tirocinanti Calabresi esclusi dall’Ufficio del Processo nel numero di mille unità. È altresì al vaglio anche un possibile progetto di reintegro dei 670 calabresi esclusi dall’Ufficio del Processo Ministeriale attraverso un nuovo progetto tra Ministero e Conferenza Stato-Regioni. Una scelta, questa, che permetterebbe di eliminare la discriminazione attuata col bando di novembre 2015 quando sono stati avviati solo 1500 dei 2600 che avevano cominciato il percorso Ministero dal 2010.

 

Nico D’Ascola, dibattito tra cultura e politica

REGGIO CALABRIA – «La politica ha tanti problemi, ma in via generale ne ha uno che è il populismo. Ci dobbiamo interrogare di come sia possibile che si siano affermati, non soltanto in Italia, ma direi in maniera anche generalizzata un po’ in Europa movimenti che sono di antipolitica». Lo dichiara il presidente della Commissione Giustizia del Senato, Nico D’Ascola nel corso della presentazione del nuovo corso della Scuola di cultura politica.

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«E’ certo che una parte delle risposte si riscontra nel basso livello della politica, la banalizzazione dei temi, la perdita dei valori ideali connessi alla politica, l’aziendalismo che ha infettato la politica di fatti soltanto personali, di interessi, in un certo senso una riduzione del livello ideale  della politica come se questa si potesse in un certo senso tradurre in riti, atteggiamenti, fattualità. La politica – prosegue il presidente – trasformata in prasseologia perché dietro alla politica, culturalmente, intellettualmente non ci stava più nulla. Le scuole di cultura politica sono necessarie, urgenti, non è possibile farne a meno tranne voler stabilizzare un sistema che a livello centrale come a livello dei cosiddetti territori ha comportato una contaminazione della politica che ci porta all’antipolitica. Si deve capire  – continua D’Ascola – che questi sono gli ultimi anni nei quali si può dare dignità, valore, senso alla politica per convincere la gente che l’antipolitica non ha senso, che da questa parte si possono dare le giuste risposte alle necessità, alle urgenze dei cittadini e che se mai l’antipolitica altro non farà che rendere drammatica la situazione della nazione. Si deve tornare – conclude il presidente – alla formazione politica che  è inevitabilmente una formazione culturale, non fa scelte in ordine ai partiti politici ai quali rivolgere il proprio contributo elettorale, ma individua un dato che costituisce una precondizione, qualcosa devi sapere,  devi in qualche modo essere in grado di organizzare la vita dei cittadini, di individuare degli obiettivi, di individuare i percorsi attraverso i quali quegli obiettivi si conseguono perché la politica è niente altro che l’anticipazione, la raffigurazione anticipata di un modello di società nei confronti del quale si intende andare».

Nico D’Ascola: «È necessaria una riforma sulla giustizia»

ROMA  – «Abbiamo agito su una quantità di fronti diversi e complessi. Per esempio con tre “svuota carceri”, abbiamo eliminato il primo problema che era una vera e propria emergenza, quello di un eccesso di popolazione detenuta, con una  condanna che  veniva dall’ Europa e che ci metteva in una condizione parificabile ad uno stato non democratico». Sono queste le parole del Presidente della Commissione Giustizia del Senato, Nico D’Ascola, intervenuto al convegno sul tema “Per una giustizia più giusta”. «È necessario distinguere il contesto di una attività legislativa ordinaria che possa pianificare in una condizione di serenità una riforma di ordine generale, da un’attività legislativa che parte con delle emergenze. Abbiamo sempre lavorato in un contesto emergenziale, con la necessità di battere i tempi, ma di non far crollare il livello qualitativo delle leggi. Stiamo varando una importante riforma del codice di procedura penale e una altrettanto importante riforma dell’ordinamento giudiziario, vareremo la riforma delle impugnazioni che non determinano alcuna riduzione delle garanzie,  ma accelerano in qualche modo, in un certo senso riducendo l’affanno della Corte di Cassazione, la celebrazione di un processo. Vareremo la riforma del codice antimafia e quella complessiva del codice di procedura civile».

Enzo Bruno incontra i lavoratori e rilancia l’impegno per la vertenza al ministero

CATANZARO- Aumentare i posti dei tirocinanti della Giustizia in Calabria, non per alimentare forme di assistenzialismo, ma per dare il giusto seguito al percorso intrapreso dal Ministero della Giustizia e far rispettare gli impegni precedentemente assunti con i lavoratori. Incontrando  ancora una volta i tirocinanti della giustizia, in sala Giunta, ieri pomeriggio nel corso di una riunione organizzata dal sindacato Cisal, il presidente della Provincia di Catanzaro, Enzo Bruno, si è impegnato a riproporre all’attenzione dei tavoli nazionali competenti questa delicata vertenza, in attesa di definizione normativa da troppo tempo.
Il presidente della Provincia, che è anche segretario provinciale del Partito democratico di Catanzaro, ha ascoltato nuovamente le preoccupazioni dei tirocinanti, rilanciando gli impegni assunti in occasione del primo confronto dei tirocinanti con il sottosegretario alla Giustizia, Cosimo Ferri, e del successivo incontro con il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Luca Lotti. In quella occasione – maturata nella Sala Giunta della Provincia grazie all’intermediazione del presidente Bruno -, sindacalisti e tirocinanti hanno ribadito la necessità di arrivare all’aumento considerevole dei posti nella Regione Calabria, in previsione del Bando ministeriale. La Cisal ha posto l’attenzione su un importante dato nazionale: in regioni in cui il numero di tirocinanti è stato sempre molto basso sono stati messi a bando un numero elevato di posti, viceversa nelle regioni con un numero elevato di tirocinanti le posizioni disponibili sono state bassissime. La richiesta  dell’aumento dei posti nella Regione Calabria, utilizzando i circa 330 posti rimasti scoperti nelle altre regioni, ha assicurato Bruno, sarà rilanciata al Governo e riproposta ai sottosegretari Lotti e Ferri entro la fine di maggio. “I tirocinanti nel corso degli ultimi anni, grazie alla formazione specialistica acquisita, hanno garantito con il proprio lavoro il funzionamento degli Uffici Giudiziari italiani – conclude Bruno -.  In una regione come la nostra dove le strutture giudiziarie hanno bisogno di essere potenziate, nel rispetto delle professionalità maturate non possiamo non tener conto del diritto dei lavoratori ad avere risposte”.
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“Migliorare le performance delle organizzazioni pubbliche”, 14 Regioni a confronto

Catanzaro ( Cz) Il 18 marzo, a Catanzaro, i componenti degli Organismi e dei Nuclei di valutazione di 14 Regioni italiane si confronteranno sui sistemi di misurazione della performance, quale strumenti per il miglioramento ed il potenziamento delle organizzazioni pubbliche e quale leva per orientare l’azione amministrativa nella direzione delle priorità strategiche definite nell’ambito del nuovo ciclo di programmazione 2014-2020.L’incontro- informa una nota dell’Ufficio Stampa della Giunta-, per la prima volta organizzato in Italia, è un’importante occasione per un confronto sui diversi aspetti che interessano la valutazione delle prestazioni nel contesto delle pubbliche amministrazione: dalla corretta misurazione del “valore pubblico” all’incidenza dei diversi livelli di performance sulla valutazione individuale, dalle politiche di sviluppo del personale allo sviluppo organizzativo, dal corretto utilizzo delle risorse per l’incentivazione del personale alla valorizzazione delle competenze, dal raccordo degli obiettivi di performance  con i sistemi di programmazione e controllo previsti dalla nuova contabilità armonizzata alla rilevanza degli adempimenti degli obblighi di trasparenza e delle misure di prevenzione della corruzione e, infine, sull’esperienze di differenziazione del merito. All’importante evento parteciperanno oltre alla Regione Calabria le seguenti Regioni e Province autonome: Piemonte, Trentino Alto Adige, Provincia Autonoma di Trento, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Lombardia, Emilia Romagna, Umbria, Abruzzo, Puglia, Basilicata, Sicilia e Sardegna. Il programma, disponibile sul portale istituzionale della Regione Calabria, prevede l’intervento di autorevoli relatori: docenti universitari, componenti di Organismi di Valutazione e dirigenti regionali. L’evento, che ha avuto una vasta eco sia per l’autorevolezza dei relatori che per la numerosità delle Regioni che hanno aderito, è patrocinato dalla Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province Autonome. Nella “cittadella” regionale a Catanzaro sono attesi oltre 150 partecipanti, provenienti da enti territoriali, enti strumentali, aziende sanitarie e da diverse Università. All’incontro sono invitati a partecipare i dirigenti e funzionari delle Amministrazioni Pubbliche e degli enti strumentali, i componenti degli Organismi e Nuclei di Valutazione e gli operatori del settore. L’incontro di studio, oltre a stimolare una riflessione sui risultati conseguiti ed analizzare le criticità ed i percorsi di miglioramento intrapresi, costituisce l’inizio di un percorso che deve consentire alle Pubbliche Amministrazioni di aprirsi al confronto e allo scambio e valorizzazione delle esperienze. La funzione attuale degli Organismi di Valutazione sarà oggetto della tavola rotonda finale, nell’ambito della quale la riflessione sarà incentrata sulla difficoltà di far vivere, in un contesto unitario e correlato, la performance, la prevenzione della corruzione e la trasparenza dell’azione amministrativa, anche alla luce della magmaticità delle evoluzioni normative, che spesso pongono di fronte a significative criticità l’equilibrio tra certezza, giustizia ed efficienza (intesi alla stregua di interessi fondamentali rispettivamente di trasparenza, anticorruzione e performance).

Chiusura Tribunale di Rossano, protesta a Roma – lettera al presidente Mattarella

ROSSANO (CS) – In vista della manifestazione di protesta di giovedì 17 marzo 2016 a Roma, il Gruppo d’Azione per la Verità ha inviato una lettera al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

“Siamo qui a rappresentarLe una condizione di estremo disagio che da tempo si sta vivendo nel territorio dell’ex circondario del Tribunale di Rossano, soppresso con D.Lgs. 7.09.2012 n.155, a seguito del quale si è determinato l’accorpamento al Tribunale di Castrovillari” – esordisce il Gruppo.

A detta dei firmatari, le peculiarità del territorio di competenza del tribunale di Rossano non sono state opportunamente tenute in considerazione: le principali tra queste sono “l’estensione del territorio e il conseguente numero di abitanti, la specificità territoriale del bacino di utenza, anche con riguardo alla situazione infrastrutturale,  e non da ultimo il tasso di impatto della criminalità organizzata confermata dalla presenza di soggetti sottoposti al 41 bis e un Consiglio comunale sciolto per mafia”.

 

Nel testo indirizzato al Presidente della Repubblica, il Gruppo d’azione per la Verità ha sottolineato le difficoltà di spostamento per i cittadini, legate all’accorpamento: “per raggiungere Castrovillari non ci sono treni, perché nella sede accorpante non esiste neanche una stazione ferroviaria! L’unica via di comunicazione è rappresentata per un tratto dalla Statale 106 jonica che, come Lei ben saprà,  è stata definita la “strada della morte” e inserita nella lista delle strade più pericolose d’Italia. Attualmente l’area Jonica è collegata a Castrovillari con n.2 pullman con partenze differenti : ore 5.30, ore 6.30. I rientri sono previsti nel tardo pomeriggio. Ben si comprende che per qualsivoglia certificazione e/o attività giudiziaria va via un’intera giornata”.

La lettera sottolinea inoltre le carenze strutturali del Tribunale “accorpante” di Castrovillari, dove i magistrati sono costretti a condividere la medesima aula per lo svolgimento contemporaneo di più udienze, paralizzando di fatto l’amministrazione della giustizia di entrambe le realtà, “portando alla prescrizione di moltissimi procedimenti penali”.

 

Sottolineando che l’accorpamento è stato oggetto di numerose interrogazioni parlamentari al Ministro della Giustizia, la lettera cita gli interrogativi irrisolti posti dal Senatore Enrico Buemi, che “senza mai essere smentito o destinatario di querela alcuna, ha dichiarato pubblicamente che per chiudere Rossano sono state fatte carte false”.

Comunicando la propria presenza a Roma per giovedì 17 marzo “per manifestare civilmente, ma in maniera ferma” contro un provvedimento ritenuto ingiusto, il Gruppo d’azione per la Verità ha richiesto al Presidente della Repubblica un incontro ufficiale per quella data, per consegnare un dossier informativo su tale ingiustizia e ricevere risposte sugli interrogativi che chiudono la lettera, e che riportiamo di seguito.

 

” Se il tribunale di Rossano possedeva e possiede i requisiti previsti dalla Legge per restare in vita , perché è stato chiuso?

Se la Commissione Europea ha indicato il Tribunale di Rossano tra i tribunali “salvi” , perché  è stato chiuso?

Se il ministro Severino ha dichiarato che il Tribunale di Rossano è più distante dal capoluogo di provincia , perché è stato chiuso?

Se le successive verifiche hanno evidenziato enormi disfunzioni e inefficienze conseguenti all’accorpamento, perché Rossano non è stato riaperto?

Se l’accorpamento ha comportato un aumento di spesa per le casse dello Stato e le tasche dei cittadini, perché Rossano non è stato riaperto ?

Se il Tribunale accorpante, per stessa ammissione del presidente in carica, è inadeguato perché progettato tenendo conto della pianta organica di Castrovillari ante accorpamento, perché Rossano non è stato riaperto?

Se il territorio dell’ex tribunale di Rossano si presenta  ad alto impatto criminale, perchè lo Stato lo ha privato di un presidio di giustizia?

Perché lo Stato ci ha abbandonato? “