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Spending review, il consigliere Orlandino Greco scrive all’assessore Robbe

COSENZA – Lettera aperta del consigliere regionale Orlandino Greco all’assessore Angela Robbe: «Gentile asessore, desidero condividere con lei alcune riflessioni su alcuni principi invalicabili dello stato sociale e, in particolare, del settore del welfare in Calabria. Apprezzo gli sforzi che sta tentando di fare in un settore che ha visto il lancio di una riforma poi fallita perché cassata dagli organi di giustizia amministrativa prima e dalla volontà politica poi perché, così come proposta, era ben lontana dal realizzare quella forma di eguaglianza sociale necessaria in un settore così delicato e importante per la vita dei calabresi. Come certo saprà, sulla necessità di un’immediata riforma del welfare sono intervenuto diverse volte con mozioni, interpellanze ed interrogazioni. Già nella mozione depositato lo scorso 21 maggio ho evidenziato la necessità di sostenere il percorso di attuazione della legge 23/2003 partendo dal riconoscimento dell’inscindibilità tra sanità e welfare. È indispensabile infatti che ci sia un solo strumento di programmazione e pianificazione degli interventi alla persona tanto sulla salute che sul benessere dell’individuo. Soltanto così si eviteranno dannose sovrapposizioni di servizi o, ancora peggio, di competenze. Ma una programmazione che possa definirsi tale necessita anche di una lettura del fabbisogno attuale e non può certamente basare la propria attuazione su letture datate e lontane dallo scenario odierno. Il contesto sociale è in continuo mutamento e non si possono ignorare i nuovi stati di bisogno e le nuove esigenze delle comunità.
Assessore, sto seguendo con preoccupazione l’orientamento del dipartimento politiche sociali a voler affidare nel prossimo futuro i servizi alla persona di assistenza per minori, disabili, anziani mediante i bandi, scelte di affidamento sicuramente percorribili, ma sui quali occorre tenere gli occhi ben aperti. Soprattutto quando si tratta di servizi alla persona. Non può essere esclusivamente un’offerta particolarmente vantaggiosa da un punto di vista economico a guidare la scelta su chi debba assistere una persona in stato di bisogno. Stiamo parlando di affidamenti di servizi alla persona che per propria natura non possono rispondere solo o principalmente ad un criterio ragionieristico. Non può essere solo un’offerta al ribasso d’asta – magari anche mascherata – a determinare l’affidamento di servizi così delicati. Occorre tenere in debita considerazione le professionalità, le strutture, le esperienze, che in questo settore sono molto più importanti di qualsiasi risparmio.
In conclusione, gentile assessore, auspico che attraverso una programmazione attenta allo scenario e ai fabbisogni attuali, avviando contestualmente una riforma strutturale del welfare in Calabria, vengano fatte tutte le considerazioni utili a garantire i migliori servizi disponibili sul territorio regionale e non prevalga quello spirito da spending review che ha messo in ginocchio settori cruciali per la vita dei calabresi».

 

Chiusura Tribunale di Rossano, protesta a Roma – lettera al presidente Mattarella

ROSSANO (CS) – In vista della manifestazione di protesta di giovedì 17 marzo 2016 a Roma, il Gruppo d’Azione per la Verità ha inviato una lettera al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

“Siamo qui a rappresentarLe una condizione di estremo disagio che da tempo si sta vivendo nel territorio dell’ex circondario del Tribunale di Rossano, soppresso con D.Lgs. 7.09.2012 n.155, a seguito del quale si è determinato l’accorpamento al Tribunale di Castrovillari” – esordisce il Gruppo.

A detta dei firmatari, le peculiarità del territorio di competenza del tribunale di Rossano non sono state opportunamente tenute in considerazione: le principali tra queste sono “l’estensione del territorio e il conseguente numero di abitanti, la specificità territoriale del bacino di utenza, anche con riguardo alla situazione infrastrutturale,  e non da ultimo il tasso di impatto della criminalità organizzata confermata dalla presenza di soggetti sottoposti al 41 bis e un Consiglio comunale sciolto per mafia”.

 

Nel testo indirizzato al Presidente della Repubblica, il Gruppo d’azione per la Verità ha sottolineato le difficoltà di spostamento per i cittadini, legate all’accorpamento: “per raggiungere Castrovillari non ci sono treni, perché nella sede accorpante non esiste neanche una stazione ferroviaria! L’unica via di comunicazione è rappresentata per un tratto dalla Statale 106 jonica che, come Lei ben saprà,  è stata definita la “strada della morte” e inserita nella lista delle strade più pericolose d’Italia. Attualmente l’area Jonica è collegata a Castrovillari con n.2 pullman con partenze differenti : ore 5.30, ore 6.30. I rientri sono previsti nel tardo pomeriggio. Ben si comprende che per qualsivoglia certificazione e/o attività giudiziaria va via un’intera giornata”.

La lettera sottolinea inoltre le carenze strutturali del Tribunale “accorpante” di Castrovillari, dove i magistrati sono costretti a condividere la medesima aula per lo svolgimento contemporaneo di più udienze, paralizzando di fatto l’amministrazione della giustizia di entrambe le realtà, “portando alla prescrizione di moltissimi procedimenti penali”.

 

Sottolineando che l’accorpamento è stato oggetto di numerose interrogazioni parlamentari al Ministro della Giustizia, la lettera cita gli interrogativi irrisolti posti dal Senatore Enrico Buemi, che “senza mai essere smentito o destinatario di querela alcuna, ha dichiarato pubblicamente che per chiudere Rossano sono state fatte carte false”.

Comunicando la propria presenza a Roma per giovedì 17 marzo “per manifestare civilmente, ma in maniera ferma” contro un provvedimento ritenuto ingiusto, il Gruppo d’azione per la Verità ha richiesto al Presidente della Repubblica un incontro ufficiale per quella data, per consegnare un dossier informativo su tale ingiustizia e ricevere risposte sugli interrogativi che chiudono la lettera, e che riportiamo di seguito.

 

” Se il tribunale di Rossano possedeva e possiede i requisiti previsti dalla Legge per restare in vita , perché è stato chiuso?

Se la Commissione Europea ha indicato il Tribunale di Rossano tra i tribunali “salvi” , perché  è stato chiuso?

Se il ministro Severino ha dichiarato che il Tribunale di Rossano è più distante dal capoluogo di provincia , perché è stato chiuso?

Se le successive verifiche hanno evidenziato enormi disfunzioni e inefficienze conseguenti all’accorpamento, perché Rossano non è stato riaperto?

Se l’accorpamento ha comportato un aumento di spesa per le casse dello Stato e le tasche dei cittadini, perché Rossano non è stato riaperto ?

Se il Tribunale accorpante, per stessa ammissione del presidente in carica, è inadeguato perché progettato tenendo conto della pianta organica di Castrovillari ante accorpamento, perché Rossano non è stato riaperto?

Se il territorio dell’ex tribunale di Rossano si presenta  ad alto impatto criminale, perchè lo Stato lo ha privato di un presidio di giustizia?

Perché lo Stato ci ha abbandonato? “

Cosenza la più penalizzata dai tagli per la spending review

Comune CosenzaCOSENZA  – E’ pari a 54 euro procapite in meno il taglio che sarà apportato dall’entrata in vigore della spending review alle casse del Comune di Cosenza, il più penalizzato dall’operazione. A denunciarlo è la Cgia di Mestre, che ha elaborato i dati del Ministero dell’Interno relativi a 108 capoluoghi di provincia presi in esame. A livello nazionale le risorse saranno tagliate per 1,5 miliardi di euro da recuperare – evidenzia la Cgia – attraverso l’aumento dei tributi locali.

Coldiretti Calabria: Necessari Spending Review e Produttività Per Le Imprese

COLDIRETTI – Una stingente e selettiva spending review nell’alta dirigenza del sistema pubblico allargato regionale calabrese, senza escludere nessuno, è quanto chiede la Coldiretti Calabria.  Si tratta a nostro giudizio di un intervento di impatto immediato  – commenta Pietro Molinaro presidente di Coldiretti Calabria -del quale  invece finora se n’è parlato pochissimo anche se tuttavia i dati  suggeriscono che esistono spazi di manovra per una strategia di questo tipo con un  significativo contributo duraturo al risanamento della finanza pubblica per superare la spesa storica e la rendita, che è inerziale, a favore di un approccio di tipo selettivo, che si contrappone ai tagli lineari o all’introduzione di tetti di spesa, che risultano più semplici e immediati da attuare ma anche da aggirare. Un sistema, fortemente orientato a obiettivi e risultati misurabili, con efficaci misure che consentono di risparmiare, senza incidere sui servizi resi ai cittadini con una “asciugatura dei costi” e le cui risorse in un principio di equità e solidarietà, potrebbero essere orientate ai tanti focolai lavorativi e di disagio sociale, sui quali però occorre fare una seria ed approfondita riflessione con particolare attenzione a risultati misurabili in termini di reale produttività, con un aggancio  ad attività e obiettivi concreti. Cosi facendo, – continua – alcune scelte anche di stabilizzazione non farebbero una piega. Il peso dell’attuale situazione di crisi e di mancanza di liquidità, dovrebbe essere  sopportata da tutti secondo i sacrosanti principi di giustizia sociale, rigore ed equità.  Occorre quindi ridefinire anche  aree e i settori di intervento dell’operatore pubblico, non solo per ritrovare una “pax sindacale”, ma dare concretezza ad un “patto sociale” da molti invocato cui si fa ricorso nei momenti di crisi, che deve servire realmente alla modernizzazione del sistema pubblico regionale. Favorire lo sviluppo ed incrementare la produttività devono essere reali successi e non un aumento della lista di fallimenti. Ritengo, – conclude Molinaro – che dal versante delle imprese, è lecito chiedere ed aspettarsi risultati rilanciando di conseguenza l’efficienza della struttura burocratica e non allargando a dismisura l’enorme peso che già sopporta il sistema pubblico regionale.

Consiglio Provinciale-Comunale di Catanzaro Su Riordino Province

consiglio-provincia-catanzaroCATANZARO – Il Consiglio provinciale di Catanzaro e il Consiglio Comunale di Catanzaro, riunitisi in seduta congiunta per discutere le ipotesi di riordino delle Province calabresi alla luce della spending review e alla vigilia del Consiglio Regionale appositamente convocato per il 24 ottobre allo scopo di formulare una proposta al Governo, esprimono forte preoccupazione per le anticipazioni di stampa sui contenuti del decreto che il Governo Monti è sul punto di varare sulla questione e, in particolare, sull’ipotesi di istituire due nuove Province in Calabria che risulterebbe tra di loro fortemente squilibrate come numero di abitanti: la nuova Provincia di Cosenza-Crotone che sfiorerebbe il milione di abitanti e la nuova Provincia di Catanzaro-Vibo Valentia che ne avrebbe poco più della metà.

Tale ipotesi si scontra con una serie di fattori politici, sociali, storici ed economici, ma soprattutto rischia di operare una netta lacerazione tra la Calabria settentrionale (Cosenza-Crotone) e la Calabria meridionale (Reggio Calabria) , riducendo il peso e la funzione di cerniera dell’Area centrale della Calabria.

Nel caso il Consiglio Regionale non abbia la forza di decidere, delegando al Governo centrale le delicate scelte sul riordino istituzionale, chiedono al Presidente del Consiglio Monti e ai Ministri dell’Interno e della Funzione Pubblica di rivedere lo schema di riordino delle Province della Regione Calabria, tenendo contro dell’evidente squilibrio che creerebbe nel territorio calabrese la nascita di una maxi Provincia di un milione di abitanti.

Si chiede inoltre l’elezione diretta del Presidente e dei Consigli Provinciali quale espressione fondamentale del potere democratico che impone agli Enti territoriali che gestiscono funzioni di primaria importanza per i cittadini di rispondere direttamente, tramite l’elezione dell’operato dei loro organi nel pieno rispetto della carta europea della democrazia locale.

Spending review/ Via libera da Stato – Regioni a riparto 800 mln a Comuni

Roma  – Via libera da Stato-Regioni all’accordo trovato stamane dai presidenti delle Regioni in seduta straordinaria sul riparto di 800 milioni di euro ai Comuni nel Patto di Stabilita’ orizzontale e verticale.

All’incontro erano presenti il governatore del Molise, Michele Iorio rappresentante delle Regioni, il ministro per gli Affari Regionali, il Turismo e lo Sport, Piero Gnudi, e il sottosegretario all’Economia, Vieri Ceriani.

Spending review/Anci: Comuni hanno esaurito margini, tagli intelligenti sugli sprechi

Roma  – ”Chiediamo che tagli lineari stupidi siano sostituiti da tagli intelligenti sugli sprechi; cosi’ come chiediamo che un patto di stabilita’ interno anch’esso da molti definito stupido, perche’ non riesce a distinguere chi spende troppo e male da chi spende il giusto e offre servizi irrinunciabili, sia sostituito da un patto intelligente, selettivo. Da un governo di tecnici e Professori questo ci saremmo attesi, e non i provvedimenti che invece abbiamo di fronte e che mettono in ginocchio anche quel poco o tanto di economia sana che viveva nei territori”. Lo ha dichiarato il presidente dell’Anci, Graziano Delrio.

”Ci piacerebbe – ha aggiunto Delrio – che Governo e Parlamento, oltre ai problemi che giustamente l’Europa ci chiede di affrontare, avesse ben presenti anche i problemi altrettanto giusti e motivati che i nostri Comuni, ovvero le citta’ dove i nostri concittadini vivono, segnalano da tempo.

Anche perche’ dare attenzione ai problemi dei Comuni significa dare attenzione al tessuto connettivo del Paese. E avendo presente, oltretutto, che noi non chiediamo aumenti di spesa”.

”Siamo molto sorpresi – ha riaffermato stamane il presidente Delrio – che la Camera abbia deciso di proseguire su un percorso di totale adesione al testo uscito al Senato, per noi fortemente insoddisfacente in quanto in esso si prevedono tagli lineari ai Comuni”.

”Tagli – ha ribadito il presidente Anci – che impediranno ai Comuni di erogare servizi. Per questo il provvedimento doveva essere radicalmente cambiato”.

”Nonostante i nostri sforzi e la nostra protesta – ha sottolineato – il Parlamento ha deciso invece di aderire alla proposta del governo. Il nostro auspicio, a questo punto, e’ che da qui alla legge di stabilita’ ci sia spazio per rivedere questi tagli che incideranno sui servizi perche’ i Comuni hanno ormai esaurito i loro margini e molti Comuni sono in deficit di liquidita’, causato anche dal fatto che alcune amministrazioni hanno ricevuto meno di quanto prevedevano dal gettito Imu”’.

Parlando poi del patto di stabilita’ Delrio ha affermato che ”stante questa situazione esso non sara’ piu’ onorabile.

Lo abbiamo sempre onorato con grande attenzione e rispettato – ha ricordato – ma un patto che si regge su un complicatissimo equlibrio fra entrate e uscite e’ evidentemente in crisi nel momento in cui le entrate non ci sono piu’. In questa situazione non si capisce veramente come si potra’ fare, a meno di chiudere diversi servizi in tutte le citta’ italiane. Cosa che, con grande sofferenza, a settembre valuteremo”. (ASCA)

Scongiurata l’ipotesi di accorpamento delle province. Plauso di Wanda Ferro al Governatore Scopelliti e alla vicepresidente Stasi

Catanzaro – Il presidente dell’Upi Calabria, Wanda Ferro, esprime soddisfazione per la decisione del Governo di rivedere, con un emendamento presentato in Commissione Bilancio al Senato, le previsioni dell’articolo 17 della spending review, scongiurando le ipotesi di soppressione e accorpamento delle Province, e proponendone invece il riordino. “Il dietro-front del Governo – spiega Wanda Ferro – dimostra quanto è giusta e motivata la battaglia per la difesa degli enti intermedi, che sono necessari ai territori e ai cittadini, ai quali forniscono servizi utili ed efficienti. Un’altra ottima notizia è la decisione di mantenere tra le competenze delle Province quelle fondamentali della programmazione della rete scolastica e della gestione dell’edilizia scolastica. Auspichiamo che si arrivi a mantenere altre competenze fondamentali, dalle politiche del lavoro alla formazione professionale, alla cultura. Come Upi abbiamo chiaramente dimostrato che la soppressione degli enti intermedi non può portare alcun beneficio in termini di risparmio di spesa, anzi rischia di causare un aumento complessivo dei costi ed un peggioramento dei servizi per i cittadini, oltre al generale impoverimento dell’economia del territorio. L’unica strada da percorrere è quindi quella della razionalizzazione, che non può però prescindere dalla concertazione e dal dialogo con i territori interessati.  La decisione del Governo va finalmente in questa direzione, ed ha l’effetto immediato in Calabria di scongiurare per ora la soppressione delle Province di Crotone e di Vibo Valentia. Un successo, questo, ottenuto grazie all’impegno e alla caparbietà del presidente della Regione Giuseppe Scopelliti e della vice presidente Antonella Stasi, ai quali rivolgo un plauso, per avere sostenuto questa battaglia al tavolo della Conferenza Stato-Regioni, ottenendo la presentazione di un documento unitario che ha evidenziato la necessità di procedere al riordino delle Province attraverso la concertazione territoriale. Siamo anche grati alla Commissione Bilancio del Senato, che ha evidentemente tenuto in grande considerazione le osservazioni provenienti dalle Province. Ora però occorre evitare che, con i tagli previsti dal Governo, la soppressione avvenga di fatto. Come ho già sottolineato al presidente della Commissione Bilancio di Palazzo Madama, senatore Antonio Azzolini, sono insostenibili i tagli previsti per le Province, le cui risorse finanziarie sono già state fortemente provate dalle recentissime disposizioni in materia di contrazione dei trasferimenti erariali. La spending review, infatti, sottrae alle Province ulteriori 500 milioni di euro, dopo le già gravi decurtazioni stabilite per il 2012, in presenza di bilanci già approvati e in dipendenza dei quali sono stati inevitabilmente già assunti gli indispensabili e necessari impegni finanziari. Ciò porterà inevitabilmente al dissesto finanziario molte Amministrazioni provinciali, e quelle che riusciranno a sopravvivere alla scure dei tagli comunque si troveranno nell’impossibilità di offrire ai cittadini servizi essenziali, dovendo stralciare dal proprio bilancio ogni intervento di manutenzione delle strade e delle scuole di competenza, di sorveglianza idraulica, di difesa del territorio, con gravi ricadute sul sociale e sulla qualità della vita”.

Wanda Ferro si rivolge al presidente della V Commissione di Palazzo Madama: tagli insostenibili per gli Enti locali

Catanzaro, 12 lug 2012 – Wanda Ferro,presidente della provincia di Catanzaro, nonché presidente dell’UPI (Unione province italiane) Calabria, ha scritto al presidente della V Commissione Bilancio di Palazzo Madama, senatore Antonio Azzolini, formulando delle osservazioni in merito al decreto sulla spending review. Ferro ha evidenziato la gravita’ e l’insostenibilita’ dei tagli previsti per gli Enti Locali, ”le cui risorse finanziarie – scrive – sono gia’ state fortemente provate dalle recentissime disposizioni in materia di contrazione dei trasferimentierariali. In particolare le Amministrazioni provinciali, che non godono di entrate proprie, non potranno fare fronte all’erogazione dei servizi essenziali per le proprie comunita”’. Malgrado quanto annunciato all’opinione pubblica, il decreto legge 95 recante ”Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini”, spiega Wanda Ferro, ”si rivela una pesante ed ulteriore manovra finanziaria, costituita da tagli lineari che inevitabilmente causeranno l’impossibilita’ per gli enti locali di erogare i servizi ai cittadinimantenendo, in ogni caso, le responsabilita’ civili e penali connesse alla interruzione di pubblico servizio”. Si tratta, ancora una volta, secondo Ferro, ”di tagli che non tengono in alcun conto le specificita’ dei singoli enti, e quindi senza una valutazione degli effettivi fabbisogni di gestione e delle obbligazioni giuridiche gia’ perfezionate. Pur non intendendo esprimere alcuna valutazione sulle scelte tecniche del governo – prosegue il presidente dell’Upi Calabria – la spending review, o meglio la manovra finanziaria, interviene a luglio, sottraendo alle Province ulteriori 500 milioni di euro, dopo le gia’ gravi decurtazioni stabilite per il 2012, in presenza di bilanci gia’ approvati e in dipendenza dei quali sono stati inevitabilmente gia’ assunti gli indispensabili e necessari impegni finanziari. Tutto senza il dovuto preventivo confronto con le autonomie locali, che sono gli enti che provvedono alla erogazione dei servizi ai cittadini. Per effetto del decreto legge 95, che non tiene conto dei servizi essenziali ed indifferibili attribuiti alle Province, queste si troveranno sicuramente a dovere stralciare dal proprio bilancio ogni intervento di manutenzione delle strade e delle scuole di competenza, di sorveglianza idraulica, di difesa del territorio e cosi’ via”. Secondo Ferro ”saranno, pertanto. ancora una volta i cittadini a pagare lo scotto di una mancata erogazione dei servizi essenziali, e si aggraveranno i problemi relativi alla sicurezza nelle scuole, alla sicurezza sulla viabilita’ stradale, le problematiche ambientali in genere, con gravi ricadute sul sociale e sulla qualita’ della vita, a dispetto di quanto vuole fare intendere il titolo del decreto”. Il presidente Ferro ha quindi invitato i presidenti delle Province calabresi a sollecitare personalmente i deputati e i senatori della regione affinche’ promuovano un emendamento all’articolo 16 del decreto. ”Il Governo – commenta Wanda Ferro – infligge un colpo letale alle Province, che offrono servizi ai cittadini senza richiedere tasse. Solo per la Provincia di Catanzaro, ad esempio, ai 15 milioni gia’ detratti si aggiungerebbe una riduzione di altri 3milioni e 700mila euro, costringendo l’ente a rivedere il bilancio approvato soltanto alla fine di giugno. Inevitabilmente molte Province, che hanno gia’ impegnato somme e stipulato contratti, andranno in dissesto finanziario. Auspichiamo che il commissario per la spending review, Enrico Bondi, possa dialogare con il governo per rivedere le previsioni per l’anno corrente e tagliare cio’ e’ necessario, come ad esempio le oltre cinquemila agenzie, societa’ partecipate, consorzi ed enti strumentali che esistono in tutto il Paese, che servono soltanto a tenere in vita i consigli di amministrazione e che costano 7 miliardi di euro all’anno oltre ad avere accumulato un debito da 34 miliardi di euro”.