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Cento anni e non sentirli, “Il Berretto a Sonagli” al Rendano con un istrionico Gianfranco Jannuzzo

COSENZA – Cento ma non li dimostra. Tanti sono gli anni trascorsi dalla sua prima rappresentazione in versione dialettale, eppure “Il Berretto a Sonagli” di Luigi Pirandello rivela ancora tutta la sua  freschezza e la sua attualità che rimangono inalterate. Merito forse dell’interpretazione del poliedrico attore siciliano Gianfranco Jannuzzo che nei panni di Ciampa si fa artefice di questa versione estremamente vicina ai nostri giorni. Un’opera che ancora rivive e si plasma perfettamente nella drammaticità di un’epoca sovrastata da continui e sterili atteggiamenti che tendono ad occultare, agli occhi dell’altro, l’irrefrenabile debolezza dell’animo umano. E l’attore siciliano, accompagnato da un cast di altissimo livello, con acume e perspicacia è riuscito a tracciare una linea sottile che da una paese medio borghese dell’entroterra siciliano dei primi del Novecento giunge, inesorabilmente fino all’oggi quotidiano Il protagonista de “Il Berretto a Sonagli”- andato in scena ieri sera al Teatro Rendano di Cosenza- è  Ciampa, un uomo costretto a scontrarsi con una realtà pressoché beffarda e apparentemente moralista. Un personaggio quello di Ciampa che si muove attorno a stati d’animo contrastati e tipici dell’uomo moderno, la follia, il dolore, l’ira, la pacatezza, la mitezza, la furia. Dall’altra parte una donna – Beatrice – frustrata e ambigua che vuole, ad ogni costo, vendicarsi del tradimento del marito. Una donna dalle sembianze apparentemente forti, ma che nasconde nel suo animo ribelle tutta la debolezza che appartiene a quell’universo femminile troppo spesso affranto e deturpato. Un universo che rimescola le carte in tavola e dove la rassegnazione, il silenzio ed infine la resa si rendono necessari al fine di salvaguardare quell’apparente voglia di normalità e desiderio di affetto, troppo spesso lasciati nell’oblio.

IL CAST

Sul palco, accanto a Gianfranco Jannuzzo, in splendida forma – che sul finire ha voluto ricordare il suo amico Totonno Chappetta – altri bravi attori che hanno fatto da contorno ad uno spettacolo piacevole e intenso. Emanuela Muni nel ruolo di Beatrice, l’irriverente e pittoresco Franco Mirabella nei panni del Commissario Spanò, Gaetano Aronica nelle vesti di Fifì. Lo spettacolo si è avvalso poi della partecipazione di Anna Malvica– molti la ricorderanno nel cast di “Pipino Il Breve” di Tony Cucchiara-  che ha interpretato, ne “Il Berretto a Sonagli”-  la Signora Assunta. La regia dello spettacolo è stata affidata ad un altro siciliano, Francesco Bellomo, mentre le scene sono state curate da Carmelo Giannello. Degne di nota le musiche, forti, intense, a tratti sensuali e travolgenti. La colonna sonora porta la firma del maestro Mario D’Alessandro e riporta lo spettatore alle sonorità tipiche che hanno caratterizzato il cinema degli anni ’50.

LA STAGIONE DI PROSA DEL TEATRO RENDANO DI COSENZA 

“Il Berretto a Sonagli” ha ufficialmente dato il via alla stagione di prosa del teatro di tradizione Alfonso Rendano.  ” L’Altro Teatro 2017/2018″ – questa la rassegna- è stata realizzata grazie alla Regione Calabria e patrocinio del Comune di Cosenza. Vede la direzione artistica di Enzo Noce e la direzione amministrativa e organizzazione di Gianluigi Fabiano. Amministratore unico della rassegna è Pino Citrigno.

I PROSSIMI SPETTACOLI

Dopo “Il Flauto Magico” – fuori programma lo scorso 18 novembre e dopo “Il Berretto a Sonagli” che ha ufficialmente dato il via alla kermesse, il prossimo appuntamento è per sabato 16 dicembre con uno spettacolo in programma alle 18.30 e che vedrà Massimo Dapporto protagonista de “Un Borghese Piccolo Piccolo”, tratto dall’omonimo romanzo di Vincenzo Cerami. Il 7 gennaio sarà poi la volta de ” Sogno di una notte di mezza estate” con Stefano Fresi, Giorgio Pasotti, Paolo Ruffini e Violante Placido. Il 2018 vedrà poi sul palco del Rendano attori come Roul Bova, Ambra Angiolini, Serena Autieri, Massimo Lopez, Tullio Solenghi, Lorella Cuccarini e Massimo Ranieri. Senza dimenticare lo spettacolo “Battlefield”, adattamento e regia di Peter Brook e Mariehléléne Estienne e  “Un amore esemplare” di e con Daniel Pennac.

Raffaella Aquino

 

 

Al via la rassegna “L’Altro Teatro”, stasera al Rendano “Il Berretto a Sonagli”

COSENZA – Questa sera si alza ufficialmente il sipario della “Rassegna L’Altro Teatro 2017/2018” con il primo spettacolo in abbonamento “Il berretto a sonagli” con Gianfranco Jannuzzo. Finanziato dalla Regione Calabria, quale evento storicizzato- sull’avviso pubblico per la selezione e finanziamento di interventi per la valorizzazione del sistema dei beni culturali, la qualificazione e il rafforzamento dell’offerta culturale- vede, inotre, il supporto dell’Amministrazione comunale di Cosenza. Organizzato dalla società “L’AltroTeatro” guidata dal gruppo di operatori del mondo dello spettacolo locale: Enzo Noce, Giuseppe Citrigno e Gianluigi Fabiano. Sul palco del Teatro A. Rendano 14 appuntamenti all’insegna della grande drammaturgia senza dimenticare, però, il divertimento e il puro spettacolo. Prosa, dai grandi classici agli autori contemporanei e poi, commedie e musical questi gli ingredienti del cartellone ideato da “L’AltroTeatro”. Dunque, questa sera, sarà la volta di un grande classico della drammaturgia italiana “Il berretto a sonagli” di Luigi Pirandello. In occasione delle celebrazioni dei 150 anni dalla nascita del drammaturgo siciliano, torna in scena una delle sue opere più amate. Uno dei suoi testi più conosciuti e rappresentati. Una versione diretta da Francesco Bellomo e intepretata dal mattatore siciliano Gianfranco Jannuzzo. La commedia è ambientata nell’immediato dopoguerra, si connota per aver restituito alcune scene tagliate della versione originale e per aver incentrato il testo su molti aspetti tipici di una sicilianità a volte perduti nel tempo.

L’OPERA E LA TRAMA

Il berretto a sonagli” prende spunto da due novelle: “Certi obblighi” e “La verità” di Luigi Pirandello; in entrambi i casi si narra di un marito che, nonostante sia a conoscenza dell’adulterio della moglie, lo accetta con rassegnazione, ponendo come unica condizione la salvaguardia dell’onorabilità scrive nelle sue note di regia Francesco Bellomo – La società costringe gli individui ad apparire rispettabili, obbedendo a precisi codici di comportamento; in realtà tutto è permesso purché si salvino le apparenze. La vicenda trascende, nel suo giuoco beffardo, la realtà dell’ambiente, ma non si sarebbe potuta realizzare al di fuori di quella. Ciampa, scrivano in una cittadina all’interno della Sicilia, è inserito in una società piccolo-borghese, condizionata dai “galantuomini”, ma non esclusa da un rapporto attivo, anche se subalterno, con la classe superiore. La morale sessuale è pur sempre sofisticata, ma acquisisce, nel caso di Ciampa, il decoro convenzionale e ipocrita del codice borghese del perbenismo, un codice sul quale la beffarda rivalsa del subalterno gioca una sua partita arguta e teorizza il sistema pratico, socio-morale delle “tre corde”: la seria, la civile e la pazza. ll recupero del copione originale consente di evidenziare la spontaneità della vis comica pirandelliana. Inoltre, il reinserimento di alcune scene tagliate permette di identificare meglio e la tematica dell’opera e i caratteri dei personaggi. Le musiche di Mario D’Alessandro ci riportano a quelle sonorità forti e terragne che hanno caratterizzato la produzione cinematografica dei film di ispirazione siciliana degli anni ’50.