Archivi tag: Il cacciatore di meduse

Romanzo antirazzismo “Il cacciatore di meduse” tra i libri più letti nelle scuole

COSENZA – La struggente storia de  “Il cacciatore di meduse” di Ruggero Pegna (Falco Editore), “romanzo antirazzismo” come lo definisce lo stesso editore, divenuto un testo di riferimento per molti docenti sui temi dell’immigrazione, dell’integrazione e, più in generale, su razzismo e rispetto di ogni tipo di diversità, è uno dei libri contemporanei più letti nelle scuole negli ultimi anni.

Per soddisfare, infatti, la richiesta di molti Istituti, Falco Editore ha dovuto provvedere ad una nuova ristampa. 

Nel 2017, “Il cacciatore di meduse” è stato inserito tra i libri consigliati dalla World Social Agenda della Fondazione Fontana di Padova a studenti e docenti delle scuole secondarie di secondo grado sul tema “Migranti e Diritto al futuro”.

“Questo romanzo – afferma l’autore – è nato dal desiderio di raccontare gli stati d’animo, i sogni, le sofferenze, le difficoltà e i tanti rischi di chi lascia l’Africa con la speranza di una vita migliore! Mi sono immedisimato in un bambino migrante e ho raccontato la sua storia, ovviamente romanzata. E’ lui, con i suoi occhi e i suoi sentimenti, a portarci nel viaggio dalla sua Somalia a Lampedusa e poi a farci vivere,  attraverso innumerevoli avventure e un finale a sorpresa, le difficoltà dell’integrazione, la voglia di una vita normale, la capacità di superare ogni diffidenza e barriera attraverso l’umanità e l’amore.”

La commovente storia di Tajil, bambino somalo sbarcato a Lampedusa con la sua mamma e un Pinocchio di legno, e dei suoi amici miseri e immigrati di tutto il mondo, presentata con successo alla Book City di Milano e al Salone del Libro di Torino, colpisce per la straordinaria capacità di fare entrare i lettori nella storia, quasi fossero migranti in viaggio col protagonista. L’intensità della narrazione è arricchita dall’incanto delle ambientazioni: dal magico scenario della costa siciliana, ad altri luoghi molti belli del nostro Paese, come Le Castella in Calabria o alcune vie di Roma, fino a qualche capitolo nel suggestivo centro storico di Praga. Descrizioni incantevoli della natura, a cominciare da quella africana lasciata alle spalle, fanno da sfondo all’originalissimo racconto. Dopo il viaggio, prima nel deserto poi nel Mediterraneo, da Zuara in Libia a Lampedusa, il romanzo tocca molti luoghi della Sicilia, da Linosa a San Vito e poi in Calabria, dove Tajil rimane incantanto dal Castello Aragonese di Le Castella, “tenuto a galla da milioni di meduse”

Il tema scottante dell’immigrazione è toccato dall’altro punto di vista, con gli occhi di Tajil, che diventerà scrittore della sua stessa storia, e con la voce di immigrati, miseri e diversi di tutto il mondo.

“Il cacciatore di meduse”, secondo il giudizio di criticie  docenti, è un romanzo imperdibile, pieno di magia, poesia e umanità, intriso di ironia e, allo stesso tempo, commovente. In un momento storico segnato da episodi d’intolleranza e di odio, “Il cacciatore di meduse” parla di sentimenti, di uguaglianza tra uomini di ogni fede, razza e colore. Con le sue principesse del mare, delicate ed eteree, ripropone il valore controcorrente del rispetto verso gli altri e di ogni diversità, la ricchezza della contaminazione tra diverse culture. Un romanzo che arriva dritto al cuore di lettori di ogni età, incastonato nella storia mondiale degli ultimi anni, dall’elezione di Obama, primo Presidente americano di colore, all’appello di Papa Francesco alla Comunità Internazionale. Il dramma dei migranti diventa una grande storia d’amore.

Nel suo primo temino in italiano Tajil scrive:  «La Terra è di tutti, diceva mio nonno e, per questo, sto bene anche qui, in mezzo a gente con la pelle diversa dalla mia… Penso che il nonno avesse ragione quando diceva che la bontà non dipende dal colore della pelle, ma da quello del cuore. ». Tra le onde, Tajil anela alla terraferma con in testa un guazzabuglio di desideri, speranze, sogni.

“Ognuno ha un motivo per scappare e mille altri per sperare”, scrive Ruggero Pegna che, dopo “Miracolo d’amore”, storia della “sua” leucemia (Rubbettino, 2005) e numerose altre pubblicazioni, decide di addentrarsi in un mondo affascinante e misterioso che si perde talora nelle derive del razzismo, del concetto errato di emigrazione, di tolleranza e solidarietà, di speranza. “Il cacciatore di meduse” si presenta come un autentico romanzo di formazione. Numerosi i riconoscimenti ottenuti. Primo classificato tra i romanzi al “Premio Antonio Proviero” di Trenta, al “Premio Core.re. Cultura” del Rende Book Festival, al “Premio Antonietta Roncone” di Grottole di Matera,  menzione d’onore al “Premio Michelangelo Buonarroti”, premiato tra i finalisti al Premio Internazionale “Il sigillo di Dante” della “Dante Alighieri” di La Spezia e al Premio Nazionale Città di Grosseto “Amori Sui Generis” anche per la copertina, il romanzo è già stato anche tradotto in braille per vedenti e ipovedenti dall’Uici di Vibo Valentia.

 

In ristampa il romanzo di Ruggero Pegna “Il cacciatore di meduse”

A distanza di due anni dalla pubblicazione, “Il cacciatore di meduse” di Ruggero Pegna pubblicato dalla casa editrice Falco, dopo la partecipazione a numerosi eventi letterari estivi, da “Sogni e Segni, letture a Sud” di Briatico, a “Incroci a Sud, onde di un mare migrante” condotto da Paola Bottero a Scilla, continua il suo viaggio nelle scuole, stimolando approfondimenti e riflessioni sui temi dell’immigrazione, dell’accoglienza, dell’integrazione, del rispetto di tutte le diversità contro ogni forma di razzismo.

Per poter soddisfare le numerose richieste di vari istituti scolastici, la casa editrice ha dovuto provvedere a ristampare il romanzo, inserito anche tra i tredici libri consigliati dalla World Social Agenda nel 2017 a studenti e docenti delle scuole secondarie di secondo grado, nell’ambito del tema scelto quest’anno: “Migrazioni e diritto al futuro”.

Unanimi in questi mesi i consensi di critica e lettori, tra cui moltissimi giovani, per un romanzo che si è dimostrato capace di raccontare la vita dei migranti in modo vero, commovente e avvincente, sottolineando gli aspetti di incredibile umanità delle storie di chi fugge disperatamente dalla propria terra. Un lato umano spesso assente dalle cronache giornalistiche di sbarchi e naufragi e, talvolta, davvero inimmaginabile.

In questo romanzo avvolto da toni quasi fiabeschi, il tema scottante dell’immigrazione è toccato per la prima volta dall’altro punto di vista, con gli occhi di Tajil, il bambino somalo che diventa scrittore della sua stessa storia e con la voce di immigrati, miseri e diversi di tutto il mondo.

«E’ un romanzo che ribalta il punto di vista. Qui a parlare sono proprio loro, i miseri ed emarginati del pianeta, capaci però di lottare e raggiungere una vita migliore!”, afferma l’autore. “La bontà non dipende dal colore della pelle, ma da quello del cuore… La Terra è di tutti!”, diceva il nonno del piccolo cacciatore di meduse, un anziano che viveva sul fiume Jubba a Chisimaio, in Somalia. E Tajil racconta: “Venendo dal mio Paese ho visto che gli uomini lentamente si scolorivano, fino a diventare bianchi del tutto arrivati in Italia. Non so perché e non credo che fosse una malattia, ma se fossi stato bianco mi sarei vergognato a stare nel mio villaggio. Ora che sono qui, sto bene anche tra i bianchi, perché sono vivo e felice!».

Trama

Ambientata quasi interamente in Sicilia, questa imperdibile e struggente avventura di un piccolo “cacciatore di meduse”, il lavoro che il ragazzo s’inventa per sopravvivere, si muove soprattutto nel magico scenario della costa siciliana. Le avventure di Tajil e degli strani amici della sua compagnia si snodano per le vie di San Vito Lo Capo, nello scenario naturale della Riserva dello Zingaro, per le tante calette, lungo la costa fino a Scopello e, dall’altro lato, fino a Mazara. Gli spaccati di San Vito, il “misterioso” Monte Monaco, le affascinanti grotte, arricchiscono di poesia un romanzo in cui la natura e le bellezze paesaggistiche siciliane contribuiscono a catturare e incantare il lettore. Dopo il drammatico racconto del viaggio, prima nel deserto, poi nel Mediterraneo da Zuara a Lampedusa, in compagnia della madre e di un’altra bimba rimasta orfana durante la traversata, il piccolo migrante si avventura in numerosi luoghi italiani, da Linosa alla Valle dei Templi, da Isola Capo Rizzuto a Milano e Roma. Descrizioni incantevoli della natura e dei luoghi fanno da sfondo all’originale racconto, dalle splendide visioni di meravigliosi paesaggi africani fino a quelle della traversata del Mediterraneo e dell’arrivo a Lampedusa.

Una storia dei nostri giorni, tra fiaba e realtà, che appartiene a tutti noi. Secondo molti docenti che lo hanno adottato è un vero romanzo di formazione che arriva dritto al cuore di lettori di ogni età, incastonato nella storia mondiale degli ultimi anni: dall’elezione di Obama, primo presidente americano di colore, all’appello di Papa Francesco alla Comunità Internazionale. Un romanzo che racconta la dura realtà dei nostri giorni, facendo immedesimare il lettore nelle vicende dei protagonisti, talvolta perfino con un pizzico di ironia.

In un momento storico dominato dalle tragedie dell’intolleranza, dell’odio e del fanatismo terroristico, “Il cacciatore di meduse” parla di umanità e sentimenti, di uguaglianza tra uomini di ogni fede, razza e colore. Un libro struggente e attuale, una sorta di fiaba contemporanea, che ripropone il valore controcorrente del rispetto verso gli altri e la ricchezza della contaminazione tra diverse culture, affascinando anche i lettori più giovani. Il romanzo è disponibile anche in versione ebook.

 

“Il cacciatore di meduse” di Ruggero Pegna presentato a Bisignano

BISIGNANO (CS) – Sala gremita per “Il cacciatore di meduse” (edito da Falco editore), romanzo di successo di Ruggero Pegna, presentato giovedì scorso nel chiostro del convento di Sant’Umile per il secondo appuntamento di “Libri in scena”.
Con la moderazione del cantante locale Carlo Falco e dopo i doverosi interventi di sindaco, vice sindaco e assessore alla cultura, i quali hanno ribadito con forza che la rinascita di Bisignano debba partire dal rinascimento culturale, è intervenuta dapprima Rita Adamo, in rappresentanza del collettivo “Le Seppie” presentando alla platea il lavoro svolto con gli immigrati a Belmonte l. A seguire l’editore Michele Falco che oltre lodare l’amministrazione per il suo impegno in «un deserto per la cultura», ha definito un romanziere colui che è capace di portare gli uomini nel proprio animo. Sulla stessa scia ha concluso, ringraziando il pubblico per la grandiosa pazienza, l’autore stesso. «Il compito di un romanziere – ha spiegato Pegna – è quello di addentrarsi dentro l’uomo e insegnare l’empatia. Un’empatia che si dimostra naturale quando si giunge a guardare in faccia la morte, come lui stesso che a 24 ore dal matrimonio scoprì di avere solo qualche giorno ancora di vita». E’ lì che ricevette l’aiuto dell’amore e dell’amicizia. Ed è quello che vuole trasmettere: «Vedere quei barconi pieni di neri ci impedisce di vedere gli uomini che stanno sfidando la sorte. Che rischierebbe la propria vita se non per una situazione limite? Come possiamo pensare che l’umanità si fermi di fronte una barriera? Dobbiamo vedere gli uomini. Da qui la mia volontà di scrivere questo romanzo: volevo essere un bambino dell’Africa, al di là dei neri del giornale, volevo essere l’umano». Con la sua saggezza ha concluso, a mezzanotte inoltrata, regalandoci un’ultima perla: «La sofferenza ci fa amare di più, ci unisce di più. E’ la fraternità a far comprendere meglio la sofferenza.»
Non c’è allora da stupirsi se “Il cacciatore di meduse” è stato inserito nella lista dei 13 romanzi consigliati dalla World Social Agenda alle scuole nel 2017. Doveroso citare infine Michele Falco: «La bellezza non ha tempo. Il cacciatore di meduse non ha tempo».

Alfredo Arturi

Alfredo Arturi

Pegna

“Il cacciatore di meduse” ora anche in formato ebook

LAMEZIA TERME (CZ) – Tajil, il piccolo migrante somalo sbarcato a Lampedusa, protagonista del romanzo “Il cacciatore di meduse” di Ruggero Pegna, edito da Falco, ora sbarca anche in versione ebook nel formato epub, grazie alla piattaforma Ebook Republic, fornitrice anche di Ibs e Amazon.

«Lo scopo del nuovo formato è proprio quello di consentirne un più facile ed economico accesso ai più giovani ed una immediata reperibilità», afferma Alessandro Baldascino, responsabile Ufficio Stampa della casa editrice.

Nell’attualissimo romanzo, è proprio il piccolo migrante somalo, sbarcato a Lampedusa con la mamma e una bimba rimasta orfana durante il viaggio, a raccontare paure, sofferenze, emozioni e speranze della fuga verso una vita migliore; nel deserto prima, poi durante una tragica  traversata del Mediterraneo dal porto libico di Zuara fino in Sicilia. Una storia dei nostri giorni in chiave romanzo, tra fiaba e realtà.

Unanimi i consensi di critica e lettori. In questo romanzo, infatti, il tema scottante dell’immigrazione è toccato per la prima volta dall’altro punto di vista, con gli occhi del bambino somalo che diventa scrittore della sua stessa storia e con la voce di altri suoi amici, immigrati, miseri e diversi di tutto il mondo.

Le avventure di Tajil e degli strani amici della sua compagnia, i tanti invisibili che si aggirano intorno a noi, si snodano soprattutto in Sicilia, in particolare per le vie di San Vito Lo Capo, nello scenario naturale della Riserva dello Zingaro, per le tante calette, lungo la costa fino a Scopello e, dall’altro lato, fino a Mazara. Sono tanti i luoghi del nostro Paese toccati da Tajil nel suo peregrinare, fino al definitivo ritorno a San Vito, dove lo attende un finale inimmaginabile.

Un libro struggente e attuale, una fiaba contemporanea, che ripropone il valore controcorrente del rispetto verso gli altri e la ricchezza della contaminazione tra diverse culture, affascinando anche i lettori più giovani.

In un momento storico dominato dalle tragedie dell’intolleranza, dell’odio e del fanatismo terroristico, “Il cacciatore di meduse” parla di umanità e sentimenti, di uguaglianza tra uomini di ogni fede, razza e colore. Incastonato nella storia mondiale degli ultimi anni: dall’elezione di Obama, primo presidente americano di colore, all’appello di Papa Francesco alla Comunità Internazionale, è un forte grido contro ogni forma di razzismo, per il rispetto delle diversità e di ogni essere umano.

 

“Un libro al mese, visti da vicino”: a Vibo Valentia ”Il cacciatore di meduse” di Ruggero Pegna

VIBO VALENTIA – Continua il viaggio di Tajil, il piccolo migrante somalo sbarcato a Lampedusa, protagonista del romanzo di Ruggero Pegna, per uno dei temi più attuali dei nostri giorni: il dramma dei migranti e la loro integrazione. Dopo “Libriamoci a scuola” di fine ottobre all’Istituto Ciliberto di Crotone, lunedì 14 novembre alle 18.30 ”Il cacciatore di meduse” (Falco Editore) sarà presentato presso la Sala Convegni della Biblioteca Comunale di Vibo Valentia in “Un libro al mese, visti da vicino”, a cura di Concetta Silvia Patrizia Marzano presidente dell’Associazione onlus “L’isola che non c’è”. Alla presentazione interverranno Elio Costa, sindaco di Vibo, il giornalista Danilo Tavella e l’autore.

Il commovente romanzo, che si chiude con il ricordo della strage di migranti del 3 ottobre 2013, è certamente una delle pubblicazioni più belle e convincenti degli ultimi tempi, realizzato anche in versione braille e parlata per non vedenti. Nella storia di Tajil, il piccolo migrante somalo sbarcato con la mamma a Lampedusa dopo l’inabissamento del suo barcone, è lo stesso protagonista  a raccontare paure, sofferenze, emozioni e speranze della fuga verso una vita migliore, nel deserto prima, poi durante la traversata del Mediterraneo dal porto libico di Zuara fino in Sicilia. Una storia dei nostri giorni in chiave romanzo, tra fiaba e realtà, che continua a commuovere lettori di ogni età. «Sento ancora in gola la polvere che ho ingoiato, l’acqua che ho bevuto quando non avevo sete e che desideravo quando ero assetato”, dice Tajil. Terribile la descrizione dei momenti dell’affondamento della sua imbarcazione in uno dei capitoli più dolorosi: “Il pezzo di mare intorno a noi si trasformò in un pentolone pieno di neri che provavano a nuotare. Ribolliva come se, sotto, ci fosse davvero fuoco. Dopo un po’, le grida diminuirono e rimasero i rumori della disperazione. Non durarono molto. Quasi tutti non sapevano nuotare e furono inghiottiti, uno dopo l’altro, in pochi secondi… Ognuno in silenzio andò incontro al suo destino, come se si sapesse che, arrivati alle porte del paradiso, non tutti saremmo potuti entrare e ci si rassegnasse a morire con la consapevolezza d’averci provato…».

“Il cacciatore di meduse” per la sua capacità di raccontare la straordinaria umanità delle incredibili avventure dei migranti africani, è considerato un autentico romanzo di formazione ed è stato già introdotto in molte scuole. Unanimi i consensi di critica e lettori. In questo romanzo, infatti, il tema scottante dell’immigrazione è toccato per la prima volta dall’altro punto di vista, con gli occhi del bambino somalo che diventa scrittore della sua stessa storia e con la voce di altri suoi amici, immigrati, miseri e diversi di tutto il mondo. Ambientata quasi interamente in Sicilia, questa struggente avventura presentata con successo anche alla Book City di Milano e al Salone del Libro di Torino, si muove nel magico scenario della costa siciliana e, in  particolare, di quella trapanese.

Descrizioni incantevoli della natura e dei luoghi, fanno da sfondo all’originale racconto, protagonista di incontri e dibattiti sui temi dell’immigrazione, dell’integrazione e della convivenza tra diversità di ogni tipo. Le avventure di Tajil e degli strani amici della sua compagnia, si snodano per le vie di San Vito Lo Capo, nello scenario naturale della Riserva dello Zingaro, per le tante calette, lungo la costa fino a Scopello e, dall’altro lato, fino a Mazara. Dopo il drammatico racconto del viaggio, in compagnia della madre e di un’altra bimba rimasta orfana durante la traversata, il piccolo migrante si avventura in numerosi luoghi della Sicilia. Il suo peregrinare proseguirà fino al Centro di Accoglienza di Crotone in Calabria; poi a Roma, Milano e finanche a Praga, alla ricerca del Ponte Carlo dove era nata Samira, la fidanzatina bruciata viva nell’incendio della sua baracca di legno. Infine, ritornerà a San Vito, dove riuscirà a coronare il suo sogno di diventare giornalista e lo attenderà una inimmaginabile sorpresa.

In un momento storico dominato dalle tragedie dell’intolleranza, dell’odio e del fanatismo terroristico, “Il cacciatore di meduse” parla di umanità e sentimenti, di uguaglianza tra uomini di ogni fede, razza e colore.  Incastonato nella storia mondiale degli ultimi anni: dall’elezione di Obama, primo presidente americano di colore, all’appello di Papa Francesco alla Comunità Internazionale, è un forte grido contro ogni forma di razzismo.  Un libro struggente e attuale, una fiaba contemporanea, che ripropone il valore controcorrente del rispetto verso gli altri e la ricchezza della contaminazione tra diverse culture, affascinando anche i lettori più giovani.

«La Terra è di tutti… La bontà non dipende dal colore della pelle ma da quello del cuore!», scrive Tajil nel suo primo temino in italiano. Raccontando la dura realtà dei nostri giorni, tra episodi drammatici e sfumature fiabesche,  arriva dritto al cuore.

3 ottobre, la strage dei migranti raccontata ne “Il cacciatore di meduse” di Ruggero Pegna

COSENZA – Si chiude con il ricordo della strage di migranti del 3 ottobre 2013, il romanzo “Il cacciatore di meduse” di Ruggero Pegna, pubblicato dalla casa editrice Falco. Nella commovente storia di Tajil, il piccolo migrante somalo sbarcato con la mamma a Lampedusa dopo l’inabissamento del suo barcone, è lo stesso protagonista a raccontare paure, sofferenze, emozioni e speranze della fuga verso una vita migliore, nel deserto prima, poi durante la traversata del Mediterraneo dal porto libico di Zuara fino in Sicilia. Una storia dei nostri giorni in chiave romanzo, tra fiaba e realtà, che continua a commuovere lettori di ogni età.

Sento ancora in gola la polvere che ho ingoiato, l’acqua che ho bevuto quando non avevo sete e che desideravo quando ero assetato”, dice Tajil. Terribile la descrizione dei momenti dell’affondamento della sua imbarcazione in uno dei capitoli più dolorosi: “Il pezzo di mare intorno a noi si trasformò in un pentolone pieno di neri che provavano a nuotare. Ribolliva come se, sotto, ci fosse davvero fuoco. Dopo un po’, le grida diminuirono e rimasero i rumori della disperazione. Non durarono molto. Quasi tutti non sapevano nuotare e furono inghiottiti, uno dopo l’altro, in pochi secondi… Ognuno in silenzio andò incontro al suo destino, come se si sapesse che, arrivati alle porte del paradiso, non tutti saremmo potuti entrare e ci si rassegnasse a morire con la consapevolezza d’averci provato..”..

“Il cacciatore di meduse” per la sua capacità di raccontare la straordinaria umanità delle incredibili avventure dei migranti africani, è considerato un autentico romanzo di formazione ed è stato già introdotto in molte scuole. Unanimi i consensi di critica e lettori.

In questo romanzo, infatti, il tema scottante dell’immigrazione è toccato per la prima volta dall’altro punto di vista, con gli occhi del bambino somalo che diventa scrittore della sua stessa storia e con la voce di altri suoi amici, immigrati, miseri e diversi di tutto il mondo. Ambientata quasi interamente in Sicilia, questa struggente avventura presentata con successo anche alla Book City di Milano e al Salone del Libro di Torino, si muove nel magico scenario della costa siciliana e, in  particolare, di quella trapanese. Descrizioni incantevoli della natura e dei luoghi, fanno da sfondo all’originale racconto, protagonista di incontri e dibattiti sui temi dell’immigrazione, dell’integrazione e della convivenza tra diversità di ogni tipo. Le avventure di Tajil e degli strani amici della sua compagnia, si snodano per le vie di San Vito Lo Capo, nello scenario naturale della Riserva dello Zingaro, per le tante calette, lungo la costa fino a Scopello e, dall’altro lato, fino a Mazara. Dopo il drammatico racconto del viaggio, in compagnia della madre e di un’altra bimba rimasta orfana durante la traversata, il piccolo migrante si avventura in numerosi luoghi della Sicilia. Il suo peregrinare proseguirà fino al Centro di Accoglienza di Crotone in Calabria; poi a Roma, Milano e finanche a Praga, alla ricerca del Ponte Carlo dove era nata Samira, la fidanzatina bruciata viva nell’incendio della sua baracca di legno. Infine, ritornerà a San Vito, dove riuscirà a coronare il suo sogno di diventare giornalista e lo attenderà una inimmaginabile sorpresa.

In un momento storico dominato dalle tragedie dell’intolleranza, dell’odio e del fanatismo terroristico, “Il cacciatore di meduse” parla di umanità e sentimenti, di uguaglianza tra uomini di ogni fede, razza e colore.  Incastonato nella storia mondiale degli ultimi anni: dall’elezione di Obama, primo presidente americano di colore, all’appello di Papa Francesco alla Comunità Internazionale, è un forte grido contro ogni forma di razzismo.  Un libro struggente e attuale, una fiaba contemporanea, che ripropone il valore controcorrente del rispetto verso gli altri e la ricchezza della contaminazione tra diverse culture, affascinando anche i lettori più giovani. Raccontando la dura realtà dei nostri giorni, tra episodi drammatici e sfumature fiabesche,  arriva dritto al cuore.

Reggio Calabria, presentato il “Cacciatore di meduse”

Il cacciatore di meduse - copertinaREGGIO CALABRIA – Presso il palazzo della cultura “Pasquino Crupi” è stato presentato il romanzo “Il cacciatore di meduse” di Ruggero Pegna.  L’incontro organizzato e coordinato da Elmar Elisabetta Marcianò, ha visto numerosi  interventi tra cui quelli di Vincenzo Maria Romeo, docente di psicologia sociale presso l’Università per Stranieri “Dante Alighieri” di Reggio Calabria, Edoardo Lamberti-Castronuovo, assessore per le Politiche Culturali della Provincia e dell’editore del romanzo Michele Falco. Non casuale la scelta della location, come ha sottolineato la Marcianò. «Il palazzo della cultura Pasquino Crupi è una location preziosa, adatta ad ospitare un libro altrettanto prezioso; la presenza di molti dipinti di enorme valore, insieme a quella dei pittori reggini, offre uno scenario suggestivo unico in cui la presentazione di questo romanzo può svolgersi nella sua interezza fatta di drammatica realtà e luminosa speranza, legata ad un filo narrativo che sfiora delicatamente la fiaba”,  cosi Elisabetta Marcianò, presidente dell’associazione “LiberArché” e curatrice dell’evento, ha spiegato la scelta, “che si è rivelata scelta felice, come ricco di rivelazioni è stato lo stesso racconto, colmo di riflessioni delicate, ma anche precise, taglienti rispetto al momento storico che viviamo». Alla Marcianò ha fatto eco Pegna all’inizio del suo intervento, sottolineando come questo palazzo sia allo stesso tempo simbolo di cultura e legalità .«Quando ho sentito la diagnosi  che non mi dava alcuna speranza di sopravvivenza per il tipo di leucemia, mi sono aggrappato ai medici e alla fede, alla mistica Natuzza Evolo che mi ha dato coraggio e predetto la guarigione. Da quella situazione limite che ho vissuto – ha detto Pegna – è iniziato un percorso di immedesimazione in situazioni di grande sofferenza e difficoltà contraddistinte dalla voglia di sopravvivere, come è anche lo stato di uomini in fuga dalle atrocità e miserie delle loro terre alla ricerca di condizioni di vita dignitose e ammissibili per la condizione umana. Nessuno ha scelto di nascere, né come né dove, ma tutti hanno diritto a sperare in una vita migliore per sé e i loro figli»

 

Il cacciatore di Meduse: il tema dell’immigrazione nel libro di Pegna

Il cacciatore di meduse - copertinaGIOIA TAURO (RC) – Domani sera, alle ore 18,30, il romanzo “Il cacciatore di Meduse” sarà discusso a Gioia Tauro, presso la Terrazza di Palazzo Baldari, durante un incontro promosso dall’Associazione Culturale Kairos coordinato dalla Presidente Milena Marvasi Panunzio. Il prossimo 14 luglio alle ore 17,30, “Il cacciatore di meduse” arriverà al Palazzo della Cultura “Pasquino Crupi” di Reggio Calabria. L’incontro sarà coordinato dalla giornalista Elmar Elisabetta Marcianò. Interverranno Edoardo Lamberti-Castronuovo, assessore per le Politiche Culturali della Provincia, Patrizia Nardi, assessore comunale alla Cultura, Vincenzo Maria Romeo, docente di psicologia sociale presso l’ Università per Stranieri “Dante Alighieri” di Reggio Calabria. Ad entrambi gli incontri saranno presenti l’autore e rappresentanti di associazioni e organismi che si occupano di accoglienza e migranti.

Possibile che sia normale che, in un Paese come il nostro, esistano baraccopoli e condizioni di vita come quelle di questi uomini a Rosarno?”, è l’interrogativo da cui parte l’autore, denunciando l’indifferenza generale verso la morte di un migrante.

In questo romanzo, il tema scottante dell’immigrazione è toccato per la prima volta dall’altro punto di vista, con gli occhi di un bambino somalo che diventerà scrittore della sua stessa storia e con la voce di immigrati, miseri e diversi di tutto il mondo. Ambientata quasi interamente in Sicilia, questa struggente storia presentata con successo anche alla Book City di Milano e al Salone del Libro di Torino, si muove nel magico scenario della costa siciliana e, in  particolare, di quella trapanese. Descrizioni incantevoli della natura e dei luoghi, fanno da sfondo all’originale racconto del piccolo Tajil,  le cui avventure  si snodano per le vie di San Vito Lo Capo, fino a Mazara. Gli spaccati di San Vito, il “misterioso” Monte Monaco, le affascinanti grotte, arricchiscono di poesia un romanzo in cui la natura e le bellezze paesaggistiche siciliane contribuiscono a catturare e incantare il lettore.

Un libro struggente e attuale, una fiaba contemporanea, che ripropone il valore controcorrente del rispetto verso gli altri e la ricchezza della contaminazione tra diverse culture, affascinando anche i lettori più giovani. Una storia dei nostri giorni, tra fiaba e realtà, che appartiene a tutti noi.

 

 

“Il cacciatore di meduse” di Ruggero Pegna anche a Gioia Tauro e a Reggio

REGGIO CALABRIA – Dopo numerose presentazioni in eventi letterari e in molte scuole, “Il cacciatore di meduse”, il commovente romanzo di Ruggero Pegna edito da Falco che racconta la storia di un piccolo migrante somalo e dei suoi amici miseri e immigrati di tutto il mondo, continua ad essere protagonista di incontri e dibattiti sui temi dell’immigrazione, dell’integrazione e, più in generale, su argomenti purtroppo di grande attualità come il  razzismo e la convivenza tra diversità di ogni tipo.

Il prossimo 2 luglio alle ore 19.30 il romanzo sarà discusso a Gioia Tauro, presso la Terrazza di Palazzo Baldari, durante un incontro promosso dall’Associazione Culturale Kairos. Coordineranno le professoresse Antonella Belfiore e Milena Marvasi Panunzio, presidente dell’Associazione.

Il 14 luglio alle ore 17.30, “Il cacciatore di meduse” arriverà al Palazzo della Cultura “Pasquino Crupi” di Reggio Calabria. L’incontro sarà coordinato dalla giornalista Elmar Elisabetta Marcianò. Interverranno, oltre all’autore, Edoardo Lamberti-Castronuovo, assessore per le Politiche Culturali della Provincia, Patrizia Nardi, assessore comunale alla Cultura, Vincenzo Maria Romeo, docente di psicologia sociale presso l’ Università per Stranieri “Dante Alighieri” di Reggio Calabria.

L’incontro reggino assume un significato particolare, in quanto la città dello stretto e la sua provincia sono spesso al centro di cronache di sbarchi e, nei giorni scorsi, anche della sepoltura nel piccolo cimitero di Armo di 45 migranti annegati nel canale di Sicilia, dopo il naufragio del loro barcone.

Ed è proprio il racconto del viaggio, prima nel deserto, poi nel Mediterraneo, da Zuara a Lampedusa, una delle parti del libro più drammatiche e toccanti.

In un momento storico dominato dalle tragedie dell’intolleranza, dell’odio e del fanatismo terroristico, “Il cacciatore di meduse” parla di umanità e sentimenti, di uguaglianza tra uomini di ogni fede, razza e colore.

«Nessuno ha scelto di nascere – afferma l’autore – né dove, né con quale colore della pelle. Ognuno ha diritto a sperare in una vita migliore, nella pace e nel rispetto della stessa dignità umana.”»

La storia del piccolo Tajil appassiona, facendo vivere ai lettori le vicissitudini di questo ragazzo di colore fino a condividerne sofferenze e speranze. Un romanzo che arriva dritto al cuore di lettori di ogni età, incastonato nella storia mondiale degli ultimi anni, dall’elezione di Obama, primo presidente americano di colore, all’appello di Papa Francesco alla Comunità Internazionale.

Il dramma dei migranti, in questo emozionante romanzo presentato anche alla Book City di Milano e alla Fiera del Libro di Torino, vincitore dell’ ottava edizione  del Premio Proviero per la narrativa, diventa una grande storia d’amore. Il tema scottante dell’immigrazione è toccato per la prima volta dall’altro punto di vista, con gli occhi di un bambino somalo che diventerà scrittore della sua stessa storia e con la voce di immigrati, miseri e diversi di tutto il mondo. L’umanità dell’immigrazione e della lotta per l’integrazione, in questo romanzo riesce a prevalere su ogni paura, aprendo alla tenerezza e a un forte senso di solidarietà. La storia di Tajil convince per la capacità di dare voce agli stessi migranti, alle sofferenze e ai sogni di chi è bisognoso o diverso, discriminato per il suo stato di povertà o per il colore della pelle. Un romanzo che racconta la dura realtà dei nostri giorni, tra episodi drammatici e sfumature fiabesche, fino a fare diventare naturale il grido contro ogni forma di razzismo.

«La Terra è di tutti, diceva mio nonno e, per questo, sto bene anche qui, in mezzo a gente con la pelle diversa dalla mia… Penso che il nonno avesse ragione quando diceva che la bontà non dipende dal colore della pelle, ma da quello del cuore. ».

Tajil “Il cacciatore di Meduse”, il nuovo struggente romanzo di Ruggero Pegna

 

ruggero-pegna

Lamezia Terme ( Cz) –  “Il cacciatore di meduse”, il nuovo commovente romanzo di Ruggero Pegna che racconta la storia attualissima di un piccolo migrante somalo, dopo le presentazioni in numerosi eventi letterari e vari riconoscimenti, tra cui il “Premio Proviero”  per la narrativa, prosegue ad emozionare lettori di ogni età che si avventurano nel drammatico viaggio di tanti migranti alla ricerca della pace e di una vita migliore.  Molti insegnanti hanno scelto questo romanzo, uno dei più belli e attuali da poco pubblicati, per parlare ai loro studenti di razzismo, discriminazione,  integrazione e dei tanti temi affrontati nelle sue pagine, in un momento storico dominato dalle tragedie dell’intolleranza, dell’odio e del fanatismo terroristico. Il parere di docenti e studenti concorda con quello di critica e lettori:  “Un libro struggente e attuale. Una fiaba contemporanea.”. “La storia di Tajil, un bambino somalo sbarcato a Lampedusa con la sua mamma e un Pinocchio di legno, colpisce per l’intensità della narrazione, la concretezza delle storie, l’incanto dei luoghi.”. “Il cacciatore di meduse con le sue principesse del mare, delicate ed eteree, ripropone il valore controcorrente del rispetto verso gli altri e la ricchezza della contaminazione tra diverse culture. Una storia dei nostri giorni, tra fiaba e realtà, che appartiene a tutti noi. Un vero romanzo di formazione.”Il dramma dei migranti, in questo emozionante romanzo edito da Falco presentato anche alla Book City di Milano, diventa una grande storia d’amore con finale da autentica e commovente fiaba moderna. Il tema scottante dell’immigrazione è toccato per la prima volta dall’altro punto di vista, con gli occhi di un bambino somalo che diventerà scrittore della sua stessa storia e con la voce di immigrati, miseri e diversi di tutto il mondo. L’umanità dell’immigrazione e della lotta per l’integrazione, mentre il mondo è terrorizzato dagli atti terroristici dell’Isis, in questo romanzo riesce a prevalere su ogni paura, aprendo alla tenerezza e a un forte senso di solidarietà. La storia di Tajil convince per la capacità di dare voce agli stessi migranti, alle sofferenze e ai sogni di chi è bisognoso o diverso, discriminato per il suo stato di povertà o per il colore della pelle. Un romanzo che racconta la dura realtà dei nostri giorni attraverso il quotidiano e la sensibilità di un bambino, tra episodi drammatici e sfumature fiabesche, fino a far diventare naturale il grido contro ogni forma di razzismo. Una chiave originale e commovente, che porta i lettori nelle avventure del piccolo “cacciatore di meduse”, lavoro che s’inventa per sopravvivere, alla ricerca dell’integrazione nel nuovo mondo dei “bianchi”, a tratti accogliente ma, più spesso, ostile. La struggente storia di Tajil, un bambino nero che non sapeva di essere diverso perché nel suo villaggio a Chisimaio tutti avevano il suo stesso colore della pelle, offre l’unica soluzione possibile ai dilemmi e drammi di questi giorni, aprendo ai sentimenti, al rispetto degli altri e delle loro infinite diversità, usando la chiave della bontà e degli affetti. La narrazione cattura il lettore, incanta, anche grazie a descrizioni di una natura aspra ma meravigliosa, come quella dei luoghi dell’infanzia in Africa, la sua terra a forma di grande cuore, delle traversate del deserto e del mare o degli splendidi angoli di Sicilia che lo accoglieranno. Il cacciatore di meduse trasporta in un’atmosfera di vibrante umanità con l’identificazione e la proiezione nel personaggio principale, di cui si condividono amarezze e delusioni, ma anche speranze, attese e desideri, fino alla sorprendente conclusione. “Io sono un bambino nero, non so perché il mio colore è questo, ma sono contento lo stesso, perché somiglio a mamma, al nonno e a tutti quelli di  Chisimaio. Se ero bianco, mi sarei vergognato sicuramente di stare là. Ora che sono grande e sono qui, non mi importa nulla se qualcuno mi chiama negro. Sono vivo e felice. E questo è bellissimo…”, dice Tajil a zia Teresa, la maestrina di San Vito Lo Capo che gli insegna l’italiano. «La Terra è di tutti, diceva mio nonno e, per questo, sto bene anche qui, in mezzo a gente con la pelle diversa dalla mia… Penso che il nonno avesse ragione quando diceva che la bontà non dipende dal colore della pelle, ma da quello del cuore. ». Effetto centrato del testo letterario di Ruggero Pegna, è quello di un’autentica sferzata contro il razzismo, verso il superamento di pregiudizi e di steccati culturali che mal si accordano con il rispetto dell’umanità e delle diversità, principi della convivenza civile a ogni latitudine.