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PSC Cosenza, interrogazione di Guccione al sindaco Occhiuto

COSENZA – «Ad oggi nulla è stato fatto dopo che l’iter di adozione del Piano strutturale comunale (Psc) della città di Cosenza è stato dichiarato viziato nel procedimento a seguito delle modifiche sostanziali apportate al Psc nel corso della seduta del consiglio comunale con la delibera di Giunta municipale numero 55 del 18-04-2017. Tutto questo è stato riscontrato con nota del 14 marzo 2018 (prot 93229) indirizzata al Comune di Cosenza da parte del Dipartimento Infrastrutture-Lavori Pubblici e Mobilità della Regione Calabria e dal Dipartimento Ambiente e Territorio della Regione Calabria con nota del 20-02-2018 (prot 62279), che prendendo atto delle modifiche sostanziali apportate alla prima stesura del Psc del Comune di Cosenza ribadiscono che è necessario riconvocare la Conferenza di Pianificazione per riadottare il nuovo Psc».

È quanto afferma il consigliere comunale Carlo Guccione che ha inviato un’interrogazione al sindaco di Cosenza Mario Occhiuto per sapere «quali sono i motivi del grave ritardo della Giunta comunale di Cosenza negli adempimenti e le determinazioni sulla revoca in autotutela del procedimento di adozione del PSC/REU, nonché qual è la tempistica da rispettare per la riconvocazione della Conferenza di pianificazione, previa revoca delle intervenute misure di salvaguardia allo strumento urbanistico».

«Con deliberazione n. 29 del 29 giugno 2017, il Consiglio comunale adottava il PSC della Città di Cosenza – è scritto nell’interrogazione – ed il relativo Regolamento Edilizio Urbano, comprensivo del REU, relazione illustrativa, Valutazione Ambientale strategica, Elaborati grafici elencati in narrativa, come modificato e rettificato su proposta della precedente deliberazione di Giunta, con recepimento del documento preliminare, adottato con delibera comunale n. 46 del 19/10/2010, apportate rettifiche tecniche alle tavole PSEL 01-PSPS 02- PSPS 03- PSRU 03- PSRU 04-PSRU 08- PSRU 09-PSRU 10, nonché correzioni alla documentazione allegata all’adesione al principio di “ Consumo a Suolo Zero”, con conseguente modifica della proposta di adozione del PSC e del REU di cui all’intervenuta deliberazione della Giunta comunale del 18/4/2017. Con la delibera di adozione del PSC/REU entravano in vigore le misura di salvaguardia per la sospensione degli interventi di trasformazione urbanistica ed edilizia del territorio in corso e non ancora perfezionati.

Con richiesta  prot 88383 dell’1/12/2017 avente ad oggetto “informazioni sulla trasmissione del PSC di Cosenza”, indirizzata alla Regione Calabria, il Comune di Cosenza  in persona del dirigente dell’Ufficio del Piano, ing. Converso e del responsabile del procedimento, geom. Ambrogio Greco,  comunicando l’intervenuta variazione di alcuni indici territoriali perequati, operata dalla Società incaricata alla redazione del progetto,  manifestava  la  necessità, anche alla luce delle problematiche sollevate dallo scrivente consigliere, di stabilire se l’operato degli Uffici incaricati  fosse stato  o meno legittimo con preciso riferimento alle modifiche apportate rispetto al parere geomorfologico del 2015 precedente».

Ma ecco cosa accade nel dettaglio: «la Regione Calabria con nota del 19/12/2017 prot n. 394090 precisava di aver rilasciato parere geomorfologico  con nota prot  n. 218972 del 14/7/2015, ma che a seguito della comunicata intervenuta  variazione degli indici territoriali di perequazione e compensazione al PSC/REU  risultava essere intervenuta  una “variante allo strumento urbanistico” in corso di approvazione, e pertanto qualsivoglia variazione apportata al PSC/REU aveva reso invalido il precedente parere rilasciato geomorfologico e conseguentemente comportava  il deposito del nuovo progetto in variante e la riconvocazione della Conferenza di pianificazione, ai fini della riadozione del Piano. Per quanto sopra, il Comune di Cosenza con nota prot. 15372 del 13/2/2018 del Dirigente del Piano dott.ssa Carbone, provvedeva a trasmettere alla Regione Calabria il nuovo PSC con gli allegati, al fine del rilascio di un ulteriore parere di compatibilità geomorfologica, senza riconvocare la Conferenza di pianificazione».

Gli atti, dunque, venivano restituiti «dalla Regione Calabria al Comune di Cosenza con nota prot 93229 del 14/3/2018 perché sprovvisti della componente geologica e dunque inidonei alla valutazione del PSC  in ordine alla compatibilità ed alla coerenza delle scelte di pianificazione  con le condizioni  geomorfologiche del territorio e all’istruttoria  ex art 13 della L 64/74 e dell’art 89 del DPR n. 380/2001. Nel frattempo in data 22/1/2018, su istanza dello scrivente consigliere – viene specificato nell’interrogazione indirizzata al sindaco di Cosenza – perveniva presso la Regione Calabria (Dipartimento 11) richiesta di verifica formale sulla procedura di adozione del PSC operata dal Comune di Cosenza e con relazione di verifica prot 62279 del 20/2/2018, la Regione Calabria a firma del Dirigente del Settore e del Responsabile del procedimento specificava:

  1. a) di non essere nella condizione di valutare la conformità del documento preliminare depositato al Genio Civile nel 2015 e quello successivo oggetto di variante con modifica degli indici territoriali la cui copia non era stata ritualmente acquisita;
  2. b) di aver riscontrato nell’iter procedurale di adozione del PSC /REU la carenza dell’adempimento relativo all’emanazione delle direttive di cui al comma 2 dell’art 27 quater della LUR non assimilabili alle linee di indirizzo approvate con delibera di GM n. 98 del 26/4/2010 di diversa natura e con altri obiettivi;
  3. c) di aver riscontrato l’omessa predisposizione, da parte del Comune di Cosenza, di un nuovo documento preliminare del PSC (adeguato e aggiornato), da sottoporre alla prevista Conferenza di pianificazione per le specifiche verifiche dopo l’intervenuta delibera di adesione al principio di “consumo di suolo zero”».

Il consigliere comunale Carlo Guccione chiede «quali iniziative l’amministrazione intende adottare al fine di favorire la partecipazione dei cittadini, singoli e associati, delle imprese e delle associazioni culturali e sociali alle procedure di verifica del modificato Piano strutturale comunale e Regolamento edilizio comunale». Bisogna tener presente che «l’accertato vizio del procedimento di adozione del PSC potrà essere fatto valere dai cittadini non appena verrà approvato il documento definitivo e questo con gravi ripercussioni economiche e amministrative a danno del Comune di Cosenza. Ad oggi le misure di salvaguardia per la sospensione degli interventi di trasformazione urbanistica ed edilizia del territorio in corso e non ancora perfezionati, irritualmente intervenute, stanno arrecando pregiudizio ai cittadini le cui volumetrie e i piani di attuazione sono stati sospesi in presenza dell’adozione di uno strumento urbanistico per il quale deve essere riconvocata la Conferenza di pianificazione ed emesso nuovo parere geomorfologico. Risulta necessario agire in autotutela, revocando le misure di salvaguardia e riconvocando la Conferenza di pianificazione dei servizi al fine della valutazione e verifica del nuovo PSC/REU (adeguato e aggiornato con l’adesione del consumo di suolo zero e della variazione degli indici territoriali di perequazione e compensazione)».

 

 

 

 

 

Regione, interrogazione di Guccione in materia di rifiuti

COSENZA – «Il prossimo 15 novembre scadrà l’undicesima ordinanza contingibile e urgente in materia di rifiuti. L’ennesima dall’insediamento del presidente della Regione Mario Oliverio, avvenuto il 10 dicembre 2014. E ora cosa accadrà? Il governatore si appresterebbe ad emanare la dodicesima ordinanza che di fatto dimostrerebbe che il commissariamento per i rifiuti è formalmente cessato, per volontà del Governo nazionale, nel 2013 ma l’emergenza in realtà non si è mai arrestata. È proseguita attraverso le ordinanze contingibili e urgenti. Questo testimonia il fallimento che in questi quattro anni si è registrato in merito ai rifiuti solidi urbani della nostra regione, in contrasto con la temporaneità e la rinnovabilità dei periodi di contingibilità e urgenza previsti dallo stesso articolo 191 d.lgs. 152/2006».

È quanto afferma il consigliere regionale Carlo Guccione che ha presentato un’interrogazione al presidente Mario Oliverio per sapere «a quanto ammontano le risorse utilizzate dalla Regione e l’aggravio dei costi pro-capite a famiglia per il trasporto e lo smaltimento dei rifiuti prodotti in Calabria e smaltiti in impianti extraregionali dal 2015 ad oggi, rispetto a quello che si otterrebbe smaltendo i rifiuti in Calabria».

Ed ecco un esempio: l’11 settembre 2018 con decreto dirigenziale numero 9747, è stata bandita una gara per l’affidamento dei servizi del trasporto e smaltimento rifiuti in impianti extraregionali per 12 mesi complessivi, ripetibili per altri 12 mesi, ricadenti in due annualità (2018/2019) per una spesa complessiva di euro 5.500.000,00. Nello specifico poi si prevede una spesa di euro 1.773.200,00 per il trasporto e di euro 2.802.800,00 per il servizio di trattamento in discariche extraregionali.

«E non è il solo caso da citare – spiega il consigliere Guccione – per l’affidamento dei servizi del trasporto e smaltimento rifiuti in impianti extraregionali. Procedura già utilizzata numerose volte in questi quattro anni. In particolare, nei comuni di Massafra (Taranto), Grosseto, Arezzo e in impianti autorizzati di proprietà del Consorzio Stabile Ambiente Scral con sede ad Aquila. Questa procedura ha impedito l’insorgere dell’emergenza rifiuti ma ha aggravato enormemente l’esborso economico delle famiglie calabresi. E ciò senza prevedere una soluzione strutturale che consenta di risolvere il problema dello smaltimento della frazione residua da trattamento dei rifiuti (scarto) all’esterno del territorio calabrese».

«Ad oggi le procedure relative alla ristrutturazione degli impianti pubblici previsti nel Piano regionale dei rifiuti, del Polo tecnologico di Gioia Tauro, degli impianti di Siderno, Rossano, Crotone, Lamezia Terme, Reggio Calabria e Catanzaro, registrano forti ritardi. E ci si dimentica – sottolinea Guccione – che le ordinanze possono essere emanate solo in caso di “eccezionale e urgente necessità che permettono di derogare alle norme vigenti”. Tra l’altro il decreto legge 80/2008 ha eliminato ogni possibile incertezza interpretativa perché specifica inequivocabilmente che nessuna forma speciale di gestione dei rifiuti può legittimamente protrarsi per più di 18 mesi. In Calabria invece è da oltre 4 anni consecutivi che Oliverio continua a emanare ordinanze, in deroga alle normative in settore rifiuti».

Ricerca di petrolio in mare, interrogazione di Pedicini, D’Amato e Ferrara

CATANZARO –  Gli eurodeputati del M5S, Piernicola Pedicini, Laura Ferrara e Rosa D’Amato, hanno presentato un’interrogazione per chiedere alla Commissione europea che verifichi il rispetto delle direttive europee in relazione ai danni che vengono provocati all’ecosistema marino dalla ricerca di petrolio in mare con la tecnica dell’airgun.

Nell’interrogazione, i tre eurodeputati hanno evidenziato che il Ministero dello sviluppo economico italiano ha autorizzato la società americana Global Med a intraprendere due progetti di ricerca geofisica utilizzando la tecnica dell’airgun al largo delle coste calabresi e al largo delle coste pugliesi e che altri 17 progetti analoghi sono in fase di valutazione per altri tratti di mare italiani.

In particolare, Pedicini, Ferrara e D’Amato hanno chiesto al massimo organismo esecutivo della Ue di spiegare se ritiene che permettere l’utilizzo dell’airgun sia compatibile con il raggiungimento degli obiettivi europei previsti da tre direttive europee: la direttiva 92/43/Cee sulla conservazione degli habitat naturali della flora e della fauna; la direttiva 2008/56/Ce sulla strategia per il conseguimento entro il 2020 di un buono stato ecologico delle acque marine e la direttiva 2014/52/Ue sulla strategia per l’ambiente marino.

Nell’interrogazione è stato anche evidenziato che nel dicembre 2017, il Ministero dell’ambiente italiano ha redatto il “Secondo rapporto sugli effetti per l’ecosistema marino della tecnica dell’airgun”, mettendo in allarme sulle potenziali conseguenze del suo utilizzo (alterazioni comportamentali di mammiferi marini, mortalità per popolamenti planctonici ecc.).

Inoltre, nel rapporto del Ministero viene anche sottolineato che studi mirati evidenziano come l’incremento dell’acidità dei mari comporti la riduzione dell’assorbimento del suono e l’aumento dell’inquinamento acustico sottomarino e che intorno ad una sorgente sonora dove viene utilizzata la tecnica dell’airgun si osserva una diminuzione del pescato fino al cinquanta per cento.

 

 

Guccione sugli alloggi popolari, «Lavori incompiuti e troppi ritardi»

COSENZA – «Il 16 ottobre del 2008 il consiglio regionale approva la legge numero 36 “Norme di indirizzo per programmi di edilizia sociale” che ha la finalità di dare un’abitazione a famiglie con reddito medio-basso, alle giovani coppie, alle ragazze madri e alle famiglie al cui interno vive un diversamente abile.  Sono 175 milioni gli euro destinati a copertura della legge. Ad oggi sui 2400 alloggi previsti, alla data del 28-09-2017, ne risultano ultimati solo 150. A distanza di otto anni dal bando pubblicato dalla Regione Calabria il 22 dicembre 2010, gravi ritardi si registrano sui programmi che i Comuni e Aterp, imprese e Cooperative titolari di finanziamento dovevano realizzare».
Ad affermarlo è il consigliere Carlo Guccione che ha presentato un’interrogazione a risposta scritta rivolta all’assessore regionale ai Lavori pubblici Roberto  Musmammo per conoscere «quali iniziative urgenti intende adottare affinché venga avviato una ricognizione del programma di interventi di cui alla legge 36/2008 che coinvolge imprese, comuni Aterp, Cooperative e università specificando per ogni intervento finanziato l’inizio e lo stato di avanzamento dei lavori, le erogazioni già effettuate. Si chiede quindi l’elenco delle revoche, definanziamenti, rinunce ed economie varie effettuate sui vari programmi previsti dalla legge 36/2008. L’elenco di tutti i contenziosi, sentenze e transazioni in corso ed effettuate e il computo totale delle economie sul programma».
«Molti ritardi si registrano anche da parte del Dipartimento Lavori pubblici per l’attestazione dei requisiti agli assegnatari degli alloggi sociali. È necessario – ha sottolineato il consigliere Guccione – monitorare l’andamento dell’applicazione della legge 36/08, in modo da sbloccare la realizzazione degli alloggi di edilizia sociale nella nostra regione e verificare i soggetti attuatori inadempienti.
Bisogna  istituire una task force al fine di accelerare in modo trasparente l’utilizzo dei 175 milioni di euro previsti per la realizzazione di 2400 alloggi di edilizia sociale che a tutt’oggi ne risultano consegnati solo una minima parte».

Wanda Ferro (Fdi) interviene su soppressione treni regionali

CATANZARO – La rimodulazione del servizio ferroviario interno regionale da parte di Trenitalia è al centro di un’interrogazione a risposta scritta immediata che il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Wanda Ferro (Gruppo misto), raccogliendo le segnalazioni di molti utenti, ha indirizzato al presidente della giunta regionale e all’assessore alle infrastrutture e ai trasporti. 

Wanda Ferro evidenzia come da una verifica effettuata sul sito di Trenitalia a partire dal primo marzo risulterebbero cancellati alcuni treni regionali  (in particolare il treno n. 3692 delle 16,22 e il n. 3694 delle 17,15 da Reggio Calabria Centrale verso Sapri). Trenitalia, negli ultimi anni, ha soppresso numerosi treni regionali e a lunga percorrenza da e per la Calabria, causando disagi nel trasporto locale addirittura nei collegamenti ferroviari Nord-Sud della regione. Inoltre Trenitalia non consente ai titolari di abbonamento su treni regionali, per la tratta oltre Rosarno, di usufruire del servizio dei treni a lunga percorrenza se non previo pagamento di una integrazione tariffaria.

«A seguito di una politica aziendale portata avanti da Trenitalia e avallata dalla Regione Calabria, è stato ulteriormente compromesso il diritto alla mobilità dei cittadini, con tagli indiscriminati delle corse ferroviarie che interessano le due dorsali tirrenica e ionica, sulle quali ogni giorno si spostano tantissimi utenti che per lavoro, studio o altro utilizzano il treno, spesso come esclusivo mezzo di trasporto. Un ulteriore taglio dei treni andrebbe ancor di più a penalizzare il collegamento ferroviario in Calabria, per il quale molti cittadini denunciano ritardi, disservizi, guasti, coincidenze quasi impossibili, nonché improvvise cancellazioni di convogli ferroviari che impediscono agli utenti di raggiungere regolarmente la loro destinazione. Se confermata, la scelta di Trenitalia di sopprimere due treni regionali che collegano la città metropolitana di Reggio Calabria alla provincia di Cosenza, privilegiando il trasporto ad alta velocità, rischia di creare gravissimi disagi ai tanti pendolari che si muovono ogni giorno lungo la dorsale tirrenica».

Wanda Ferro chiede quindi al governatore Oliverio e all’assessore al ramo quali iniziative intendono intraprendere affinché vengano scongiurati i disagi ai pendolari, mediante politiche di promozione del servizio di trasporto locale su ferro che, al di là delle specifiche competenze e responsabilità regionali, necessita di adeguate risorse e di una politica coordinata a livello nazionale. Infine il consigliere regionale chiede di vagliare la possibilità di consentire ai titolari di abbonamento sui treni regionali di usufruire del servizio dei treni a lunga percorrenza anche sulla tratta oltre Rosarno senza essere costretti a pagare un sovraprezzo. 

Interrogazione di Paolini al sindaco: «La chiesa cosentina paga l’Imu?»

COSENZA – Cinquanta immobili di proprietà della curia vescovile per i quali il consigliere comunale Enzo Paolini, di cui a Palazzo dei Bruzi si sono da tempo perse le tracce, interroga il sindaco per sapere se l’Imu corrisposta è congrua. «Da attestazione ricevuta, in seguito a mia istanza e redatta dal preposto ufficio tributi – si legge nel testo del documento – risulta che l’Arcidiocesi di Cosenza Bisignano ha versato a titolo di IMU nel corso dell’anno 2016 la somma di € 3.352,00; che nello stesso anno e per gli stessi esercizi l’Istituto S. Maria in Aquiro ha versato € 22.988,00 per IMU; che nello stesso anno e per gli stessi esercizi l’Istituto delle Canossiane ha versato € 0 per IMU. Ciò premesso – insiste il consigliere Paolini – chiedo di sapere se gli importi pagati sono coerenti con il carico tributario dovuto dai proprietari degli immobili e, in caso negativo, conoscere quali siano le procedure poste in essere, o che codesto comune dovrà porre in essere, per conseguire eventualmente anche in via coattiva, le somme in credito dell’erario municipale».

L’interrogazione è accompagnata da una nota stampa a firma dei Radicali italiani in cui si sottolinea come Paolini avesse già sollevato il problema nella precedente consiliatura. «L’iniziativa, prettamente politica, ha i suoi riferimenti nell’analoga battaglia che da tempo i radicali conducono a Roma dove i possedimenti immobiliari di Santa Romana Madre Chiesa hanno una consistenza difficilmente quantificabile che ingloba non poche strutture che producono rendita. Si comprende, al riguardo, il compiacente e interessato silenzio delle formazioni politiche presenti in consiglio ma non è una ragione sufficiente perché, con tutto il rispetto dovuto all’istituzione, il problema non venga posto».

Ecco l’elenco degli immobili di proprietà di enti religiosi, segnalati da Enzo Paolini nella interrogazione:

Arcidiocesi di Cosenza – Bisignano:

  • Corso Telesio N.44 / 46
  • Piazza Parrasio n. 17/18 piano T
  • Corso Telesio n. 40/42 piano T
  • Corso Telesio n. 38 piano T
  • Corso Telesio n. 34/36 piano T
  • Piazza Parrasio n. 16 piano T
  • Piazza Parrasio n. 16 piano 1
  • Piazza Parrasio n. 16 piano 1
  • Piazza Parrasio n. 16 piano 2/3
  • Piazza Parrasio n. 16 piano T/1/2/3
  • Piazza Parrasio n. 16 piano T
  • Piazza Parrasio n. 16 piano T
  • Piazza Parrasio n. 16 piano S1
  • Piazza Parrasio n.16 piano S1
  • Via G. Marini Serra n. 44/46 piano T
  • Contrada Falco snc piano T/1
  • Via degli Stadi n. 2000 piano 5 interno 11
  • Via degli Stadi n. 2000 piano 5 interno 12
  • Via degli Stadi n. 2000 piano 7 interno 7
  • Via degli Stadi n. 2000 piano 7 interno 8
  • Via degli Stadi n. 2000 piano 6 interno 13
  • Via degli Stadi n. 2000 piano 6 interno 14
  • Via degli Stadi n. 2000 piano 7 interno 9
  • Via degli Stadi n. 2000 piano 7 interno 9
  • Via degli Stadi n. 2000 piano 3 interno 8
  • Via degli Stadi n. 2000 piano 7 interno 3
  • Via degli Stadi n. 2000 piano 7 interno 4
  • Via degli Stadi n. 2000 piano 4 interno 9
  • Via degli Stadi n. 2000 piano 4 interno 10
  • Via degli Stadi n. 2000 piano 7 interno 5
  • Via degli Stadi n. 2000 piano 7 interno 6
  • Via degli Stadi n. 2000 piano 2 interno 5
  • Via degli Stadi n. 2000 piano 2 interno 6
  • Via degli Stadi n. 2000 piano 7 interno 1
  • Via degli Stadi n. 2000 piano 7 interno 2
  • Via San Giovanni n. 12 piano 1/2
  • Viale Magna Grecia snc piano S1
  • Viale Magna Grecia snc piano 2 interno 3
  • Via Sicilia piano T scala U
  • Località Falco – Fiego snc piano T
  • Via Piave n. 31 piano T
  • Via Trento n. 55 piano 2
  • Via Cafarone n. 26 piano T
  • Via Cafarone n. 28 piano T
  • Via Cafarone n. 30 piano 1
  • Via Cafarone n. 30 piano 1
  • Via Santa Lucia n. 40 piano T
  • Via Santa Lucia n. 40 piano T
  • Piazza Giacomo Matteotti snc piano T/1
  • Via Alfonso Salfi piano T

Istituti Santa Maria in Aquiro – Isma

  • Viale della Repubblica n. 361

Istituto delle Canossiane

  • Via T. Arnone n. 5

 

Paola, sulla caserma dei vigili del fuoco Jole Santelli interroga il governo

PAOLA (CS) – Il deputato di Forza Italia e coordinatore regionale del partito in Calabria Jole Santelli ha presentato un’interrogazione al Ministero degli Interni per fare chiarezza sulla realizzazione di una nuova sede dei Vigili del Fuoco nel comune di Paola a seguito di un progetto preliminare che fu presentato dal dipartimento dei VVFF. «La giunta comunale, a guida Perrotta, esprimeva con delibera n°275 del 07.11.11 parere favorevole sulla realizzazione della nuova caserma ed il Dipartimento VVFF ottenuta l’approvazione proseguiva con l’iter progettuale ed amministrativo con fondi del Ministero dell’Interno. Subito dopo – si legge nella nota della Santelli – l’insediamento dell’attuale sindaco in carica Basilio Ferrari, quest’ultimo scopriva che in realtà la città di Paola non aveva ottenuto alcun finanziamento e che il terreno individuato dall’amministrazione precedente non solo era di proprietà privata ma non utilizzabile allo scopo. Infatti si rendeva necessario l’acquisto del terreno ed una successiva variazione urbanistica. L’amministrazione Perrotta aveva stimato il costo del terreno nella considerevole cifra di 506 mila euro, senza procedere però al reperimento delle risorse. Curiosa la stima successiva dei responsabili dell’UTC che valutano lo stesso terreno 46 mila euro, cifra rifiutata dai privati in quanto notevolmente differente rispetto alla valutazione del Comune.
La procedura di esproprio presenta notevoli difficoltà in assenza di convenzioni tra il Comune ed il Ministero dell’Interno e così circola la notizia, ripresa e divulgata dalla stampa, che la direzione generale da Roma avrebbe deciso di dislocare la realizzazione della caserma nel comune di Fuscaldo e quindi delocalizzare il comando di Paola. Stupisce, pertanto, che il Dipartimento VVFF abbia realizzato un progetto così importante in assenza della documentazione necessaria, su tutte l’acquisto del terreno ed ancor di più che la precedente amministrazione non abbia assolto tutte le necessarie azioni per permettere il raggiungimento di un obiettivo importante qual è la realizzazione di un nucleo di Vigili del fuoco in quello che è il centro più popoloso del tirreno cosentino. Nell’interrogare il Ministero dell’Interno il deputato Jole Santelli chiede pertanto al governo di fare chiarezza sulla vicenda affinchè si dia certezza della realizzazione del comando dei Vigili del Fuoco a Paola, senza delocalizzare il progetto in altre sedi, con evidente impiego di nuove risorse finanziarie, garantendo così i principi di economicità e buon andamento della pubblica amministrazione ed  affinché si accertino le reali responsabilità di chi, contrariamente a quanto previsto dalla legge, ha posto in essere comportamenti alquanto approssimativi e lesivi degli interessi dell’intera comunità di Paola».

Concorso a Palazzo dei Bruzi, Occhiuto: «Tutto regolare»

COSENZA – Lunga e articolata la risposta del sindaco Mario Occhiuto alla interrogazione presentata dai consiglieri comunali di Palazzo dei Bruzi de “La Grande Cosenza” in merito al concorso per l’assunzione di tre dirigenti a tempo determinato. Il bando, pubblicato lo scorso 28 luglio, è scaduto quest’oggi 6 settembre. «Nel Comune di Cosenza la situazione è oramai al collasso – spiega Occhiuto – A fronte di 20 posizioni dirigenziali previste in dotazione organica, vi sono ad oggi solo 10 dirigenti a tempo indeterminato, uno dei quali da tempo assente giustificato per motivi personali. Altri dirigenti andranno in pensione nel corso del 2016 e negli anni immediatamente successivi». In una tale situazione, precisa il primo cittadino, la scelta programmatoria di coprire a tempo determinato e nel rigoroso rispetto dei limiti di legge, almeno un parte delle posizioni dirigenziali già scoperte o che a breve rimarranno prive di un dirigente a tempo indeterminato, è una necessità. Nella sua risposta inoltre, Occhiuto cita tutte le norme osservate, ribadendo che la selezione si svolge nel pieno rispetto delle leggi vigenti tali da consentire al sindaco di operare con «una dose di discrezionalità nell’attribuzione di incarichi dirigenziali a tempo determinato e non superiori, in quanto a durata, allo stesso mandato del primo cittadino. In conclusione – è scritto ancora nella risposta vergata da Occhiuto – questa Amministrazione, proprio garantendo la partecipazione di tutti i funzionari dell’ente, in possesso dei necessari requisiti, alla indetta selezione pubblica, intende privilegiare il merito del personale e non già “fidelizzare” qualcuno. Più in generale, questa Amministrazione, già in sede di rinnovo del Contratto collettivo decentrato del proprio personale, procederà, in accordo con le Organizzazioni Sindacali, ad  incrementare ulteriormente la valorizzazione dell’impegno e dei meriti individuali, superando definitivamente le ingiuste politiche delle elargizioni “a pioggia” degli incentivi economici ai dipendenti».

Francesco Molinari presenta un’interrogazione sul caso di padre Fedele

COSENZA – Francesco Molinari ha presentato al Ministero della Giustizia un’interrogazione Parlamentare in merito al caso che ha coinvolto padre Fedele Bisceglia. Il problema dell’interrogativo riguarda anzitutto “l’ingiusta giustizia” che ha visto l’annullamento della vita del frate, nonostante sia stata già chiarita la sua posizione. Nella premessa dell’interrogazione vengono ripercorse le tappe del processo in cui il francescano, accusato di violenza sessuale ai danni di una suora, è stato, successivamente,  pienamente assolto per la palese falsità delle accuse. Non prima però che una prima sentenza , del 2011, confermata in Appello, lo avesse condannato a 9 anni e 3 mesi di reclusione. La sentenza nel 2015 è stata annullata dopo che la presunta vittima venne considerata inattendibile.

Padre-Fedele

E’ su quest’aspetto che si sofferma il senatore Molinari, sul rinvenimento da parte della difesa, presso l’archivio del Tribunale di Cosenza, di un fascicolo contenente l’archiviazione non lusinghiera di procedimenti penali che avevano visto la stessa suora al centro di episodi analoghi a quelli che avevano visto condannato il frate. Fascicolo archiviato dal gip Luigi Branda dopo essere passato al vaglio del titolare delle indagini, Claudio Curreli, senza essere mai stato acquisito, nonostante l’evidente legame con il troncone principale del processo che avrebbe visto condannato Bisceglia, e da cui emergeva con chiarezza l’inattendibilità della parte lesa, posta a sostegno della decisione della Cassazione.

Il 12 marzo 2015  il Giudice per le indagini preliminari di Salerno, in ordine alla notizia di reato aperta per indagare l’operato dei due magistrati, pur disponendo  l’archiviazione degli atti per infondatezza della notizia di reato, ha comunque espresso significative perplessità sull’operato dei magistrati.

Ciò che ci si chiede  è se il Ministro non ritenga necessario intervenire con i suoi poteri ispettivi e disciplinari nei confronti dei magistrati citati per dare sostanza a quei motivi di perplessità oggettivamente accennati dal Giudice per le indagini preliminari di Salerno nel suo decreto di archiviazione.

Ricordando che Padre Francesco Bisceglia è stato assolto da tutti i reati a lui ascritti per  «l’incongruenza e l’illogicità di ogni episodio, caratterizzato da tratti anche fantasiosi e per  il contenuto delle denunce senza riscontro delle violenze presentate», nonostante la gogna mediatica a cui è stato sottoposto per tutti questi anni, ci si chiede se il gioco delle parti in un processo debba essere porto franco di comportamenti il cui valore etico sia altamente discutibile.

Per maggiori informazioni si può visualizzare l’interrogazione di Francesco Molinari:

Interrogazione Padre Fedele (2)

Magorno (PD): E’ il Comune a pagare i debiti personali di Mario Occhiuto Interrogazione dei deputati Pd sui debiti dell’ex sindaco

COSENZA – Sulla relazione tra i debiti personali di Mario Occhiuto e gli oneri che la legge attribuisce al Comune di Cosenza è intervenuto il segretario regionale del Pd on. Ernesto Nagorno  “non sono i debiti personali di un sindaco, magari anche numerosi e pesanti. Lungi da noi la volontà di colpevolizzare i debiti e i debitori. Soprattutto in un periodo di crisi sappiamo bene che le famiglie, le imprese ed i liberi professionisti possono incorrere in situazioni debitorie. In questo caso il problema è costituito dal fatto che mentre un cittadino normale i propri debiti li paga da sé, dal quadro che viene fuori, invece, è il Comune con le proprie risorse a pagare i debiti di Mario Occhiuto”.

Intanto il gruppo parlamentare dei “deputati Pd calabresi” interroga il Ministro degli Interni, On. Angelino Alfano, per sapere “quali iniziative assume il Viminale affinché il Commissario prefettizio di Cosenza faccia rapidamente chiarezza sul quadro che si delinea nella relazione tra i debiti personali di Mario Occhiuto e gli oneri e gli obblighi che la legge attribuisce al Comune di Cosenza”. Lo rende noto un comunicato del partito. “I parlamentari Pd – prosegue la nota – chiedono che si pervenga ad una esatta ricognizione dei procedimenti nei quali il Comune di Cosenza è stato coinvolto come terzo pignorato o sostituto del debitore principale. In particolare, si chiede di accertare la sussistenza di eventuali contenziosi tra Mario Occhiuto e il Comune di Cosenza e, quindi, la verifica dell’esistenza di una possibile condizione di incompatibilità di Mario Occhiuto nel caso di una sua rielezione alla carica di sindaco. Al Commissario Prefettizio, altresì, si chiede di accertare eventuali responsabilità dei dirigenti del Comune di fronte alle irregolarità ed ai danni all’erario comunale che si sarebbero registrati per omissioni ed inerzie nell’espletamento degli uffici inerenti i procedimenti amministrativi relativi agli obblighi che la legge impone all’Amministrazione come soggetto terzo pignorato. Nella premessa del testo della interrogazione si fa esplicito riferimento alla decisione del Tribunale di Cosenza che, nel caso del procedimento n.2777/2013 e depositata in cancelleria il 9 0ttobre 2015, ha ordinato, alla luce della mancata evasione dei doveri del terzo, al Comune di Cosenza il pagamento immediato dell’importo di un debito personale di Mario Occhiuto. Nel testo, inoltre, si fa riferimento alla procedura di pignoramento di un 1/5 dell’indennità percepita dal sindaco, a seguito della causa intentata contro Mario Occhiuto da Porsche financial service”. I deputati Pd evidenziano anche e soprattutto “le gravi irregolarità nella condotta dell’Amministrazione comunale in relazione alla procedura di un debito personale di Mario Occhiuto pari ad euro 1.777.609,09. In questo caso, addirittura, il Comune non si è costituito in giudizio ed è stato giudicato in contumacia.