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Confluenze, a lezione di economia con Federico Rampini e i Beatles

COSENZA – La sezione ‘Beni parlati” di “Confluenze – Festival delle Invasioni 2017” ospita lunedì 10 luglio, nel Chiostro di San Domenico (ore 21) il giornalista e saggista Federico Rampini che, per spiegare l’economia, ha creato un vero e proprio spettacolo (dal quale poi è nato un libro) – All you need is love (l’economia spiegata con i Beatles) – affiancato dalla cantante Roberta Giallo e dal maestro Valentino Corvino.

Dopo “Occidente estremo”, Rampini rilegge la crisi economica e immagina un futuro migliore attraverso le canzoni indimenticabili dei quattro ragazzi di Liverpool. In fondo, ha un autorevolissimo predecessore: «Il mio modello di business? Sono i Beatles», amava dire Steve Jobs, il fondatore della Apple. Rampini va oltre, prova a vedere il modello del quartetto più indimenticabile della cultura pop, come quello di una start-up di successo, in grado di proiettare quattro ragazzi, cresciuti nella Liverpool povera degli Anni 50, verso la stratosfera della ricchezza. La lezione di Rampini è un perfetto manuale di storia del rock, con il quale prova a spiegare come Taxman, scritta da George Harrison, prefigurasse le rivolte fiscali, o come Get Back, firmata da McCartney, nascesse come una satira dei primi movimenti xenofobi e anti-immigrati. Ma si può essere anche più immaginifici e vedere in When I’m 64  le anticipazioni della crisi del Welfare State, o in canzoni come Eleanor Rigby e Lady Madonna l’evocazione della nuova povertà che è in mezzo a noi, raccontate in un momento di straordinario boom economico planetario.  Rampini prova a mettere insieme il clamoroso cambiamento culturale imposto al mondo dai Beatles con le conseguenze odierne di quel cambiamento, accosta l’orientalismo trasformato in esperienza generazionale del viaggio fatto dai Quattro in India nel 1968 con la globalizzazione odierna, oppure riporta all’attenzione il nostro costante rapporto sentimentale con il passato, interpretato in questo caso da Yesterday, con le ansie che oggi abbiamo verso il futuro. «Usare una musica così universale è un modo per accompagnarci con dolcezza lungo una riflessione obbligata», sostiene Rampini. La straordinaria avventura beatlesiana può essere letta in molti modi, Rampini la usa non tanto per raccontarci com’era il mondo ma per provare a immaginare come sarà o come potrebbe essere, perché, come sottolinea, «la fantasia e la creatività che affascinarono Steve Jobs, oggi sono indispensabili anche per rigenerare l’analisi economica. Facendolo su una colonna sonora dei Beatles, certamente si seppellisce ogni pregiudizio contro la “scienza triste”».

Confluenze – Festival delle Invasioni, domani il dj set dei Planet Funk

COSENZA – Grande festa musicale domani, giovedì 6 luglio, alle ore 22,00, alla Confluenza dei Fiumi, per un appuntamento molto atteso dai più giovani frequentatori di “Confluenze-Festival delle Invasioni”. Si tratta del dj set dei Planet Funk che, nati nel 1999, da oltre 10 anni rappresentano una delle realtà più importanti del panorama della musica elettronica e dance internazionale, grazie alla distintiva natura di “collettivo” e ai successi ottenuti in questi anni. Il gruppo nasce dalla fusione tra la vecchia formazione dei tre produttori di Souled Out! (Alessandro Sommella, Domenico “GG” Canu e Sergio Della Monica) e i Kamasutra, ovvero Marco Baroni e Alex Neri. I Souled Out! si costituiscono nei primi anni ‘90 per portare il loro soul sulla scena dance italiana: dopo la hit ‘Shine On’ giunge l’album di debutto, prima uscita internazionale della Sony Music italiana. Nella seconda metà degli anni ‘90 creano l’etichetta Bustn’ Loose, producendo successi quali ‘No Access’ di Hondy e la trascinante ‘Looking For Love’, hit crossover di Karen Ramirez.
‘Planet Funk’ è il titolo di un brano realizzato da Alex Neri. DJ dalla tenera età di tredici anni, lo spezzino-fiorentino Neri incontra Marco Baroni, eclettico tastierista, e insieme creano uno studio che sforna mix e remix d’enorme appeal. Alex e Marco perfezionano il loro stile funky house durante gli anni ‘90 con molti dischi firmati dai Kamasutra, tra i quali ‘Where Is The Love’ e ‘Happiness’, con la vocalist Jocelyn Brown. Alex incontra GG dei Souled Out!, durante la Winter Music Conference a Miami nel 1999 e da questo incontro nasce Planet Funk, collettivo musicale eclettico, incentrato su quattro membri principali. Il primo risultato è ‘Chase The Sun’ con la vocalist lappone Auli Kokko. Altro elemento vocale fondamentale è il cantante e chitarrista britannico Dan Black, che invia un demo alla Bustn’ Loose che convince immediatamente la band: i risultati conseguiti con ‘Inside All The People’, ‘Who Said’ e ‘The Switch’ spiegano perché. ‘Chase The Sun’ esce senza alcuna promozione ma conquista alcuni dei DJ più importanti della scena ibizenca — Pete Tong, Danny Tenaglia, Deep Dish, Harvey e Adam Freeland. Tutti ne parlano, scatenando una vera e propria battaglia di offerte per accaparrarsi il disco. «È stata una reazione pura», raccontano i PlanetFunk, «Solo musica, niente marketing». David Boyd della Virgin la spunta su tutti: condivide le ambizioni del collettivo firmando l’album di debutto per tutto il mondo. Con l’uscita, nel 2002, di ‘Non Zero Sumness’, il gruppo raggiunge il successo, coronato dagli Italian Music Awards e dal Disco d’Oro. La versione ‘Non Zero Sumness Plus One’, conterrà anche Where Is the Max, realizzato in collaborazione con i Simple Minds. Sono l’unica band italiana, oltre alla gloriosa PFM, invitata dalla BBC di Londra ad esibirsi, con una performance live in diretta su Radio One negli prestigiosi studi di Abbey Road.
Nel 2005 esce l’album ‘The Illogical Consequence’, preceduto, dal singolo ‘Stop Me’, colonna sonora dello spot tv della Coca Cola. Il terzo album, ‘Static’, esce, invece, nel 2006, e il brano omonimo viene scelto per il noto video gioco Fifa 2008. Nel 2009 Universal Music pubblica una raccolta dal titolo Planet Funk, contenente il singolo ‘Lemonade’, ritorno al sound misto di elettronica e rock che ha dato successo e fama al gruppo. ‘The Great Shake’, pubblicato il 20 settembre 2011 per Universal Music, segna il ritorno sulle scene dei PlanetFunk a 5 anni dall’ultimo lavoro di inediti.
L’album è preceduto dal singolo ‘Another Sunrise’, che in poche settimane diventa uno dei tormentoni dell’estate 2011. Quest’album è un nuovo punto di partenza per Sergio Della Monica, Domenico “GG” Canu, Marco Baroni e Alex Neri: alla band si aggiunge la voce del carismatico cantante Alex Uhlmann. Anche il tormentone dell’inverno successivo è targato Planet Funk: il singolo ‘These Boots Are Made For Walkin’, colonna sonora del film ‘La Kryptonite nella borsa’ del regista Ivan Cotroneo, viene scelto da una nota azienda di telefonia come colonna sonora della serie degli spot con protagonisti Aldo Giovanni e Giacomo. E la RAI sceglie These Boots Are Made For Walkin’ come soundtrack dello spot degli Europei di Calcio Euro 2012. A Marzo 2012 esce The Great Shake +2 (Universal Music), che alla tracklist originale aggiunge proprio ‘These Boots Are Made for Walkin’ e una nuova versione di Ora il Mondo è Perfetto, con la partecipazione straordinaria di Giuliano Sangiorgi, voce dei Negramaro, il primo brano in italiano nella storia dei Planet Funk. Negli ultimi due anni i Planet Funk si sono dedicati, tra Roma, Firenze e Londra, alla lavorazione del nuovo album, il quinto della formazione, che vede la riconferma di Alex Uhlmann come frontman del collettivo.

Aeham Ahmad, il pianista siriano ed il suo messaggio di pace e speranza a Invasioni 2017

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COSENZA – Il suo songbook tocca le corde dell’anima, appena sale sul palco allestito in Piazza Duomo. E’ al pianista siriano Aeham Ahmad che l’Amministrazione comunale ha affidato il compito di inaugurare il ricco cartellone di “Confluenze-Festival delle Invasioni 2017” che andrà avanti per tutta l’estate. Anche il Sindaco Mario Occhiuto, appena terminato il Consiglio comunale, non ha voluto far mancare la sua presenza. Con lui, ad ascoltare il messaggio di pace e di speranza racchiuso nelle canzoni di  Ahmad e nel suo concerto “Music for hope”, anche il Vicesindaco Jole Santelli e quasi tutta la giunta. Diversi i consiglieri comunali che, insieme al Presidente del Consiglio comunale Pierluigi Caputo, hanno raggiunto Piazza Duomo da Palazzo dei Bruzi.

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Ahmad saluta il pubblico scusandosi di non parlare l’italiano, ma spera – dice – di poterlo presto imparare. Poi, in perfetto inglese, tradotto dall’ottima interprete Elvira Calabrese, racconta la sua storia dopo aver aperto il concerto con “Dimentica il mio nome”, una canzone che evoca i suoi ricordi e i suoi sogni, quando il tempo si arrestò in un attimo, rimanendo “congelato come se si fosse bloccato in un pezzo di pane”.

Aeham non può fare a meno di raccontare di Yarmuk, il campo profughi ad un chilometro di distanza di Damasco dove, seguendo l’esempio del nonno che vi si trasferì per primo, portò con un carretto il suo pianoforte, esibendosi in strada per la gente stremata dall’assedio delle truppe di Assad. Per tutti ora è diventato il pianista di Yarmuk, da quando le immagini che lo ritraggono mentre suona nel campo profughi hanno fatto il giro del mondo.
«A Yarmuk si muore non solo per le bombe, ma anche di fame – dice». Ed è profondo, racchiuso nei suoi canti, il senso del dolore per la situazione siriana con le persone impegnate in una lotta senza quartiere per conquistare la pace.
Alla causa siriana Aeham Ahmad tiene in modo particolare, soprattutto quando scandisce le cifre delle persone – 30 mila – morte per la democrazia. «Devo capire perché il mio Paese viene distrutto pezzetto dopo pezzetto». Ricorda il fratello messo in prigione da 4 anni e mezzo e dice che tutto quello che sta accadendo in Siria, nonostante sia riuscito a fuggire via in Germania, è parte della sua vita.
La parte musicale del suo concerto passa quasi in secondo  piano e poco importa se in repertorio inserisce un omaggio ai grandi della Musica come Beethoven (“Per Elisa”) o Mozart (“Marcia Turca”) o se ogni tanto fa qualche concessione allo swing. Quel che più conta è quello che Ahmad ha da dire.  Le sue canzoni sofferte parlano di un ragazzo ucciso mentre trasportava dei libri o di un uomo di 75 anni, amico del padre, costretto a procurarsi l’acqua da portare a casa, perché in Siria non si ha neanche acqua da bere e non ci si può prendere cura neanche della propria persona, né lavare gli indumenti. “Molti – spiega – non lasciano il loro paese perché non hanno le risorse economiche, né la forza di camminare per 600 chilometri. La guerra ci sta privando di tutti i diritti umani. La situazione in Medio Oriente è sfuggita al controllo”. Un misto di odio e di tristezza alberga nel suo cuore. «Vorrei fare tanto per il mio popolo e faccio quello che posso anche a distanza, auspicando la pace». Un’altra canzone parla di mancanza, quella per il proprio paese, per la propria gente, per le strade dove si è camminato e che si è stati costretti ad abbandonare per cercare nuovi orizzonti.
Non ha cancellato il brutto ricordo di quando, mentre suonava in strada con dei bambini, un rappresentante dell’Isis gli intimò di fermare la musica dando fuoco, subito dopo, al suo pianoforte. «Questa gente non rappresenta l’Islam. Io stesso sono di religione islamica. Ho finito il Ramadan cinque giorni fa, ma mi sembra di essere tornato indietro di oltre 700 anni ed è terribile constatare che ancora oggi, dopo 700 anni, c’è qualcuno che uccide in nome dell’Islam».
E subito dopo invita il pubblico a cantare tutti insieme una canzone gioiosa che ha qualcosa di liberatorio e Piazza Duomo diventa una magnifica “bolgia” e i battimani si sprecano. E sarà questa sorta di inno alla pace e alla speranza a suggellare il concerto, diventandone l’unico bis, quando le luci soffuse rendono ancora più bella e suggestiva la facciata della Cattedrale, mentre Cosenza aspetta di immergersi nel cuore della notte.

A Confluenze-Festival delle Invasioni domani “La lunga notte delle bande”

COSENZA – “Confluenze-Festival delle Invasioni 2017” si appresta a celebrare “La lunga notte delle bande”. E’ questo il titolo che la manifestazione culturale promossa dal Comune,  che scandirà tutta l’estate cosentina, ha assegnato all’evento di apertura della sezione “Confluenze musicali” che calamiterà l’attenzione del pubblico domani, venerdì 30 giugno, alle ore 21,30. La lunga notte avrà un prologo con una parata itinerante di artisti di strada e di bande  che animeranno gli angoli più suggestivi del centro storico di Cosenza, prima di approdare alla Confluenza dei fiumi dove è stata allestita per l’occasione un’apposita Cassa Armonica, quella tipica dei concerti bandistici e delle feste. “La lunga notte delle bande” sarà aperta da un progetto che risulta essere una vera e propria contaminazione tra musica bandistica, tradizione salentina, folk popolare e musica balcanica. A proporlo, direttamente dalla Puglia, Cesare dell’Anna & Girodibanda, con l’obiettivo di rendere sempre più attuale la musica popolare strettamente intesa. L’organico diretto da Cesare Dell’Anna, conductor della formazione salentina, è composto da una banda pugliese e dal gruppo “Opa Cupa” che ormai da dieci anni lavora sulla commistione tra la tradizione musicale delle bande da giro e le ritmiche e melodie delle fanfare dei Balcani. Nella formazione, composta da circa 35 elementi, figurano anche, in una proficua sintesi tra Salento e Calabria, alcuni artisti calabresi: si va da Giuseppe Oliveto, uno dei componenti e fondatori della street band dei “Takabum” alle voci de “il Zalles” della “Spasulati band” e di Trieste Marrelli dei “Sabatum Quartet” che si mescoleranno alle voci salentine di Enzo Petrachi e Rachele Andreani e di Talla, dal Senegal.
Autore raffinato ed eccezionale performer, Cesare Dell’Anna, direttore della formazione salentina, appartiene di diritto alla categoria dei maestri della musica italiana. Virtuoso trombettista, nato in una famiglia di musicisti bandisti per generazioni, a soli sette anni suona già la tromba nei Complessi Bandistici pugliesi, storici nella tradizione musicale del sud Italia. Nel 1996, insieme ad altri artisti (pittori, scultori e musicisti) dà vita alla casa/laboratorio Albania Hotel, sita nella campagna Salentina, di cui è produttore artistico. Un luogo autogestito di incontro e di produzione, che persegue l’intento di valorizzare e veicolare l’arte in tutte le sue espressioni, intese in un’accezione di multiculturalità e di interazione razziale. “La lunga notte delle bande” a Cosenza, dopo l’esibizione di Cesare dell’Anna & Girodibanda proseguirà con “Gli Archimossi”, prima orchestra itinerante di archi amplificati, tutta al femminile. Viole e violini come fossero una marching band. Si tratta di una vera e propria Orchestra internazionale, le cui musiciste hanno una provenienza geografica diffusa: da Italia, Russia, Canada ed Inghilterra. La formazione è un misto di grazia e ironia. Originalissimo il  repertorio musicale proposto: si va dalla tradizione irlandese  a quella slava,  comprese le virtuosistiche Danze Ungheresi di Brahms, con incursioni anche nelle danze rinascimentali e nella musica contemporanea.
Come in una magica alchimia, l’ensemble si deforma e muta continuamente e per ogni quadro musicale, ecco una particolare coreografia, passando dal caos all’ordine e dall’ordine al disordine, in un’interazione continua con il pubblico.

Confluenze – Festival delle Invasioni 2017, tutte le limitazioni al traffico

COSENZA – In occasione dell’evento “Confluenze – Festival delle Invasioni 2017”, il Comando della Polizia Municipale dispone, con ordinanza le seguenti restrizioni  su transito e sosta, valide dal 29 giugno al 30 luglio 2017:

Da DOMENICA a GIOVEDI’, dalle ore 20.00 alle ore 03.00 del giorno successivo;

VENERDI’ e SABATO, dalle ore 20.00 alle ore 04.00 del giorno successivo (salvo modifiche da parte degli agenti preposti al controllo per sopraggiunte contingenze):

 

  • Il DIVIETO di TRANSITO ed il DIVIETO di SOSTA con RIMOZIONE su:

– Lungo Crati De Seta, da P.zza dei Valdesi a P.zza Vittime Civili di Guerra;

 

  • Il DIVIETO DI TRANSITO (Eccetto residenti) su:

Corso Telesio da piazza Valdesi a P.zza XV marzo;

 

  • Il DIVIETO di SOSTA con RIMOZIONE su:

– C.so Telesio, da P.zza dei Valdesi a P.zza XV Marzo, compresi i residenti;

            – P.ZZA DEI VALDESI (ambo i lati) per tutta la sua estensione;

– PONTE MARIO MARTIRE, per tutta la sua estensione.

Nel corso delle manifestazioni gli agenti di polizia stradale in servizio adotteranno su C.so Garibaldi e via S. Quattromani, o ove se ne rendesse necessario, le appropriate misure di regolazione del traffico ed ogni altro opportuno provvedimento che la situazione dovesse richiedere.

 

#Lungrobizantina, arrivano in paese le “Invasioni digitali”

Lungro ( Cs) – In un paese alle pendici della catena del Pollino, tra le colline che svettano sulla piana di Sibari, sorge un luogo di culto unico nel suo genere: la Cattedrale di “San Nicola di Mira”. Arte bizantina e arte occidentale si incontrano come due polmoni dello stesso corpo, in un incontro di riti e lingue diverse. Si citano, solo a titolo esemplificativo, il mosaico della Platitera, il mosaico del Cristo Pantokrator, l’affresco della Santa Parasceve e le opere di Tsitlavidis, Charalambos e Gregorio. Le opere d’arte di “scuola napoletana” e quelle afferenti, comunque, ad un gusto “latino” consentiranno al visitatore di compiere un vero e proprio confronto tra stili e linguaggi diversi. Il Museo Diocesano, di recente apertura, si trova all’interno del palazzo vescovile sede dell’eparca. Il Museo ospita paramenti sacri, in modo particolare dei vescovi che si sono succeduti nell’eparchia dalla sua istituzione, nel 1919, ma anche alcuni dei paramenti dei vescovi ordinandi precedenti a tale data, suppellettile liturgica, tessuti e argenterie sacre databili dal XVI al XX secolo, provenienti dalla Cattedrale di San Nicola e da altri edifici di culto del territorio diocesano, che documentano la storia dell’Eparchia di Lungro e della comunità albanese di rito bizantino. Fa bella mostra di sé un pregevolissimo Epitafios, di fattura meridionale databile al primo quarto del XX secolo.

Svolgimento dell’iniziativa:
Gli “invaders”, i partecipanti, fruiranno di una visita guidata dettagliata all’interno della cattedrale e potranno fotografare le opere d’arte all’interno e all’esterno dell’edificio. Le foto saranno condivise sui social networks, con hashtags #lungrobizantina e #invadilungro. Al termine dell’evento, sarà scattata una foto di gruppo. Durante l’iniziativa, sarà girato un breve video con la maschera-simbolo di “Invasioni Digitali” che sarà inviato all’associazione nazionale.
 Capo invasore:
Dott. Gianfranco Castiglia, laureato col massimo dei voti in Beni Culturali; ha già collaborato con l’Eparchia di Lungro nell’ambito della catalogazione dei beni culturali mobili – Progetto CEI-OA (Conferenza Episcopale Italiana); è autore di articoli scientifici sul tema della storia del territorio ed è coautore del volume Il centro antico di Lungro. Un raro documento di rigore tipologico e di sofisticata strategia insediativo (Castrovillari, 2012); è membro dell’associazione ACTA UNGRA e PRO LOCO “ARBËRIA”.
“Invasioni digitali” è una organizzazione nazionale no-profit che, annualmente, organizza su tutto il territorio italiano moltissime visite guidate tra i beni culturali.
Le visite guidate sono organizzate dai “capo-invasori”, solitamente figure specializzate e competenti che scelgono uno o più luoghi di cultura e organizzano un’iniziativa prevalentemente volta a fotografare quel luogo.
Si ringrazia Sua Ecc.Za Rev.Ma Mons. Donato Oliverio, Vescovo di Lungro, per aver concesso gli spazi e le autorizzazioni, incoraggiato il capo invasore e seguito la promozione dell’evento; Dott. Luigi Guaragna per la realizzazione della locandina; Dott. Nicola Iuvaro, collaboratore della catalogazione dei beni culturali ecclesiastici della diocesi e fotografo della curia, per la foto della locandina.

 

Celebrato ed omaggiato Franco Dionesalvi

(COSENZA)- Poeta innanzitutto, ma anche scrittore, saggista, giornalista e poi amministratore illuminato. Insomma, un intellettuale a tutto tondo e un artista, nel senso più pieno del termine. Con cotanti elogi si parla di Franco Dionesalvi, tornato da qualche mese a collaborare con il Comune di Cosenza. Un ritorno di cui sono stati in qualche modo artefici il Sindaco Mario Occhiuto e l’attuale Assessore alla Cultura  Geppino De Rose che hanno riaffidato a Dionesalvi “le chiavi” di “Invasioni”, il Festival ideato dal poeta cosentino quando da Assessore alla cultura dell’Amministrazione guidata da Giacomo Mancini, tirò fuori dal cilindro quella che ancora oggi avverte come una sua creatura.

Ieri, nella sala consiliare di Palazzo dei Bruzi, anche la Commissione cultura del Comune, presieduta da Claudio Nigro, ha voluto sottolineare il “ritorno a casa” di Franco Dionesalvi con una seduta nel corso della quale, presente anche il Sindaco Mario Occhiuto, gli ha tributato un riconoscimento per il contributo notevole che, nelle sue molteplici vesti, ha saputo imprimere alla crescita culturale della città di Cosenza.

“Franco Dionesalvi è un’energia importante per la città di Cosenza e una ricchezza della quale non possiamo privarci – ha affermato il Sindaco Mario Occhiuto. Ci siamo incontrati un po’ tardivamente, ma non è mai troppo tardi. Ne ho potuto apprezzare le capacità in occasione dell’ottimo lavoro che ha svolto per “Invasioni”. La sua formazione eclettica che spazia nei settori più diversi ci sarà, però, di aiuto – ha aggiunto Occhiuto – anche nel prosieguo, per il futuro culturale della città che stiamo costruendo, una città nella quale sono presenti molteplici attrattori che, uniti agli eventi culturali, potranno contribuire a dare a Cosenza un tratto distintivo riconoscibile anche nel resto del Paese.”

A ripercorrere il cammino culturale di Franco Dionesalvi è stato, con una relazione puntuale, documentata e molto apprezzata dallo stesso ospite, il consigliere Mimmo Frammartino che ha ricordato l’esperienza della rivista “Inonjia”, autentica fucina di poeti attorno alla quale Dionesalvi si formò insieme ai suoi sodali e amici del tempo, Raffaele De Luca e Angelo Fasano, due intellettuali venuti a mancare troppo presto. Frammartino ha evocato molto positivamente la magnifica esperienza di Assessore alla cultura del Comune di Cosenza di Franco Dionesalvi, compresa tra il ’97 e il 2002. “Una personalità – ha rimarcato Frammartino – davvero poliedrica, anche se ama definirsi molto più semplicemente solo e soltanto uno che ama scrivere poesie.”

Anche la Vice Presidente della commissione cultura Maria Lucente non ha voluto far mancare il suo intervento.

“Parlare di Franco Dionesalvi – ha detto – comporta il rischio di cadere nella retorica dell’ovvio. La sua qualità più bella è che è molto stimato, anche in un modo piuttosto generalizzato. La commissione non fa altro che rappresentare una sintesi di riconoscenza istituzionale in modo corale. Considero Dionesalvi un artista, perché è un termine più ricco e più completo. E poi le sue poesie catturano di più. Un artista che sa essere anche un buon amministratore. La città investirà ancora molto sulla sua competenza culturale.”

Per Geppino De Rose, Assessore alla cultura della Giunta Occhiuto, Franco Dionesalvi è “un intellettuale di punta che abbiamo voluto richiamare in Comune convinti come siamo che le eccellenze vadano valorizzate, al di là degli schieramenti politici. Gli riconosciamo, come curatore di “Invasioni” di averci dato gli stimoli giusti e di averci anche indicato delle innovazioni importanti che hanno in qualche modo ricalibrato la manifestazione rispetto alle nostre esigenze. Dionesalvi sarà sicuramente una risorsa della nostra Amministrazione che sta riprogettando complessivamente le sue politiche culturali.

La personalità di Franco Dionesalvi per De Rose si è affermata “perchè ha saputo fare il visionario e consigliare per il meglio gli amministratori che abitualmente non sanno immaginare e poi magna pars dei suoi meriti il poeta e scrittore cosentino li ha avuti nella misura in cui ha saputo anticipare con la Festa delle Invasioni temi estremamente attuali come l’inclusività, l’attenzione alle diversità e le contaminazioni.”

Nel parterre ieri sera anche il consigliere regionale Mimmo Talarico che con Dionesalvi ha scritto recentemente un libro dal titolo emblematico “Onorevole sarà lei” – conversazioni politiche al tempo del disonore, che sarà presentato giovedì prossimo 3 ottobre a Rende.

“Imprendibile, comunista, anarchico, libertario.” Queste le diverse definizioni che  Talarico ha dato di Dionesalvi, ricordando l’inizio della loro collaborazione quando, entrambi assessori alla cultura, rispettivamente di Rende e Cosenza, si inventarono quella che Talarico definisce “una cosa semplicissima” e ciè un network culturale, tra Cosenza, Rende, Cerisano, Castrolibero e Castiglione cosentino che aveva il compito, con un po’ di buon senso e dialogando in maniera serrata, di evitare le sovrapposizioni tra le manifestazioni culturali estive che si svolgevano nel capoluogo e nei comuni dell’area urbana. Per Talarico “Dionesalvi è un intellettuale bipartisan, radicale nel pensiero e nelle affermazioni e polemista irraggiungibile.”

Ai ringraziamenti per l’attenzione riservatagli dal Comune e dalla Commissione cultura Franco Dionesalvi ha fatto subito seguire un suo desiderio: sarebbe molto felice, infatti, se l’Amministrazione comunale intitolasse una strada, anche un suo segmento, ad Angelo Fasano e Raffaele De Luca, i due importanti poeti cosentini scomparsi prematuramente con cui Dionesalvi ha condiviso un pezzo importante della sua esistenza e della sua attività culturale e produzione letteraria.

“Abitualmente le strade si intitolano soprattutto ai poeti, ai musicisti e agli artisti- ha rimarcato”. Poi confessa di essere rimasto molto sorpreso quando il Sindaco Mario Occhiuto e l’Assessore De Rose, espressione di una giunta di centrodestra, lo hanno chiamato ad occuparsi di “Invasioni”, “facendo quello che i loro predecessori mi avevano negato”. E si dichiara fiducioso al punto da dire che il suo ritorno ad “Invasioni” è solo l’inizio di un nuovo cammino al fianco dei progetti culturali dell’Amministrazione comunale guidata da Mario Occhiuto.

Ma il pensiero di Dionesalvi, anche se solo per un attimo, corre anche al Museo del Presente di Rende, una struttura di cui è stato l’artefice e che reca sin dalla scelta del nome il suo imprimatur. “Una bella idea – così lo ricorda – che è rimasto, purtroppo, un guscio vuoto. Mi piacerebbe molto se tornasse a riempirsi di senso.

Nel corso della mia vita – ha proseguito – ho fatto delle scelte a volte abbastanza difficili da capire. Se c’è una cosa che un po’ so fare è scrivere poesie. Credo che il lavoro del poeta sia un’attività per la quale valga la pena spendersi tutta una vita perché si tratta, in definitiva, di strappare qualche parola al silenzio, come Prometeo strappava il fuoco agli Dei.” Prima di congedarsi, legge un brano da uno dei suoi libri più recenti “Ai confini della pubertà” , 99 storie chiuse, di una pagina e mezza ciascuna, che raccontano con tanta nostalgia il mondo dei ragazzi di 12-13 anni che vissero anni formidabili, dal ’68 ai primi anni ’70, quando si vivevano alcuni cambiamenti epocali senza accorgersene, ma lo slancio e l’entusiasmo erano grandi, sentimenti che Dionesalvi ha saputo restituire anche alla platea di Palazzo dei Bruzi.

 

 

Luci, colori ed effetti pirotecnici per lo spettacolo di Invasioni che chiude la sezione dedicata al teatro di strada

Cosenza – “Gli spettacoli di piazza si trasformano in un evento unico ed irripetibile, dove tutto è amplificato e lo spazio urbano diventa scenografia naturale”. Questa ‘filosofia’ guida il teatro di strada della compagnia Piccolo Nuovo Teatro – figlia dello storico gruppo teatrale degli Atmo – che sabato 21 settembre chiude la due giorni di “Invasioni” dedicata al teatro di strada, con le sue Storie tra raggi di luce (piazza XV marzo, ore 22,00).
Con questo spettacolo la Compagnia intende approfondire la sua esperienza di Teatro di strada arricchendola con effetti pirotecnici spettacolari che fanno da cornice ad una storia che è una vera e propria rivisitazione in chiave moderna di una leggenda del 1200 in cui spicca l’allegoria dell’eterna lotta tra “il bene e il male”.

La storia
Il re è ormai giunto alla fine dei suoi giorni, il destino non gli ha concesso la gioia di un figlio a cui lasciare l’eredità del trono. Decide quindi di indire un torneo tra i Cavalieri del Reame per la successione. Il torneo viene interrotto da un perfido Mago con mire di potere sul reame. Usando terribili magie semina il panico tra la gente; mostri spaventosi invadono la città e il Mago ha ormai pieni poteri.
Un uomo del popolo senza titoli nobiliari, armato solo di grande coraggio decide di affrontare le forze oscure messe in campo dal Mago. Alla fine, con l’aiuto della Grande Madre (la Natura), che contrapporrà la forza immensa dei suoi elementi al Male, il cavaliere riuscirà a sconfiggere il malvagio stregone.
Trionfo finale di luci, colori e spettacolari effetti pirotecnici.

Alle Invasioni il ritorno di Giovanni Lindo Ferretti

COSENZA – Un gradito ritorno a Cosenza e ad “Invasioni” quello di Giovanni Lindo Ferretti, protagonista di una delle prime edizioni della manifestazione culturale, che mercoledì 18 settembre si esibirà, all’interno del Duomo, alle ore 21,30, con il suo recital, per voce e violino, dal titolo “Bella Gente d’Appennino”.

Fondatore dello storico gruppo punk “CCCP fedeli alla linea” (fondato nel 1982 e poi scioltosi nel 1990), dei “C.S.I.” (Consorzio Suonatori Indipendenti) e dei “P.G.R.” (Per Grazia Ricevuta), Giovanni Lindo Ferretti si esibirà mercoledì, all’interno del Duomo di Cosenza, insieme al violinista Ezio Bonicelli (ex Ustmamò).

Il recital “Bella Gente d’Appennino” trae linfa dall’omonimo libro di Giovanni Lindo Ferretti, pubblicato da Mondadori nel novembre del 2009, una riflessione tutta personale sulla vita di montagna, i boschi, gli animali, la transumanza e le celebrazioni recitate.

E’ questo l’humus che impregna anche il recital, facendone uno spettacolo intenso dove le parole, piene di sudore e storia lunga secoli, sono recitate, salmodiate e a volte cantate. “Bella Gente d’Appennino” è il seguito ideale di “Reduce”, libro prima e spettacolo poi, ispirato dal ritorno a casa e dall’inevitabile riscoperta di sé stesso; reduce come gli antenati andati in guerra anni prima e attesi per anni dalle loro donne; reduce come chi, dopo anni, si trova a fare i conti con il proprio rinnovato pensiero.

Per la sezione cinema di “Invasioni” domani, martedì 17 settembre, alle ore 21,00, nel Chiostro di S.Chiara, proiezione del film di Martin Scorsese “Hugo Cabret”.

Tratto dal libro “La straordinaria invenzione di Hugo Cabret” di Brian Selznick, edito da Mondadori, il film di Scorsese, del 2011, è un magnifico esercizio di passione cinefila, portato a compimento grazie alle più moderne e raffinate tecnologie digitali che il regista americano utilizza in modo anti-moderno, tutto teso a dimostrare come la tecnica, ieri come oggi, sia comunque votata ad un obiettivo rimasto immutato nei decenni. Il film è interpretato, tra gli altri, da Asa Butterfield, Ben Kingsley, Chloë Grace Moretz e Sacha Baron Cohen.

 

Invasioni: domani la Villa Vecchia verrà “invasa” dai bambini. Lunedì il film “Matrix” per la sezione cinema

Cosenza – Festa delle Invasioni: domani, domenica 15 settembre, la Villa Vecchia si prepara ad essere “invasa” dai bambini. E lunedì il film “Matrix” per la sezione cinema.
Domani, domenica 15 settembre, alle ore 17,30, la Villa Vecchia si prepara ad essere “invasa” dai bambini. E’ a questi ultimi, infatti, che è dedicata domani la Festa delle Invasioni che avrà come teatro l’antico polmone verde della città.
Per l’occasione, la compagnia teatrale “I cicalanti” presenta “Verde patata, la favola biologica”, una vera e propria lezione-spettacolo sull’alimentazione. Ad interpretarla, Francesco Aiello, Enrica Gucciardi e Alessandra Colucci.
Questa la storia raccontata nella favola: tutto comincia in una terra lontana, il Perù’, dove un viaggiatore impavido scopre la patata, il tubero che cambierà l’economia del mondo. La storia corre veloce e si arriva ai nostri giorni in cui uno scienziato pazzo cerca di risolvere il problema della fame nel mondo. La visita della patata gli fa comprendere che bisogna mescolare i geni delle piante per far sì che esse possano proteggersi da sole dai parassiti e crescere sempre più rigogliose. I propositi dello scienziato diventeranno sempre più folli. Carote-pomodoro, mucche con il collo da giraffa; lo scienziato sogna un mondo dove le modificazioni genetiche siano predominanti. Osvaldo Giovanni Giacomo (“Ogm, mi chiamano per comodità”) vuole cambiare la Costituzione di Madre Natura, ma un Comitato di liberazione (“Contro l’uomo approfittatore”) composto da una gallina, una patata ed un lombrico cerca di mettergli i bastoni tra le ruote. Riusciranno a salvare la natura? Il risultato che la compagnia “I cicalanti” si prefigge di ottenere con la messa in scena della favola biologica è quello di stimolare una riflessione nei bambini, sull’utilizzo che l’uomo fa, al giorno d’oggi, delle risorse alimentari.

Lunedì 16 settembre, alle ore 21,00, nel Chiostro di S.Chiara, la Festa delle Invasioni, per la sua sezione cinematografica, proseguirà, invece, con la proiezione del film “Matrix” di Lana ed Andy Wachowski. Un successo del 1999 che viene riproposto dopo essere diventato un vero e proprio cult del genere fantascienza.
Il film dei fratelli Wachowski può essere considerato antesignano di effetti speciali che non si erano mai visti prima, attraverso la tecnica della “Flow Motion”.
“Matrix” racconta le vicende di un hacker di nome Neo che, grazie all’aiuto del misterioso Morpheus, scopre che quella che per lui è la “realtà” non è altro che una facciata, un mondo virtuale creato dal super computer Matrix per controllare gli esseri umani. Ma Morpheus è convinto che Neo sia il prescelto di cui parla un’antica profezia e che sarà in grado di guidare la rivoluzione contro Matrix. Il film è interpretato da Keanu Reeves, Laurence Fishburne e Carrie-Anne Moss