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Studenti e studentesse sulla “Nave della legalità” direzione Palermo

GERACE (RC) – Mariachiara Sorace, Silvia Multari, Patrizia Multari, Maria Condelli, Giusy Giovinazzo, Alessia Filippone: questi i nomi delle studentesse delle scuole secondarie di primo grado di Gerace, Antonimina e Canolo – tutte facenti parte dell’Istituto Comprensivo “Cinque Martiri” di Gerace – che, in occasione del ventunesimo anniversario delle stragi di Capaci e via D’Amelio, sono a bordo di una delle due Navi della Legalità che da Civitavecchia e Napoli nella tarda mattinata di oggi sono salpate alla volta di Palermo.

Le sei studentesse geracesi, accompagnate dalle insegnanti Gabriella Reitano e Anna Maria Aversa, saranno a bordo della Nave della Legalità simbolicamente ribattezzata “Giovanni” salpata da Napoli, insieme ad altri 1.300 studenti di tutta Italia selezionati attraverso il concorso “Nave della Legalità” promosso annualmente dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca insieme alla Fondazione “Giovanni e Francesca Falcone”, che quest’anno ha avuto come tema “Le nuove rotte dell’impegno. Geografia e legalità”.

Durante il viaggio che li condurrà a Palermo, ragazzi e docenti avranno la possibilità di confrontarsi con importanti figure delle istituzioni e delle associazioni che si occupano di legalità. La Nave della Legalità partita da Napoli avrà come ospiti il Sottosegretario all’Istruzione Marco Rossi Doria, il Presidente di Libera don Luigi Ciotti, il Commissario Straordinario Antiracket Giancarlo Trevisone e l’imprenditore e testimone di giustizia Pino Masciari.

Sulla nave salpata da Civitavecchia – ribattezzata “Paolo” – gli altri circa 1.300 studenti a bordo avranno invece la possibilità di confrontarsi con il Presidente del Senato Piero Grasso, il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Maria Chiara Carrozza, il Presidente Rai Anna Maria Tarantola, e il professor Nando Dalla Chiesa, associato di Sociologia della Criminalità organizzata presso l’Università degli Studi di Milano.

Domattina le due Navi della Legalità attraccheranno al porto di Palermo, accolte da centinaia di studenti della scuole di Palermo e di tutta la Sicilia. Dopo la cerimonia di benvenuto, a cui parteciperanno Maria Falcone e molti rappresentanti delle istituzioni, gli studenti si divideranno nei vari luoghi simbolo della città. Molti andranno verso l’Aula Bunker del carcere Ucciardone per assistere al momento istituzionale e commemorativo della manifestazione. Contemporaneamente, gli altri ragazzi si recheranno in alcune piazze simboliche della città di Palermo (Piazza Magione, Parco Ninni Cassarà) e a Corleone, dove parteciperanno alle iniziative organizzate dal MIUR, dalla Fondazione “Giovanni e Francesca Falcone” e dalle scuole di Palermo. Si tratta dei cosiddetti “Villaggi della Legalità” allestiti ad hoc non solo dalle scuole ma anche dalle associazioni antimafia e dalle Forze dell’Ordine, dalla Protezione Civile e da molti altri organismi che operano a vario titolo per il bene comune e in nome della legalità.

La partecipazione degli studenti dell’Istituto Comprensivo “Cinque Martiri” di Gerace al concorso “Nave della Legalità” rientra nell’ambito del Progetto MIUR-UNAR Presidenza del Consiglio dei Ministri “Dedicato a Lea e a tutte le donne calabresi” di cui è responsabile l’insegnante e cantastorie Francesca Prestia. Un percorso multidisciplinare di educazione alla legalità nel quale sono coinvolte anche le scuole di Siderno, Palmi e Lamezia Terme – e nell’ambito del quale sono inserite la recente “lezione di legalità” tenuta dal capitano Nico Blanco (Comandante Compagnia CC di Locri) e l’elezione del Sindaco dei Ragazzi di Gerace –, fortemente sostenuto a livello nazionale dal Sottosegretario all’Istruzione Marco Rossi Doria, dalla propria consigliera Filomena Fotia e dalla capo segreteria Francesca Delle Vergini, e a livello locale promosso e supportato dal Dirigente Scolastico dell’Istituto Comprensivo “Cinque Martiri” di Gerace, Tommaso Mittiga, e dal Sindaco di Gerace, Giuseppe Varacalli.

Cento passi con Libera verso il 21 marzo

COSENZA – Cento passi sono quelli cantati dai Modena City Ramblers nel loro tributo musicale a Peppino Impastato. Cento passi sono quelli contati dal protagonista dell’omonimo film di Marco Tullio Giordana. Cento passi sono simbolicamente quelli che guidano Libera verso la XVIII Giornata della Memoria e dell’Impegno per ricordare le vittime innocenti di tutte le mafie, che quest’anno si terrà a Firenze il 15 e 16 marzo prossimi, dietro lo slogan “Semi di giustizia, fiori di corresponsabilità”.

Ad una settimana dall’appuntamento toscano il coordinamento cosentino di Libera ha voluto piantare il suo seme di giustizia, realizzando una manifestazione per ricordare le vittime innocenti delle mafie nel territorio provinciale. Un momento carico di emozione che ancora una volta sottolinea l’impegno dell’associazione guidata da don Luigi Ciotti lungo un importante percorso di ricostruzione della memoria. Un cammino compiuto nel ricordo di chi è stato portato via da mano mafiosa, ma soprattutto realizzato attraverso il sostegno ai familiari e a chi ancora lotta per non subire i soprusi di chi agisce nell’illegalità.

L’Auditorium Guarasci del Liceo Classico Telesio di Cosenza ha ospitato stamani una folta platea di studenti provenienti dalle scuole della provincia già coinvolte nel progetto “Giovani e legalità”, portato avanti in collaborazione con la Prefettura e la locale Camera di Commercio. Un pubblico curioso e attento che ha seguito con interesse gli interventi in scaletta. Al di là della retorica dell’importanza del rispetto delle regole, gli studenti sono coinvolti direttamente dalle parole pronunciate in sala. Perché le parole di don Tommaso Scicchitano (delegato “Memoria ed impegno” Libera Cosenza), Francesco Spanò (Sportello SOS Giustizia) e Matteo Luzza (Libera Memoria Calabria) sono state pensate per arrivare a scuotere le loro comodità e farli sentire vicini al problema. La mafia come qualcosa che fa parte delle loro vite, della loro quotidianità, dei loro luoghi. Non è un caso che il giornalista Arcangelo Badolati – caposervizio della “Gazzetta del Sud” – punti forte l’accento sulla necessità di avere coraggio ricordando nomi, date e modalità di esecuzione delle vittime innocenti della provincia. Ferrami, Lattuca, Panaro, Dodaro, Bruno, Cosmai, Maiorano, Lanzino sono solo alcune delle vite che scorrono nelle parole di Badolati. Storie di persone senza colpe, trovatesi magari al posto sbagliato nel momento sbagliato. O persone che consapevolmente hanno deciso di non abbassare la testa. Storie presentate agli studenti nella loro crudezza e nella loro umanità per farle sentire ancora più reali e più vicine.

L’emozione è palpabile e continua a crescere quando al microfono si avvicendano i diretti interessati, ovvero i familiari di alcune delle vittime di mafia del nostro territorio. Figli, mogli, fratelli, madri che nel dolore di una perdita così improvvisa e così inspiegabile hanno trovato il coraggio di resistere. Raccontare dei loro cari è riaprire ogni volta una ferita mai sanata, ma sono consapevoli dell’importanza del loro gesto, soprattutto nei confronti delle nuove generazioni. Il buio e l’oblio che caratterizzano e rafforzano gli atteggiamenti mafiosi devono essere contrastati e sconfitti da forti fasci di luce che diano spazio agli esempi di coraggio dimostrato da tante persone. La scuola è il primo luogo in cui si viene a contatto con l’istituzione e con lo Stato ed è importante che proprio attraverso la scuola si veicolino gli elementi basilari di legalità e giustizia.

Piccoli cittadini crescono, nella speranza che dai semi di giustizia piantati nelle loro giovani coscienze germoglino fiori di corresponsabilità.

 

Mariacristiana Guglielmelli

 

 

Lezione di legalità alla scuola media Scoleri di Gerace

In piedi da sinistra, il maresciallo Alessio Labate, il maresciallo capo Giacomo Chimienti, il capitano Nico Blanco

GERACE (RC) – È stata una vera e propria lezione di legalità quella tenuta dal capitano Nico Blanco, comandante della Compagnia Carabinieri di Locri, nell’aula magna della Scuola Media “Domenico Scoleri” di Gerace.

L’incontro si inserisce nell’ambito del Progetto MIUR-UNAR Presidenza del Consiglio dei Ministri “Dedicato a Lea e a tutte le donne calabresi” di cui è responsabile l’insegnante e cantastorie Francesca Prestia, un percorso multidisciplinare nel quale sono coinvolte anche le scuole di Siderno, Palmi e Lamezia Terme, fortemente sostenuto dal Sottosegretario all’Istruzione, Marco Rossi Doria, e da Filomena Fotia, suo braccio destro.

Ad accogliere il capitano Blanco, Tommaso Mittiga, Dirigente dell’Istituto Comprensivo “Cinque Martiri”, cui appartiene la scuola teatro dell’incontro, e Giuseppe Varacalli Sindaco di Gerace. I due hanno ringraziato l’Arma dei Carabinieri per la grande sensibilità dimostrata nell’accettare immediatamente l’invito ad incontrare gli alunni geracesi e, nello specifico, il sindaco Varacalli ha sottolineato l’importante ruolo – secondo solo a quello dei genitori – svolto dalla scuola e dalle forze dell’ordine nell’educazione delle giovani generazioni al rispetto reciproco, a quello delle regole della convivenza civile e, infine, delle leggi.

Proprio dalle leggi che disciplinano il diritto penale ha preso il via la lezione che il capitano Blanco – assistito dal comandante della Stazione dei Carabinieri di Gerace, maresciallo capo Giacomo Chimienti, e dal suo vice, maresciallo Alessio Labate –, ha tenuto agli attenti studenti geracesi. «Tutte le regole appaiono inizialmente scomode, fino a quando non se ne capisce il vantaggio, sia individuale che collettivo, che si ottiene nell’osservarle», ha esordito Blanco: «È un po’ quello che accade quando si iniziano ad utilizzare delle scarpe nuove: inizialmente saranno scomode, poi, man mano che il piede vi si adatterà, diventeranno comode e funzionali».

Adottando uno stile informale e facendo ricorso ad alcuni esempi vicini al mondo giovanile, il capitano Blanco ha quindi passato in rassegna alcuni tra i reati che riguardano, attivamente e passivamente, proprio i giovani o, addirittura, i giovanissimi.

Alla domanda del capitano Blanco riguardo a quanti tra i ragazzini presenti possedesse un proprio profilo su Facebook o Twitter, solo un sparuto gruppo di “mosche bianche” non ha alzato la mano. Ancor più importante e utile, perciò, si è dimostrata la successiva rassegna dei reati più diffusi tra quelli commessi nell’ambito dei social network: la diffamazione, ma anche lo stalking, le molestie, il furto d’identità e le truffe on-line.

«L’obbiettivo del nostro incontro di oggi – ha spiegato ai ragazzi il capitano Blanco – è stato quello di accendere alcune lampadine nelle vostre menti che possano orientare al meglio i vostri comportamenti quotidiani, a scuola, in famiglia e nella società in generale». «Il contributo che ognuno di noi può dare alla società non è affatto secondario» – ha proseguito il rappresentante dell’Arma dopo aver proiettato la celebre scena del discorso di coach Al Pacino alla sua squadra in “Ogni maledetta domenica” – «Il nostro contributo è una goccia nel mare, ma o ciascuno di noi contribuisce con i propri comportamenti quotidiani a “fare squadra” e a rendere la società più giusta e più sicura, o falliremo individualmente come cittadini, prima ancora che come società nel suo insieme».

Moltissime mani si sono poi alzate anche quando è stato aperto il dibattito con i giovani studenti: la proverbiale curiosità giovanile ha fatto la propria parte, così come la voglia di capire meglio cosa fare per difendersi da eventuali comportamenti illeciti altrui e cosa fare in prima persona per migliorare la società della quale si è parte.

Stefano Fiore testimonial della legalità e di un gioco da tavolo

Foto di Paola Scirchio

COSENZA – In prossimità delle feste è caccia ai regali, cercando di combinare nel modo migliore gusti dei destinatari ed esigenze di portafoglio. In tempo di crisi poi la ricerca si rivela ancora più ardimentosa.

Una risposta arriva dalla cooperativa sociale Dignità del Lavoro e da Stefano Fiore, oggi DS del Cosenza, con un passato di calciatore affermato in Serie A ed in Nazionale, che hanno presentato, nella Saletta dei Gruppi Consiliari di Palazzo dei Bruzi, il gioco da tavolo “Cittadini” . Un testimonial d’eccezione per veicolare un messaggio importante: l’acquisto di un prodotto che educa alla legalità.

«Alla legalità occorre allenarsi tutti i giorni ed io ho provato a farlo nella mia esperienza – ha detto Stefano Fiore – per questo ringrazio i promotori del gioco per aver pensato a me. Tante volte mi è capitato di offrire la mia immagine per iniziative commerciali, ma questa volta sono particolarmente lieto di farlo perché si tratta della mia città e di una iniziativa che ha un forte valore sociale».

Una soluzione che accontenta tutti – secondo le parole degli intervenuti – perché è un prodotto che assolve funzioni diverse. «Con la produzione e la commercializzazione di questo prodotto, Dignità del Lavoro raggiunge l’obiettivo di finanziare la propria missione sociale – ha dichiarato Manfredo Piazza, presidente della cooperativa sociale – ed offrire opportunità di lavoro per persone in difficoltà. L’allestimento ed il confezionamento delle scatole del gioco sono oggi realizzati da giovani ex tossicodipendenti e da ragazzi che hanno avuto problemi con la Giustizia. Ma è innanzitutto un gioco e come tale è uno strumento divertente per trascorrere in allegra compagnia le serate in famiglia o con gli amici».

Emanuela Scola del Coordinamento cosentino dell’associazione antimafia Libera ha invece posto l’accento sull’aspetto educativo e formativo del gioco: «L’educazione alla legalità non si fa con i convegni e con i discorsi, ma attraverso un esercizio continuo e quotidiano». E farlo con un gioco è sicuramente più facile per attirare e stimolare il senso civico dei ragazzi e delle ragazze. Non bisogna dimenticare poi che una parte dei ricavi della vendita del gioco viene destinata a sostenere le attività dell’associazione che hanno la legalità come obiettivo primario.

Legalità che non deve essere vista come qualcosa di astratto. «Mi convince molto il sottotitolo del gioco “la sfida quotidiana della legalità” – ha dichiarato Marina Machì, assessore comunale alla formazione della coscienza civica – perché sono convinta che sono le piccole scelte quotidiane che contano. In una letterina una bambina di Cosenza ha scritto “Caro Babbo Natale vorrei che la mafia non esistesse, ma forse tu non sei abbastanza potente, per queste cose ci vuole Dio”. Questa frase è emblematica: molti pensano che costruire la legalità non sia alla nostra portata. E invece il gioco ci fa capire che una città legale dipende dalle azioni concrete di ciascuno di noi».

Ciliegina sulla torta è stato l’inatteso arrivo in sala della dott.ssa Santelli, neuropsichiatra infantile, accompagnata dalle piccole ambasciatrici della Fondazione Movimento Bambino, che ha voluto legare il proprio impegno nei confronti dei minori all’iniziativa in corso.

Divertimento, educazione, formazione, solidarietà: tutto in un solo acquisto che può far felici grandi e piccoli. Il gioco è già disponibile in diversi punti vendita di Cosenza ed hinterland (negozi di giocattoli, librerie, edicole), ma l’invito alla diffusione del prodotto e al sostegno dell’idea ad esso legata è stato rivolto a tutti i commercianti.

Mariacristiana Guglielmelli

Da sinistra: Emanuela Scola, Manfredo Piazza, Giovanni Serra, Stefano Fiore, Marina Machì

 

Successo dell’iniziative del Coisp sulla legalità

poliziaCATANZARO – ”E’ stato davvero bello e gratificante assistere, ieri, al grande successo della manifestazione che abbiamo organizzato per la seconda edizione di ‘Per ricordare… 1992′, onorando l’impegno assunto a suo tempo per un costante lavoro di prevenzione e diffusione dei principi della legalita’ nei quartieri a sud del capoluogo calabrese. Grazie soprattutto alla collaborazione dei nostri straordinari partner, abbiamo raggiunto in pieno il nostro obiettivo, dimostrando peraltro che siamo tra i pochi rimasti a fare gesti concreti e non chiacchiere in tema di sicurezza”. Cosi’ Giuseppe Brugnano, Segretario Regionale calabrese del Coisp – Sindacato Indipendente di Polizia, tira le somme dopo una giornata, quella di ieri, ricca di impegni ed iniziative culminate nell’incontro che si e’ tenuto di pomeriggio nella chiesa ”Santa Maria della Speranza”, nel quartiere Pistoia. Al dibattito sul tema ”Responsabilita’ e bene comune – Sicurezza e legalita’ nei quartieri a sud di Catanzaro”, moderato dal giornalista Davide Lamanna, impreziosito dagli interventi di Monsignor Vincenzo Bertolone, Arcivescovo di Catanzaro Squillace, e di Santi Consolo, Procuratore Generale di Catanzaro, e concluso dal Segretario Generale del Coisp, Franco Maccari, hanno presenziato le autorita’, a partire dal Presidente del Consiglio regionale, Francesco Talarico, passando per i rappresentanti della Provincia e del Comune di Catanzaro, dal Prefetto di Catanzaro, Antonio Reppucci, al Vice Questore Vicario Alessando Meneghin, a tanti altri, fino ad una moltitudine di cittadini che, figlioletti al seguito, si sono radunati per prendere attivamente parte alla manifestazione, conclusasi con la benedizione del fuoco e la fiaccolata in nome della legalita’.

Giovani e legalità: nuovo progetto per le scuole cosentine

COSENZA – Con l’avvicinarsi dell’apertura delle scuole, nel mondo della formazione si cercano strade e strumenti nuovi per educare ed entusiasmare le giovani generazioni, nel tentativo di trasmettere valori prima che semplici competenze e tecnicismi.

“Giovani e legalità” è il titolo del progetto presentato presso la Camera di Commercio di Cosenza e sottoscritto da diversi enti locali con l’obiettivo di fornire le scuole di strumenti didattici innovativi per gli educatori. Si tratta in particolare di un libro e di un gioco. Il primo, rivolto ad alunni delle scuole elementari, è un opuscolo di filastrocche, realizzato da Anna Sarfatti e presentato dalla stessa autrice che, attraverso le parole di bambini e bambine, ha saputo rendere con semplicità ed incisività il messaggio della nostra Costituzione. Il secondo è un gioco da tavolo per studenti delle scuole medie e superiori realizzato dalla cooperativa sociale Dignità del lavoro, incentrato sull’educazione alla legalità. “La costruzione della legalità e la lotta a tutte le mafie passa innanzitutto per l’educazione della coscienza critica, per l’educazione a saper scegliere, in ogni situazione della propria vita, da quale parte stare. – Spiega Giovanni Serra referente della cooperativa – Il gioco si vince se si riescono a conciliare i propri interessi legittimi ed un buon livello di legalità generale della società in cui si vive e si opera”.

Il progetto nasce dall’idea di diffondere quanto più possibile i temi della giustizia e della legalità non solo attraverso le parole o in occasione di particolari ricorrenze, ma facendoli entrare nella routine degli insegnamenti scolastici, interessando alunni di ogni ordine e grado in quanto futuri cittadini. Un progetto che va oltre l’aspetto “convegnistico” che spesso accompagna questo tipo di iniziative – come sottolinea il prefetto della Provincia di Cosenza Paolo Cannizzaro – perché mette in campo direttamente l’operatività dell’insegnamento. Un’apertura reale alle scuole e agli studenti che è dimostrata dalla presenza, nella sala Petraglia, di numerosi insegnati e dirigenti scolastici, referenti delle 25 scuole che partecipano al progetto. Ma che è avvalorata soprattutto dai laboratori formativi organizzati per familiarizzare con gli strumenti e per scoprirne le potenzialità educative.

“Un progetto che parte innanzitutto da un’alleanza strategica tra le istituzioni” dichiara Giuseppe Gaglioti, presidente della Camera di Commercio di Cosenza e promotore dell’iniziativa. Una rete che viene formalizzata attraverso la sottoscrizione di un protocollo d’intesa che coinvolge numerosi soggetti tra gli enti locali della provincia, interessati dalle tematiche proposte. Agli interventi di Cannizzaro e Giglioti seguono infatti le riflessioni del procuratore aggiunto Domenico Airoma e del dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale Luigi Troccoli, che hanno invitato i presenti a riflettere sull’importanza di recuperare il senso del giusto e del rispetto delle regole, in un contesto così delicato e difficile quale quello calabrese. Sulla scia degli interventi dei rappresentanti istituzionali si sono allineate anche le voci della società civile, nodo imprescindibile per la buona tenuta della rete, attraverso le parole del delegato nazionale di Libera, Davide Pati e del presidente regionale dell’associazione professionale Proteo, Renato Lamanna.

Un’iniziativa che si pone come una sfida per la classe docente, ma che si concretizza soprattutto come un augurio, come un segnale di speranza per un processo di cambiamento verso una società fondata sul rispetto delle regole prima e sul senso di giustizia e legalità poi.

 

 

Mariacristiana Guglielmelli

 

CASSANO ALLO IONIO: Sindaco Papasso Dalle Parte Della Legalità

papassoCASSANO ALLO IONIO – “Esprimo il mio rammarico, la costernazione ed il disprezzo nei confronti di chi si è reso responsabile dell’impiccagione di un cane al cancello di “Palazzo Nola”. E’ un atto di crudeltà che censuro con fortissima determinazione, anche se certamente è da inquadrarsi in una ragazzata.

In ogni caso, si tratta di un atto criminale che non appartiene all’intera città ma a qualche balordo che, evidentemente, ha pensato di sfogare così qualche colpo di calore dovuto al caldo intenso di questi ultimi giorni. Mi dispiace, altresì, che taluni hanno voluto dare risalto ad una vicenda così triste, danneggiando, sia pure inconsapevolmente, l’immagine della nostra città che continua ad essere costituita da gente onesta, perbene e laboriosa.

Censuro e condanno, inoltre, quanti hanno tentato di impedire alle Forze dell’Ordine, a Timpone Rosso,  di adempiere al loro sacrosante dovere. Ai Carabinieri la stima e la solidarietà, oltre che il ringraziamento per quanto stanno facendo per riportare ordine, sicurezza e legalità sul territorio comunale e, soprattutto, per abbattere il potere mafioso. Nella circostanza i complimenti per l’operazione portata a termine. Cassano sarà sempre e comunque dalla parte dello stato e della legalità:  è l’impegno di tutta la cittadinanza per andare avanti sulla strada del progresso e della civiltà e per assicurare un futuro con maggiore luce e certezza per i suoi giovani nuovi talenti.”

Lollò Cartisano (L’ultima foto alla ‘ndrangheta)

Lollò CartisanoUltimo appuntamento, prima della pausa estiva, della rassegna “Per una scandalosa normalità. Pensieri e parole per una Calabria (e un Paese) normale” organizzata dal presidio Libera di Cosenza, in collaborazione con Ossidiana (l’Osservatorio per lo studio dei Processi Culturali e della Vita Quotidiana dell’Unical) e il Centro RAT del teatro Acquario.

Al centro della serata “Lollò Cartisano (L’ultima foto alla ‘ndrangheta)”, romanzo a fumetti di Luca Scornaienchi e Monica Catalano inserito nella collana Libeccio di Round Robin Editrice.

Ad aprire l’incontro il video Comics Gegen die Mafia, documentario realizzato dall’emittente Arte Tv sulla Marcia della Memoria che ogni 22 luglio viene organizzata dall’associazione antimafie daSud onlus lungo i sentieri dell’Aspromonte. Lo stesso tratto di strada che separa Bovalino da Pietra Cappa, luoghi del rapimento di Lollò Cartisano e del ritrovamento del suo corpo dopo dieci anni. Passi simbolici di un ricordo che non si ferma solo alla figura del fotografo ma che comprende tutte le vittime che non si sono lasciate piegare dal potere mafioso. Circa 15 minuti di immagini e interviste che ripropongono volti e luoghi di una storia da non dimenticare. È la presentazione di una nuova forma di resistenza alla mafia e al suo potere distruttivo, un tentativo di ribellione che passa per la musica dei Kalafro, per le parole di Giovanni Tizian, per il disegno e la sceneggiatura di Luca Scornaienchi e Monica Catalano, che parte da un territorio e da una comunità troppo spesso sotto ricatto e la attraversa per restituirle dignità.

Una battaglia, quella tra criminalità e legalità, che assume contorni sempre diversi e che si combatte quotidianamente in ogni area della nostra regione. Doverosa la solidarietà espressa al presidio di Libera di Crotone e alla cooperativa che ad Isola Capo Rizzuto coltiva l’orzo su territori confiscati alla mafia e che nei giorni scorsi ha subito l’ennesimo tentativo di intimidazione con il danneggiamento del raccolto.

La lotta alla mafia passa soprattutto attraverso una cultura nuova e diffusa di giustizia e legalità. Una cultura che affonda le sue radici nella memoria e dispiega i suoi rami nella consapevolezza e nella partecipazione attiva. “Oblio e memoria sono i due estremi su cui si muove la sceneggiatura di Luca – precisa Edoardo Stefano del presidio Libera di Cosenza – condizioni che caratterizzano i protagonisti della storia e si legano indissolubilmente alla cecità e alla salvaguardia dell’interesse personale in un caso e alla caparbietà di scoprire la verità e farla conoscere nell’altro”. Coltivare la memoria, tenere accesi i riflettori, diffondere le storie di uomini esemplari nella loro normalità sono i passi essenziali da compiere per resistere e per vincere.

Un impegno che Libera sta portando avanti con molti altri compagni di viaggio, utilizzando anche strumenti innovativi e inusuali quali il fumetto. “Il fumetto è stato rivalutato come forma d’arte – spiega con chiarezza e precisione Olimpia Affuso, ricercatrice dell’Università della Calabria – perché ha la capacità di accompagnare una comunità nel processo di elaborazione di un evento traumatico”. Attraverso l’utilizzo di caricature o l’antropomorfismo dei personaggi, infatti, il fumetto permette un’evocazione della realtà che non è così cruda come può apparire ad esempio con la fotografia o con il documentario. E può quindi contribuire a pieno titolo nel complesso ma indispensabile percorso di svelamento della realtà.

Una scia in cui si incanalano le attività di Libera Cosenza, di cui la rassegna “Per una scandalosa normalità. Pensieri e parole per una Calabria (e un Paese) normale” è il tratto più visibile. Una strada che riprenderà in autunno le proprie tappe cittadine, mentre si sposterà sulla costa per diverse altre iniziative.

Mariacristiana Guglielmelli

La sfida della legalità parte da Cosenza con un gioco da tavolo

Gioco CittadiniUn pomeriggio ludico all’AcquarioBistrot di Cosenza. Ma anche un appuntamento di impegno civile. L’associazione Libera Cosenza, insieme ad Ossidiana (l’Osservatorio per lo studio dei Processi Culturali e della Vita Quotidiana dell’Unical) e al Centro RAT del teatro Acquario, ha presentato un nuovo gioco di società.

L’iniziativa rientra nella rassegna “Per una scandalosa normalità. Pensieri e parole per una Calabria (e un Paese) normale” e nella volontà della sezione di Cosenza di Libera di operare concretamente sul territorio. Le cronache recenti hanno portato alla luce una realtà criminale e mafiosa che sembrava finora sommersa. Le parole legate alla ‘ndrangheta sembravano relegate ad altre zone della Calabria, invece occorre aprire bene gli occhi, prendere coscienza della vera realtà in cui viviamo e agire per cambiarla. “Cosenza non è l’isola felice che hanno voluto farci credere – appella Sabrina Garofalo referente di Libera Cosenza – e l’associazione è in prima linea per dare una scossa alle coscienze dei cosentini”. Un impegno che passa dagli incontri del corso “A scuola di antimafia – Il riutilizzo sociale dei beni confiscati” nelle aule dell’Università della Calabria, dai prodotti di Libera Terra previsti nel menù della serata e da un gioco da tavolo.

“Cittadini. La sfida quotidiana della legalità” è un gioco ideato e realizzato dalla cooperativa sociale Dignità del Lavoro (già Delfino Lavoro) di Cosenza, in collaborazione con Libera, Cereso e Camera di commercio di Reggio Calabria, e con il sostegno della Bcc Mediocrati. Ogni partita è metafora di un anno di vita in una comune città. I giocatori sono dunque cittadini che ogni giorno si trovano davanti alle proprie attività e alle proprie relazioni, alle proprie sfide e alle proprie scelte. Il gioco si snoda lungo tre principali percorsi, economico-finanziario, politico-culturale, etico-solidale che rappresentano altrettante dimensioni della vita. Ogni casella richiede una scelta da compiere, scelta che può determinare la vittoria personale, ma soprattutto la realizzazione di una società più giusta per tutti. “Legalità è il frutto del modo di pensare e delle scelte concrete di ciascuno di noi e della società nel suo insieme – ricorda il procuratore Pignatone nella prefazione – ed ogni nostro comportamento, ogni scelta politica, ogni fatto che accade possono influire sul livello di legalità”.

Legalità che non è quindi solo lotta diretta e frontale alle mafie, ma è strettamente legata al rispetto delle leggi che regolano ogni aspetto della vita. Da qui l’esigenza da cui scaturisce l’idea del gioco: “Siamo convinti – sottolineano gli autori – che la costruzione della legalità e la lotta a tutte le mafie, passi, innanzitutto, per l’educazione della coscienza critica”.

La proposta di un gioco è una modalità nuova e accattivante per veicolare aspetti etici e valoriali importanti. Un gioco quindi che non è solo divertimento ma è soprattutto fonte di apprendimento, se inserito correttamente nel proprio contesto di vita. “Lo scopo di Cittadini è dimostrare che la legalità può e deve essere anche un gioco da ragazzi, – si legge nella prefazione di don Ciotti – qualcosa che tutti, a cominciare dai più giovani, devono costruire giorno per giorno, attraverso scelte consapevoli e comportamenti coerenti”.

Una sfida che hanno colto al volo le persone intervenute all’incontro. Dopo la presentazione, infatti, nella saletta dell’AcquarioBistrot sono stati allestiti quasi dieci tavoli con altrettante scatole del gioco. Grandi e piccini hanno avuto così l’occasione di mettersi subito alla prova e compiere con dadi e pedine la missione assegnata: fare la scelta per costruire legalità.

 

Mariacristiana Guglielmelli