Archivi tag: lettera aperta

Sospensione elezioni Unical, lettera aperta del Movimento Athena

ARCAVACATA DI RENDE (CS) Riceviamo e pubblichiamo integralmente lettera del Movimento Studentesco Athena relativamente alle elezioni sospese all’Università della Calabria

 

«Magnifico Rettore, Chiarissimi Professori, Egregio Direttore Generale,

abbiamo appreso tramite social network che per il 7 Settembre 2018 è stata indetta una riunione avente come oggetto “le elezioni studentesche”. Ci è sempre risultato, e continua a risultarci difficile capire il senso della sospensione di queste ultime, senso peraltro svilito e stroncato da una netta sentenza del TAR Calabria, mentre ci pare inevitabile, purtroppo, riscontrare un continuato ostruzionismo a discapito dei regolari processi democratici studenteschi normati dal regolamento interno e oltre che dalla normativa nazionale (partiamo dal presupposto che le leggi che si è dato il paese siano vigenti anche nella libera repubblica di Arcavacata). Troviamo paradossale che non ci sono mai stati problemi di alcuna natura nei rinnovi di tutti gli organi, sia nella componente dei docenti che in quella del PTA, ma puntualmente, ogni qualvolta i processi elettorali riguardano la componente studentesca, emergono intoppi e sospensioni cui è difficile non attribuire il fine di manipolare gli esiti politici delle tornate elettorali studentesche. Da un’analisi sommaria, questa condotta di gestione si è resa evidentemente necessaria, sebbene violasse le normative vigenti, per mantenere in piedi un mandato rettorale caratterizzato da una forte e diffusa disapprovazione dell’opinione pubblica, da maggioranze risicate e fragili negli organi, dove tutti gli studenti esprimono 4 (senato accademico) e 2 (consiglio d’amministrazione) rappresentanti.   Dopo questa premessa, invitiamo il Magnifico Rettore, la Commissione Elettorale Centrale e Il Direttore Generale a una profonda riflessione che porti alla ripresa del procedimento elettorale sospeso il 9 maggio per un motivo successivamente dimostratosi infondato, individuando la prima data utile per consentire la massima partecipazione democratica e consegnare a tutti gli studenti una rappresentanza legittima.  Ci prendiamo l’onere di rammentare a tutti gli interlocutori l’articolo 54 della nostra Costituzione:

Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi.

I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge.”

Per concludere, insomma, quando l’indirizzo politico di un ente va in contrasto con le leggi vigenti, i garanti amministrativi dell’ente, anziché cercare dei cavilli burocratici per tutelare la sfera politica a danno della legittimità delle azioni, dovrebbero avere il coraggio e la dignità di opporsi per salvaguardare il senso della legge stessa e i diritti che tutela.

In attesa di riscontro, restiamo a disposizione per chiarimenti e porgiamo cordiali saluti». 

Lettera aperta di Andrea Zanfini al Presidente Sergio Mattarella

ROGGIANO GRAVINA (CS) – Il presidente del Consiglio Comunale di Roggiano Gravina, Andrea Zanfini, scrive una lettera aperta indirizzata al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, sull’impellente necessità di avviare al più presto la costruzione di un governo nazionale che incoraggi e favorisca la crescita, l’innovazione, il progresso e lo sviluppo.

Accogliamo la richiesta di Zanfini e pubblichiamo integralmente la lettera inviata a Mattarella.

 

Esimio Signor Presidente Mattarella,

c’è da vincere, soltanto. Per l’Italia, la conquista più importante, durante questo periodo, sarebbe la nascita di un Governo officina di iniziative, così da consegnare onore e qualità della vita ad ogni singolo italiano od ospite.

Mi esprimo da giovane, ma ancor di più, da amministratore locale che sta vivendo la prima esperienza politica, in concomitanza con un periodo difficile dell’economia globale. E che non sarà semplice, domani, da raccontare senza poter sorvolare sulla triste crisi dei valori propri di ogni livello della società; quegli stessi sani principi che non hanno mantenuto forza, che sono stati implicati e che, adesso, si mostrano come segni impressi nei ricordi di vita di ciascun giovane italiano, che vorrebbe tenersene fuori dalla confusione scoraggiante le prospettive di vita.

L’Europa osserva le dinamiche che interessano il nostro Paese: uno fra i più belli al Mondo. E che ha saputo rendersi protagonista per la cultura, l’arte e la storia che ha elementi a suffragio di un’Italia in posizioni di prima linea, durante momenti da cui, per noi italiani, ne è derivato un elevato riconoscimento di lealtà nei comportamenti e di orgoglio nel senso umanitario, quando si è trattato di adoperarsi nelle missioni deputate ad inseguire la pace.

La nostra Costituzione offre strumenti appropriati per continuare a far sì che gli italiani continuino a raccontarsi come popolo deciso e dignitoso. Quella stessa brillante Carta fondamentale riesce ad imporre le riflessioni indispensabili, durante le fasi in cui occorra privilegiare alcune scelte. Il combinato disposto degli artt. 92 e 94 Cost. arricchisce il bagaglio di speranza di ogni cittadino, riferendo sul sentiment di equilibrio proprio del Presidente della Repubblica, quale preziosa garanzia delle forme comunicative e di approccio alla democrazia partecipata e costruttiva.

Abbiamo bisogno di un esecutivo nazionale. Non è possibile lasciare che un intero popolo sia fatto dondolare, stile amaca, dalle stravaganti logiche politiche di chicchessia. Non equivalga tanto, nel senso dell’abbandono delle fievolissime sopravvissute ideologie politiche, alla mercé del qualunquismo o dell’approssimazione. Semmai, l’input al rinnovamento sarà il tentativo di valorizzare le convinzioni proprie di ogni partito e di puntare sulle peculiarità di ogni regione a cui, per verità indiscussa, non è consentito assumere posizioni di distanza dal valore dell’Unità nazionale, stella polare, soprattutto, durante i momenti confusi.

Non può rassicurarci il pensiero che altre esperienze nazionali europee abbiano, nel passato assai recente, impiegato mesi per giungere alla formazione di un governo. Noi viviamo esigenze importanti, peculiari ed esclusive che richiedono di essere affrontate, adesso!

Il Meridione è stanco di vedere sbandierati i propri punti deboli, quasi fossero i motivi delle più ripetitive campagne elettorali o delle convention incoraggianti lo sviluppo. Occorrono fatti di crescita, di progresso, di ammodernamento strutturale e culturale. In particolar modo, mi permetto alludere alla Calabria: terra meravigliosa. Impeccabile culla di calore umano, di scenari e paesaggi, di tradizioni e sentimenti di eternità che si conservano in chi vi abita, ma anche in coloro che si ritrovino a collezionare una minima esperienza di turismo o di occasionale e casuale ritrovo.

Accade, spesso, che il mondo della politica elabori e predisponga senza raggiungere l’importante. E’ bene ripeterlo: esiste una gran folla di esseri umani, ancora, alla ricerca dell’essenziale. Signor Presidente, il mio ragionamento è nutrito dai riscontri che il ruolo da amministratore mi consegna, quotidianamente.

La mancanza di una economia occupazionale è divenuta propedeutica ad un feroce disagio sociale, che sottrae a tanti la garanzia di un pasto quotidiano; figurarsi, allora, per chi soffre una simile condizione, quanto possa essere attuale sentir parlare di futuro. I problemi esistono oggi. E con essi accrescono i motivi più nobili per desiderare la politica dedita al concetto di uomo, non ancorata alle posizioni di mero orgoglio, che appesantiscono il tempo che, per alcuni, è tanto prezioso. Troppa strada è stata percorsa da giovani meridionali partiti all’estero, per lavorare: così facendo, hanno consegnato alle future generazioni un dignitosissimo esempio di forza, ma anche il pesante invito ad abituarsi a coltivare il ricordo della propria adolescenza negli ambienti in cui si è cresciuti, poiché solo i fortunatissimi continueranno a vivervi. Sacrifici per un posticino di lavoro che se fosse stato possibile reperire fra i confini della nostra Nazione, avrebbe significato il sostegno ad un’identità nazionale a difesa dell’idea di poter tramandare le proprie radici biologiche sul terreno delle tradizioni culturali e familiari a cui non è giusto dover rinunciare.

C’è da sanare molto. Specialmente, a partire da alcuni ospedali diventati siti tipici di aggregazione della mortificazione e della umiliante condizione raccontata da chi si è visto ormeggiare senza forze e ne voce, lungo le corsie di straripanti pronto soccorso divenuti i confessionali di una vana speranza di reperire, celermente, un posto in degenza per la cura di qualche patologia. E’ il caso di lasciare il passo ai racconti a lieto fine e non più ai riquadri di giornali perfetti nelle pagine di cronaca narranti gli inconcepibili accadimenti in ospedali della fortuna. Servono strutture efficienti, macchinari funzionanti e personale che abbia da lavorare in condizioni adeguate. I calabresi che non hanno soldi a sufficienza per preferire strutture sanitarie fuori Regione, non è giusto debbano affidarsi alla precarietà del sistema sanitario che seppur nazionale, tanto risente della condizione meridionale. E’ in atto una disparità che, nel trattamento, rende dissimili situazioni personali –tutte costituzionalmente protette – ma che hanno a che vedersela con la differenza dello scenario in cui accadono: talune al Settentrione, altre al Centro, altre ancora, al Sud. Gli enti locali stanno soffocando; non tutti riescono a garantire servizi ed infrastrutture, attraverso manovre economiche alimentate, esclusivamente, dalle entrate tributarie. La gente è povera. Pagare una bolletta, alle volte, è impossibile. L’Europa dovrebbe essere invitata a girare un tantino in più e più spesso, soprattutto, fra i vicoli stretti e senza uscita. Gli amministratori locali, ognuno nel proprio territorio, rappresentano lo Stato, durante il giorno, durante la notte: nei contesti normali, c’è da esserne fieri! Governare, oggi, significa essere presenti nelle abitazioni dei cittadini. Ma a farne richiesta possono essere, anche, particolari esigenze. E onestamente, è il caso di ammettere che il più delle volte, non esista una soluzione di pronta fattibilità. Allora, per fronteggiare la novità o la sventura divenuta, in alcuni casi, cronica, occorre restare lucidi, senza perdersi nel mare dei mille perché, dando ascolto, piuttosto, alle capacità personali in grado di raggiungere livelli di emozioni senz’altro più pronti rispetto a quelli che riesca a garantire l’apparato lento e tortuoso di una burocrazia antipatica ai tempi della vita. Le giovani leve aspettano di essere riconosciute come protagoniste di un contesto vocato ad avviare nuovi nuclei familiari. Esulando dall’importanza della famiglia, si commetterebbe l’errore di giungere alla definitiva creazione di uno scenario sociale fondato sull’assenza di memorie e cicli storici.

Tanti, troppi gli sforzi che stanno abituandoci a sopportare un tenore di vita che affanna, che è ripido.Nessuno può essere lasciato solo, abbandonato all’idea che da Roma giungano notizie di tutt’altra melodia fuorché della individuazione di un Capo di Governo. Pertanto, sento di augurare che tutti i discorsi che verranno, sulla scorta di quelli intavolati prima e durante le consultazioni, possano configurarsi come discussioni che abbiano a confezionare lo straordinario buonsenso di consegnare serenità agli italiani, tra impegni assunti e difficoltà imprevedibili.

All’Italia i più opportuni approdi. A Lei, Signor Presidente, la fiducia. E’ usuale dire che qualunque cosa faccia il buon padre di famiglia, appaia cosa fatta bene.  

Buon lavoro ed auguri sinceri, a tutti.

Andrea ZANFINI

Presidente del Consiglio comunale di Roggiano Gravina (Cs)

Unical, lettera aperta a Matteo Renzi dai rappresentanti degli studenti

ARCAVACATA DI RENDE (CS) – Uno scenario politico reso incerto e con le sue forze in precario equilibrio: ecco il dato emerso dalle recenti elezioni amministrative. E se, da una parte, c’è chi plaude alla presunta sconfitta del governo nazionale, dall’altra c’è chi ancora crede in ideali e valori politici, nella determinazione e nella possibilutà di un riscatto che inizi dal basso, dal Sud e dai giovani. Per tale ragione, i rappresentanti degli studenti dell’Università della Calabria, una delle maggiori università del Mezzogiorno italiano, hanno deciso di scrivere una lettera aperta a Matteo Renzi, Presidente del Consiglio e Segretario nazionale del Partito Democratico.

Riportiamo di seguito il testo integrale della lettera.

«Caro Matteo,

occorre un radicale cambiamento, guardando avanti con forza e determinazione. Il PD va rifatto ripartendo dal sud. Siamo un gruppo di giovani universitari calabresi che con coraggio e determinazione, quotidianamente, portano avanti importanti battaglie negli organismi dell’Unical. Siamo fortemente preoccupati del declino politico, morale  e culturale di questa nostra regione che, inevitabilmente, determina sentimenti di amarezza, rabbia, delusione e rassegnazione. È un incendio che sta distruggendo la speranza e il futuro di un’intera generazione. Noi a tutto ciò non intendiamo arrenderci e siamo pronti ad assumere le nostre responsabilità, schierandoci in prima linea per risollevare le sorti della nostra martoriata terra. Vogliamo lottare al tuo fianco, ma per far questo è necessario smantellare strutture e sterili organismi partitici chiusi alla gente e autoreferenziali.

Ci sono centinaia di giovani che come noi vogliono ripartire dalla Calabria per rilanciare una nuova stagione politica…quella vera, quella basata sulle idee e sui valori! Bisogna dare credibilità al PD calabrese, rottamando quelle vecchie oligarchie che da troppo tempo soffocano sul nascere ogni barlume di speranzae di riscatto di questa terra. Occorre investire su figure fresche che sappiano davvero dialogare e comprendere i reali bisogni della gente.

Noi crediamo in una nuova stagione di civile cambiamento, vogliamo avere solo la possibilità di liberare le nostre energie per realizzarla.

Tu dicesti: «Arriva un momento in cui il coraggio deve essere più forte della comodità e la speranza deve prendere il posto della rassegnazione». Bene Matteo, quel momento è Adesso!

Noi ci siamo…e tu?!»

 

Antonio De Tursi  (Presidente del Consiglio degli Studenti UNICAL)

Michele Leonetti (Rappresentante degli studenti in Senato Accademico UNICAL)

Domenico Tulino (Rappresentante degli studenti in Consiglio d’Amministrazione UNICAL)

 

Catanzaro, lettera aperta delle associazioni al comune

CATANZARO – In merito ad iniziative di Street Art nel centro storico di Catanzaro, le associazioni di Catanzaro Archeoclub “Emilia Zinzi”, Cara Catanzaro, Catanzaro è la mia città e Calabria oltre, hanno indirizzato una lettera aperta al comune guidato da Sergio Abramo, che di seguito pubblichiamo:

«Pur riconoscendo in ogni iniziativa culturale che viene effettuata in città, una importante valenza sociale, specie se proposta da giovani, come i componenti dell’Associazione “AlTrove”, ai quali riconosciamo sana passione e interesse a fornire un contributo alla comunità, le sottoscritte Associazioni Culturali esprimono però la propria forte preoccupazione per alcune iniziative di Street Art che, patrocinate da Codesto Ente, si sono tenute in città relativamente al centro storico, soprattutto in riferimento all’opera di recente effettuata su uno dei palazzi posti su Corso Mazzini e proprio di fronte l’attuale Complesso Monumentale del San Giovanni, già Castello Normanno, luogo attorno al quale la città di Catanzaro ha vissuto i più importanti momenti della sua ormai millenaria storia. Il suddetto fabbricato, di probabile origine tardo settecentesca, ha visto una sua facciata “interessata” da un’opera che, aldilà del valore artistico della stessa, si può definire, a nostro avviso, quantomeno “decontestualizzata” e irrispettosa della memoria, pure se ad essa si è voluto comunque attribuire un titolo “Sanguinis Effusione”, tanto caro alla città.

Ricordiamo che il tratto iniziale di Corso Mazzini, nella attuale conformazione, è la risultanza di una attività di sventramento di fine ‘800. In tale circostanza furono letteralmente tagliate, da un lato la scarpata del colle San Giovanni con conseguente demolizione della sovrastante cinta muraria del castello, e dall’altro le facciate di alcuni edifici, in parte appendici stesse del maniero e, ancora più importante, della cinta muraria medievale della città. La demolizione infatti comprese, oltre a una torre anche l’ultima testimonianza dell’antico sistema di porte montanare. Ciò che resta in piedi oggi, compresi gli edifici, sebbene già oggetto di parziale arretramento e ricostruzione, è testimonianza dell’antica struttura difensiva ancora rilevabile sulla cartografia storica a disposizione. Il luogo poi, caratterizzato altresì dalla presenza dell’accesso più importante al Castello, o a ciò che di esso ancora si manteneva in piedi, fu anche teatro di scontri e rivolte sanguinose, specie nel XV secolo. Diviene pertanto logico tutelare il più possibile la memoria cercando di non alterare ancora lo stato dei luoghi e, anzi, laddove possibile, recuperarla anche attraverso piccoli interventi ricostruttivi che siano coerenti ed effettivamente rispettosi di ciò che ogni pietra può ancora testimoniare.

Nel timore che anche in futuro, e specie per la prossima edizione della manifestazione di Street Art (che, lo ricordiamo, è una corrente artistica nata soprattutto per recuperare e dare colore a luoghi abbandonati; periferie degradate, e non certo a centri storici di origini medievali) prevista nel mese di giugno, possano essere progettati analoghi interventi su altre facciate del borgo antico, e nella convinzione che la città sia soprattutto dei cittadini e di conseguenza di tutte le associazioni che li rappresentano, si richiede di soprassedere da ulteriori interventi nel centro storico cittadino, inteso da Via Vercillo al quartiere “Piano Casa” e zone limitrofe, oltre agli ingressi principali dello stesso (viale De Filippis e viale dei Normanni).

Si richiede infine, nello spirito di una costruttiva collaborazione, che anche le scriventi associazioni, e qualsiasi altra lo richieda, vengano consultate prima dell’effettuazione di qualsiasi ulteriore intervento che possa avere impatto sulla città, nella convinzione che opere così “vistose” non possano essere “imposte” senza un preventivo civile e democratico confronto con chi potrebbe comunque avere visioni diverse».

Lettera aperta del presidente di Unindustria Calabria sul Mezzogiorno, sui primi segnali di ripartenza

Riceviamo e pubblichiamo:

th (15)Superata la “tempesta” di dati di questi giorni e le conseguenti interpretazioni, alcune pertinenti e convincenti altre molto meno, vorrei provare a proporre una linea di ragionamento più serena che provi ad allungare lo sguardo oltre la contingenza, cercando di allargare gli orizzonti temporali. Una prima cosa certa è che l’economia meridionale continua a mostrare molti elementi di seria  preoccupazione. La seconda è che, per la prima volta dall’inizio della crisi, si intravvedono segnali di ripartenza incoraggianti. Questa è una novità rilevante che può spingere a guardare avanti con ottimismo, anche se in maniera molto cauta.
Infatti, le ferite che sette lunghi anni di crisi hanno aperto nell’economia e nella società meridionale fanno rabbrividire: dal PIL calato di oltre 50 miliardi di euro, ai quasi 500 mila occupati in meno; dagli investimenti fissi lordi diminuiti di oltre 28 miliardi di euro l’anno, alla ridotta consistenza numerica dell’apparato produttivo meridionale. Proseguendo nell’analisi dei dati, dal sistema delle imprese emergono primi segnali positivi che meritano di essere incoraggiati e supportati con favore: il saldo positivo tra imprese nate e cessate, la ripresa di fatturato e margini delle imprese più dinamiche, il miglioramento dei rating bancari di numerose società di capitali meridionali ed il loro costante aumento di numero, la significativa crescita delle esportazioni di settori importanti come l’agroalimentare, la meccanica e l’automotive.
Tutto ciò mostra un tessuto produttivo ancora sofferente, più ristretto dal punto di vista quantitativo, ma verosimilmente più sano, competitivo e pronto a ripartire. I 47 mila  occupati in più nel primo trimestre dell’anno (di cui 18 mila relativi all’industria in senso stretto) ed il calo sensibile della cassa integrazione, suggeriscono inoltre che, forse, questi semi di vitalità iniziano a tradursi anche in occasioni di lavoro e dunque in aumento del reddito disponibile. La crescita robusta delle presenze e della spesa di turisti stranieri nelle regioni meridionali (700 mila in più nel solo 2014) ci mostra altresì che un modello virtuoso di positiva integrazione tra manifattura, agroindustria e turismo, potenzialmente  capace di portare il Sud fuori dalla crisi, potrebbe essere stato finalmente individuato.
La nostra Calabria, che pure ha sofferto e continua a soffrire più di altre regioni, inizia a mostrare qualche segnale positivo, seppure estremamente timido. Il saldo tra imprese cessate e iscritte, nel 2014, è positivo per oltre 1700 unità e le esportazioni nei primi 3 mesi del 2015, fanno registrare una crescita del 23,3% rispetto ad un anno fa, anche se i valori assoluti restano contenuti, vale la pena registrare l’avvenuta inversione di tendenza. La CIG è in calo del 50% rispetto ad un anno fa, mentre l’erosione di fatturato e margini delle PMI di capitali sembra rallentare e con essi il costo del credito a breve, pur restando più alto perfino della media del Mezzogiorno. Ed ancora, torna a crescere la fruizione di prodotti culturali che rappresenta un indicatore di tendenziale miglioramento della situazione economica e di attrattività turistica.
Che cosa manca per trasformare questi segnali in una vera e propria ripresa? Manca una politica capace di adottare l’obiettivo della crescita dell’economia meridionale, e quindi di tutto il Paese, come stella polare della propria azione economica. Una politica capace di mettersi dal punto di vista delle imprese assecondandone gli sforzi, rimuovendo gli ostacoli alla loro azione, lavorando per rendere il territorio meridionale un posto migliore per vivere e lavorare. Situazioni come quelle del viadotto crollato sull’autostrada Salerno – Reggio Calabria o il Porto di Gioia Tauro che aspetta ancora un’area industriale degna di questo nome, sono le immagini di un Mezzogiorno che non vorremmo vedere più. Sentiamo molto più nostre, come ama ripetere il vice presidente di Confindustria per il Mezzogiorno Laterza, quelle di bandierine blu dell’UE fuori da una scuola, in un centro di ricerca, in un asilo ed ai cancelli di un’area di sviluppo industriale.  

Natale Mazzuca

 

Reparto Reumatologia dell’Annunziata: lettera aperta di una lettrice

th (13)
Immagine repertorio

Riceviamo e pubblichiamo lettera aperta dalla signora Giacomina Durante su una sua recente esperienza

“Lunedi 20 luglio 2015 mi reco al reparto di Reumatologia dell’Ospedale Civile dell’Annunziata di Cosenza perchè, per miei problemi personali di salute, devo eseguire una terapia mensile che viene erogata in regime di day hospital. Arrivo e il reparto è deserto. La cosa mi meraviglia dato che solitamente è sempre pieno. Chiedo al primo infermiere che mi capita sotto mano e mi annuncia che il reparto è stato accorpato alla medicina. A quel punto comincio a diventare ansiosa. E la mia terapia? Vado al reparto di medicina e trovo una situazione al limite dell’inverosimile. Affollato, aria condizionata probabilmente fuori uso perchè l’aria era irrespirabile, gente in piedi….Dopo pochi minuti, grazie a Dio  incontro il capo sala che era a Reumatologia, e questo mi garantisce che la terapia verrà effettuata. Riesco a fare la mia flebo, ma parlando con gli operatori, questi non sanno bene che fine farà il reparto di Reumatologia, se rimarrà accorpato a medicina, se verrà ricostituito, e soprattuto, per tutte quelle prestazioni come la mia che vengono effettuate in day hospital, sussiste un buon margine di incertezza, che, a onor del vero mi preoccupa non poco. Tieni conto che non fare in questo ospedale tali terapie significa capire dove le fanno e iniziare ogni santo mese per tutta la vita, la via crucis verso dove poter ricevere tali prestazioni.
Questa la situazione…Per chi come me ha bisogno di cure, l’incertezza che si prospetta non da la giusta tranquillità della quale ho bisogno. E poi bisognerebbe smetterla di fare le economie sulla pelle e sulla vita della gente che ha bisogno”.

Lettera dell’On. Laratta al Ministro Cancellieri

VIBO VALENTIA – Il territorio della provincia di Vibo Valentia è aggredito dalla malavita e dalla criminalità organizzata. La morte del giovane Filippo Ceravolo è una tragedia: è stato ammazzato un innocente! Cosa intende fare il Governo?

Filippo Ceravolo, 19 anni, commerciante incensurato di Soriano deceduto a causa delle gravi ferite riportate giovedì 25 ottobre, in un agguato. Discendente di una famiglia di commercianti ambulanti, Filippo lavorava con il padre nella bancarella di prodotti locali. Secondo i dati forniti dall’autopsia sul corpo del ragazzo, Filippo è deceduto nella notte tra giovedì e venerdì in ospedale, a causa delle gravissime ferite riportate alla testa.
Il giovane, incensurato, stava viaggiando a bordo di un’auto di proprietà di un amico, quando e’ stato avvicinato dai sicari che gli hanno sparato alla testa con un fucile caricato a pallettoni. La vettura con a bordo Filippo Ceravolo è quindi finita in una scarpata. Il diciannovenne e’ stato soccorso e portato in ospedale a Vibo ma le sue condizioni sono apparse subito disperate . Nella notte il decesso del giovane.
Il ragazzo risulta del tutto estraneo ad ambienti malavitosi. Secondo un’ipotesi circolante in queste ore e ripresa dagli organi di informazione, Filippo potrebbe essere stato ucciso per errore.
La fine del ragazzo ha gettato nello sconforto la città di Vibo, il comune di Soriano dove la famiglia Ceravolo vive, e tutti coloro che hanno conosciuto Filippo.Ciò premesso l’Onorevole intende sapere se
Ma c’è molta amarezza in Calabria per il silenzio e l’indifferenza che ha accompagnato l’agguato e l’eliminazione di un innocente. 

Ciò premesso l’Onorevole intende sapere se il Ministro degli Interni sia a conoscenza dell’agguato sopra descritto; 

cosa intenda fare per sollecitare indagini rapide e approfondite da parte degli inquirenti; 

cosa intenda fare il Governo per ridare serenità e sicurezza alla gente onesta che vive in Calabria e che, anche per errore, rischia ogni giorno la vita, mentre bande scatenate di malavitosi dimostrano arroganza e controllo di sempre più vaste zone del territorio calabrese; 

se sia a conoscenza che è in atto la riduzione del numero degli uomini delle Forze dell’Ordine in servizio nel vibonese, in un territorio che da anni subisce l’assalto della criminalità organizzata;

se sia a conoscenza della rivendicazione del Siulp di Vibo Valentia finalizzata ad ottenere una più forte presenza sul territorio vibonese delle forze di Polizia;

se sia a conoscenza di quanto affermato dal Presidente del Tribunale e/o del Procuratore della Repubblica che denunziano la carenza di magistrati nell’organico del Tribunale di Vibo Valentia.

Notizia Relativa