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Giovani e legalità: nuovo progetto per le scuole cosentine

COSENZA – Con l’avvicinarsi dell’apertura delle scuole, nel mondo della formazione si cercano strade e strumenti nuovi per educare ed entusiasmare le giovani generazioni, nel tentativo di trasmettere valori prima che semplici competenze e tecnicismi.

“Giovani e legalità” è il titolo del progetto presentato presso la Camera di Commercio di Cosenza e sottoscritto da diversi enti locali con l’obiettivo di fornire le scuole di strumenti didattici innovativi per gli educatori. Si tratta in particolare di un libro e di un gioco. Il primo, rivolto ad alunni delle scuole elementari, è un opuscolo di filastrocche, realizzato da Anna Sarfatti e presentato dalla stessa autrice che, attraverso le parole di bambini e bambine, ha saputo rendere con semplicità ed incisività il messaggio della nostra Costituzione. Il secondo è un gioco da tavolo per studenti delle scuole medie e superiori realizzato dalla cooperativa sociale Dignità del lavoro, incentrato sull’educazione alla legalità. “La costruzione della legalità e la lotta a tutte le mafie passa innanzitutto per l’educazione della coscienza critica, per l’educazione a saper scegliere, in ogni situazione della propria vita, da quale parte stare. – Spiega Giovanni Serra referente della cooperativa – Il gioco si vince se si riescono a conciliare i propri interessi legittimi ed un buon livello di legalità generale della società in cui si vive e si opera”.

Il progetto nasce dall’idea di diffondere quanto più possibile i temi della giustizia e della legalità non solo attraverso le parole o in occasione di particolari ricorrenze, ma facendoli entrare nella routine degli insegnamenti scolastici, interessando alunni di ogni ordine e grado in quanto futuri cittadini. Un progetto che va oltre l’aspetto “convegnistico” che spesso accompagna questo tipo di iniziative – come sottolinea il prefetto della Provincia di Cosenza Paolo Cannizzaro – perché mette in campo direttamente l’operatività dell’insegnamento. Un’apertura reale alle scuole e agli studenti che è dimostrata dalla presenza, nella sala Petraglia, di numerosi insegnati e dirigenti scolastici, referenti delle 25 scuole che partecipano al progetto. Ma che è avvalorata soprattutto dai laboratori formativi organizzati per familiarizzare con gli strumenti e per scoprirne le potenzialità educative.

“Un progetto che parte innanzitutto da un’alleanza strategica tra le istituzioni” dichiara Giuseppe Gaglioti, presidente della Camera di Commercio di Cosenza e promotore dell’iniziativa. Una rete che viene formalizzata attraverso la sottoscrizione di un protocollo d’intesa che coinvolge numerosi soggetti tra gli enti locali della provincia, interessati dalle tematiche proposte. Agli interventi di Cannizzaro e Giglioti seguono infatti le riflessioni del procuratore aggiunto Domenico Airoma e del dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale Luigi Troccoli, che hanno invitato i presenti a riflettere sull’importanza di recuperare il senso del giusto e del rispetto delle regole, in un contesto così delicato e difficile quale quello calabrese. Sulla scia degli interventi dei rappresentanti istituzionali si sono allineate anche le voci della società civile, nodo imprescindibile per la buona tenuta della rete, attraverso le parole del delegato nazionale di Libera, Davide Pati e del presidente regionale dell’associazione professionale Proteo, Renato Lamanna.

Un’iniziativa che si pone come una sfida per la classe docente, ma che si concretizza soprattutto come un augurio, come un segnale di speranza per un processo di cambiamento verso una società fondata sul rispetto delle regole prima e sul senso di giustizia e legalità poi.

 

 

Mariacristiana Guglielmelli

 

Lollò Cartisano (L’ultima foto alla ‘ndrangheta)

Lollò CartisanoUltimo appuntamento, prima della pausa estiva, della rassegna “Per una scandalosa normalità. Pensieri e parole per una Calabria (e un Paese) normale” organizzata dal presidio Libera di Cosenza, in collaborazione con Ossidiana (l’Osservatorio per lo studio dei Processi Culturali e della Vita Quotidiana dell’Unical) e il Centro RAT del teatro Acquario.

Al centro della serata “Lollò Cartisano (L’ultima foto alla ‘ndrangheta)”, romanzo a fumetti di Luca Scornaienchi e Monica Catalano inserito nella collana Libeccio di Round Robin Editrice.

Ad aprire l’incontro il video Comics Gegen die Mafia, documentario realizzato dall’emittente Arte Tv sulla Marcia della Memoria che ogni 22 luglio viene organizzata dall’associazione antimafie daSud onlus lungo i sentieri dell’Aspromonte. Lo stesso tratto di strada che separa Bovalino da Pietra Cappa, luoghi del rapimento di Lollò Cartisano e del ritrovamento del suo corpo dopo dieci anni. Passi simbolici di un ricordo che non si ferma solo alla figura del fotografo ma che comprende tutte le vittime che non si sono lasciate piegare dal potere mafioso. Circa 15 minuti di immagini e interviste che ripropongono volti e luoghi di una storia da non dimenticare. È la presentazione di una nuova forma di resistenza alla mafia e al suo potere distruttivo, un tentativo di ribellione che passa per la musica dei Kalafro, per le parole di Giovanni Tizian, per il disegno e la sceneggiatura di Luca Scornaienchi e Monica Catalano, che parte da un territorio e da una comunità troppo spesso sotto ricatto e la attraversa per restituirle dignità.

Una battaglia, quella tra criminalità e legalità, che assume contorni sempre diversi e che si combatte quotidianamente in ogni area della nostra regione. Doverosa la solidarietà espressa al presidio di Libera di Crotone e alla cooperativa che ad Isola Capo Rizzuto coltiva l’orzo su territori confiscati alla mafia e che nei giorni scorsi ha subito l’ennesimo tentativo di intimidazione con il danneggiamento del raccolto.

La lotta alla mafia passa soprattutto attraverso una cultura nuova e diffusa di giustizia e legalità. Una cultura che affonda le sue radici nella memoria e dispiega i suoi rami nella consapevolezza e nella partecipazione attiva. “Oblio e memoria sono i due estremi su cui si muove la sceneggiatura di Luca – precisa Edoardo Stefano del presidio Libera di Cosenza – condizioni che caratterizzano i protagonisti della storia e si legano indissolubilmente alla cecità e alla salvaguardia dell’interesse personale in un caso e alla caparbietà di scoprire la verità e farla conoscere nell’altro”. Coltivare la memoria, tenere accesi i riflettori, diffondere le storie di uomini esemplari nella loro normalità sono i passi essenziali da compiere per resistere e per vincere.

Un impegno che Libera sta portando avanti con molti altri compagni di viaggio, utilizzando anche strumenti innovativi e inusuali quali il fumetto. “Il fumetto è stato rivalutato come forma d’arte – spiega con chiarezza e precisione Olimpia Affuso, ricercatrice dell’Università della Calabria – perché ha la capacità di accompagnare una comunità nel processo di elaborazione di un evento traumatico”. Attraverso l’utilizzo di caricature o l’antropomorfismo dei personaggi, infatti, il fumetto permette un’evocazione della realtà che non è così cruda come può apparire ad esempio con la fotografia o con il documentario. E può quindi contribuire a pieno titolo nel complesso ma indispensabile percorso di svelamento della realtà.

Una scia in cui si incanalano le attività di Libera Cosenza, di cui la rassegna “Per una scandalosa normalità. Pensieri e parole per una Calabria (e un Paese) normale” è il tratto più visibile. Una strada che riprenderà in autunno le proprie tappe cittadine, mentre si sposterà sulla costa per diverse altre iniziative.

Mariacristiana Guglielmelli

Libera Cosenza presenta Arcangelo Badolati

Arcangelo BadolatiProseguono gli appuntamenti di Libera Cosenza. La rassegna “Per una scandalosa normalità. Pensieri e parole per una Calabria (e un Paese) normale” ha collezionato una serata di interesse letterario. Presso l’AcquarioBistrot, infatti, ieri, 16 febbraio, è stato presentato “Stragi delitti misteri” il nuovo libro di Arcangelo Badolati. Il volume, edito da Pellegrini nella collana “Mafie” diretta da Antonio Nicaso, raccoglie la cronaca e i retroscena di alcune delle vicende più misteriose degli anni ‘70 e ’80.

Caposervizio del quotidiano “Gazzetta del Sud”, Arcangelo Badolati è una delle penne più conosciute ed apprezzate del giornalismo calabrese. Si occupa principalmente di cronaca, in particolare quella legata ai fenomeni mafiosi e alle devianze criminali della nostra regione, seguendo negli ultimi anni i più importanti processi in questo ambito.

Un lavoro appassionato e certosino che si riversa, come in tutti i suoi libri, anche in quest’ultima opera, in cui affronta con tratti chiari e puntuali avvenimenti come la strage di Ustica o il tentato golpe della ‘ndrangheta, in un continuo altalenare tra il generale ed il particolare, tra la normalità e le distorsioni. È, come dice lo stesso autore, un modo per restituire alla Calabria la centralità che le spetta rispetto a fatti storici del nostro paese che ne hanno condizionato la vita politica e sociale. Se infatti la nostra terra appare periferica sul piano dell’innovazione e dello sviluppo, assume un ruolo fondamentale negli intrecci massonici e mafiosi degli anni della prima repubblica.

Non una semplice cronaca degli eventi, ma un delicato scavo tra gli aspetti nascosti e poco chiari. Un’attenzione che Giancarlo Costabile definisce “da giornalista storico”, perché nella narrazione si ritracciano due elementi fondamentali: la cura e la memoria. La cura verso i lettori e l’accompagnamento graduale nei particolari delle vicende esaminate, la memoria di avvenimenti che hanno condizionato la vita dell’intero paese.

È dalla voce dello stesso Badolati che si ascoltano alcuni episodi del libro. Un intervento appassionato e dirompente che non trascura nomi, date, intrecci. Parole dure non solo nei confronti di personaggi, ma soprattutto verso funzionari ed esponenti dello Stato e delle forze d’ordine che hanno giocato sulla pelle di cittadini ignari per loschi e pericolosi scopi. Il tono si fa acceso e commosso nel ricordo della storia della violenza e dell’assassinio di Roberta Lanzino. Una storia straziante, che conclude il libro, apparentemente distante da tutte le altre narrate, eppure che ancora non ha trovato un vero colpevole e una giusta condanna. La battaglia dei genitori, Franco e Matilde, continua ancora oggi, dopo quasi venticinque anni e la vicinanza di Badolati e di Libera Cosenza si fa sentire anche in questa occasione. È la storia di Roberta, tra le altre, che Lindo Nudo sceglie di leggere alla platea commossa.

L’intervento di Giap Parini, moderatore della serata, nonché membro del coordinamento di Libera Cosenza, pone l’accento sulla perfetta combinazione della presentazione del libro all’interno della rassegna. Una scandalosa normalità che può essere intesa secondo diverse chiavi di lettura: da un lato la scarsa consapevolezza di chi vive con normalità episodi e avvenimenti gravi, senza trovare la necessaria volontà o il coraggio per domandarsene ragione, dall’altro invece chi rintraccia lo scandalo nella quotidianità e non si arrende di fronte ai muri di omertà e complicità. Il lavoro di Badolati squarcia un velo ed apre interrogativi che pendono sulle teste di ciascun cittadino: non ci si può giustificare e nascondere dietro la scusa che si tratta di avvenimenti distanti e fuori dalla portata della persona comune, perché purtroppo la vita spezzata di coloro che sono morti nella strage di Ustica o della Freccia del Sud ci riporta prepotentemente in primo piano l’importanza della verità.

Verità che è affidata in parte anche ai mezzi di informazione. Non è un caso che il libro sia stato dedicato a Mauro De Mauro “il migliore di noi”.

 

Mariacristiana Guglielmelli

La sfida della legalità parte da Cosenza con un gioco da tavolo

Gioco CittadiniUn pomeriggio ludico all’AcquarioBistrot di Cosenza. Ma anche un appuntamento di impegno civile. L’associazione Libera Cosenza, insieme ad Ossidiana (l’Osservatorio per lo studio dei Processi Culturali e della Vita Quotidiana dell’Unical) e al Centro RAT del teatro Acquario, ha presentato un nuovo gioco di società.

L’iniziativa rientra nella rassegna “Per una scandalosa normalità. Pensieri e parole per una Calabria (e un Paese) normale” e nella volontà della sezione di Cosenza di Libera di operare concretamente sul territorio. Le cronache recenti hanno portato alla luce una realtà criminale e mafiosa che sembrava finora sommersa. Le parole legate alla ‘ndrangheta sembravano relegate ad altre zone della Calabria, invece occorre aprire bene gli occhi, prendere coscienza della vera realtà in cui viviamo e agire per cambiarla. “Cosenza non è l’isola felice che hanno voluto farci credere – appella Sabrina Garofalo referente di Libera Cosenza – e l’associazione è in prima linea per dare una scossa alle coscienze dei cosentini”. Un impegno che passa dagli incontri del corso “A scuola di antimafia – Il riutilizzo sociale dei beni confiscati” nelle aule dell’Università della Calabria, dai prodotti di Libera Terra previsti nel menù della serata e da un gioco da tavolo.

“Cittadini. La sfida quotidiana della legalità” è un gioco ideato e realizzato dalla cooperativa sociale Dignità del Lavoro (già Delfino Lavoro) di Cosenza, in collaborazione con Libera, Cereso e Camera di commercio di Reggio Calabria, e con il sostegno della Bcc Mediocrati. Ogni partita è metafora di un anno di vita in una comune città. I giocatori sono dunque cittadini che ogni giorno si trovano davanti alle proprie attività e alle proprie relazioni, alle proprie sfide e alle proprie scelte. Il gioco si snoda lungo tre principali percorsi, economico-finanziario, politico-culturale, etico-solidale che rappresentano altrettante dimensioni della vita. Ogni casella richiede una scelta da compiere, scelta che può determinare la vittoria personale, ma soprattutto la realizzazione di una società più giusta per tutti. “Legalità è il frutto del modo di pensare e delle scelte concrete di ciascuno di noi e della società nel suo insieme – ricorda il procuratore Pignatone nella prefazione – ed ogni nostro comportamento, ogni scelta politica, ogni fatto che accade possono influire sul livello di legalità”.

Legalità che non è quindi solo lotta diretta e frontale alle mafie, ma è strettamente legata al rispetto delle leggi che regolano ogni aspetto della vita. Da qui l’esigenza da cui scaturisce l’idea del gioco: “Siamo convinti – sottolineano gli autori – che la costruzione della legalità e la lotta a tutte le mafie, passi, innanzitutto, per l’educazione della coscienza critica”.

La proposta di un gioco è una modalità nuova e accattivante per veicolare aspetti etici e valoriali importanti. Un gioco quindi che non è solo divertimento ma è soprattutto fonte di apprendimento, se inserito correttamente nel proprio contesto di vita. “Lo scopo di Cittadini è dimostrare che la legalità può e deve essere anche un gioco da ragazzi, – si legge nella prefazione di don Ciotti – qualcosa che tutti, a cominciare dai più giovani, devono costruire giorno per giorno, attraverso scelte consapevoli e comportamenti coerenti”.

Una sfida che hanno colto al volo le persone intervenute all’incontro. Dopo la presentazione, infatti, nella saletta dell’AcquarioBistrot sono stati allestiti quasi dieci tavoli con altrettante scatole del gioco. Grandi e piccini hanno avuto così l’occasione di mettersi subito alla prova e compiere con dadi e pedine la missione assegnata: fare la scelta per costruire legalità.

 

Mariacristiana Guglielmelli